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Il governo del sistema autocontrollodomiciliare della glicemia: dalla formazione del team a una procedura operativa

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Academic year: 2021

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Attività Diabetologica e Metabolica in Italia

Il governo del sistema autocontrollo domiciliare della glicemia:

dalla formazione del team a una procedura operativa

RIASSUNTO

L’autocontrollo domiciliare glicemico (ADG) rappresenta un vero e proprio strumento terapeutico da prescrivere secondo precise indicazioni e modalità che si inseriscono all’interno del piano di cura globale. Se è universalmente condivisa l’essenzialità del- l’ADG nel trattamento del paziente con diabete di tipo 1, per- mangono ancora numerose controversie sulla sua utilità e sul suo utilizzo nel tipo 2. Sebbene raccomandazioni nazionali e interna- zionali abbiano ben definito le indicazioni all’uso e alla periodicità dell’autocontrollo nelle diverse tipologie di pazienti, spesso nella pratica clinica appare difficile la loro corretta applicazione. Scopo di questo lavoro è descrivere le modalità elaborate dall’Unità Ope- rativa di Diabetologia degli Spedali Civili di Brescia e il percorso che ha portato alla stesura di una procedura operativa (PO) per la gestione dell’ADG nelle persone con diabete di tipo 1 e 2.

Partendo dai bisogni reali presenti nel nostro operato clinico, me- diante un lungo lavoro di formazione e revisione che ha coinvolto l’intero team, abbiamo elaborato e condiviso un protocollo strut- turato con percorsi ben definiti e personalizzati (scelta del gluco- metro, modalità di esecuzione dell’ADG e registrazione/analisi dei dati), creando anche strumenti specifici per la registrazione delle glicemie e per la prescrizione dell’autocontrollo.

SUMMARY

Self-monitoring of blood glucose – training and operating procedures for the care team

Blood glucose self-monitoring (SBGM) is a valuable therapeutic tool that must be prescribed according to specific guidelines and procedures that fit within an overall care plan. Though there is general agreement on its utility in patients with type 1 diabetes, there is still debate about its use in type 2 diabetes. Though na- tional and international recommendations provide clear indica- tions for its use and the frequency of measurements for different types of patient, correct application is often problematic in clini- cal practice. This article describes the methods employed by the Brescia Hospital’s Diabetology Service and the operating proce- dure on which they are based, for the comprehensive manage- ment of SBGM in people with type 1 and type 2 diabetes.

A. Girelli, S. Bonfadini, F. Calati, E. Cimino, A. Magri, U. Valentini

UO di Diabetologia per il trattamento e l’educazione terapeutica della persona con diabete, Azienda Spedali Civili di Brescia, Brescia

Corrispondenza: dott.ssa Angela Girelli, UO Diabetologia, piazzale Spedali Civili 1, 25123 Brescia

e-mail: angela.girelli@gmail.com G It Diabetol Metab 2014;34:93-100 Pervenuto in Redazione il 25-03-2014 Accettato per la pubblicazione il 01-04-2014 Parole chiave: diabete di tipo 1 e 2, autocontrollo domiciliare della glicemia, appropriatezza, procedura operativa

Key words: diabetes type 1 and 2, self-control blood glucose, appropriateness, operating procedure

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Starting with the real needs in our clinical practice, we set in motion a long process of training that involved the entire dia- betes care team, and reached agreement on a protocol with structured pathways and personalization – including the choice of meter, SBMG methods and data recording; we de- veloped specific tools for recording blood sugar levels and for the prescription of self-monitoring.

Introduzione

L’autocontrollo glicemico, inteso come il monitoraggio e inter- pretazione critica della glicemia capillare, è una componente importante nella gestione globale della malattia diabetica sia di tipo 1 sia di tipo 2. Nel paziente con diabete di tipo 1, l’ADG è uno strumento indispensabile per il raggiungimento di un buon controllo metabolico(1,2)e per la riduzione delle compli- canze, soprattutto del rischio di ipoglicemie(3). È ormai conso- lidato che in questi pazienti l’autocontrollo strutturato è una componente essenziale nell’autogestione quotidiana della te- rapia insulinica e deve far parte delle competenze teoriche e pratiche in possesso dal paziente.

Tale evidenza appare verosimilmente trasferibile anche al dia- betico di tipo 2 insulino-trattato. Nel diabete di tipo 2 in tera- pia nutrizionale o in trattamento con antidiabetici orali, il ruolo e la modalità dell’ADG non sono ben definiti e sono ancora oggetto di numerose controversie(4,5). Studi clinici hanno di- mostrato come, anche in diabetici di tipo 2 non insulino-trat- tati, il monitoraggio strutturato della glicemia si associa a un miglioramento del controllo glicemico, ottenibile tuttavia solo in presenza di una buona aderenza terapeutica del paziente(6-8). Appare quindi fondamentale l’importanza di attuare una cor- retta strategia educazionale a opera dell’intero team dia- betologico mirata all’acquisizione da parte del paziente di competenze teoriche e pratiche sul corretto utilizzo dell’ADG.

Il medico deve “prescrivere” l’ADG come strumento terapeu- tico nell’ambito del piano di cura globale, con la scelta degli strumenti ritenuti più idonei per quel paziente e secondo pre- cise indicazioni e modalità. Per garantire efficacia ed efficienza dell’ADG, è necessario poi un addestramento pratico struttu- rato da parte del personale sanitario e delle precise modalità di esecuzione dello stesso. Sebbene le recenti raccomanda- zioni ADA e le nostre società scientifiche(1,9,10)abbiano ben de- finito le indicazioni all’uso e alla periodicità dell’autocontrollo nelle diverse categorie di pazienti (a seconda della tipologia di diabete e della terapia in corso), spesso nella pratica clinica appare difficile la loro corretta applicazione. Inoltre spesso tali indicazioni si scontrano con le legislazioni regionali o locali, creando un’ampia eterogeneità geografica nella prescrivibilità e nella modalità di erogazione dei presìdi.

Scopo di questo lavoro è descrivere il percorso che ha por- tato l’Unità Operativa di Diabetologia degli Spedali Civili di Bre- scia all’elaborazione di una procedura condivisa e strutturata per la gestione dell’ADG nelle persone con diabete di tipo 1 e 2. Partendo dall’analisi dei bisogni reali e delle criticità della nostra attività clinica, mediante un attento lavoro di forma- zione e di revisione che ha coinvolto l’intero team diabetolo-

gico, si è giunti alla stesura di una procedura operativa per la gestione dell’ADG nel paziente diabetico, orientata non solo all’indicazione di modalità/frequenza dell’autocontrollo, ma alla scelta degli strumenti idonei per la sua corretta attuazione e a una sistematica valutazione durante la visita ambulato- riale.

Materiale e metodi

A fronte di una piena condivisione con le indicazioni proposte dalle linee guida e dalle raccomandazioni delle società scien- tifiche sull’automonitoraggio glicemico(9,10), il nostro operato clinico ha mostrato come spesso la nostra attività non ri- spondeva pienamente alla necessità di governance dell’ADG.

Vi era inoltre una disomogeneità nella formazione delle diverse figure professionali sanitarie coinvolte nella prescrizione ed educazione dell’autocontrollo.

Individuata la necessità di rivedere una pratica routinaria non più adeguata, è stato formato un gruppo di lavoro (un medico e un infermiere) con il mandato di affrontare la problematica nella sua globalità. La prima fase del lavoro, ossia l’analisi dei bisogni, ha coinvolto tutto il personale sanitario e ha portato all’identificazione delle diverse criticità esistenti nella nostra realtà. Sono emerse principalmente la mancanza di:

una formazione adeguata e uniforme di tutto il personale sanitario;

protocolli condivisi e strutturati tra medici e infermieri sulla gestione dell’ADG;

strumenti specifici e personalizzati relativi all’ADG pre- scritto per quel singolo paziente (per la registrazione delle glicemie e lo scarico dei dati);

strumenti di “comunicazione” tra i diversi operatori relati- vamente alle scelte fatte per il singolo paziente;

verifica strutturata nel tempo della correttezza di utilizzo dello strumento;

verifica routinaria e standardizzata del dato glicemico ri- portato dal paziente;

percorsi strutturati per l’analisi e la valutazione “oggettiva”

del dato glicemico.

Queste ultime sono due delle maggiori criticità riscontrate, in quanto causa di spreco e inappropriatezza nell’utilizzo delle ri- sorse (strisce reattive e presidi per l’automonitoraggio) oltre che disvalore educativo nell’ambito della prescrizione dell’au- tocontrollo come “terapia”.

Il bisogno di formazione deriva anche dalla sempre maggiore difficoltà a mantenere un costante aggiornamento rispetto alla crescente innovazione tecnologica, che ha portato negli ul- timi anni all’immissione in commercio di una grande varietà di glucometri oltre che di software per lo scarico dei dati. L’obiet- tivo generale è stato definito quello di creare percorsi, recepiti dall’intero team, in grado di garantire l’applicazione di speci- fici protocolli di utilizzo dell’ADG in funzione delle diverse ti- pologie assistenziali. Per garantire uno stretto coordinamento di tutti gli operatori sanitari coinvolti nella prescrizione del- l’ADG, era necessario strutturare un percorso di formazione e addestramento sulla scelta personalizzata degli strumenti più

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idonei per l’autocontrollo in quel paziente (glucometro e mo- dalità di registrazione dei dati), sull’intensità e sulla modalità di applicazione dello stesso, oltre che di verifica del corretto uti- lizzo nel tempo di questo strumento terapeutico.

Il percorso ideale, proposto e seguito (Fig. 1), è riassumibile nei seguenti punti:

• individuazione di procedure che garantiscano la qualità (dati/strumenti);

• individuazione di procedure condivise dal team che iden- tifichino criteri per:

scelta tipologia strumento;

indicazioni precise di utilizzo dell’ADG nelle diverse si- tuazioni;

strumenti adeguati per la registrazione dei dati;

• corretto approccio educativo, comprensivo di verifica strutturata nel tempo;

• elaborazione di percorsi che definiscano le modalità e tempistiche di valutazione del dato glicemico;

• strategie di utilizzo integrate ai percorsi assistenziali.

Dopo questa fase di analisi delle criticità e definizione della si- tuazione ideale, il gruppo di lavoro ha iniziato una fase di for- mazione dell’intero team, che ha visto la partecipazione del personale medico e infermieristico a corsi di Formazione AMD SID Lombardia sull’autocontrollo (“Il controllo domici- liare del diabete: dalla prescrizione terapeutica alla verifica del risultato attraverso strumenti, modalità e protocolli ade- guati ai PDTA. Dalla glicemologia alla glucometrica: quali stru- menti? quali competenze?”, svoltosi nel biennio 2011-2012) e all’organizzazione di incontri formativi interni alla nostra di- visione diabetologica. Successivamente è stata elaborata una prima proposta di procedura operativa proposta a tutta l’equipe che, suddivisa in gruppi di lavoro, si è occupata di rivedere i singoli percorsi per le diverse classi terapeutiche utilizzate come punto nodale nelle scelte relative all’auto- controllo. I singoli sottogruppi hanno lavorato utilizzando la griglia riportata nella figura 2, cercando di contestualizzare

1° accesso Valutazione medica

complessiva

Definizione degli obiettivi glicemici e della strategia

terapeutica

Scelta dello strumento per autocontrollo e strategie d’utilizzo

2° accesso o successivi

Piano di cura condiviso fra paziente, medico

e infermiere

Piano di cura condiviso fra paziente, medico

e infermiere

Educazione infermieristica

Analisi dei dati glicemici

Diario cartaceo Scarico dati da glucometro

Altre motività di invio dati

Educazione infermieristica Adeguato controllo

glicemico

Adeguata aderenza piano cura

Verifica adeguatezza controllo glicemico

Verifica aderenza a piano di cura

Inadeguato controllo metabolico e modifica

della terapia

Non aderenza /adeguatezza al piano di cura

Figura 1 Il percorso “ideale” di riferimento.

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alla realtà già esistente i diversi percorsi e modalità dell’ADG proposti per le differenti classi terapeutiche. I prodotti del lavoro dei singoli gruppi sono stati rielaborati e successi - vamente presentati all’intera equipe. Il gruppo di lavoro re- sponsabile della revisione della procedura operativa si è occupato inoltre dell’analisi delle schede tecniche di ciascun glucometro e delle differenti strisce reattive presenti in com- mercio per poterne identificare vantaggi/svantaggi sia strut- turali sia funzionali, diventando informazioni utili e condivise da utilizzare nella scelta del glucometro. Inoltre si sono co- struiti strumenti specifici quali:

schede analitiche e sintetiche dei diversi di glucometri;

modulo per il passaggio in maniera chiara e univoca del- l’indicazione terapeutica dal medico all’infermiere, re- sponsabile della fase addestrativa ed educativa;

modalità e strumenti differenti di registrazione delle glice- mie personalizzate e ad hoc da utilizzare per le differenti categorie di pazienti;

metodiche di scarico centralizzato dei glucometri.

In conclusione, partendo dall’analisi dei bisogni interni alla no- stra realtà, dalla condivisione delle indicazioni fornite dalle so- cietà scientifiche e dalla necessità di attenersi alle nostre disposizioni locali e regionali, siamo giunti all’elaborazione e alla condivisione di una procedura operativa completa sulla gestione dell’ADG nella persona con diabete.

Risultati e discussione

Partendo dalle indicazioni sulla modalità dell’autocontrollo proposte dalle principali società scientifiche nazionali e inter- nazionali(1,9-11)abbiamo condiviso una procedura operativa per la corretta gestione dell’autocontrollo glicemico domiciliare per i pazienti afferenti alla nostra struttura diabetologica, de- finendo:

1. modalità di scelta della tipologia del glucometro;

2. criteri di prescrizione e utilizzo dell’ADG nelle diverse ti- pologie di pazienti;

3. materiale di registrazione dei dati glicemici mediante dia- rio (cartaceo e/o elettronico);

4. formazione di percorso per l’addestramento e l’educa- zione dei pazienti all’utilizzo dell’ADG;

5. strumenti e modalità scarico/analisi dei dati glicemici.

Modalità di scelta della tipologia del glucometro

È compito del medico diabetologo definire la tipologia di glu- cometro sulla base dei bisogni, delle capacità intellettive e delle abilità manuali di ogni paziente. A oggi sono presenti in commercio una grande varietà di strumenti, differenti fra loro per caratteristiche strutturali e funzionali. Di fronte a questa grande offerta, appare fondamentale avere precise indicazioni che orientino il medico nella scelta e guidino il personale in- fermieristico nella corretta educazione e formazione del pa- ziente. È nata quindi l’esigenza di definire le caratteristiche sia strutturali sia funzionali di ogni singolo strumento e delle stri- sce reattive presenti in commercio. Particolare attenzione, so- prattutto nella fase formativa, è stata posta al fatto che, accanto alla conoscenza delle caratteristiche strutturali e fun- zionali, fosse acquisita una competenza specifica nella valu- tazione di accuratezza e precisione e delle ricadute cliniche di questa. In accordo con le più recenti indicazioni(1), è racco- mandato l’utilizzo di strumenti conformi ai criteri di accura- tezza e precisione proposti dalla norma ISO/FDIS 15197 del 2013(11). Si consiglia inoltre di scegliere strumenti elettrochi- mici no-code e plasma-calibrati. Tra gli strumenti conformi alla normativa, abbiamo individuato quali caratteristiche struttu- rali e funzionali (Tab. 1) devono aiutare il medico nella scelta del glucometro. Per facilitare questa scelta abbiamo classifi- cato i glucometri a oggi in commercio in tre tipologie:

Per questa tipologia di paziente…

• Quali caratteristiche deve avere lo strumento?

• Con quale frequenza, intensità e strategia deve effettuare l’automonitorag- gio questo tipo di paziente? (tener conto delle diverse fasi del percorso as- sistenziale identificando gli schemi di automonitoraggio e le tempistiche da suggerire al paziente)

• Quale tipo di registrazione dei dati e con quali strumenti (tipo di diario, altro...)? Se possibile indicare le caratteristiche di un diario mirato al tipo di terapia, produrre una pagina del diario ideale, definire modalità ottimali di uti- lizzo del diario

• A ogni visita cosa deve portare un paziente di questa tipologia?

– Il diario sempre?

– Lo strumento sempre?

– Il diario alimentare sempre?

• Scarico dei dati per un paziente di questa tipologia? Se sì con quali moda- lità dovrebbe essere effettuato?

• In funzione delle indicazioni suggerite si devono prevedere variazioni/ag-

giornamenti? Figura 2 Griglia di lavoro utilizzata

nel lavoro dei sottogruppi.

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1. glucometri “basic”: strutturalmente semplici e di facile uti- lizzo, con funzione base di misurazione della glicemia; in- dicati per pazienti in terapia con insulino-sensibilizzanti o secretagoghi o che per capacità intellettuali o gestionali necessitino di un glucometro di primo livello;

2. glucometri “medium”: strumenti facili da utilizzare ma con caratteristiche strutturali e funzionali più avanzate quali la possibilità di risoluzione e/o scarico dati o elaborazione di medie, deviazioni standard (DS), visualizzazione diari, pos- sibilità di “taggare” i dati; adatte a pazienti con diabete di tipo 2 in terapia con ipoglicemizzanti orali o in trattamento insulinico non intensivo; indicati per pazienti con diabete di tipo 1 non in trattamento intensivo.

3. glucometri “specifici”: strumenti dotati di funzioni speci - fiche quali calcolatore di bolo, comunicazione con mi- croinfusore o con possibilità di misurazione della che - tonemia; indicati per pazienti in terapia insulinica intensiva, in terapia multiniettiva o con microinfusore. Richiedono maggiori capacità e abilità gestionali con certa destrezza e propensione all’utilizzo della tecnologia.

Questa classificazione assolutamente elastica ha l’obiettivo di aiutare il personale a condividere una scelta appropriata; è inoltre da osservare che alcuni glucometri dell’ultima genera- zione sono pensati per essere utilizzati sia a un livello base sia in una modalità più avanzata diventando così strumenti più versatili. La tipologia di strumento e la modalità di utilizzo stabiliti dal medico sono indicati su un apposito modulo che viene rilasciato al termine della visita medica (Fig. 3); il personale infermieristico provvede poi all’addestramento e al- l’educazione del paziente, spiegando funzionamento del glu- cometro e modalità dell’autocontrollo. Se vi è indicazione

all’utilizzo di uno strumento con funzioni superiori quali cal- colatore di bolo, è compito del medico durante la visita im- postare lo strumento, a cui segue percorso educativo individuale o di gruppo svolto dal personale infermieristico e/o medico.

Criteri di prescrizione e utilizzo dell’ADG nelle diverse tipologie di pazienti

Le indicazioni e le modalità di utilizzo dell’autocontrollo di- pendono essenzialmente dal tipo di terapia in corso e dal mo- mento della malattia. Infatti, per poter stabilire la frequenza, l’intensità e la strategia con cui deve essere effettuato l’auto- monitoraggio occorre tener conto delle diverse fasi del per- corso assistenziale in cui possono trovarsi questi pazienti e del grado di compenso metabolico.

In analogia alle principali raccomandazioni e linee guida(1,8), abbiamo identificato 5 classi di pazienti:

paziente in trattamento insulinico intensivo (basal-bolus o con microinfusore);

paziente in trattamento insulinico non intensivo o in trat- tamento combinato;

paziente in trattamento con ipoglicemizzanti orali secre- tagoghi;

paziente in trattamento dietetico e/o con farmaci insulino- sensibilizzanti e/o incretino-mimetici;

paziente con diabete gestazionale.

Nel nostro protocollo i quantitativi di strisce per la determina- zione della glicemia capillare da erogare, la modalità e la fre- Tabella 1 Elenco di alcune caratteristiche strutturali e funzionali da valutare nella scelta del glucometro.

Caratteristiche strutturali Caratteristiche funzionali

Dimensioni dello strumento, peso, elementi strutturali Dati di accuratezza e precisione riportati

e facilmente leggibili nella scheda tecnica delle strisce Tipo di enzima e possibile interferenze Impostazione automatica di data, ora

(ematocrito, temperature)

Sistema di misurazione (elettrochimico o fotometrico) Informazioni direttamente sullo strumento di diario, medie pre- e postprandiali, DS ecc.

Tipologia di calibrazione (sangue o plasma) Allarmi, promemoria Intervallo di lavoro, range di temperatura operativa, Indicatori di trend altitudine

Durata test, volume campione, durata delle batterie Suggeritore di bolo

Possibilità di refilling Funzione di predizione dell’HbA1c

Modalità di calibrazione, modalità di inserzione

Possibile determinazione della chetonemia ed espulsione della striscia

Leggibilità del display, retroilluminazione Possibilità di scaricare dati con software specifici o multibrand

Caratteristiche del pungidito associato Software in grado di fornire analisi dei dati più e smaltimento dello stesso approfondite (esempio indici di variabilità)

Facilità d’uso Possibilità di connessione dello strumento con

pompa sottocutanea di insulina

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quenza degli autocontrolli risultano concordi a quelli proposti dalle raccomandazioni e linee guida nazionali e internazionali, tenendo conto della normativa vigente presso la nostra ASL(12).

Materiale di registrazione dei dati glicemici mediante diario/scarico dati

Le diverse modalità dell’ADG nelle differenti categorie di pa- zienti hanno portato alla necessità di avere strumenti diversi per la registrazione delle glicemie.

Partendo da modelli di diari già presenti in commercio, ab- biamo adattato e realizzato una tipologia di diario cartaceo

“basic” rivolto a pazienti in terapia nutrizionale/orale/com- binata e uno più complesso per pazienti in terapia insuli- nica.

Per i pazienti in trattamento insulinico intensivo o in terapia con CSII è stato inoltre creato uno specifico foglio di autocontrollo, la cui compilazione viene richiesta almeno nei 15 giorni ante-

cedenti alla visita. Tale foglio, dettagliato e personalizzato (deve riportare rapporto insulina/carboidrati, fattore di correzione e obiettivi glicemici del paziente, oltre che, per pazienti con CSII, le modalità di esecuzione delle prove del digiuno) servirà per la registrazione di glicemie pre- postprandiali (a 2 e 4 ore), do- saggio insulinico (suddiviso per boli e correzioni), quantitativo di carboidrati ed eventuali note, tutte informazioni indispensa- bili per una corretta e completa valutazione del paziente in trat- tamento insulinico intensivo (Fig. 4). Questo è uno strumento aggiuntivo che non sostituisce la compilazione del diario gli- cemico, comunque sempre richiesto anche a questa catego- ria di pazienti. Glucometro in uso, diario glicemico e foglio di registrazione personalizzato e dettagliato devono essere por- tati a ogni visita. Quando concordato, va eseguito lo scarico dei dati del glucometro (ed eventualmente del microinfusore) con copia del report più significativo da allegare in cartella (medie, DS, indici di variabilità glicemica). È in fase di speri- mentazione lo scarico centralizzato dei dati glicemici durante l’accettazione infermieristica prima della visita medica. L’appli- Procedura Operativa

Azienda ospedaliera

Spedali Civili di Brescia MONITORAGGIO DOMICILIARE UNITA’ OPERATIVA DIABETOLOGIA DELLA GLICEMIA

Direttore: Dott. Umberto Valentini

Brescia, XXXXXX Paziente: il sign. XXXX

CONTROLLO Visita di Controllo: XXXX

Visita a Breve: XXXX

EDUCAZIONE INDIVIDUALE ARGOMENTO: AUTOCONTROLLO

GLUCOMETRO Spiegazione o verifica TIPO STRUMENTO 1. BASIC

2. MEDIUM 3. SPECIFICO ALTRO

AUTOCONTROLLO Spiegazione o verifica

TIPOLOGIA 1. TII

2. Combinata 3. Orale

4. Dieta/insulino-sensibilizzante 5. Gestazionale

6. Altro

Diario da aggiungere o in funzione della TIPOLOGIA 1. Per intensiva

2. Per terapia insulinica/combinata

3. Orale Figura 3 Modulo termine visita per prescrizione tipologia del glucometro e dell’autocontrollo.

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lun.

________

mar.

________

merc.

________

giov.

________

ven.

________

sab.

________

DOM.

________

lun.

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mar.

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merc.

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giov.

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ven.

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sab.

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DOM.

________

Figura 4 Foglio di registrazione per pazienti in terapia insulinica intensiva e/o CSII.

Sig.ra/Sig.

Target Glicemia:

Terapia:

CSII

Basali CSII Rapporto CHO

(insulina/ grammi):

Unità Operativa di Diabetologia Azienda Spedali Civili Brescia prima

pasti 2 h dopo pasti prima coricarsi

0 - 8,30 8,30 - 16,00 16,00 - 24,00

1: 0 - 2: - 3: -

4: 0 - 5: - 6: -

Fattore di Correzione

Bolo Col. Pranzo Cena

MDI Insulina Basale Prima Colazione

CHO: g (ore )

Prima Pranzo CHO: g (ore )

Prima Cena CHO: g (ore ) 2 ore

dopo col.

4 ore dopo col.

2 ore dopo pranzo

4 ore dopo pranzo

2 ore dopo cena

Notte (ora) Prima di coricarsi (ore )

° cambio

set Glicemia CHO insulina

(bolo+corr) Glicemia CHO insulina

(bolo+corr) Glicemia CHO insulina

(bolo+corr)

cazione in maniera routinaria di tale procedura, potrà essere possibile dopo avere terminato la specifica formazione e prove tecniche da parte del personale infermieristico.

Formazione di percorso per l’addestramento e l’educazione dei pazienti all’utilizzo dell’ADG

L’ADG fa parte del percorso di assistenza e cura di cui l’intero team diabetologico deve farsi carico, con la finalità di portare il paziente al raggiungimento di un’autonomia nella gestione della malattia. Il medico redige “il piano terapeutico”, defi- nendo obiettivi terapeutici, modalità e timing dell’ADG, pre- scrivendo il dispositivo più appropriato al profilo clinico e sociale del paziente. Il personale infermieristico qualificato si

farà carico dell’addestramento-educazione del paziente ero- gando la prestazione nell’ambito del percorso di educazione terapeutica. All’interno del percorso ambulatoriale del pa- ziente è quindi cruciale la comunicazione tra medico e infer- miere in relazione alle scelte relative all’ADG e al successivo intervento educativo dell’infermiere. La compilazione da parte del medico dell’apposito modulo a fine visita con specifica della tipologia di glucometro e della modalità di utilizzo, ga- rantisce la corretta e completa trasmissione delle scelte fatte dal medico al personale infermieristico.

L’intero team diabetologico sarà chiamato a verificare le abi- lità del paziente e l’efficacia della cura nel tempo. Durante le periodiche visite, su richiesta del medico (per esempio in caso di discrepanza fra valore di emoglobina glicata e autocontrolli),

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del personale infermieristico o del paziente stesso, dovrà es- sere controllato lo stato dello strumento, le modalità di con- servazione e/o scadenza delle strisce, le condizioni della batteria, la capacità di utilizzo e di applicazione della fre- quenza/modalità degli autocontrolli. Se necessario il perso- nale infermieristico provvederà alla sostituzione dello strumento, sempre tenendo conto della prescrizione medica per quel paziente.

Conclusione

L’ADG è un vero e proprio strumento terapeutico da prescri- vere secondo precise indicazioni e modalità e con la scelta degli strumenti ritenuti più idonei per quel paziente da parte del team di cura. Di fronte alle diverse tipologie di pazienti in carico alla nostra divisione di diabetologia, alla vasta offerta di strumentazioni per la rilevazione della glicemia capillare in commercio e alle attuali normative vigenti, appare fondamen- tale definire un percorso strutturato e condiviso per la corretta gestione dell’automonitoraggio glicemico, che sia efficace ed efficiente strumento nel piano di cura del paziente con dia- bete. La nostra esperienza, nata da un’analisi dei bisogni e di carenze presenti nel nostro operato quotidiano, conferma la necessità di avere un percorso strutturato e condiviso dall’in- tero team diabetologico per la corretta gestione dell’ADG se- condo modalità e compiti ben ripartiti fra le diverse figure professionali in gioco. Questo ha richiesto nel tempo un la- voro di formazione dell’intero team che ha portato alla crea- zione di percorsi e strumenti specifici per le differenti tipologie di pazienti in carico presso la nostra divisione. Solo in questo modo l’ADG viene a essere un valido strumento mirato all’ot- timizzazione del controllo glicemico e alla riduzione delle com- plicanze acute e croniche, inserendosi all’interno del percorso di cura globale per la persona affetta da diabete sia di tipo 1 sia si tipo 2.

Conflitto di interessi

Nessuno.

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