Trascrizione diplomatica Trascrizione letteraria
1. A SPETTI MATERIAL
Il frammento di papiro contiene sul recto un testo documentario, probabilmente un resoconto di tasse152, mentre sul verso è vergata un’orazione politica adespota153. La provenienza del frammento è sconosciuta e la datazione, del recto al II secolo e del verso al III, è stata stabilita in base a criteri paleografici154. Il testo del verso è stato scritto capovolgendo il rotolo rispetto al recto.
152 Cfr. tav. XXIV e VII. Appendice 2.
153 Cfr. tav. XXIII e III.4. Il contenuto e l’autore. 154 Cfr. III.2. Considerazioni paleografiche.
Dalla parte del verso si può notare un margine superiore di circa cm 1,5, mentre a sinistra, ai rr. 5-7, è visibile una piccola parte dell’intercolunnio sinistro, che si estende per circa cm 1. In base all’allineamento verticale con i righi superiori e inferiori è possibile affermare che i rr. 1-12 sono completi a sinistra: infatti, per i rr. 1-4 e 7-12 il rigo di scrittura comincia subito dopo il limite di frattura. Il testo non è integro invece a destra e in basso. I righi che presentano la maggiore porzione di testo conservato sono i rr. 6-7 che contengono circa 14 lettere su uno spazio di circa cm 6 di lunghezza. Anche se il rigo non è integro a destra, questi elementi sono sufficienti per collocare il frammento al di fuori della “wider class” di Johnson155, in cui sono raggruppati manoscritti nei quali la lunghezza del rigo di scrittura si aggira tra i cm 6 e 6,9, con alcuni picchi massimi intorno ai cm 7,5. La ricostruzione di un discorso compiuto in questo frammento è estremamente difficoltosa, ma è abbastanza sicuro che a destra sia andato perduto più di un centimetro di spazio. Già soltanto con i pochi dati a nostra disposizione è evidente che PSI inv. 3001v è un prodotto che non rientra nelle misure canoniche librarie, ma la lunghezza del righo di scrittura è superiore, e forse non di poco, a quella riscontrata nei papiri letterari appartenenti alla “wider class” sopra citata. Se seguiamo la ricostruzione ipotizzata al r. 7156
, si può pensare che a destra manchino circa 9 lettere: quindi, se la proporzione è giusta, almeno cm 3,8 circa. Su un piano del tutto ipotetico possiamo così immaginare una colonna di scrittura larga circa cm 10 e contenente circa 23 lettere per rigo. Da un confronto con lo studio di Johnson157 emerge chiaramente che si tratta di misure limite, testimoniate da pochissimi manoscritti, quali P.Oxy. XVIII 2181158
, P.Oxy. LII 3667159
e P.Oxy. VII 1019 + XLI 2948160
tutti assegnati tra fine II e III secolo. Il confronto non è sicuramente stringente, in quanto nessuno di questi esemplari presenta una scrittura analoga a quella di PSI inv. 3001v, né si tratta di opere scritte sul verso. Nonostante ciò, è possibile trovare alcune analogie nell’impostazione della pagina, in particolare con
155 Cfr. Johnson 1993, pp. 167-180.
156 Cfr. III.3 Trascrizione e commento, nota al r. 7. 157 Cfr. Johnson 1993.
158 P.Oxy. XVIII 2181 (II-III): Plato Phaedo 75-117. 159 P.Oxy. LII 3667 (III): Plato Alcibiades 2 142-143.
P.Oxy. XVIII 2181, contenente Platone e assegnato tra II e III secolo, in cui si osserva una scrittura calligrafica e sciolta, ma disposta nella colonna di scrittura con un’interlinea molto stretta. L’interlinea di PSI inv. 3001v si aggira da un minimo di mm 2 a un massimo di mm 4 e quella di P.Oxy. XVIII 2181 intorno ai 3 mm. Questo manoscritto, insieme al sopracitato P.Oxy. LII 3667, rientra nella classificazione n. 2 di Johnson, ovvero nella classe di manoscritti «informal and unexceptional (but for the most part probably professional)»161, mentre P.Oxy. VII 1019 + XLI 2948 nella n. 3, ovvero la classe dei papiri con «substandard script», nella quale sono più numerosi gli esempi che presentano dimensioni aberranti rispetto alla norma. PSI inv. 3001v potrebbe rientrare senza difficoltà in entrambe queste due suddivisioni162. Inoltre, è necessario precisare che, senza dubbio, le dimensioni del rigo di scrittura qui riscontrate sono superiori a quelle che normalmente si trovano nei manoscritti vergati in stile severo163. Gli esemplari vergati in questo stile, infatti, non presentano solitamente un rigo di scrittura superiore ai cm 7,5 di lunghezza164
.
Per quanto riguarda l’altezza del frammento conservato, si contano almeno 35 righi su uno spazio di circa cm 18, ma in questo caso non è possibile fare alcuna ipotesi sul numero dei righi perduti in basso. Trattandosi probabilmente di un manoscritto non strettamente formale, rientra in quella classe in cui si riscontrano notevoli variazioni nell’impostazione della pagina, da un’altezza minima di cm 12 a un massimo di cm 28. Può forse essere di qualche aiuto il fatto riscontrato da Johnson per cui, se la colonna di scrittura è larga, è anche alta165. Se si prendono, dunque, come confronto quei manoscritti che presentano una lunghezza del rigo di scrittura notevolmente al di sopra della norma, come sembra essere il caso di PSI inv. 3001v, si vede che in questi l’altezza si aggira intorno ai cm 23166.
161 Cfr. Johnson 1993 p. 169.
162 Cfr. III.2 Considerazioni paleografiche. 163 Cfr. III.2 Considerazioni paleografiche
164 Cfr. Johnson 1993 pp. 171-172 e 242 tab. 3.1 (c). 165 Cfr. Johnson 1993 p. 186.
166 Cfr. Johnson 1993 tab. 3.12 pp. 283-286, in particolare cfr. P.Oxy. XVIII 2181 e LII 3667 p. 286.
Per quanto riguarda, infine, le dimensioni dell’altezza della colonna di scrittura e dei margini, si possono fare, in via del tutto ipotetica, delle considerazioni, partendo dai dati certi che abbiamo, quali la scrittua e il tipo di manoscritto. Sicuramente, trattandosi di un testo scritto sul verso, non si tratta di un manoscritto di lusso e, pur essendo vergato in una scrittura calligrafica libraria che rientra nella classe stilistica dello stile severo167, l’impressione generale è di scarsa stilizzazione formale, particolarmente evidente nello stretto spazio interlineare e nel mancato rispetto dell’allineamento delle lettere sul rigo di base168
. La larghezza del rigo di scrittura, decisamente al di sopra della misura standard riscontrata nei testi in prosa di buono e medio livello, è un altro elemento che conferma la scarsa formalità di questo manoscritto. Si può quindi pensare che, se la larghezza della colonna è notevole, sia notevole anche l’altezza e che, di conseguenza, la dimensione dei margini, superiore e inferiore, sia inferiore alla media169. Se si considera un’altezza media del rotolo di papiro di circa cm 29170
e a questa misura si tolgono i cm 23 ipotizzati sopra, rimangono circa cm 6 che dovrebbero coprire lo spazio dei due margini. Se questa ricostruzione ha un certo fondamento, ne consegue che anche l’altezza dei margini, che non dovrebbe quindi essere superiore ai cm 3 per margine, sembra confermare il fatto che PSI inv. 3001v non sia un manoscritto vergato secondo criteri rigidamente formali. Probabilmente l’intento di chi ha redatto questa orazione sul verso di un rotolo documentario era quello di ottimizzare tutto lo spazio possibile, che evidentemente non doveva essere di molto superiore a quello necessario per trascrivere l’intera opera letteraria.
167 Cfr. III.2 Considerazioni paleografiche. 168 Cfr. III.2 Considerazioni paleografiche. 169 Cfr. Johnson 1993 pp. 200-201.
170 Cfr. Johnson 1993 p. 202, in cui si afferma che l’altezza usuale per un rotolo va dai cm 25 ai cm 32.