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Controlli Automatici Prof. Giuseppe Oriolo. Struttura dei sistemi di controllo

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Academic year: 2022

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(1)

Controlli Automatici

Prof. Giuseppe Oriolo

Struttura dei

sistemi di controllo

(2)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 2

sistemi di controllo

controllo: imporre a un sistema dinamico (processo o plant) un comportamento specificato come un andamento desiderato

dell’uscita yd(t)

si vuole ridurre o annullare asintoticamente l’errore e = yd — y

— +

datoyd

descritto da un modello (spazio di stato o FdT)

agire su

u y

per annullare

processo e

nonostante z

1

2 3

4

questo obiettivo va ottenuto nonostante la presenza del disturbo z

(3)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 3

difficoltà

-

il processo potrebbe non essere AS, e dunque non ammettere un regime permanente

-

il processo potrebbe essere dinamicamente inadeguato perché lento, oscillatorio o incapace di generare yd

-

generalmente il disturbo è ignoto o comunque non misurabile

-

le prestazioni dovrebbero mantenersi anche in presenza di variazioni dei parametri del processo

progetto (o sintesi)

-

scelta di un’architettura di controllo

-

scelta dell’azione di controllo e dei suoi parametri

introduciamo l’architettura di controllo mediante un esempio

(4)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 4

esempio: controllo di quota di un ascensore

u m

y z

ingresso u (forza di trazione)

disturbo z = mg (forza di gravità)

uscita y (quota)

presenza attrito viscoso, coefficiente b

modello

— z

u + y

(5)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 5

il processo non è AS; per recuperare la stabilità è necessario

immergerlo in un anello di retroazione, cioè usare l’uscita y per generare l’ingresso u

come ? paradigma:

-

misurare y con un apposito sensore

-

confrontarla con yd

-

sviluppare l’azione di controllo a partire dall’errore e = yd — y (per esempio, proporzionale a e)

— z

u + y

+ — yd e

kp

misurazione y confronto con yd

azione di controllo Proporzionale (P)

processo controllore

(6)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 6

analizziamo il comportamento del sistema retroazionato, che ha FdT pari a

nell’hyp: disturbo z misurabile (m nota), lo si può compensare mediante un contrappeso o comunque aggiungendo una forza costante mg all’ingresso u

— z

+ y

kp u

compensazione

e +

supponendo yd = (costante), la risposta permanente è e quindi si ha riproduzione esatta a regime di yd

ed è quindi AS per kp > 0

(7)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 7

se si rimuove l’hyp: z misurabile (m ignota perché carico

ascensore variabile), il disturbo non può essere compensato ed è necessario valutarne la FdT

la risposta permanente ora è

quindi si ha un errore costante a regime che può essere ridotto aumentando kp , pur di porre attenzione a

- riduzione margine di fase

- degradazione transitorio (vedremo più avanti) - possibili saturazioni degli attuatori

si può fare di meglio modificando il controllore

(8)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 8

scegliendo un controllore Proporzionale-Integrale (PI)

— z

u + y

+ — yd e

G(s)

processo controllore

si ha

(9)

Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 9

mediante il Criterio di Routh si vede facilmente che il sistema retroazionato è AS per ki > 0, kp > m ki/b

si ha riproduzione esatta a regime di yd nonostante il disturbo!

in queste ipotesi, la risposta a regime permanente è

il controllore è robusto rispetto alle variazioni dei parametri del processo; in particolare, se

il sistema retroazionato resta AS (con le stesse prestazioni viste prima) purché

notare il ruolo fondamentale dello zero in s=0 di Wz(s), a sua volta proveniente dal polo in s=0 di G(s)

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Oriolo: Controlli Automatici - Struttura dei sistemi di controllo 10

riassumendo, questo esempio mostra che in principio la struttura di controllo a retroazione consente di:

-

stabilizzare il sistema risultante

-

riprodurre a regime l’uscita desiderata esattamente o con errore limitato

-

rigettare parzialmente o completamente segnali di disturbo

-

mantenere queste prestazioni in presenza di variazioni dei parametri del modello

naturalmente tutto ciò si ottiene a patto di progettare in modo opportuno il controllore

questo perché l’azione di controllo non viene sviluppata a

partire dalle cause che tendono a creare l’errore, ma piuttosto dei loro effetti

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