ABSTRACT
Questo elaborato cerca di mettere a fuoco una vasta gamma di problematiche e soluzioni inerenti la tutela del bene “paesaggio”. Come sappiamo questo è un bene diffuso e quindi per sua definizione “adespota”, cioè ne viene sottolineata la sua natura immateriale e contraria ai principi classici della proprietà largamente intesa. E’ per questo che la sua definizione giuridica ricalca le più ampie definizioni scientifiche, antropologiche e letterarie, prendendo per buona ed efficace l’impostazione data dall’illustre giurista torinese Alberto Predieri, anche se in qualche maniera rivisitata ed approfondita in alcuni aspetti, fino alla stesura dell’articolo 9 della Costituzione repubblicana.
Proprio l’articolo costituzionale sopra citato è il punto di partenza e di arrivo della discussione in questione: dopo una breve ma esaustiva esposizione della legislazione pre-costituzionale in materia, vengono affrontate nel testo le svariate correnti della giurisprudenza interna ed internazionale riguardanti la tutela ambientale con riferimento al paesaggio. Si discute infatti della giurisprudenza della Corte costituzionale, di diritto internazionale, di politiche comunitarie e per finire della centralissima ed importantissima Convenzione europea del paesaggio con tutti gli sviluppi concettuali e legislativi che ha comportato in ambito nazionale.
Concluso così il quadro normativo generale, sono passato ad esaminare da più vicino gli strumenti operativi della tutela paesaggistica, poggiando la lente di ingrandimento sui piani territoriali, paesistici, paesaggistici e tutte le loro trasformazioni concettuali nel tempo.
In ultima analisi, concernente la prima parte generale, ho voluto buttare lo sguardo sulle tecniche di approvazione degli strumenti di tutela ambientale soffermandomi principalmente sulla partecipazione all’iter delle associazioni portatrici di interessi diffusi.
La seconda parte è incentrata sull’illustrazione della disciplina delle aree protette. Se ne mostra la storia in maniera breve ma concisa, la disciplina oggi applicata ed applicabile e l’individuazione delle diverse tipologie (tra cui viene approfondita l’area protetta regionale). La terza parte vuole essere come il nocciolo della questione: ho voluto puntualizzare la situazione attuale della tutela paesaggistica della mia regione e tutte le sue sfaccettature inerenti al dialettica tra protezione dell’ambiente in senso lato e libertà economica. Ho così portato in rilievo l’attenzione sullo strumento principe di questa dialettica: il Piano di Indirizzo Territoriale con valenza paesaggistica.
In ultima analisi, come da chiusura ho trovato spazio anche per parlare brevemente dell’istituto che regge la dialettica suddetta: l’autorizzazione paesaggistica e le sue relative sanzioni in caso di mancata osservanza delle norme ad essa collegate.