COLLOOUI SULLA VITA SALESIANA
5LA FAMIGLIA SALESIANA
LUSSEMBURGO 26.30 AGOSTO 1973
ELLE
DI
CI TORINO.LEUMANN1974
Hanno curato la presente erlizione
P. FnaNcrs Drsnnrvreur e DoN Menro Mr»err
Visto, nulla osta: Torino, 25.7.742 Sac. F. Rizzini Imprimatur: Sac. V. Scarasso, Vic. gener.
ME 0812-74
Proprietà riservata alla EIIe
Di
Ci, Colle Don Bosco (Asti)INTRODUZIONE
Il quinto colloquio sulla vita
salesianasi è tenuto a
Lussem-burgo dal 26 al 30 agosto 1973.
Fece seguitoad
analoghe assem-blee riunitesi
apartire dal
L968 successivamentea Lione,
Benedi-ktbeuern (Baviera),
Barcellonae Leggiuno (Varese). Per la prima volta vi
hanno presoparte non
solamentedei
Salesiani,ma
anchedelle Figlie di Maria Ausiliatrice, delle Volontarie di Don
Boscoe dei Cooperatori
salesiani,con un totale di trentanove
persone,tutte di riconosciuta
competenzae appartenenti a diverse nazioni dell'Europa centrale e
occidentale.La « Famiglia salesiana
"
Il
tema generaledel colloquio: la
<<Famiglia
salesiana »> basta-va da solo a
spiegare I'estensionedel pubblico. L'evolversi
dellementalità si mostrò in efletti favorevole alla ianimazione del pro- getto apostolico di Don
Bosco,che, al suo tempo,
avevavoluto
afrdarela
sua missionenon
solamente adei religiosi,
ma areligio- si
elaici
insieme,tutti riuniti in una
vasta associazione,di cui lui
stessoera il capo. Il Capitolo Generale Speciale dei
Salesiani (L971,-1972)ha
deciso che questa associazione sarebbestata
chia-mata per il futuro Faniglia
salesiana.Ci troviamo qui di fronte
ad una realtàfluida, difficile
da com- prendere ela cui
evoluzionenon
mancadi
suscitare alcuneinquie-
tudini nel mondo che vi è
interessato.Molto probabilmente, di-
verse questioni poste al suo riguardo rimarranno per non
pocotempo
senzarisposte definitive, ivi
compresequelle relative
alla suadefinizione; inoltre, l'evoluzione delle strutture potrebbe
coin-volgere domani delle modifiche di proposizioni, oggi
accettate.A Lussemburgo, si è potuto stabilire un certo
consenso persituare
7aFamiglia
salesiana.È vero
cheil colloquio si è
ri.fiutatodt farla entrare in
categorie sociologicheprestabilite. Si dovrà
par-tire
dall,a realtà vissuta,si
èsottolineato nell'inconffo.
Questa rcal-tà vissuta è stata registrata dall'ultimo Capitolo
Generaledei
Sa-lesiani, per il
quale l'espressione concerne,in
sensostretto, i
Sale-siani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, le Volontarie di Don
Boscoe i Cooperatori salesiani; e, in
sensolargo, tutti i gruppi che
sirichiamano allo spirito di Don
Bosco. <<Famiglia
salesiana )> evo-ca, quindi, innanzitutto i gruppi della prima
categoria.A questo punto
possono essere avanzatealcune
osservazioni.L'aggettivo
<< salesiano »>indica la fliazione non da
san Francescodi
Sales,ma da san Giovanni Bosco. Il sostantivo
<<famiglia
»>indica prima di tutto e
chiaramenteche si tratta di una
società.Si viene poi in{ormati con
interesse cheha preso il posto d'altri sostantivi possibili: comunità,
congregazione,fraternità o movi- mento. La storia
salesiananon ci aitotizza
a trascurarele
connota-zioni del termine preferito. Esso mette in evidenza i particolari
legamidei membri di tutta
l'associazione,chiamati dall'origine
fra-telli e sorelle (Don
Boscoparlava di
<.<fratelli
»>a proposito
deiCooperatori laici o
ecclesiastici),e i legami
che uniscono ciascunodi loro al
comunepadre. Questi è innanzitutto il fondatore, Don
Bosco, ma anche, agiudicare dalla struttura della
<<Famiglia
»>sulla quale il colloquio poté
ascoltaredelle interessanti riflessioni -
del P. Gustave Leclerc
- il Rettor
Maggioredei
Salesiani.Tuttavia
i gruppi rimangono ben distinti gli uni dagli altri, per cui
venia-mo rinviati all'idea di federazione.
Ciascunmembro della
Fami-glia
salesianaè inserito in
essa, perchéin un primo momento si
è impegnatoin uno dei suoi gruppi integranti. Al
presente,la
Fami-glia
salesianaè costituita appunto dall'unione di un certo
numerodi gruppi. Il colloquio di
Lussemburgo,dopo
aver ascoltato alcunichiarimenti, non ha contestato una definizione prowisoria,
secon-do la quale
essaè
<<una
federuzionedi gruppi religiosi derivanti
da Don
Bosco,riuniti da un proprio
scopoin una
solafratemità
e sotto un unico
padre >>.ll
colloqulodl
LussemburgoTra le questioni
cheuna tale
<<famiglia
»» solleva,oltre
a quel-la dell'identità delle
societàparticolari
chela
compongono,vi
so-no inevitabilmente quelle: 1) del fine
chesi propone; 2) dei
valo-ri che difende e sviluppa; 3) delle relazioni dei gruppi federati;
4)
e dell'organizzazione chele
conferiscela
suaforma. Tutte
sonostate toccate in
qualchemaniera, nel corso del colloquio di
Lus-semburgo, sia a
partire dalla storia
anticao
recentedella
Famiglia stessao dei gruppi che la
compongonooggi, sia a partire
dallerealtà umane attuali. In entrambi i casi, il vocabolario proprio degli ambienti
ecclesiasticidi oggi
coinvolsei partecipanti a
parla-re di
missionepiuttosto che di
scopo,di spirito piuttosto
chedi valori, e di strutture piuttosto che di
organizzazione.Il colloquio si
apersecon una relazione di storia
(presentatadal redattore di
questerighe) sulle origini della Famiglia
salesiana secondo quantoDon
Bosco stesso scrissein alcuni
espostimolto
si-gnificativi e tuttora conservati. Risultò che la Famiglia
salesianadi oggi si radica nella
<< congregazione salesiana» fondata
daDon
Bosconel L844, prima di
essere articolatanel
1859in
due catego-rie:
<<i religiosi viventi in comunità
»>c i
<<non-religiosi viventi nel
mondo». Del resto, in
questa << congregazione »>,vi
sarebbero stateben
prestonon più
una sola, ma due societàreligiose: i
Sale-siani e le Figlie di Maria Ausiliatrice (Istituto fondato nel
1872).Una
comunicazionedi Clara Bargi illustrò poi al colloquio
comeil gruppo dei
<.<non-religiosi viventi nel
mondo >>si diversificò
a suavolta nel
secolo ventesimo, e,dopo
alcune peripezie, diedevi- ta all'Istituto
secolaredelle Volontarie di Don
Bosco, riconosciu-te giuridicamente nel
1971.L'esposizione storica preliminare fu
seguitada una
comunica-zione e da due
conferenze,che hanno studiato la mateùa fino
ainostri giorni. La
comunicazionedi
SuorMaria Ester
Posada, pro- fessoressaall'Istituto di
scienzereligiose di Torino, ha
sintetizza-to le modalità dell'azione di Don
Bosco versole FMA tra il1872
e il 1888. La
conferenzadi Suor MaiaPia
Bianco,ispettrice
del-l'ispettoria
centraledelle FMA, trattò della religiosa
salesiana nel-la
Chiesacontemporanea; quella di Don Paolo Natali, vicario'i- spettoriale della
Ligure-Toscana,presentò
<<la Famiglia
salesianaal capitolo
generaledei
Salesianidi Don
Bosco >>del l97l.L972.
Sr. Maria Pia Bianco ha
sbozzatoil ritratto della figlia di Maria Ausiliatrice attraverso la storia dei cento anni dell'Istituto
e attra-verso il testo delle sue recenti costituzioni. Quando la figha di Maria Ausiliatice riflette sulla
suapropria identità,
dissela
rela-trice,
essamette
l'accentosulla
sua consacrazione religiosa,sul
suoapostolato nel mondo dei giovani e sulla
suavolontà di
rispostaalle
esigenzeattuali della
Chiesa.Don Natali, in un
esposto bendocumentato, s'è sforzato di mostrare come, nel corso di
questiultimi anni, la Famiglia
salesianaha preso
coscienzadella
pro-pria realtà e come I'ultimo capitolo generale dei Salesiani I'ha presentata. La qualifica di relatore di questo argomento in
tale assembleagenerale dei
Salesianilo aveva preparato a trattarne con
competenza.È
questione,ha rilevato, di
<<novità nella conti- nuità
>>.L'unità della Famiglia
salesianaè un'unità voluta,
donatae
<<articolata
»>.Si tratta, per i gruppi
associati,di
« distinguersiper unirsi ,r, di
.,unirsi nella
complementarità >>,e di mettere in
esistenzatra loro delle strutture di attività, di formazione e di
comunicazione, che,al
presente e ad eccezione delBollettino
Sale-siano, non sono che embrionali. Diverse comunicazioni e
un'as- sembleagenerale sono state
consacrateai Cooperatori
salesiani, specificatamentea quelli d'Italia
(FrancescoMissaglia, awocato
di Napoli) e di
Spagna(P. Ram6u Alberdi,
professoredi
storia ecclesiastica a Barcellona,e
Romdn RomdnPina,
avvocatoad Ali- cante). Una
comunicazionedel P. Alberdi sulle origini del movi mento degli Ex-allievi a Barcellona ha riconosciuto 7'importarua della
confederazionemondiale degli Ex-allievi di Don
Bosco nellaFamiglia
salesianain
senso largo.Dei valori, delle strutture e degli obiettivi comuni
unificanoquesta famiglia. Don Raimondo Frattallone, dell'Università
Pon-tificia
Salesiana (sezionedi Torino-Crocetta), ha descritto un
cer-to numero di valori nella
sua relazionesullo
<<spirito della
Fami-glia
salesiana». Il P. Gustave Leclerc,
decanodella facoltà di di
ritto
canonicodella
medesimaUniversità (Roma), ha precisato il
ruolo
chegiuocano in
essail Rettor Maggiore e, in
alcune circo- stanze,l'ispettore
suo delegato. I1P. Robert
Schiélé,di Parigi,
hapresentato un modello possibile di
organizzazione,illustrando
<<i Gruppi di Vita Evangelica in
Francia >>.Una
conferenzadi Don
Giovanni Raineri,
consigliere generaledei
Salesianiper la
pastora-le degli adulti, ha
messoin chiaro un
aspetto essenzialedella
mis-sione
salesiana,che mira ad
assicurare un'<<azione
evangehzzatti-ce »>
originale nel mondo attuale. InÉne, dato
che nessun program-ma è
rcalizzabile senza persone preparate,Don Adrien van Luyn, vicario ispettoriale dei
Salesianid'Olanda, ha trattato di
una dellequestioni implicate nella
preparazione all'azione salesiana: <<la for-
mazionedi laici qualificati per
I'azione pastoraledella
Chiesa con- temporanea >>. Questaformazione (il termine
doveva esseresubito contestato da una parte dell'uditorio), ha detto il relatore,
dovràessere
personale e simultaneamente molto cosciente del ruolo giuocato dai gruppi.
Supponedei criteri di
selezione,una volontà
di
panecipazionecon i laici da parte del clero e della
comunità,l'ioiziazione teologica, spirituale e metodologica degli
interessati.Le
conferenzepropriamente dette furono
seguitedalle
discus-sioni dei ue gruppi di lavoro, in cui si
eranodivisi i partecipanti al colloquio,
discussioni seguitea loro volta da
assemblee genera.li.
(Un'eccezzionevenne fatta per la
conferenzadi Don Raineri:
I'assemblea
venne subito alla
discussione appenaterminata
I'espo-sizione). Le discussioni generali, registrate con cura, sono
state riassuntequi di
seguito.Vi vennero afirontati numerosi problemi
assaiinteressanti per Ia Famiglia
salesiana.Rileviamo i
seguenti:una
lista di obiezioni riguardanti la
rcalazazionedi
questo proget-to; le riflessioni
chesulla Famiglia fanno oggi delle Volontarie di Don
Bosco,dei Cooperatori e delle Figlie di Maria Ausiliatrice;
una carrellata sulla situazione della
cooperazione salesiana oggiin Germania, in Olanda, in Francia, in Belgio e in Polonia;
del-le
osservazionifatte da un punto di vista
salesianosulla
forma-zione di
massae di élite, su
<<i sacramenti e
l'evangelnzazio- ne »>,sulla
cooperazione salesianadi
sacerdotinon-religiosi,
sullo spaziodi movimento fatto
ogginella Famiglia
salesianaal
<< profe-tismo
»>, ecc,Nel
suo discorso finale,il
presidente dell'assemblea,il P.
GeorgSòll, rettore della
Scuolasuperiore
salesianadi
Benediktbeuern,si felicitò per la qualità degli interventi, per il clima
sereno deidibattiti
eper la volontà
comunedi servire una
causa caraa tutti i partecipanti. Questi non
avevanoperaltro I'ingenuità di
crederedi
avere,con i loro discorsi, riformato o tasformato la
Famiglia salesiana,di cui fanno parte. Avevano voluto
conoscerlae
com-prenderla un po' meglio.
Benchési trattasse di uno dei progetti
più cari
aDon
Boscoe
sembrasseloro in perfetta
consonanza con 9certi tratti
dell'esperienza contemporanea,brttavia appativa loto
che questa
Famiglia
era stata lasciatain
granparte in eredità
dallastoria, che i suoi contorni restavano
ancotaun po' sfumati,
chei
suoi obiettivi non erano sempre determinati con autorità, che i
suoi valori
eranoa volte mal identiÉcati e che la
sua evoluzionefutura perdurava incerta. Valeva la pena di riflettervi sopra
conun certo impegno penetrativo. Al lettore giudicare
sela loro
con-vinzione di aver appreso molte cose, potrà
essereda lui
con- divisa.A lui chiediamo comprensione per alcune ripetizioni
( sulleorigini
salesiane,sui Cooperatori al tempo di Don Bosco,
sulla aggregazioneprimitiva
delleFiglie di Maria Ausiliatrice
alla Società salesiana ela
successiva separazionedei due Istituti, ...),
che I'an-damento del
«colloquio
»>rendeva inevitabili, e che non si
sonopotute eliminare
completamentedai rapporti
e dalle comunicazioni stampate.D'altronde è
anchevero che alcune realtà vengono in
questomodo sottolineate in maniera
adegvata,per
rnezzodi
con- vergenzeche, stando a motivazioni soltanto letterarie, si
sarebbetentati di fare
sparire.Fneucrs DBsnevreur
PARTECIPANTI
GIuspppB AnrÀ, segretario del Rettor Maggiore, Casa generaliria dei Sale-
siani, Via della Pisana 1111. 00163 Roma.
Neore Arnyrer,
professoressa, Sainte-Cécrle. 18260 La-C6te-Saint-André.Francia.
RelrI6N ALnBnot, professore
di
storia ecclesiastica, Colegio salesiano, Calle Rocafort 42.Barcelona 15. Spagna.Crene Bencr, professoressa, Via Quarto dei Mille 2.
fi$4
Colle Val d'Elsa( Siena ).
MencAneta BrnN«e,
Figlie di Maria
Ausiliatrice, Kaulbachstrasse 630.8 Mùnchen 22. Germania.
Menra Pr.r BraNco, ispettrice, Piozza Maria Ausiliatrice 35. L0152 Torino.
Ptnrno BnoceRDo, Dicasteto per
la
formazione, Casa gener"liziadei
Sale-siani, Via della Pisana 1111. 00163 Roma.
FneNs CauvrNBERGH, Maison provinciale, Guldendallaan 88. Brussel. Belgio.
Lutcenors Cnanvxnst, maestra delle novizie, Groenveldstraat
32.
1O$0 Heverlee. Belgio.LucrBN
Dnsurr,
incaricato ispettoriale della catechesi,H,
Placestraat 44.1720 Groot-Bijgaarden. Belgio.
FnaNcrs Drsnnrvre,ur, professore
di
storia ecclesiastica, Facultés Catholiques, Rue du Plat 25.69288 Lyon. Francia.Arnpnr
Dnuanr, Iaureandoin
storia ecclesiastica, RuePh.
Baucq. 1040 Bruxelles. Belgio.Rerrerrs
FenrNA, Centro Studi Don Bosco, Università Pontificia Salesiana, Piazza de17'Ateneo Salesiano 1. 00139 Roma.Raruoupo
FnatreuoNr,
direttore, Salesiani, Via Caboto 27. 10129 Torino.Vttronro
GeuarNo, Rue des Antonins5.
67200 Strasbourg. Francia.Kunr
FnaNs KNurr,l, Salesianer, Eduardstift. 5501 Helenenberg bei Triet.Germania.
A-nlprm Lererur,
professoressa, scuola agraria, Ressins, Nandax. 47850 Vougy. Francia.Gustavs LrclrRc,
decano della Facoltàdi diritto
canonico, Università Pontificia Salesiana, Piaza, dell'Ateneo Salesiano 1. 00119 Roma.7
Menrp-Rose LorÉvÈnr, professoressa, Boulevard
de
Mulhouse 16. 59100 Roubaix. Francia.Au»nÉ Mancpr,rN, vicario ispettoriale, Salésiens,
Rue
des Pyrénées 393.75020 Paris. Francia.
Lruna Mazzoxr, 53034 Colle Val d'Elsa (Siena).
Manro Mroarr, professore
di
teologia, Università Pontificia Salesiana, Piarra dell'Ateneo Salesiano 1. 00139 Roma.FneNcesco Mrssecrra, awocato, Via
A.
Mancini9.
80127 Napoli.Mrcnrl
Mourrrano, ispettore, Don Bosco, Saint-Pierre-de-Chandieu. 69780 Mions. Francia.Peoro
Neterr,
vicario ispettoriale, Salesiani,Via
Carlo Rolando 15. 16151 Genova-Sampierdarena.Manra
Estsn
Poseoa, Istiruto Superioredi
scienze religiose,Via
S. Maria Mazzarello 102. 1.01.42 Torino.Maunrce Quenrrcn, ispettore, Guldendallaan 88. Brussel. Belgio.
Grovenxr RArwenI, Consigliere per la pastorale degli adulti, Casa generalizia dei Salesiani,
Via
della Pisana 1111. 00161 Roma.Mrcser
RrNc«rNs, Waaistraat 4A.
9900 Eeklo. Belgio.RoMAr.r RouÀN PINa, awocato, Ram6n
y
Cajù 6. Alicante. Spagna.§7ru Sanrs, direttore, Salesianen van Don Bosco, Apollolaan 91. Amsterdam 1009. Olanda.
Jecquus ScHnerNs, Lennikse steenweg 619. 1100 Halle. Belgio.
Rorpnr
ScsrÉrÉ, Salésiens,96bis,
route de Croissy.78110Le
Vésinet.Francia.
CerrnrNe Scruvrt», Figlie
di
Maria Ausiliarice, Kaulbachsrasse 6J0. 8 Mùn- chen 22. Germania.Geonc Sò1r,, Rettore, Hochschule
der
Salesianer. 8174 Benediktbeuern.Germania.
Josrre
SrÀH, Figliedi
Maria Ausiliatrice, Kaulbachstrasse 610.8
Mùn- chen 22. Germania.Ar»nry
Srnus, Salezjanie,Ul.
Srymonowicza4.
Lublin. Polonia.Euceltro VarerrrNr, Università Pontificia Salesiana, Piazza dell'Ateneo Sale-
siano 1. 00139 Roma.
AnnrBN vAN LuyN, vicario ispettoriale, Salesianen van Don Bosco, Oranjesin- gel 49. Nijmegen 6801. Olanda.
Cornitato d.el colloquio:
Gronc
Sòr,1, presidente; FnaNcrs Desnauaut, segretario coordinatore;Grussppr ArnÀ; Mauo MrlalI;
Frr,rcraNoUcer»r
(Valencia, Spagna).ABBREVIAZIONI
Documenti conciliari
e
pontlflciAA
Apostolicarn actuositater.t: decretodel
Conc.Vati
cano
II
sull'apostolato dei laici.AG Ad
Gentes: decreto del Conc. VaticanoII
sull'attività missionaria.
Cbristus Doninus: decreto
del
Conc. VaticanoII
sull'uficio pastorale dei vescovi.
Dei
Verbum: costituzionedel
Conc. VaticanoII
sulla Rivelazione.
Euangelica testificatio: lettera
di
PaoloVI
sullavita religiosa.
Graaissimun educationis: dichiarazione
del
Conc.Vaticano
II
sull'educazione cristiana.Gaudium
et
spes: costituzione pastoraledel
Conc.Vaticano
II
sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.Lumen gentiu?n: costittzione dogmatica
del
Conc.Vaticano
II
sulla Chiesa.Lex
peculiaris,in
<< Provida Mater »>: costituzione apostolicadi
PioXII
sugliIstiruti
secolari(2
feb- braio L947).Perfectae caritatis: decreto
del
Conc. VaticanoII
sulla vita religiosa.
Primo feliciter: motu proprio
di
PioXII
sugli Isti-tuti
secolari (12 marzo 7948).Presbyterorum ordinis: decreto del Conc. Vaticano
II
sul ministero
e vita
dei Presbiteri.CD
DV
ET
GE
GS
LG
LP
PC
PF
PO
SC
UR
Sacrosanctan Concilium: costituzione del Conc. Va- ticano
II
sulla sacra Liturgia.Unitatis redintegratio: decreto del Conc. Vaticano
II
sull'ecumenismo.
Documenti
e Scritti
salesianl ACSAGFMA
Annali
CGS
Const.SDB
Cost.FMA
Cost.SDB Cost.VDB
Cronaca
Cronist.FMA
Epistolario
MO
fuchivio centrale della Società salesiana, Casa gene- ralizia,Yia della Pisana 1111. 00161 Roma.
Archivio generalizis delle Figlie
di
Maria Ausilia-tice, Via
dell'Ateneo Salesiano81.
00119 Roma.Cenrr E., Annali della
Socieù salesiana, Tortlio 7947-1951,4 voll.Capitolo Geoerale Speciale della Società salesiana (ed.
ufi.),
Roma L972.Edizione latina delle Costituzioni della Società sa- lesiana.
Costituzioni delle Figlie
di
Maria Ausiliauice (ed.uff.),
1969.Costituzioni della Società salesiana (ed.
ufi.),
1972.Costituzioni
dell'Istituto
secolare delle Volontariedi
Don Bosco (ed.tfr..),
1971..Cronaca
di
Don Bosco.I
qaattro ultimi annidi
suaaita
-
Omaggiodi
riconoscenza alla lamigliaMati-
Codolar. Cronaca scritta dal segtetario CarloM.
Vi- glietti-
1888. L'originale è proprietàdi
Donna An- gela MartiCodolar.Cronistoria dell'Istituto delle Figlie
di
Maria Ausi- Iiatrice.Epistolario
di
San Gioaanni Bosco,Torino
1955- 1.959,4
voll.Lrr"ronrs G.B., Avaprr 4.,
CnnreE.,
Memorie biografichedi Don
Gioaanni Bosco, San Benigno Canavese e Torino 1898-1948, 20 voll,San Grovetwr Bosco, Memorie dell'Oratorio cli San Francesco
di
Sales (edite a curadi
CrnIeE.),
Tori-no
L946.MB
Problemi e Prospettive Probleni e Prospettioe per
il
secondo capitolo ispet- toriale, Tonno 1969.Radiografia
Regol.CC Regol.FMA
Regol.SDB Regol.VDB
Altre
abbreviazionl CCCGS CIS
EE-AA FMA FMI SDB VDB
Ecco ciò cbe pensano
i
Salesiani dellaloro
coTtgre- gazione oggi, Roma L969,4
fasc.Regolamento dei Cooperatori (ed.
ufi.),
1876.Regolamenti delle Figlie
di
Matia Ausiliatrice (ed.ufi.),
1970.Regolamenti della Società salesiana (ed. :ufr.), L972.
Regolamenti dell'Istituto secolare delle Volontarie di Don Bosco (ed.
ufi.),
1971.Cooperatori Salesiani.
Capitolo Generale Speciale dei Salesiani.
Capitolo Ispettoriale Speciale (primo e secondo) dei Salesiani.
Exallievi salesiani.
Fielie
di
Maria Ausiliatice.Figlie
di
Maria Immacolata.Salesiani
di
Don Bosco.Volontarie
di
Don Bosco.la sturia Uimifiua ilElla ]amiulia salesiana
seconilo IrB E$losfi ili llon [nsco
FRANCIS DESRAMAUT SDB
lntroduzione.
Uno
dei
modidi
presentarela storia della
Famiglia salesianaCi
sonomolti modi di
presentarela storia della Famiglia
sale- siana.Del resto, gli storici non li delimitano in
maniera assoluta.Eccone
uno,
quale personalmenteho
avolte
ascoltato.Don
Bosco cercò semprepiù o
menodi fondare
una società religiosadi
uomi-ni, Ia quale, per la volontà del cielo, venne raddoppiata da
una congregazionedi
donne.Dio
1oguidò in
questo sensodal I84l
al 1848prima, dal 1848 al 1858 poi. Nel
corsodi una prima
tappa(1841-1848), l'apostolo di Torino fondò il suo oratorio e
cercòdei collaboratori
ecclesiastici elaici. Ma nel 1848 restò quasi
soloe si
arresealla
necessitàdi una
vera congregazionereligiosa.
Que-sta si formò
progressivamentedurante la
secondatappa
(1848-1858), soprattutto
apartire
dal26
gennaio 1854, quandoil
giova-ne Michele Rua pronunciò i suoi voti privati di religione.l I
benefattori di Don
Boscoe, più in
generale,quelli che un
gior-no
sarebberostati chiamati
<< cooperatori »>non
facevanoparte di detta
congregazione: essiIa prepararono e, quando fu costituita,
la
sostenneronella sua
esistenza.I fautori di
questainterpretazione potevano per
esempio fon-darsi su un
sognodel santo, naffato
-
secondol'autore del
se-condo volume delle Mernorie
biografiche-
<<7aprima e I'ultima volta, solo
aDon Giulio Barberis ed allo scrittore di
queste pagi- ne,i,2 febbraio
1875 »>.In efietti, questo testo
conferisceall'in- terpretazione una forma molto
esoressiva.Ecco
I'essenziale.Don
Boscosi vide attorniato di un
.,,um.ro immenso e
sempre cre-'
Cfr MB,V,9
t7
scente
di giovani », per i quali egli disponeva di locali, di
unagrande
chiesae ben presto di
numerosecostruzioni.
Secondoil
biografo, egli continuò il suo racconto in questi termini:
<< Men-tre
accadevano queste cose,io,
semprein
sogno, avevacoadiutoti preti
echierici
chemi aiutavano alquanto
epoi fuggivano. Io
cer-cava con grandi fatiche di attirarmeli, ed essi poco dopo se
ne andavanoe mi
lasciavanotutto solo. Allora mi rivolsi
nuovamen-te a quella Signora
(che eragià intervenuta nel
corsodel
sogno),la
qualemi
disse:Vuoi tu
sapere comefare afinché non ti
scappi-no più? Prendi questo nastro e lega loro la fronte. Prendo rive- rente il nastrino bianco dalla
sua mano evedo
che sopra era scrit-ta
questaparola:
Obbedienza.Provai tosto
afare quanto mi
dissequella Signora, e cominciai a legar il capo di qualcuno dei miei volontari coadiutori col nastro, e vidi subito grande e mirabile efietto;
e questoeffetto
sempre crescevamentre io continuava
nel-la missione conferitami, poiché da costoro si lasciava afi.atto i
pensiero d'andarsene
altrove
esi fermarono
adaiutarmi.
Così ven-ne costituita
7a Congregazione >>.2 Sarà semprealeatorio
pretende-re di titovare tutte le parole pronunciate
daDon
Boscoin
quella circostanza.Ad ogni modo, la
conclusione, apparentemente decisi-va:
<<così venne costituita la
Congregazione »>è caratteristica
delmodo di
esporredel
Lemoyne.Da parte nostra proponiamo di
ve-dere in
questa fraseinnanzitutto un modo di
percepirela
nascitadella
congregazione salesiana. Questa vennevoluta dopo una
seriedi tentativi falliti con non-religiosi, e risultò formata di religiosi
uniti dal voto di
obbedienza.Proseguiamo nella storia così incominciata. A partire
dal1872, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice si afiancò
alla congregazione maschile;e, nel 1876, dopo le disillusioni avute
daRoma negli anni dell'approvazione delle Costituzioni
salesiane,Don
Boscofondò l'Unione dei Cooperatori per
sostenerela
suaopera principale, che era religiosa.
Secondola logica di
questa presentazionedelle
cose,i soli religiosi meriterebbero il titolo di
<< salesiani >>.
Questa
presentazionepotrebbe
esserla sola vera. In
questocaso,
la Famiglia
salesiana sarebbe una federazionedi gruppi (reli-
, MB, II,
299-300giosi, religiose, secolari otganizzati attorno al nome di Don
Bo-sco) costituitisi
successivamente.La sua evoluzione
sarebbe co- mandatadal modo della
sua nascita. Converrebbericordarselo in
quest'epocain cui la
Chiesainvita i
responsabilidelle
sueistitu- zioru a rinnovarle alla luce dello spirito della loro
fondazione.3Alla
ricercadi
una presentazione ben fondata delleorigini della
Fami- glia saleslanaNon pretendiamo di dirimere d'un colpo un problema diffici- le. Molti punti del periodo
iruzialedella Famiglia
salesianarimar- ranno
sempre,quali più quali meno, oscuri. La
documentazionesugli anni
1841-1858è
raramente contemporanea aghawenimen-
ti: la
maggiorparte fu costituita negli anni
successivi ein funzio.
ne di situazioni nuove. Così, le Memorie dell'Oratorio, che
sonola nostra migliore fonte per gli anni
L841.-1855,furono scritte
ecorrette da Don Bosco tra il 1873 e il
1880.4Esistono peraltro pezzi d'arctivio, infinitamente preziosi,
chetrattano di
concessioni,di lettere, di regolamenti. Non
manchere-mo di interrogarli. Ma non ci forniscono che delle indicazioni
frammentarie.Un interrogativo di fondo ci si
afiacciòdi continuo mentre li
leggevamo:
Don
Boscofondatore non si
saràpronunciato
quando diedeI'ultimo
toccoalla
sua opera epoté terminarla
a suo modo?Da tempo
ricerchedi archivio ci
avevano assicurato che su questo3 Pare che Don Pietro Stella I'abbia preferito, giudicando dal movimento dei suoi capitoli sulla Società salesiana e poi sui Cooperatori, ed anche da una nota
in cui
afiermadi
essersi staccato da una opinione <( comune »>:« Per Ie motivazioni che porteremo
ci
paredi
doverci staccare dalf interpre- tazione comune, secondo cui nell'organizzazione dei Cooperatorivi
sarebbestato 1o sviluppo
di
un'idea unitaria.A
nostro awiso questa tesi è dovutaal
fatto cheDB
stesso amò accostare I'Unionedei
Cooperatoriai
Terzi- Ordini. Inoltrei
biografidi
DB non si sono molto preoccupati del contesto ambientale estraneoa
quello rappresenratodalla
stretta documentazione dell'Archivio salesianodi
Valdocco >>(Srrll,l P., Don
Bosco nella storia della religiosità cattolica, vol.I,
Zùrich 1968,p.
213).a
Cfr Drsnelreut
F., Les MernorieI
de Giouanni Battista Lemoyne.Étude d'un ouurage londarnental sar la ieunesse de saint Jean Bosco, Lyon 1962,
p.
115-118.versante,esistevano
elementi di risposta. In efletti sulla storia
del-Ia
sua operaDqn
Boscosi pronunciò
chiaramentetra il 1874
eiI 1877, cioè tra I'anno dt
apptovazionedelle Costituzioni
salesianee l'anno di riunione del suo primo capitolo
generale.Delineò
la suaispirazione e non vediamo che si
siamai contraddetto. I
suoiesposti, confrontati diligentemente con il resto della
documenta- zione,ci
possonooffrire l'ossatura di una storia delle origini
dellaFamiglia
salesianata il
1841,e il 1876, storia che raccontò in funzione delle
sue idee.Inoltre,
e questoci
pare capitale,il
fonda-tore manifestò in filigrana nel suo racconto il progetto
chenutri- va, dopo averlo lentamente conosciuto e sviluppato dentro di
sé.La
conoscenzadi
questoprogetto è
essenzialeper noi. Ci
consen-te di riprendere il racconto del fondatore della Famiglia
salesianaa partire dalla penna di Don Bosco
stesso.Rileggeremo
i testi costituzionali
semprenei loro diversi
sta-ti: le Costituzioni
salesianelungo gli stadi
successividal 1858
al1874, quelle delle Figlie di Maria Ausiliatrice, il
regolamentodi quella
cheun giorno divenne l'Unione dei Cooperatori
salesiani, ecosì pure le discussioni del primo capitolo generale dei
SDB(L877), più
precisamentele
conferenzenumero 4 sui
Cooperatori,e numero L9 sulle Figlie di Maria Ausiliattice, conferenze
chedesumeremo dagli atti, in gran parte ancora inediti, di
detta assemblea.sUtilizzeremo tre esposti di Don
Bosco,i più ampi che
abbia-mo trovato6 (sono riportati in
appendicedel volume).
L'ossatu-ra d'una
presentazione solidadella storia
checi
interessavi si tro- va bell'e {atta l) La cronistoria
che facevada introduzione al
te-sto delle Costituzioni
salesianedalle origini fino al
1874, cioèfino alla
sua scomparsa suordine della
commissione responsabile;2) il
racconto
autografo di Don
Boscointitolatot Cooperatori
salesiani,che,
secondoil suo contenuto, data dagli anni L875-1876 ' ))
11s ACS, 046, Cap. Gen. 1877.
o Tralasceremo
la
cronistoria della cooperazione salesiana esposta nelle conferenze degli anni 1878 e seguenti, che è stata riprodotta nel Bollettino Salesiano e,di iì,
ripresa nelle Memorie Biograf.cbe.? L'originale
in
ACS, 113, C,ooperatori3 (1).
Pubblicato molto fedel- mente da Crnre E., MB,XI,
84-86. Questo documento è posteriore a quello della S.C. dei Brevi del 30luglio
1875, cui accenna, ma anteriore al Brevedi
PioIX
del 9 maggio 1876, assai più importante pet Ia storia dei C,oopera-progetto d'articolo Storia dei Cooperatori
salesiani,scritto
proba-bilmente nel
1877.8 L'esamedi questi testi ci ofirirà il punto di vista di Don
Bosco,nella
sua fasepiù
avanzata ecompleta. Il
suoracconto
ci fornirà la migliore ipotesi di lettura degli awenimenti che
cerchiamodi
conosceree
comprendere. Sarebbeper
1o menoun cattivo metodo non prendedi
comepunto di pattenzai non
e- mananodal loro testimone più
prossimo, che era anchel'attore di questa
storia?La
« congregazione salesian6»
primitivaGià dall'inizio del
suo esposro alcune sorprese attendonoil
let-tore non prevenuto. La
cosapiù
choccantealle
orecchie contempo- raneeè forse
cheil fondatore dei
Salesianichiamò
<< congregazio-tori
edi cui
nonla
parola. Suo scopo era apparentementedi
spiegare la parola << benefattori >> del breve del 30 luglio 1875.8 Copia
di
Don Berto, ritoccata da Don Bosco e avente valoredi
origi- nalein
ACS, 13r, Cooperatori,I fol.
doppio,4 p. Le
menzioni chevi
si trovanodi
persone viventi permetteranno cert,rmentedi
datare questo testo con precisione. Per 1o meno è stato redatto durante l'episcopato torinese di Mons. l,orenzo Gastaldi, trail
1871 eil
188]. Si vedala
frase: « ... ed in modo specialel'attuale
nostro Arcivescovodi Torino, allora
Canonico Gastaldi »>. Ritengo chesi ratti di
un progettodi
esposto peril
numero 2(ann. 1, ottobre 1877) del Bibliofilo cattolico o Bollettino salesiano rnensuale, che l'anno successivo sarebbe diventato semplicemente
il
Bollettino Salesiano.Laforma del testo è quella di un articolo a puntate. Comincia così: <<Storia dei Cooperatori salesiani.
-
Dato un cenno sullo scopo dei Cooperatori sale-siani nasce spontaneamente
il
desideriodi
conoscerne l'origine,il
progressoe 7a organtzzazione siccome studieremo
di
fare nel presente numero »>.E
ter- mina con un Segue della manodi
Don Bosco. Esclusotl
Bollettino, rrort sivede per quale periodico Don Bosco avrebbe composto una specie
di
ampio esposto sui Cooperatori. C'èdi
meglio.Il
primo numero della pubblicazione(settembre 1,877, p. L-2) aveva parlato dello <( scopo » dell'Unione dei Coope-
ratori;
eil
secondo numero(p.
1-2) implicava una Storia dei Cooperatori salesiani. Ma questa storia non è stata quella di Don Bosco. Sembra sia stata scritta da Don Bonetti, a giudiziodi P.
Stella (op. cit.,p.
273, nota 16).Aggiungiamo che non ha
la
vivacità ela
densità semplice del nostro docu- mento. Perché mai, se era stato realmente preparato peril
Bollettino, questo documento non è statoin
seguito accolto? Su questo puntosi
può conget- turare all'infinito.ne
salesiana» il gruppo
che avevaradunato attorno
a sé aTorino
apartire dal
1844circa. L'originale italiano delle Costituzioni
sa- lesiane,nella
redazionedel
1858-1859, chefu tradotto
fedelrnentenella
redazionelatina del
1867-1874, ègià esplicito:
<<Fin
dall'an-no 1841, il
Sac. BoscoGioanni si univa ad altti
ecclesiastici per accoglierein appositi locali i giovani più abbandonati della città di Torino. (...) Per
conservarel'unità di spirito e di disciplina
dacui dipende il buon esito degli oratorii, fin dall'anno t844 alcuni
ecclesiasticisi radunarono a formare una
speciedi
congregazione(la sottolineatura è nostra) aiutandosi a vicenda e coll'esempio
ecoll'istruzione. (...)
Riconoscevanoil loro
superiorenel
Sac. BoscoGioanni.
Sebbenenon si
facesserovoti tuttavia in pratica
siosservavano
quasi per intiero le
regoleche
sonoivi
esposte »>.e I1testo Cooperatori
salesianiè molto chiaro. Una delle sue
inten-zioni eru di
mostrare chela
congregazione salesiana eraesistita di f.atto tra il 1841 e il 1850 e che
essaera stata legittimamente eretta quell'anno.
Facciamouna prima lettura delle frasi
decisiveai fini dell'asserto ricordatot
«La storia dei Cooperatori
salesianirimonta al
1841, scrivevaDon
Bosco, quandosi cominciò a
tacco-gliere i
rugazzipoveri e
abbandonatinella città di Torino. (...)
A1 disimpegnodei molti e svariati uffizi unironsi
parecchisignori
checoll'opera personale e colla loro
beneficenza sostenevanola
cosìdetta opera degli Oratori festivi. Essi prendevano il nome
del-I'uffirio che coprivano, ma in generale erano detti benefattori, promotori ed anche cooperatori (dell'Oratorio: depennato)
della Congregazionedi S.
Francescodi
Sales »>.La
congiunzione artico-lata della che unisce cooperatori a
congregazioruesottolinea qui più
cheun rapporto di
dipendenzatra due realtà
estraneefra
1o-ro (gli amici di mio fratello);
esprimeuna
speciedi
appafteneruacostitutiva (le dita della mano, i membri della nostra famiglia).
In efietti, questi cooperatoi
formauano\a
<< congtegazione salesia-na »>.
Si dirà un
pocopiù avantii
<<I
cosìdetti promotori
e coope-ratori
salesianicostituiti
comein vera Congr. sotto al titolo di
S.Francesco
di
Sales cominciarono adottenere
anchedalla
Santa Se-'
ACS,022(7),p.2,5.
Questo racconto ci è timasto, tradotto in latino, nella edizione delle Costituzioru, Regulae SocietatisS.
Francisci Salesii,Torino L873,
p. 45,7.
de alcuni favori spirituali con Rescritto 18 aprile
L845...».
Comela sfumatura del testo
precedente: una specie(di
congregazione), coslil
comedi questo testo
(comein
veraCongr.) voleva
sempli- cementericordare
cheprima del
1850,la
societàin
questione noneta
ancora stata ufficialmente riconosciutadalla autorità
ecclesiasti-ca.
Ma
7a <<veta
congregazione >>non
erala
congregazionereligio-
sa.
Non occorrerà attendere i primi voti di religione e le prime Costituzioni dei
Salesianiperché Ia situazione cambi. Basterà il
riconoscimento,
sicuramenteanteriore,
dell'associazionedei
colla-boratori e
<<promotori
»>da parte dell'arcivescovo di Torino:
«
Nel 1850 (quindi in un tempo in cui non vi
erano chedei
pro-motori, benefattori e
<( cooperatori») il
sacerdote Bosco esponevaa
SuaSantità
esserestata legittimamente eretta (le sottolineature
sonodell'originale) in quella Città una
Congregazionesotto al ti- tolo e protezione di
san Francescodi
Salese si
dimandavanopiù ampi favori aglt
aggregatied altri ai non
aggregati »>.10Vi era dunque una
<( congregazione salesiana »>quindici
anniprima della data ritenuta abitualmente per la
suanascita (1859).
Non ignoriamo
cheil
sensodel
vocabolo coltgregazione <<è
varia-to nel
corsodei tempi
>>; che è apparentementeil
decreto Ecclesiacatholica della
Sacra Congregazionedei Vescovi e Regolari, L1
a-gosto L889,
<<che ha esplicitamente
consacrato I'espressione con- gregazionereligiosa nel
sensodi istituto di voti
semplici >>1 chequesto termine
<( serve anchea
designarecerti gruppi di
semplicifedeli, riuniti per un motivo di pietà, per es., le
congregazioni mariane»;
11 chein altri tempi vi
eranoun poco dovunque
nellacristianità delle
<< chiesedi
congregazioni >>,cioè,
associazionipie;
ecc. Resta
il fatto
chela prima
associazioneche portò il titolo di
<< congregazione salesiana »>
nel
senso << boschiano »>del termine
èstata,
secondolo
stessofondatore, quella
chenoi vedremo svilup- parsi nel seguito di questo
espostosulla Famiglia
salesiana.Si
sa-rebbe per Io meno malaccorti rifiutare a questi membri il titolo
di
<< salesiani ».t0 Cooperatori salesiani, Iacciate L4.
It
Cfr
JecqurnarrG.,
Congrégatìon,in
« Catholicisme »>,t. III,
Paris1952, col.9.
I
membri della"
congregazione salesiana» primitiva e Ie
Ioro attivitàSofiermiamoci un momento sui membri di detta
associazione e sulleloro attività. Vi
erano ecclesiastici elaici, religiosi
e secola-ri, uomini
e donne.A volte
si pensaai nostri giorni
chei
Coopera-tori del
secoloXIX erano tutti dei laici. Il P. Aufiray, peraltro ben informato, ha scritto:
<<Questo terzo esercito, composto
e- sclusivamentedi laici,
e che prestola
Santa Sede avrebbe approva-to e
benedetto... ,r.12A dire il vero, Don
Bosco aveva sollecitatotutte le collaborazioni utili alla
suaimpresa.
<<La
messeera
assaicopiosa e viè più copiosa diveniva a vista d'occhio, racconta il
testo Storia d.ei Cooperatori... Il Sac. Bosco trovavasi
spessocircondato
dacinque
a seicentofanciulli, sì
chegli tornava
impos-sibile tener in freno e prowedere ai bisogni di quella moltitudi- ne. Fu allora che molti zelanti sacerdoti e pii secolari a lui
si associaronoper coadiuvarlo nell'esercizio di quest'importante Mi- nistero. Capi di
essiricordiamo
con piacere e congloria gli zelanti e non mai
abbastanzacompianti T. Gioanni Borrel, D.
CaffassoGius., Can Borsarelli. Questi furono i primi Cooperatori
Eccle- siastici »>.13I primi
due sonorelativamente illustri: Giovanni
Borelha
lasciatoun duraturo ricordo nel clero
piemontese; la Giuseppe Cafasso,dopo
esserestato celebrato da Don Bosco nel
1860,rsvenne canonizzato dalla
SedeApostolica nel 1947.
11terzo è
danoi meno
conosciuto.l6Tutti però erano troppo occupati. Si era
reso necessario chie-dere il
soccorsodei laici, d'ordinario gente
agiatae che
potevadisporre del proprio tempo. Riprendiamo il testo di Don
Boscodel
1877, che riassume e completain
manierafelice
l'esposro con-temporaneo
delleMernorie dell'Oratodo.rT Nel leggerlo
constatia-"
AuFnney A., Con Don Bosco e coni
tempi.I
Cooperatori Salesiani,Torirc
L955, p. 4).t3 Storia dei Cooperatori Salesiani, p. L.
'o
Cfr
Cenre8., Il
Teologo G.B. Borel eil
Beato Don Bosco, Torino l9)1." Cft
Biografia del Sacerdote Giuseppe Cafiasso espostain
due ragio- narnenti funebri, Torino 1860.t6 Si hanno alcuni accenni nelle Meneorie biogra/iche. Si veda l'Indice.
tt
Se ne veda l'edizione, Torino 1,946,p.
1.28s.mo con
piacere chei capitoli corrispondenti di Don Lemoyne
nel-le Mentorie
Biografi.che poggianouna volta di più su buone
fon- ti.18 <<Ma tutti legati da
altregravi
occupazioni potevano solamen-te
prestareaiuto in
certeore
edin
certeeventualità, non
regolar-mente. Si ricorse alloru ad alcuni signori nobili e borghesi,
che si ofierserodi buon
grado edin numero
sufficientedi fare il
Catechi-smo, scuola,
assisterein tempo delle funzioni entro e fuori di
Chiesa.Guidarli nelle
preghiere,nel canto, preparurli ai Santi
Sa-cramenti e istruirli per ricevere
degnamentela
Cresima,era l'uf- fizio di quegli
esemplariCristiani. Fuori di
Chiesapoi
manteneva-no l'ordine,
accoglievanoi fanciulli quando
giungevanoall'Orato- rio, con
amorevolezza facevanoloro parte dei trastulli e
segnava-no il sito dove potersi
apiacimento divertire. Altro r,fizio impor- tante dei Cooperatori era quello detto di
collocamento.Molti
ra- gazziventti di lontano
paesesi trovavano
senza pane, senza occu- pazione, senzachi
prendessecura di loro. Alcuni Cooperatori
si davanopremura di
cercarecoloro
chenon
avesserolavoro,
procu-ravano di pulirli e metterli in grado di presentarsi
decentementenelle officine, e collocarli
pressoa
qualche onesto padrone. Lungola
settimanali visitavano e procuravano di ricondurli la
Domeni-ca
seguente,affinché non si
perdessein un giorno il frutto
che erasi procacciatocolle sollecitudini di più settimane.Tru quei
Coo-peratori
parecchidurante la invernale
stagioneper le vie
disagia-tissime si
recavanoogni
seraa
fare 7a scuoladi lettura, scrittura, canto, aritmetica ed
anchelingua italiana. Altri poi venivano tutti i giorni al
mezzod\per istruire nel
catechismoquelli
che maggior-mente ne
abbisognavano.Fra i signori
secolariche si
segnalavanoper carità
e sacrificiomeritava di
essere menzionatoun
negoziantedi nome Gagliardi Giuseppe. Ogni momento libero, ogni suo ri- sparmio tutto
consacruvaai giovani dell'Oratorio che egli
soleva sempre chiamarecol
nomedi nostri figli.
Sonopochi anni
che nel-I'universale
rincrescimento cessavadi vivere,
mafinché
perssisterà(sic) l'opera degli Oratorii si
conserverà sempregrata memoria di
lui, ed avrà chi innalzerà al Cielo preghiere rp.iiuli per l'anima sua. Il Banchiere
Campagna,il negoz. Fino Giovanni, il
Com-mend. Giuseppe Cotta, il celebre conte Vitt. di
Camburza-1'
Cfr MB, II,
346347no 1e erano
fervorosi Cooperatori,
cheDio già chiamò a
godereil
premio del loro zelo>>.Il testo di Don
Bosco enumeravain
segui-to una serie di
personetuttora viventi all'epoca:
<<Tra i viventi nominiamo con piacere il Conte Carlo Cays,a Comm.
GiuseppeDuprè, Marchese Dom. Fassati, March. Gioanni Scarampi,
Sig.Conti Carlo, Eugenio,
FrancescoFratelli
de Maistre,2lCav. Mario Gonella, Conte
FrancescoViacino, Cav. Clemente di Villanova,
Sig.Michele
Scanagattied altri molti
r>.2Ai primi
sacerdotinominati dal narratore, altri
se ne aggiunse-ro
man mano che b,impiazzatono. I1
testoStoria dei
Cooperatori,la cui
copia è stataqui particolarmente riveduta
daDon
Bosco, co-me lo provano le
sueaggiunte manoscritte, continua:
<<Fra i
sa-cerdoti si aggiungono i due fratelli lgnazio e Gioanni Vola,
T. Rossi, che morì Direttore dell'Oratorio di S. Luigi, T. Aw.
Destefanis, che furono già da Dio chiamati alla celeste patria.
Tra i primi Cooperatori
ecclesiasticiche Dio
conservatuttora in vita
sono da annoverarsi:D. Trivero
Giuseppe,il T.
Cav. CarpanoGiacinto, D. Chiatellino
Michelangelo,D.
Savio Ascanio,tsD.
Gia-comelli
Gioanni,2aT. Prof. Chiaves, D. Musso maestro,
Can.coMusso (?),r Professore D. Pietro Ponti, Can.co Luigi Nasi, il
Prof.
Can.co Marengo,il T. Emiliano
Manacorda, oggidì vescovodi
'e <<
I1
ConteVittorio
Emanueledi
Camburzano, unodei più
illustridiplomatici dell'antico Piemonte, costante nelle sue convinzioni religiose e politiche, deputato nel 1857 al Parlamento Subalpino, eloquentissimo oratore e scittore
di
giornali edi
opuscoliin
difesa della verità e della religione, ammhato dai cattolici e dagli awersari perla
bella mente,la
svariata dot- trina, I'animo francoe
leale, amicoe
grande benefattoredi
Don Bosco »>(MB,
VIII,898),
morìiI
16 agosto 1867 (secondo ibid.,p.899).
m Divenne religioso salesiano e fu ordinato prete. Per la sua biografia si veda TBnnour L.,
Il
Conte Cays. Memorie, Colle Don Bosco 1947.2r Si
ratta
dei figli di Rodolfo de Maistre, figlio di Giuseppe de Maistre.La loro appartenenza al gruppo dei primi Cooperatori e amici
di
Don Bosco rimarrà sempre illuminante sulla natura della Famiglia spirituale del fondatore.2
Storia dei Cooperatori Salesiani,p.
L-3.a Nato nel
L832.Fu
testimoneal
processo informativo di, canonizza- zionedi
Don Bosco.Cfr
Taurinen. Beatificationiset
Canonizationis Serai Dei loannis Bosco... Positio super introductione Causae, Roma 1907,p.
19.2a
Altro
testimoneal
processo informativodt
canoilzzazionedi
Don Bosco, Si veda DBsner'taurF.,
Les MemorieI..,, p.
185-186.E
I*ttera di un
Can, Mussi, 15 novembre 1854,in
MB,V,
D6-D7.Fossano,26
il
Can.coEugenio Galletti, ora
vescovodi Alba,' ed in
modo specialel'attuale
nostro Arcivescovodi Torino,
allora Canoni-co Gastaldi.a Con sollecitudine egli veniva a predicare,
confessa-re, fare
scuola, efu di quelli
cheha
sempre chiamatogli Oratorii festivi
operaprowidenziale,
operadiretta e
sostenutadal dito
del Signore >>.DDon
Bosconon
mancòdi ricordare il ruolo giuocato, all'origi- ne della
sua opera,dalle
«Cooperatrici
,>,alle quali
aveva soprat-tutto chiesto aiuto per ofirire dei vestiti decenti ai suoi
rugazzi.Come
i
<( cooperatori», la
maggiorparte di
esse appanenevaa fa' miglie della atistocrazia o della borghesia f.ortunata di Torino.
Delle istituzioni tenute da religiose si
aggiunseroal loro
gruppo.Ascoltiamo il racconto delle loro attività,
sempre seguendoil
te-sto
Storia:
<<Olre ai Cooperatori
salesianivi furono
anche Ie Coo-peratrici. Tra nostri allievi ve n'erano alcuni così
pezzentie mal
messiin
arnese cheniuno li voleva vicino, niun padrone li
acco-glieva nelle proprie officine. La pietà dei fedeli non viene mai
me-no. Diverse caritatevoli
signoresi diedero
acucirg, pulire,
rappez-zarc ed
ancheprowedere nuovi abiti
ebiancheria
secondola
ne- cessità.In
capodelle Cooperatfici
erala
signoraGastaldi
Marghe-rita,s sua figlia,
ambeduedefunte, e sua nipote Lotenzina Maz-
zè.31
La Cont. Bosco Ricardi con sua figlia Giulietta, la Cont.
Cajazzo
Ricardi, Nobile Dama Candida Bosco, la Cont.
BoscoCantono, Ia Sig.ra Occhiena Vincenza e molte altre Signore
emolti altri pii Istituti e
casedi
educazione gareggiavanoin
pre-star l'opera loro in sollievo dei poveri figli del popolo. Tutte
pale- savanouna
speciedi
entusiasmonel nobile uffizio di carità,
che era veramentevestire i nudi. I giovani
beneficatipoi, lieti di
esse-b
Su Emiliano Manacorda,l$)-1909,
vescovodi
Fossano dal 1871 alla sua morte, unodei
migliori sostenitoridi
Don Bosco nell'episcopato pie- montese, vedere Enciclopedia Cattolica,vol. VII,
col. 1918."
Vescovodi
AIba dal 1867, secondo Ga-s.28 Ricordiamo che Lorenzo Gastaldi
fu
vescovodi
Torinodal
1871 al 1883.o
Storia dei Cooperatori Salesiani, p.l.
Don Bosco si sofierma con una puntadi
umofismosul
ruolo giuocatoin altri
tempidal
suo atcivescovo, divenuto, quando scriveva queste righe,-shs
difFdente nei suoi riguardi.s
La madte del futuro arcivescovo di Torino(dr
MB,ll, fi4; III,255).
3r Testimoniò
aI
processo apostolicodi
canontzzazionedi Don
Bosco.re
essiritornati all'onore della
Società,si ofierivano di tutto buon
gtadoa
cantare,a servire nei divini ufrzi in favore dei
medesimiIstituti e
innaTzavanoa Dio mattino e sera Ia preghiera
della riconoscenzapei loro benefattori e per le loro benefattrici
»>.32Non tiriamo
chissà quale considerazione da questa eccellente testi- monianza.Ci si
guarderàper
esempiodal
pensareche il
termine<( cooperatori >>
era in uso nella Famiglia
salesianadelle origini.
Ma è chiaro che negli anni in cui occorreva far rivivere
nellamente degli eventuali lettori la
<< congregazione salesiana» prima
maniera,Don
Bosco accoglievain
questa ecclesiasticie laici, reli- giosi e non religiosi, celibi e
sposati,uomini e donne, riuniti
dal-l'unica intenzione di parteciparc
aTlasua opera di carità verso i giovani di cui egli
stessosi
occupava.L'esistenza giuridica
di
questa.
congregazione'
Verso il 1875-1876, secondo il testo Cooperatori
salesiani,Don
Bosco s'eradato molto da fare per dimosrare
chela
società cosìcostituita
era realmenteesistita. La
sua argomentazionegiuri- dica non
era senzadifetti e, di
passaggio,noi relativizzeremo
cer-te
sueaffermazioni. Si richiamava a risposte ufficiali,
che garanti- vanoai suoi occhi
I'esistenzagiuridica della
« congregazione sale- siana »>primitiva. L'insieme (le risposte e le
sueriflessioni) è
as-sai istruttivo per noi.
Egli
enumeravainnanzitutto i
permessiaccordati dall'Ordina- rio del luogo, Mons. Luigi
Fransoni, arcivescovodi Torino, il
qua-le,
anchequando si ritirò a Lione in seguito ai moti del
1848, rimasein relazione con la
sua diocesi,che egli governò da
lonta-no.
<<La facoltà di amministrare i sanri
Sacramentidella
Confes-sione e Comunione,
soddisfareal Precetto
Pasquale, ammetterei fanciulli alla S. Comunione, predicare, fare tridui, novene,
eser-cizi spirituali, dare Ia benedizione col SS.mo
Sacramento, can-tar
messafurono le prime concessioni di Mons. Arciv.
Fran- soni >>.33Subito dopo v.nn. il rescritto della Santa
Sede, data-to dal 18 aprile 1845 e
concernente, secondol'originale che è ri-
3' Stoùa dei Cooperatori Salesiani,
p.
4.33 Cooperatori Salesiani, facc.2,