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4. Commento traduttologico

4.1 Analisi del prototesto

4.1.1 Contenuto cognitivo

4.1.1.1 同志们: l'appellativo "Compagno"

Interessante è l'uso dell'appellativo tongzhi 同志 nel rivolgersi agli altri membri del Partito Comunista Cinese. Si tratta dell'uso più diffuso del termine, dal momento che

compagno è uno degli appellativi più usati all'interno del Partito Comunista. In italiano,

si tratta di un termine il cui legame con la politica appare piuttosto lasco. Se si prende in esame, per esempio, il dizionario della lingua italiana di De Mauro, il significato politico compare solo alla terza accezione della definizione, indicando gli aderenti al partito comunista o socialista. Questo uso, inoltre, risale alla Prima Internazionale, la

80 cui sezione in Italia fu fondata solo nel 1869. Diversa è la situazione nel caso del cinese. Il Xiandai Hanyu Cidian, infatti, fin dalla prima entrata mette in luce la natura politica di tale termine, definendolo come la persona che lotta per una causa, per un ideale comune, con particolare riferimento ai membri dello stesso partito politico, come suggerisce la stessa etimologia del termine, composto da due caratteri, tong 同, "uguale, simile" e zhi 志 "aspirazione, ideale. Inoltre, a differenza della lingua italiana, in cinese la sfumatura politica non è legata esclusivamente agli ambienti di sinistra, ma si estende anche all'ala nazionalista e persino allo stesso Sun Yat-Sen. È innegabile, tuttavia, che è solo con l'avvento del comunismo che la parola diventa di uso corrente. Nell'articolo 4 del Primo Programma Generale del Partito comunista, viene data la seguente definizione di tongzhi "chiunque, senza distinzione di sesso e nazionalità, può diventare membro del partito e nostro compagno, fintantoché supporti il programma e le politiche del nostro Partito, si mantenga fedele e goda dell'appoggio di un membro del partito". Dopo la Rivoluzione culturale, tuttavia, l'uso della parola muta sensibilmente. La regolamentazione riguardo agli appellativi da usare nell'esercito promulgata nel 1990 stabilisce che “tra militari ci si rivolge con il nome della carica, oppure con il cognome seguito dalla carica, oppure dalla carica seguita da "compagno" oppure dal nome completo seguito da compagno. I quadri dirigenti e i superiori chiamano i subordinati o i militari del loro stesso livello con cognome e nome che può essere seguito da compagno. In occasioni pubbliche se non si conosce la carica di una persona la si può chiamare con il grado militare seguito da compagno o solo compagno” (Guo 1999: 165). Quindi, sebbene oggi il termine abbia assunto delle accezioni completamente nuove3 e che non hanno nulla a che fare con l'iniziale significato politico, come si evince chiaramente dal testo di Jiang Zemin, la connotazione fortemente politica dell'espressione è ancora valida e pone tale discorso in piena linea con la tradizione comunista di cui si fa portavoce.4

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Per quanto riguarda le nuove accezioni del termine compagno, negli ultimi anni esso sempre più viene usato per indicare i tongxinglian 同性恋, gli omosessuali. È, infatti, a partire dagli anni Ottanta che tale nuovo significato fa la sua comparsa, adoperato dagli stessi protagonisti della battaglia omosessuale (Romagnoli 2006, "Tongzhi: chiamarsi "compagno oggi. Alcune note linguistiche sugli appellativi in cinese", http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/128/128_roma.htm - consultato il 26/11/2012.

4 Romagnoli 2006, "Tongzhi: chiamarsi "compagno oggi. Alcune note linguistiche sugli appellativi in

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4.1.1.2 邓 小 平 理 论 , 三 个 代 表 , 科 学 发 展 观 : Teoria di Deng Xiaoping, Tre Rappresentatività, visione di sviluppo scientifico

Il legame dello speaker con la tradizione politica cinese è inoltre evidente sin dalle sue prime parole, quando cita, con una frase spesso usata nel gergo dei politici della Repubblica Popolare Cinese, la teorie di Deng Xiaoping, quella delle Tre Rappresentatività e, infine, quella della visione di sviluppo scientifico.

高举邓小平理论和“三个代表”重要思想伟大旗帜,全面落实科学发展观

Promuovere una visione di sviluppo scientifico in ogni suo aspetto […]. Tenendo alto lo stendardo di Deng Xiaoping e delle "tre rappresentatività".

Interessante è a tal proposito notare l'assenza del pensiero di Mao che, invece, anche nel discorso di Hu Jintao in occasione del settantesimo anniversario dalla fondazione del Partito Comunista nel 1991, veniva menzionato dodici volte. Con il passare del tempo, quindi, tale teoria subì declini successivi, al punto che oggi essa non viene più nemmeno menzionata.5 Jiang Zelin, quindi, superato il pensiero di Mao Zedong, si ricollega ai tre importanti leader che hanno guidato la Cina dalla caduta della Banda dei Quattro in poi: Deng Xiaoping, Jiang Zemin e Hu Jintao. E se il primo viene esplicitamente citato all'interno del testo, gli ultimi due sono menzionati attraverso il riferimento alle loro principali politiche.

Per quanto riguarda la "teoria di Deng Xiaoping", va detto chedal 1978 il leader cinese si era concentrato prevalentemente su due concetti: ricostruzione e sviluppo economico. In questo modo egli, allontanandosi dall'idea di egalitarismo tipicamente maoista, delinea una nuova via di sviluppo per la Cina, che prevedeva la possibilità che una porzione della popolazione si arricchisse prima di altre e, di conseguenza, l'esistenza di ineguaglianze e sperequazioni sociali tra i diversi strati della popolazione. La sua visione è di natura pragmatica, un pragmatismo che può essere riassunto nello slogan di origine maoista: cercare la verità a partire dai fatti (shishi qiushi 实事求是).6 Nel delineare la sua teoria di sviluppo del socialismo con caratteristiche cinesi, quindi, Deng Xiaoping si rende conto anche dei problemi legati alla realtà contingente. Quella

5

Qian Gang 2011, "How to read Hu's July 1st Speech?" http://cmp.hku.hk/2011/07/12/13735/ - consultato il 26/11/2012.

6 M. Miranda 2004, "La figura di Deng Xiaoping a cento anni dalla nascita e il giudizio di Hu Jintao"

82 in cui egli operava, cioè, era una società non ancora pienamente sviluppata, che basava il proprio progresso su forze produttive ancora arretrate. Al fine di promuovere lo sviluppo della società socialista nel suo complesso, quindi, bisognava innanzitutto partire dalla realtà dei fatti, procedere tenendo conto delle circostanze reali cinesi, allontanarsi da qualsiasi forma di dogmatismo. Egli pone, quindi, la strategia di sviluppo economico al primo posto, mentre la riforma di apertura costituisce la principale forza motrice per il progresso del socialismo cinese. In sintesi, la cosiddetta "teoria di Deng Xiaoping" è un prodotto della teoria marxista e della costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi. Essa si occupa di analizzare cosa sia il socialismo, come costruire una società socialista in Cina e, soprattutto, di come adattare la necessità di costruzione di una società socialista alla reale situazione cinese (Zhu e Feng 2008: 184-185).

Quella di Deng Xiaoping, inoltre, può essere vista come la base da cui, poi, Jiang Zemin svilupperà la sua teoria delle "tre rappresentatività". Essa viene per la prima volta introdotta nel 2000, quando Jiang Zemin, che per tutto il periodo del suo governo era stato sempre molto cauto nell'introduzione delle riforme, forse anche mosso dal timore di un possibile crollo politico, accentuato dall'improvvisa caduta di Suharto in Indonesia e dal rapido collasso del suo regime, espose l'idea delle "tre rappresentatività". Tale teoria ha lo scopo di presentare il Partito Comunista come il rappresentante della parte più avanzata delle forze produttive e sociali, come l'espressione migliore della cultura dell'intera nazione e, infine, come l'organo che meglio salvaguarda gli interessi fondamentali dell'intera popolazione (Samarani 2010: 34-35).

Infine, la visione di sviluppo scientifico. Innanzitutto, la parola "sviluppo" rappresenta una costante in tutto il testo. Viene infatti più volte ripetuta, fino a diventare una vera e propria parola chiave. Tre sono le strategie di sviluppo attuate in Cina, nel corso degli anni. In una prima fase, l'attenzione è stata posta sulle aree interne, su quello, cioè, che veniva definito "il terzo fronte". La strategia in questo periodo prevedeva investimenti sempre maggiori nelle aree interne, allo scopo di creare quelle basi industriali che avrebbero consentito al paese di guadagnare indipendenza strategica. È nella prima metà degli anni Settanta, poi, che la strategia si sposta sulle aree costiere.

83 Miglioramento della struttura industriale delle aree costiere e sviluppo delle industrie attive nei settori energetico, delle materie prime e dei trasporti nelle aree interne: queste erano le due priorità indicate nel Sesto Piano Quinquennale. Nel 1988, poi, si passa ufficialmente alla strategia di sviluppo costiero, secondo la quale le aree costiere avrebbero svolto funzione di traino e, su questa scia, nel 1999, viene proclamata la campagna denominata "andare ad ovest", che garantiva la necessità di attrarre investimenti nazionali e internazionali ai fini della promozione dello sviluppo. La rinnovata attenzione posta sull'idea di progresso, quindi, sottolinea il cambiamento che la Cina si trova ad affrontare. Di conseguenza, è necessario che essa cominci a investire sulle infrastrutture fisiche, che assicuri la crescita qualitativa delle risorse umane, che crei istituzioni efficienti e stabili, in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni della popolazione e di proteggerne gli strati più vulnerabili. La "visione di sviluppo scientifico" è un concetto che viene introdotto da Hu Jintao nel corso del Sedicesimo Congresso del Partito Comunista del novembre del 2002 e della successiva Sessione Annuale dell'Assemblea Nazionale Popolare (ANP). Esso mette in luce la necessità di concentrarsi su uno sviluppo che non sia esclusivamente quantitativo, ma che si ponga come obiettivo ultimo quello di emancipare le menti, affinché il progresso "spirituale" possa affiancare quello materiale, scientifico e tecnologico. Uno "sviluppo scientifico", cioè, mette la popolazione al primo posto, dando vita a uno sviluppo sostenibile, a uno sviluppo che tenga conto dell'armonizzazione tra risorse naturali, popolazione e ambiente e che proceda a partire da un'attenta valutazione delle condizioni economiche e sociali del paese.7 Esso, a tutti gli effetti inserito nello statuto del Partito, può essere considerato come una sorta di sviluppo sostenibile con caratteristiche cinesi, in quanto propone uno sviluppo che sia globale (quanmian 全面), coordinato (xietiao 协调) e sostenibile (kechixu 可 持 续 ). In questo modo, Hu Jintao si distacca anche dalla precedente tradizione di Jiang Zemin, richiamandosi al passato rivoluzionario, richiamandosi all'idea di una politica che sia "al servizio del popolo" (yi ren wei ben 以 人为本) e alla tradizione ortodossa del marxismo scientifico.8

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Samarani 2007, "L'attuale dibattito dello sviluppo in Cina"

http://www.cosmopolisonline.it/20070705/samarani.html - consultato il 29/11/2012.

8 Miranda 2007, "Mediazione e visione Scientifica: Hu Jintao al XVII Congresso del PCC".

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