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Scopo della Tesi
Un ruolo chiave nei meccanismi di tolleranza dei metalli negli organismi vegetali è svolto dalle fitochelatine (-Glu-Cys)n-Gly (n=2-11): peptidi a sintesi non traduzionale, ricchi in cisteine, che formano complessi intracellulari con gli ioni metallici.
Scopo di questa tesi è stato quello di valutare la possibilità di utilizzare il pool
intracellulare di fitochelatine come “biomarker” di esposizione a specie potenzialmente
tossiche di metalli, quali Cd, Pb, Cu e di valutare l’applicabilità di questo biosaggio
algale ad elutriati di sedimenti prelevati da aree costiere a forte impatto antropico.
L’elutriato, ottenuto mediante un’agitazione vigorosa del sedimento nel mezzo acquoso,
è una matrice ambientale in grado di replicare i fenomeni di mobilizzazione del
sedimento determinati da cause naturali (tempeste, maree, ecc.) o antropiche (ad
esempio il dragaggio), e di predire il rilascio dei contaminanti dal sedimento (tra cui i
metalli pesanti) alla colonna d’acqua.
È nota dalla letteratura l’utilità dei saggi biologici per la valutazione ecotossicologica
dello stato dell’ambiente marino. Diversi sono gli approcci sperimentali e gli organismi
bioindicatori presi in considerazione, ma per la prima volta in questo studio è stata
valutata l’efficacia di utilizzare il pool intracellulare di fitochelatine in microalghe
fitoplanctoniche come biomarker di esposizione a specie potenzialmente tossiche di
metalli pesanti in elutriati di sedimenti marini.
Allo scopo di individuare le specie di alghe fitoplanctoniche più adatte a questo tipo di
biosaggio, è stata confrontata la produzione di fitochelatine in 5 specie (Phaeodactylum
Scopo della tesi
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Dunaliella tertiolecta, (alga verde) ed Emiliania huxleyi (coccolitoforide)) coltivate in
laboratorio. I risultati ottenuti hanno permesso di individuare le specie più adatte a
questo tipo di biosaggi nelle tre diatomee che sono state utilizzate in esperimenti di