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Consorzi di Bonifica Rubrica

6 La Settimana (Rovigo) 23/09/2018 MOLTE LE ATTIVITA' REALIZZATE DALL'ASSOCIAZIONE 2

25 Ciociaria Editoriale Oggi 21/09/2018 DEPURATORE, ULTIMO STEP MANCA L'OK DELLA PROVINCIA 3

13 Il Gazzettino - Ed. Padova 21/09/2018 FRANE PER IL MALTEMPO, LAVORI IN TRE SCOLI CONSORTILI 4 9 Il Gazzettino - Ed. Pordenone 21/09/2018 CONSORZIO CELLINA-MEDUNA, ZANET DIRETTORE GENERALE 5 15 Il Resto del Carlino - Ed. Ferrara e

Provincia

21/09/2018 I LAVORI SONO TERMINATI, RIAPRE PONTE TORNANO 6

21 Il Resto del Carlino - Ed.

Pesaro/Fossombrone

21/09/2018 IL CONSORZIO DI BONIFICA SI PREPARA ALLO SFANGAMENTO DEL LAGO

7 3 Il Tirreno - Ed. Grosseto 21/09/2018 CONTRATTO DI FIUME TERRAMARE SOLLECITA UN'ACCELERAZIONE 8

31 In Bisenzio Sette 21/09/2018 IL LAGO BORGIOLI SI APRE AGLI STUDENTI SIGNESI 9

27 La Nuova Ferrara 21/09/2018 BREVI - POGGIO RENATICO DOMANI INAUGURA IL PONTE DEL

TORNIANO

10

22 La Voce di Rovigo 21/09/2018 NUOVI FONDI AL CONSORZIO DI BONIFICA 11

26 Latina Editoriale Oggi 21/09/2018 UFENTE, UN FIUME "DI PLASTICA" DOMANI ARRIVA LEGAMBIENTE 12 28 Latina Editoriale Oggi 21/09/2018 RIFIUTI SVERSATI NEL CANALE I SOCIAL FAVORISCONO LA

BONIFICA

13

1 L'Eco di Bergamo 21/09/2018 RETE IDRICA NUOVE OPERE, UNIACQUE INVESTE 200 MILIONI 14

35 Messaggero Veneto 21/09/2018 UN PROGETTO DA 650 MILA EURO PER I LAVORI SUL TORRENTE

URANA

15

30 Gazzetta del Sud - Ed. Cosenza 19/09/2018 IMPIANTO IDROELETTIICO SUL TRIONTO 16

Consorzi di Bonifica - web Rubrica

Ilgazzettino.it 21/09/2018 QUATTRO GLI INTERVENTI DI SOMMA URGENZA CHE HANNO

INTERESSATO TRE

17 Bergamopost.it 21/09/2018 QUANTE COSE E QUANTE POTENZIALITA' CI SONO IN UN BICCHIERE

D'ACQUA

18 Gazzettadifirenze.it 21/09/2018 L'ARTE AMBIENTALE AL CENTRO DELLA 6ª EDIZIONE DEL FESTIVAL

DEI PARCHI

21

Gazzettadireggio.Gelocal.it 21/09/2018 LAVORI PER RIPULIRE L'ALVEO DEL RIO LAVEZZA 23

GazzettinoDelChianti.it 21/09/2018 MANUTENZIONE STRAORDINARIA IN CORSO LUNGO L'ARGINE DELLA GREVE

25 Globusmagazine.it 21/09/2018 IL RIUSO DELLE ACQUE REFLUE URBANE IN SICILIA: ESPERIENZE E

PROSPETTIVE

28

Larassegna.it 21/09/2018 DOMENICA IN CITTA' RITORNA LA STRABERGAMO 30

Temponews.it 21/09/2018 DAL RUBINETTO ALLA NATURA: ECCO COME RESTITUIAMO LACQUA 32

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NAZIONALE VENEZIA‐MESTRE TREVISO PADOVA BELLUNO ROVIGO VICENZA‐BASSANO VERONA PORDENONE UDINE TRIESTE NORD EST Venerdì 21 Settembre 2018 | Ultimo agg.: 05:07

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Quattro gli interventi di somma urgenza che hanno interessato tre

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SELVAZZANOQuattro gli interventi di somma urgenza che hanno interessato tre scoli consortili dopo gli eventi atmosferici che si sono abbattuti il 21 e 22 luglio scorsi nei territori di Selvazzano, Rubano e Saccolongo. Intense precipitazioni, accompagnate da forti venti, che hanno provocato la frana di alcuni tratti di sponda e l'erosione in alcuni canali consortili e che hanno visto il Consorzio di Bonifica Brenta attivarsi immediatamente per le necessarie riparazioni. In accordo con il Genio Civile di Padova, il Consorzio ha usufruito delle...

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 Home Pensare positivo Quante cose e quante potenzialità ci sono in un bicchiere d’acqua

Quante cose e quante potenzialità ci sono in un bicchiere d’acqua

Elena Conti - 21 settembre 2018

Una giornata dedicata all’acqua, alla sua qualità e al suo utilizzo consapevole, alla gestione sostenibile e alla sua valorizzazione nel territorio. Il Water Seminar dal titolo “Acqua, ambiente e paesaggio: etica o profitto?” si prefigge di approfondire la risorsa acqua intesa come punto di partenza dal quale si pensano e si progettano territori e società. Il seminario, organizzato da Uniacque e Arketipos, si inserisce all’interno di I Maestri del Paesaggio, la manifestazione che dal 6 al 23 settembre porta in città progettisti del landscaping.

Acqua come ricchezza lombarda. La prima consapevolezza è che «l’acqua è una risorsa naturale

decisiva per lo sviluppo». I lavori si aprono con questa espressione dell’assessore regionale all’Ambiente e al clima, Raffaele Cattaneo. «La Lombardia è ricca di acqua nonostante la distanza dal mare, la sua ricchezza economica trova fondamento anche nell’abbondante presenza di questa risorsa. Basta pensare all’importanza rivestita dal lago di Como, dai Navigli a Milano, dal fiume Adda. Ed è proprio per questo che ci chiediamo come possiamo proseguire sulla via dello sviluppo senza usurpare questa risorsa. Qui ci aiuta Papa Francesco, che nelle sue riflessioni ha ricordato l’importanza di riflettere sulle proprie origini, sull’acqua come bene prezioso. Abbiamo il

Gasp, il messaggio del rinnovo vale molto più di tante parole

Fabio Gennari

Il segnale più importante arriva alle 20.51 di un giovedì che avrebbe potuto essere quello dell’esordio in Europa League e invece è semplicemente la vigilia dell’autunno.

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dovere di conservarlo, con la consapevolezza che senza sostenibilità non può esserci sviluppo e, se usurpiamo quella che è una ricchezza, la nostra regione perderà quella posizione di eccellenza che oggi ha raggiunto». Sviluppo sostenibile, ma anche bellezza. «Sono convinto – conclude l’assessore Cattaneo – che la bellezza abbia un valore etico. Costruire utilizzando tecnologie sostenibili ed energie rinnovabili, ma con un’attenzione particolare nei confronti della bellezza, favorisce comportamenti virtuosi».

Il lavoro di Uniacque. «Se l’acqua a Bergamo è buona – esordisce Paolo Franco, presidente di Uniacque –, lo dobbiamo a tutti i tecnici, operai e addetti che lavorano per la sua depurazione,

analisi e distribuzione. Sono 181 i Comuni serviti in Provincia, 835 mila cittadini, 63.334.268 metri cubi d’acqua consegnata e misurata. Uniacque gestisce diecimila km di reti e ha investito 121 milioni di euro per gli anni 2018-2022. In laboratorio sono 250 mila i parametri analizzati, per poter fornire acqua di qualità in tutti i Comuni serviti. L’acqua del rubinetto di casa nostra è buona; non è un lusso che molti popoli possono concedersi». Servizio alla comunità, ma anche tutela

dell’ambiente e sostenibilità. «Stiamo perseguendo i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, programma sottoscritto nel settembre 2015 dai Paesi membri dell’Onu. Tra questi, spiccano Acqua Pulita e Servizi Igienico Sanitari (anche nel mondo, Uniacque infatti ha portato in Congo acqua potabile a cinquemila persone) e Istruzione di Qualità in sinergia con l’Università di Bergamo, ma anche gli obiettivi di sostenibilità e consumo responsabile, con l’installazione delle casette dell’acqua e il furgone che la distribuisce. Pensiamo anche all’energia green: quella che utilizziamo per la depurazione è al cento per cento rinnovabile. Per dare il buon esempio, in collaborazione con Regione Lombardia, facciamo uso di due auto elettriche con duecento km di autonomia».

Bergamo da imitare. L’architetto Davide Caspani, dello studio Ramboll Dreiseitl, ha presentato

quattro casi di progettazione del territorio in funzione dell’acqua. Questi progetti consentono una gestione migliore del ciclo dell’acqua, in particolare per far fronte a eventi piovosi estremi.

L’obiettivo di questi progetti di riqualificazione urbana è, ancora una volta, creare sostenibilità, funzionalità e bellezza. Ma anche nel nostro piccolo possiamo vantare un’ottima gestione dell’acqua. La nostra Provincia, assicura il professor Renato Ferlinghetti, docente dell’Università di Bergamo, è inserita all’interno del reticolo idrografico lombardo, un sistema che ha permesso di affiancare al naturale flusso dell’acqua da nord a sud un reticolo artificiale trasversale che va da est a ovest. Nella stessa Bergamo, che è una città d’altura e quindi lontana dal corso del fiume Serio, il sistema delle rogge ha consentito di fornire d’acqua tutti i suoi abitanti. E non si parla dei giorni nostri, ma addirittura dal tempo dai romani. Questa è, secondo il professore, la base del successo economico contemporaneo della Regione Lombardia. L’ingegneria idraulica lombarda

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ha permesso il nascere di una civiltà del confronto e dei consorzi che creano comprensione e

integrazione, non separazione. Nel pomeriggio sono intervenuti anche il dottor Mario Reduzzi, direttore del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, l’ingegner Stefano Sebastio, direttore generale Uniacque che ha trattato il caso della Val di Scalve e la visione di Uniacque, e il professor Mario Salomone dell’Università di Bergamo.

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Tre giorni per parlare di sport, mobilità alternativa ma anche di arte ambientale, con un incontro dedicato ai più interessanti luoghi toscani in cui la creatività degli artisti incontra la natura. Sarà il Parco dei Renai di Signa a ospitare dal 21 al 23 settembre la 6ª edizione del “Festival dei Parchi”. Patrocinata dal Comune di Signa, l’iniziativa è

organizzata dall’associazione InPolis. «Saranno tre giorni all’insegna della natura, dell’ambiente e del dialogo – spiega Marco Capaccioli, presidente dell’associazione InPolis – che porteranno a Signa protagonisti importanti su queste tematiche, in modo da poterle affrontare a 360 gradi. L’abbinamento con ‘Eliche e lanterne’ renderà i due eventi ancora più completi, permettendo ai visitatori di trovare nel parco tante iniziative diverse per grandi e piccoli». Il 22 e 23 settembre nel parco dei Renai ci sarà infatti anche la manifestazione “Eliche, lanterne e musica”, organizzata dall’associazione signese Pollicino Onlus per sostenere la Fondazione Cure2Children.

La tre giorni di “Festival dei parchi” aprirà i battenti venerdì 21 (ore 21) nello spazio Mostre e Convegni del Parco dei Renai: dopo i saluti degli organizzatori e di Beppe Bonardi presidente di Pollicino Onlus, Alessandro Calonaci porterà in scena la sua interpretazione di “Maledetti Toscani” di Curzio Malaparte; direzione generale e fonica Elena Palloni. In caso di pioggia lo spettacolo si terrà nella Sala Blu della Biblioteca Comunale, via degli Alberti 11, Signa.

Sabato 22 appuntamento alle 16 per parlare del progetto “Lo sport all’aria aperta” con Marinella Fossi assessore allo sport del Comune di Signa, Valentina Fantozzi e Silvia

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L’arte ambientale al centro della 6ª edizione del Festival dei Parchi

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Sapori, rispettivamente responsabile e organizzatrice del progetto. Sono state invitate a intervenire le associazioni sportive della Piana. Alle 17 spazio a “Il parco del futuro: I Renai, il nuovo Piano di Recupero” con Andrea Marzi amministratore delegato de L’Isola dei Renai e Stefano Crivelli responsabile del gruppo di progettazione del Parco dei Renai;

coordina Matteo Mannelli dell’Associazione In polis.

Una grande tavola rotonda su “Mobilità alternativa e sostenibile nella Piana”, a cui sono stati invitati a partecipare tutti i sindaci della Piana fiorentina, si terrà invece alle 18.

Dopo i saluti di Marco Capaccioli dell’associazione In_polis, si passeranno la parola Marco Ierpi dirigente Settore programmazione viabilità della Regione Toscana, Adriano Poggiali dell’associazione In_polis, Francesco Alberti presidente toscano di Inu (Istituto nazionale di urbanistica), Sergio Signanini dell’associazione “Progetto Bici”, Marco Bottino presidente di Anbi Toscana e del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, Lorenzo Cecchi di Legambiente Firenze, Federico La Placa assessore all’Ambiente del Comune di Signa, Paolo Bambagioni consigliere regionale della Toscana. Coordina Lisa Ciardi de La Nazione.

Domenica 23 alle 10.30 si terrà l’intitolazione dello spazio Mostre e Convegni del Parco dei Renai a Maurizio Talocchini, alla presenza di Paola Trefoloni, moglie di Maurizio.

Dopo l’introduzione dell’architetto Gianni Biagi si passeranno la parola Paolo Bambagioni consigliere regionale della Toscana, Alberto Cristianini sindaco di Signa, Andrea Marzi amministratore delegato dell’Isola dei Renai, Sergio Paoletti già dirigente del Comune di Signa, Silvia Viviani presidente Inu Nazionale e Adriano Poggiali dell’associazione In_polis.

Alle 12 si terrà l’inaugurazione della nuova cartellonistica del Parco a cura di Alessandro Sacchetti “Wildlife painter”. Interverranno Giampiero Fossi assessore alla Cultura del Comune di Signa e Andrea Marzi. Alle 18 ecco l’incontro “Percorsi” per parlare di arte ambientale in Toscana con Anna Mazzanti Storica dell’Arte e ricercatrice al dipartimento Design del Politecnico di Milano, Stefano Pezzato conservatore del Centro Pecci di Prato, Carlo Scoccianti biologo e artista ambientale, Giampiero Fossi e Marco Capaccioli.

Coordina Claudio Rosati di Simdea (Società italiana per la museiografia e i beni demoetnoantropologici).

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Lavori per ripulire l’alveo del rio Lavezza

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Rami e tronchi trascinati dalla tempesta e ora rimossi dal letto del torrente. Sono vicini al termine i lavori di messa in sicurezza del rio Lavezza, il piccolo corso d’acqua che passa invece al parco omonimo, non lontano dal centro di Albinea.

Dal 12 settembre scorso il rio era al centro di un intervento curato dal Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, dedicato al tratto che passa sotto al castello di Montericco.

Un’operazione avviata su richiesta del Comune, a propria volta attivato da alcune segnalazioni di cittadini. Il rio Lavezza era stato coinvolto nella violentissima ondata di maltempo di giugno, quella segnata da piogge intensissime e grandine.

Il 6 giugno un temporale potentissimo aveva alzato parecchio il livello delle acque e provocato l’ammasso di detriti vegetali. Era bastata mezzora di tempesta per creare diversi problemi lungo il corso del rio Lavezza, che nasce alcuni chilometri a monte rispetto al paese capoluogo.

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Già messo alla prova dalle piogge, il livello del corso d’acqua arrivò a lambire il

ponte nella zona dell’omonimo parco e tracimò parzialmente poco più a valle.

Ora,

tutto il materiale accumulatosi nel letto del rio verrà rimosso, compreso il grande blocco di rami e tronchi, lungo 80 metri e alto 3, disceso a valle, trascinato dalla corrente sino a ostruire parzialmente il corso d’acqua. —

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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BAGNO A RIPOLI BARBERINO V.E. GREVE IN CHIANTI IMPRUNETA SAN CASCIANO V.P. TAVARNELLE V.P. ALTRE AREE

Manutenzione straordinaria in corso lungo l'argine della Greve

Abbattuti e ripiantumati trenta alberi in via di Colognole. L'assessore Romiti:

"Opera con funzioni preventive"

GREVE IN CHIANTI

20.09.2018 h 10:17 Di Redazione

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GREVE IN CHIANTI - E’ finalizzato alla manutenzione straordinaria del torrente Greve il progetto di messa in sicurezza che prevede l’abbattimento degli alberi e la ripiantumazione dello stesso numero di piante in alcune zone di Greve in Chianti.

Un intervento complesso, voluto dalla giunta Sottani e messo in campo dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno Toscana, che mira non solo al miglioramento del decoro urbano ma alla salvaguardia, alla tutela e alla sicurezza del patrimonio fluviale e arboreo del territorio chiantigiano.

L’intervento interessa la messa in sicurezza dell’argine sulla Greve nel tratto che si estende lungo via Colognole, a Greve in Chianti. Gli alberi che saranno oggetto di abbattimento sono una trentina e ne verranno ripiantati altrettanti fra via Giorgio La Pira, il Parco di Sant’Anna e piazza della Resistenza.

“Si tratta di un intervento di rilievo per la manutenzione del fiume e la gestione del verde pubblico - commenta l'assessore all’ambiente Stefano Romiti - che necessita di una costante attività di manutenzione con l’obiettivo di assolvere ad una funzione specificatamente preventiva rispetto alle problematiche del dissesto idrogeologico del nostro territorio”.

Il costo dell’opera si aggira intorno ai 62mila euro.

INTERVENTI SULL'ACQUEDOTTO GREVIGIANO

Rilevanti e onerose sul piano finanziario sono altri due investimenti che interessano l’estensione e il miglioramento della rete acquedottistica.

Prende il via un importante investimento realizzato da Publiacqua sulla SR 222 Chiantigiana nel territorio di Greve in Chianti. L'intervento è previsto nell’area di Chiocchio ed è finalizzato al potenziamento della rete idrica che permetterà di collegare Greve in Chianti all'Autostrada dell'acqua.

Si tratta dell'adduttrice Strada-Chiocchio-Spedaluzzo-Greve per circa 3 km di rete.

L'investimento complessivo supera gli oltre 800mila euro complessivamente.

Si è conclusa la prima fase dei lavori alla rete idrica in via Fiorentina a San Polo in Chianti. Il

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tratto di strada interdetto al transito, che da piazza Garibaldi giunge al bivio per via Linari, è stato reso accessibile al transito in vista dell’apertura delle scuole.

I lavori, che si sono svolti nell’arco di una settimana, proseguono regolati dall’installazione di un semaforo a senso unico alternato. L’opera consiste nel rifacimento della rete acquedottistica e sarà realizzata da Publiacqua, il gestore del servizio idrico integrato.

“Si tratta di un lavoro necessario - dichiara il sindaco

Paolo Sottani - che conferma la

necessità di intervenire, come attesta la nostra visione di pianificazione urbanistica che prevede una viabilità alternativa, occorre un intervento risolutivo lungo questa importante arteria di collegamento del nostro territorio”.

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IL RIUSO DELLE ACQUE REFLUE URBANE IN SICILIA: ESPERIENZE E PROSPETTIVE

redazione | 21/09/2018

Lunedì 24 settembre presso il Polo Bioscientifico (Agraria), si terrà il convegno sul riuso agricolo delle acque reflue

Analizzare la situazione della depurazione in Sicilia e approfondire la possibilità di sviluppo dei sistemi di riciclo e riuso delle acque reflue nell’Isola. Sono i temi su cui esperti del settore e mondo politico regionale si soffermeranno lunedì 24 settembre, dalle 10, nel corso del convegno dal titolo “Il riuso delle acque reflue urbane in Sicilia:

esperienze e prospettive” che si terrà nell’aula magna del Polo Bioscientifico (via Santa

Sofia 100).

Nel corso del convegno saranno presentate le indagini recenti svolte dai ricercatori del Centro Studi Economia applicata all’Ingegneria (Csei) Catania e della sezione idraulica del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania che hanno evidenziato la possibilità di recuperare le acque reflue depurate di circa 80 impianti di trattamento nell’ambito delle aree irrigue attrezzate dei Consorzi di Bonifica della

Sicilia, per un volume di acque reflue di circa 160 milioni di metri cubi per anno, che

consentirebbe di soddisfare una parte del fabbisogno irriguo attualmente non soddisfatto con le risorse idriche convenzionali.

L’utilizzo delle acque reflue urbane in agricoltura risulta indispensabile al fine di sopperire alla carenza di risorse idriche e costituisce, particolarmente nel Sud Italia, la strategia più efficace a breve e medio termine per soddisfare la domanda irrigua. Il depauperamento qualitativo e quantitativo delle risorse idriche disponibili, infatti, ha determinato gravi squilibri nel rapporto tra fabbisogni e disponibilità. In particolare, l’agricoltura, che tra i differenti settori produttivi risulta quello più idroesigente (circa il 60% dei consumi idrici

totali a livello nazionale e con valori maggiori in Sicilia), ha sofferto maggiormente la

carenza idrica anche in relazione ai ricorrenti periodi di siccità che si sono verificati nell’ultimo decennio e che hanno interessato tutte le regioni italiane.

Apriranno i lavori del convegno il rettore Francesco Basile, il sindaco Salvo Pogliese, l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera e il presidente del Csei Catania Emilio

Giardina. Alla sessione, coordinata dal prof. Salvatore Barbagallo dell’Università di

Catania, prenderanno parte ricercatori e tecnici esperti del settore che illustreranno esperienze e prospettive del riuso agricolo delle acque reflue urbane in Sicilia, con

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particolare riferimento anche ai nuovi scenari nazionali ed internazionali e alla nuova

proposta di normativa europea sul riuso delle acque reflue. Interverranno, tra gli altri, il prof. Enrico Rolle, Commissario nazionale per la depurazione delle acque reflue, che si soffermerà sullo stato di attuazione degli interventi previsti in Sicilia, l’ing.

Salvatore Cocina, direttore generale del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, i direttori dei

Consorzi di bonifica Fabio Bizzini (Sicilia orientale) e Giovanni Tomasino (Sicilia occidentale), i deputati regionali Giuseppe Compagnone e Giusy Savarino e la senatrice Valeria Sudano. Chiuderà i lavori il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

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Tags: Catania, curiosità, edy bandiera, Emilio Giardina, Enrico Rolle, evento, Francesco Basile, Globus Magazine, Globus Radio, Globus Radio Station, Globus Television, Il riuso delle acque reflue urbane in Sicilia, Riuso Acque Urbane, Salvatore Barbagallo, Salvatore Cocina, Salvo Pogliese, Sicilia, Sinuhe Third Agency, società

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HOME I PROTAGONISTI VITA D’IMPRESA IDEE INNOVAZIONE CULTURA E SPETTACOLI PHOTOGALLERY COMMENTI

Domenica 23 Settembre Bergamo ospita la 42a Strabergamo, la corsa non competitiva che attraversa le vie di Bergamo bassa e alta, ha dimostrato di essere uno degli appuntamenti più attesi a livello provinciale e regionale. Le iscrizioni sono già 6.300. La manifestazione si apre oggi alle 16 con l’inaugurazione del

Villaggio StraBergamo, che come ogni anno animerà il Sentierone fino a domenica. Ci saranno i calciobalilla offerti dal centro commerciale

“Le Due Torri” di Stezzano e i giochi gonfiabili per i bambini. Dalle 16.30 merendone con pane e Nutella. Sabato 22 settembre si comincia alle 10 con i giochi gonfiabili e il calciobalilla. Alle 10.30 verranno aperti i campetti da pallavolo dove allenarsi con i propri amici. Domenica 23 sarà il giorno clou: alle 7.30 Messa in piazza Vittorio Veneto. Dalle 8 sarà ancora possibile iscriversi alla StraBergamo e alle 9 farsi trovare pronti per la partenza. Partecipare costa 6 euro: versando questa cifra si avrà diritto alla maglietta della manifestazione e al pacco gara con

Ascom a fianco della Guardia di Finanza per dire no all'illegalità.

Da venerdì 21 a domenica 23 settembre sarà presente con uno stand in Piazza Vittorio Veneto con palloncini e materiale informativo

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generi alimentari che sarà consegnato a tutti gli iscritti al momento dell’arrivo. Quattro i percorsi previsti di 7, 12, 15 e 19 chilometri. I due più lunghi attraverseranno anche l’Accademia della Guardia di Finanza, che quest’anno partecipa alla manifestazione con il terzo Trofeo

“Bergamo conCORRE per la legalità”. Alla manifestazione prenderà parte anche Ascom Bergamo. L’associazione dei commercianti di via Borgo Palazzo sarà impegnata nella staffetta con una propria squadra di atleti e sarà presente, da oggi fino a domenica 23, con un gazebo in piazza Vittorio Veneto, dove verranno distribuiti palloncini e materiale informativo per dire no all’illegalità.

«C’è piena condivisione del messaggio di legalità promosso da questo evento che vuole sensibilizzare sull’importanza della collaborazione tra tutte le istituzioni, le organizzazioni d’impresa e dei professionisti al fine di garantire un’economia sana e competitiva – dice il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini -. La legalità è un tema che ci vede fortemente coinvolti come associazioni, essendo un prerequisito

fondamentale del fare impresa oggi».

Quest’anno, grazie alla collaborazione con Aldog, ci saranno dei punti ristoro per gli amici a quattro zampe che partecipano

alla Strabergamo insieme ai loro padroni. Nel

Villaggio StraBergamo ci sarà la possibilità di effettuare dei test drive delle auto ibride Toyota, messe a disposizione dalla concessionaria Sarco.

Domenica, durante le fasi di partenza della corsa e per almeno altri 30 minuti il viale sarà inibito al traffico e pertanto il Comune di Bergamo consiglia di non raggiungerlo durante la prima fase della corsa. Anche le camminate avranno arrivo da Via Tasso sino al

Sentierone. L’accesso a Città Alta sarà chiuso ai non autorizzati già dalle ore 9.

All’organizzazione della StraBergamo e del Villaggio concorrono gli sponsor ufficiali: Agnelli Metalli, Le Due Torri, Cisalfa e SportPiù; gli sponsor primari: Confartigianato, Sarco, Caredent, Pentole Agnelli, Faip, Perrel, Ottica Foppa, Ente Fiera Promoberg, Cascina Italia e Pubbliarea; i supporters: Bergamo Economia, Humanitas Gavazzeni, Avis Bergamo,Ovet, Dimmi!, Uniacque, Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, Aldog, Loft architettura d’interni, Centro Studi Synapsy; in collaborazione con: Aido, Valle D’Astino, Fondazione Mia, A.O.B. onlus, ACP Associazione Cure Palliative, Phyto Garda Medical Line, Gruppo Alpini Petosino, Multiossigen, Amici del trapianto di fegato onlus, Eos, Territorio Attivo, GM Radiocom e Olimpia Bergamo; i media partner: Bergamonews e Radio Numberone. Come tutti gli anni la StraBergamo gode del patrocinio del Comune di Bergamo e del CSI Bergamo.

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Dal rubinetto alla natura: ecco come restituiamo l’acqua

Carpi | 21 Settembre 2018

Ci preoccupiamo della qualità dell’acqua che viene prelevata dai pozzi e che arriva nelle case attraverso l’acquedotto, non altrettanto di quella che restituiamo alla natura: eppure tutta l’acqua che finisce nel sistema fognario viene immessa nuovamente nei corsi d’acqua superficiali. A quali condizioni e a che prezzo per l’ambiente? A rispondere è Floriano Scacchetti, responsabile Area Servizio Idrico Integrato di Aimag.

Il lungo viaggio dell’acqua che esce dal rubinetto

Partiamo dunque dai rubinetti da cui esce l’acqua per uso domestico, ma anche quella per uso industriale visto che rappresenta la quota inquinante più rilevante. “L’acqua pulita, prelevata in natura attraverso la captazione dai pozzi, una volta sporcata – spiega Scacchetti – viene convogliata verso il depuratore attraverso i sistemi di collettamento cioè le reti fognarie che possono essere di due tipologie: le fognature miste e quelle separate (bianche e nere). Nella maggior parte del territorio nazionale è diffuso il tipo misto:

quando negli Anni ’70 ci si è trovati in condizione di dover diffondere tecniche di depurazione delle acque, si sono utilizzati collettori unici per convogliare sia le acque bianche (come quelle meteoriche) che quelle nere (di scarico)”. E più si urbanizza più c’è da gestire la quantità di acque sporcate anche da tutto ciò che c’è sulle strade: dalle polveri sottili ai residui di idrocarburi.

“Con il tempo però (almeno dagli Anni ’90) si è provveduto a dare indicazione di separare le fognature, quelle per le acque bianche da quelle per le acque nere negli insediamenti di nuova realizzazione”. Per fare un esempio, Aimag gestisce 1.300 chilometri circa di fognatura: il 53% circa è costituito da fognature miste, il 29% è costituito da fognature nere, la restante parte è costituita da fognature bianche.

Dove finisce l’acqua della pioggia che lava le strade

L’acqua che lava le strade dalle polveri sottili per esempio finisce al depuratore se captata dal sistema fognario misto, mentre se è presente un sistema separato, come nelle nuove lottizzazioni, le acque bianche hanno come destinazione la rete di scolo superficiale, cioè i canali e i fiumi che avranno come recapito finale il mare. “Si tratta di acque che necessitano di un minimo di trattamento al fine di raccogliere – spiega Scacchetti – i sedimenti (materiali sabbiosi più pesanti ma anche le particelle oleose) e per questo motivo viene chiesto, nelle aree destinate a parcheggi, un trattamento prima dell’immissione in acque superficiali. Non si tratta di un trattamento biologico come quello che subiscono le acque nere: in questo caso si procede con un trattamento fisico in grado di trattenere materiali presenti in tracce come sabbie, olii, idrocarburi e altre

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sostanze raccolte dalle superfici impermeabili urbanizzate”.

Quando l’acqua è troppa…

“Nelle lottizzazioni più recenti è rispettato anche l’obbligo di legge imposto dai Consorzi di Bonifica che gestiscono la rete di acque superficiali al fine di garantire l’invarianza idraulica”.

Cosa vuol dire? “Ci sono vasche di accumulo che funzionano come polmoni idraulici e, quando l’acqua a causa di una pioggia intensa è troppa, evitano che venga immessa in un sol colpo nei corsi d’acqua, i quali hanno una loro capacità di deflusso che potrebbe essere incompatibile in quel momento con tutta l’acqua che gli arriva da eventi meteo violenti, come quelli che abbiamo imparato a conoscere”.

…e le acque nere eccedenti finiscono nei canali

“Gli impianti di depurazione terminali non vengono progettati per trattare tutte le acque (quelle nere e quelle meteoriche del sistema misto) che cadono nel bacino di pertinenza perché dovrebbero essere costruiti con dimensioni improponibili.

Per questo la norma consente di scaricare in acque superficiali, attraverso gli scolmatori, acque che rispettano criteri idraulici particolari e specifici. Questi manufatti, gli scolmatori (350 nel territorio di Aimag), hanno lo scopo di far uscire in acque superficiali le acque delle fogne eccedenti la quantità che è previsto arrivi al depuratore con una diluizione determinata dalle acque meteoriche”. In pratica, quando piove in modo particolarmente abbondante le acque meteoriche nel sistema misto diluiscono a tal punto le acque nere da generare condizioni di qualità compatibili con i corsi d’acqua superficiali che ricevono queste acque scolmate.

Grazie alla diluizione si raggiungono livelli tali da evitare problematiche di carattere ambientale.

“Quando gli scolmatori ricevono queste ondate di pioggia, una volta raggiunto il livello di diluizione stabilito dalla norma, riversano l’acqua nei canali. Ricordiamo – aggiunge Scacchetti – che i fossi hanno una propria capacità di autodepurarsi”.

La capacità autodepurativa dei corsi d’acqua

“I canali hanno capacità autodepurative e i depuratori con cui lavoriamo per depurare le acque nere sostanzialmente sfruttano gli stessi principi biologici presenti in natura: solo che il depuratore è un reattore in cui si concentrano, si velocizzano e si rendono più efficaci i processi di abbattimento della carica inquinante.

Ma le cariche batteriche che utilizziamo sono le stesse presenti in natura tant’è che una volta, prima ancora che esistessero i depuratori centralizzati, si affidava ai corsi d’acqua la depurazione. Poi c’è stata l’urbanizzazione, l’antropizzazione del territorio e l’industrializzazione che hanno indotto a concentrare i processi di rimozione degli inquinanti prima di restituire la risorsa nell’ambiente”.

C’era una volta… ma adesso usiamo i detersivi!

Scacchetti spezza una lancia a favore dei produttori di detersivi “a cui sono state imposte norme per migliorare le loro formule producendo detersivi più facilmente biodegradabili. La componente dei detersivi in un depuratore è comunque marginale”.

Perché preleviamo l’acqua dai pozzi con caratteristiche di potabilità e non la restituiamo con la stessa qualità?

“Perché dovremmo avere degli impianti non compatibili dal punto di vista dimensionale e dal punto di vista economico. Si tratta di scelte di trattamento spinto dell’acqua e si fanno in luoghi dove potrebbero non esserci altre fonti di approvvigionamento. La normativa si interroga continuamente su come migliorare la qualità delle acque superficiali e noi gestori ci rapportiamo alle norme e ai regolamenti”.

Il depuratore è vivo, non avveleniamolo

“Il depuratore che si trova a San Marino di Carpi – precisa Scacchetti - tratta 33mila metri cubi al giorno di acqua mista e lo scolmo si attiva dopo che quella portata è stata superata più volte.

I depuratori sono impianti vivi perché dentro alle vasche c’è la microflora responsabile della depurazione, composta da batteri che, come noi, respirano, si alimentano, (depurando) e si riproducono per mantenere una quantità di popolazione sufficiente a garantire la continuità del trattamento delle acque afferenti all’impianto. Non devono giungere al depuratore sostanze inquinanti in quantità massiva, come olii, gasoli e sostanze organiche complesse perché possono avvelenare la biomassa”.

Che cosa possiamo fare come cittadini?

“Provvedere a una buona manutenzione dei dispositivi di casa, tra cui la fossa biologica, e non scaricare sostanze inquinanti in fognatura. Gli olii esausti di cucina, quelli dei motori delle auto, le vernici o le pitture possono essere conferiti presso le stazioni ecologiche. Le industrie devono rispettare i limiti autorizzati di scarico in fognatura e non scaricare rifiuti liquidi. Cerchiamo di collaborare con l’autorità competente per individuare la fonte: è un reato scaricare sostanze inquinanti nelle fognature. Soprattutto alcune sostanze che possono essere utilizzate all’interno dei processi produttivi di alcune industrie. Il detersivo in sé non è particolarmente velenoso, lo è ben di più, per esempio, la massiccia presenza di metalli pesanti”.

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