Rigenerazione urbana: simbolo di ripartenza e opportunità per lo sviluppo economico, sociale e sostenibile della città. In questa prospettiva, è chiaro come la rigenerazione urbana si sia progressivamente rivelata simbolo di ripartenza e opportunità per lo sviluppo economico, sociale e sostenibile della città.
La nozione di “Rigenerazione urbana”
In questo contesto, “il rinnovamento urbano diventa l’arena all’interno della quale si articolano i discorsi e si definiscono le politiche per rispondere alla crisi economica e politica”. In questo quadro alternativo sono emersi discorsi e pratiche innovativi di rinnovamento urbano che si trovano all’intersezione di diverse politiche, in particolare politiche sociali e del lavoro.
Studio degli strumenti di rigenerazione urbana
Sul piano della rigenerazione culturale, dopo i processi di ristrutturazione industriale che segnano il passaggio dal fordismo al post-fordismo, assistiamo ad una vera e propria rinascita dei grandi centri urbani: alcune grandi città stanno addirittura vivendo una nuova, molto florida stagione, sotto il profilo della l’economia cognitiva. Scott va lodato per aver evidenziato la grande rilevanza dell’economia della conoscenza e la sua capacità di definire le caratteristiche delle città e delle regioni del capitalismo contemporaneo.
La rigenerazione urbana al tempo del Covid-19
L’Unione Europea riconosce da tempo che le città sono sia la causa che la soluzione ai problemi economici, ambientali e sociali dell’era moderna. Le aree urbane rappresentano quindi a tutti gli effetti il vero motore dell’economia europea.
La rigenerazione urbana: simbolo di ripartenza e opportunità per lo sviluppo economico, sociale e sostenibile della città
Per le città d'arte, in particolare, ciò significa non arrendersi alla monocultura turistica, ma stimolare nuovi posti di lavoro a maggior valore aggiunto. Un percorso realmente sostenibile per le città diventa allora l’apertura alle ICT come strumento su cui puntare per recuperare e migliorare le attività, le risorse, gli asset e le competenze che già possiedono.
Il governo del territorio
Dal punto di vista giuridico la pianificazione urbanistica fa riferimento ad una serie di leggi e direttive volte a regolare il territorio. 1150/1942 è il punto di partenza per ogni interprete che voglia avvicinarsi al diritto urbanistico e alla pianificazione territoriale. Nell'impostazione più recente, il provvedimento in questione si caratterizzava per l'integrazione di diversi soggetti pubblici e privati nell'amministrazione e gestione del territorio.
Innanzitutto, dopo la riforma costituzionale, la Regione esercita funzioni legislative e amministrative in materia di pianificazione urbanistica e di gestione del territorio in generale. La regolamentazione degli usi e delle strutture della restante parte del territorio nazionale veniva quindi del tutto esclusa dal concetto di pianificazione urbanistica. Il nuovo soggetto “governo del territorio” riprende il vecchio soggetto urbanistico, ma in termini molto più ampi, poiché è completamente scomparso il riferimento alla città.
Dalla crisi del piano regolatore alle nuove prospettive
La Corte Costituzionale ha individuato nella nuova nozione di governo del territorio «tutto ciò che riguarda l'uso del territorio e l'ubicazione delle fabbriche o delle attività», cioè «l'insieme delle regole che consente l'individuazione e la graduazione degli interessi in base ai quali possono essere ammessi possono essere regolati gli usi del territorio." 86 L'urbanistica quindi, come già specificato nel primo capitolo della tesi, 'a cascata', perché il piano, partendo da un livello generale e più elevato, sviluppa progressivamente la tendenza a diventare più specifica man mano che si scende di livello, adattandosi e adattandosi, tenendo conto delle caratteristiche specifiche dell'area. Ne consegue che lo sviluppo dell'area è stato ottenuto attraverso una netta separazione in zone, ciascuna con la propria aveva una sua precisa funzione.
1444/1968 legittimava “un'innaturale ed artificiosa suddivisione in aree monofunzionali del territorio comunale al fine di articolare e quindi verificare il rispetto dei parametri normativi ivi prescritti”. La dottrina ha spiegato molto chiaramente la differenza tra zonizzazione e localizzazione: sulla base dell'articolazione della pianificazione urbanistica «vengono così definite le disposizioni del piano regolatore generale che sottopongono aree più o meno estese del territorio comunale ad un regime urbanistico comune. come zonizzazione basata su parametri generali e astratti quali: indici di densità edilizia, tipologie di funzioni installabili e quantità minime di aree da destinare a opere o servizi, mentre le previsioni urbanistiche che non dettano disciplina si chiamano localizzazioni. Sono tutti elementi che, di fatto, contribuiscono in maniera decisiva a mettere in crisi il masterplan come strumento di gestione del territorio.
Il diritto di proprietà: evoluzione, normativa, base costituzionale
La proprietà privata non è un diritto umano fondamentale: la Costituzione italiana del 93 “non annovera la proprietà tra i diritti inviolabili dell'uomo, ma articola due principi fondamentali: quello di garanzia costituzionale e quello di funzione sociale”. Il principio della funzione sociale 94 «pone sotto una nuova luce il diritto di proprietà: la Costituzione infatti stabilisce che la legge determina le modalità di acquisto, di godimento e i confini della proprietà al fine di assicurarne la funzione sociale e l'accessibilità ai Tutto" . D'altro canto, però, si nega che la funzione sociale possa incidere sul contenuto dell'immobile, trattandosi di un diritto soggettivo attribuito al proprietario per la tutela dei suoi interessi.
Al di fuori della legge, la funzione sociale somiglierebbe piuttosto all’antica idea dei confini legali o si tradurrebbe in una formula vuota. La Costituzione impone il collegamento tra interessi individuali e interessi collettivi, ma delega al legislatore ordinario il compito di effettuare tale collegamento, cioè di individuare i beni sensibili ad una funzione sociale e di determinarne i limiti da stabilire, specificando le tipologie, le modalità e procedure. di imposizione". Tuttavia, come si è detto, la funzione sociale della proprietà è indiscutibile, sancita a livello costituzionale e anche a livello codicistico: a livello costituzionale, in particolare, il diritto di proprietà, stabilito nel titolo dedicato ai rapporti economici. , in cui nessuna situazione è caratterizzata dal requisito dell'inviolabilità, si trova quindi in un contesto in cui l'interesse sociale prevale su quello individuale e all'interno del quale la logica patrimoniale subisce una repentina riduzione.
Il bilanciamento tra l’interesse di pubblica utilità e l’indennizzo nel procedimento espropriativo
L’equilibrio tra interesse pubblico e risarcimento nei casi di espropriazione. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge. La garanzia di proprietà è quindi una garanzia del diritto di proprietà, cioè la garanzia del proprietario. Bigliazzi Geri, Evoluzione e involuzione del diritto di proprietà, in Ead. a cura di), Relazioni giuridiche e dinamiche sociali.
La norma costituzionale, infine, prevede “la limitazione del diritto di proprietà per assicurare il funzionamento sociale, ma stabilisce al tempo stesso il principio di garanzia del diritto contro l’abuso delle restrizioni legali. La garanzia del diritto di proprietà si tradurrà quindi nella garanzia del benessere economico valori del patrimonio dei privati cittadini.Si può quindi ammettere che il contenuto minimo del diritto garantito dalla costituzione non coincide con il contenuto essenziale del concetto di diritto di proprietà civile.
Piano regolatore, rigenerazione urbana e immobili degradati
Sembra possibile affermare che ciò esprima “la forte esigenza di una tipizzazione formale degli ambienti urbani di rigenerazione urbana, minimizzando il ruolo “rigenerativo” dell’intervento attuativo, soprattutto se avviene in modo negoziato. Inoltre, la rigenerazione urbana è ormai considerata un’attività necessaria per evitare un eccessivo consumo di suolo, nonché per il recupero funzionale degli edifici abbandonati e degradati in un’ottica di efficienza ed equità. Tutela del territorio e rigenerazione urbana sono i due cardini della rigenerazione urbana che è al centro della pianificazione urbanistica del Novecento: le politiche urbanistiche mirate al recupero degli edifici esistenti, degradati o abbandonati non possono essere attuate senza considerare la necessaria differenza tra le aree che devono essere esclusi a causa della loro fragilità e, quindi, da tutelare, e degli spazi disponibili.
Le tecniche di pianificazione e sviluppo urbano diventano quindi utili in questa prospettiva rispetto a quelle del rinnovamento urbano, per garantire non solo uno sviluppo armonico e funzionale dell'area, ma anche per riqualificare efficacemente gli edifici esistenti. Oltre alla tutela del suolo e al risanamento del costruito esistente, il rinnovamento urbano è anche uno strumento per favorire la crescita e l’espansione delle aree urbanizzate, anche in un momento di crisi economica come quello attuale: dopo decenni di reale espansione economica, le comunità locali non hanno più la stessa disponibilità di risorse a causa di una situazione economica avversa, divenuta poi drammatica dopo la pandemia. In assenza di risorse per investimenti immobiliari, sarà quindi necessario puntare più sulla qualità degli interventi che sulla quantità: in questo contesto, il rinnovamento urbano.
Analisi del PGT di Milano: normativa sugli immobili degradati
Sono molte le Regioni che negli ultimi anni hanno posto alcuni vincoli all'uso del territorio, in particolare il programma di conservazione e sviluppo 31, che contiene “Disposizioni per la riduzione dell'uso del suolo e per la riqualificazione dei terreni degradati”. 12, che consiste negli obiettivi di “riduzione del consumo di suolo e di rigenerazione urbana […], ripristino e riqualificazione di aree degradate o abbandonate, che possano mettere a repentaglio la sostenibilità e la compatibilità urbanistica, la tutela dell'ambiente e gli aspetti sociali – economici”.
La Legge Regionale Lombarda prevede che l'ambito della gestione del territorio sia caratterizzato dall'obiettivo di riduzione del consumo di suolo, a partire dal piano regionale, e che la valutazione ambientale degli effetti conseguenti all'attuazione dei piani territoriali includa il consumo tra gli obiettivi di sostenibilità ambientale . un dito. Va sottolineato che l'intero processo di pianificazione, che coinvolge la Regione, la Provincia e tutti i Comuni, è incentrato sui criteri e sulle soglie di riduzione del consumo di suolo, fissati a livello regionale. Inoltre, come la legge regionale dell’Abruzzo (dichiarata incostituzionale nel 2015), anche la legge regionale della Lombardia prevede misure di incentivazione per interventi di rinnovamento e rigenerazione urbana e la creazione di un osservatorio incaricato di monitorare periodicamente il consumo di nuovi terreni agricoli.
Le principali misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e del territorio
Un'altra disposizione specifica che interessa la gestione del verde urbano è contenuta nel comma 6 dell'articolo. Infine, la normativa comunale prevede, in caso di mancata demolizione dell'immobile da parte del proprietario o in caso di. Il TAR, nelle tre ordinanze di rinvio, sottolinea come la questione sia importante, poiché in caso di validità dell'articolo.
40 bis, la disciplina regionale continuerebbe ad applicarsi agli immobili abbandonati e degradati, compresi quelli appartenenti ai ricorrenti, e non si potrebbe nemmeno escludere l'eventuale annullamento dell'opera. 40 bis non pregiudicherebbe la competenza della Regione a ridisciplinare la fattispecie, mentre l'abrogazione dell'art. 40 bis, comma 11 quinquies, la clausola sull'ultraattività della disciplina censurata, fermo restando che le originarie disposizioni dell'art.
Analisi dei problemi: l’inerzia del proprietario
Per questo, al crescere dell'entità del fenomeno, le ricerche del legislatore e. Amorosino, La pianificazione territoriale tra enti regionali e decisioni locali: modelli (normativi) e realtà (amministrative) di disfunzioni concorrenti, in Rivista legale dell'edilizia, 2005. Amorosino, Alla ricerca dei principi fondamentali della materia urbanistica tra poteri normativi statali e regionale, in Rivista di diritto edilizio, 2009.
Comporti, Considerazioni sulla proprietà e sui diritti immobiliari nella dottrina civile italiana degli ultimi quarant'anni, Napoli, ESI, 1993. Graziosi, Il problema delle norme urbanistiche “differenziate” e degli interventi di rinnovamento urbano nel territorio urbanizzato, in Rivista giuridica dell'edilizia , 6, 2018. Urbani, La crisi dell'urbanistica: dalla separazione delle competenze alla proceduralizzazione delle attività stato-regionali, in Rivista legale dell'urbanistica, 1987.