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Accessibilità, coesione e connessione territoriale

2. Accessibilità e infrastrutture come fattore di sviluppo

2.4 Accessibilità, coesione e connessione territoriale

2.4 Accessibilità, coesione e

L’equità di accesso è la condizione pre-liminare della aggregazione del conti-nente; infatti, in questo status di forte sbilanciamento tra regioni centrali e periferiche, l’equità è stata aggettivata come territoriale.

La coesione territoriale è indubbiamen-te una prova per misurare la capacità dell’Unione Europea di ridurre i divari di sviluppo degli Stati mantenendo l’unità, specialmente dopo l’allargamento a 28 Paesi Membri.

La perifericità e la povertà sono feno-meni strettamente connessi e costitui-scono una situazione preoccupante e problematica.

Le regioni centrali sono economica-mente ricche e dotate di più infrastrut-ture, viceversa le regioni del Nord scandinavo e britannico, del sud Medi-terraneo, le isole o paesi interi come la Bulgaria e la Romania, sono meno fa-vorite a livello economico e più penaliz-zate nella dotazione di infrastrutture (CCE 2008).

Non si può trascurare un punto di vista diverso, di tale riflessione, se gli squili-bri sfavoriscono le regioni periferiche, non si può dare per scontato che inver-tendo le condizioni di marginalità si ot-tenga lo sviluppo economico e infra-strutturale.

Ad esempio l’Irlanda fece un notevole e rapido progresso, anche senza gli in-terventi infrastrutturali, incentivando l’occupazione e lo sviluppo economico attirando investimenti esteri con la concorrenza fiscale, non essendoci di-rettive comunitarie fino al 1998.

L’Irlanda, di fatto, è stata in grado di attuare condizioni di vantaggio econo-mico per attirare notevoli investimenti esteri. Il criterio che crea questi pre-supposti di convenienza è detto in let-teratura “residuo fiscale”.

Tale residuo è dato dalla differenza tra i benefici che un paese, un territorio, ri-ceve sotto forma di servizi pubblici e tutte le entrate, fiscali e di altra natura, che le Pubbliche Amministrazioni pre-levano per tali servizi, tenendo conto di come viene avvertito da un’impresa che deve individuare la migliore collo-cazione per i propri investimenti (Moro 2001).

Ogni realtà territoriale è unica, e neces-sita perciò di strumenti particolari e dif-ferenti per ottenere una condizione di equità.

Investire sul territorio, sulla città e sulle reti, avrebbe inevitabilmente implicato delle notevoli conseguenze sullo sche-ma economico generale e di conse-guenza sulle scelte politiche che lo avevano definito. Questa

considerazio-ne è diventata più concreta considerazio-nel mo-mento in cui ha preso in esame le reti di trasporto.

In ultima analisi, l’osservazione europea dell’accessibilità indica che le valuta-zioni quantitative non sono appropriate, così come la visione che il paese sia carente di infrastrutture deve essere rivista.

Non si tratta di misure, ma piuttosto delle opinioni paradigmatiche subordi-nate alle misure.

Per aiutare il paese ad essere competi-tivo si può pensare ad una semplifica-zione delle procedure, come peraltro richiesto dal governo, occorre però do-tarsi di informazioni precise, di progetti che leghino le modifiche alle reti tecno-logiche e infrastrutturali alla matrice territoriale, in aggiunta al network infra-strutturale europeo.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha promosso programmi e progetti indirizzati alle città quali motori di crescita e innovazione in una dimen-sione estesa al territorio, con iniziative nazionali e condividendo gli indirizzi comunitari.

I diversi Programmi sviluppati a partire dagli anni ’90, hanno contribuito a con-cretizzare buone pratiche d’intervento, nuove forme di partenariato, coscienti dell’urgenza di instaurare una coopera-zione tra le reti infrastrutturali e i valori storici e culturali dei luoghi attraversati.

In tale ottica sono stati aiutati i territori a fare sistema tra loro e affrontare la sfida internazionale della competitività e della coesione, e a fare rete tra i refe-renti economici, sociali e culturali, con-ciliando trasformazioni territoriali e as-setti infrastrutturali.

In generale sono programmi che svol-gono un’attività di valutazione, ed è in questo ambito che operano i Progetti di Territorio .21

Questi ultimi possono essere centrali nell’attuale congiuntura politica eco-nomica dell’Unione Europea, è in au-mento l’interesse rivolto alla questione della territorializzazione dello sviluppo, ed è possibile pensare ad una somi-glianza con il concetto di accessibilità che dovrebbe indirizzare le politiche europee.

Inoltre tali programmi sono diretti a for-nire condizioni contestuali idonee per

I Progetti di Territorio nascono in coerenza con la politica comunitaria di coesione economica, so

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-ciale e territoriale 2007-2013 e in concomitanza con la formazione del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, del Documento Infrastrutture Prioritarie e degli altri atti di programmazione nazionale pro-mossi a livello ministeriale. In sintesi i progetti di territorio ipotizzano il miglioramento dei benefici so-ciali ed economici prodotti dagli investimenti effettuati.

trasformare i corridoi infrastrutturali in corridoi di sviluppo (Forte 2010).

La crescita di un territorio deve co-munque puntare sull’attrattività sia al-l’interno della propria Nazione che ver-so altri Paesi, per questo l’accessibilità e con essa la coesione territoriale rive-stono un ruolo indispensabile per quanto concerne le infrastrutture (Am-brosetti 2009).

Le città, in tutto il pianeta, sono desti-nate a concentrare la crescita e gli in-vestimenti, il modo in cui lo faranno de-terminerà la qualità di vita, la funzionali-tà delle infrastrutture, l’utilizzo e il con-sumo di suolo, la produttività e la com-petitività economiche.

Queste scelte di sviluppo urbano e in campo tecnologico, nei due tra i conti-nenti più progrediti, quali sono Europa e Usa, sono parte della visione del futu-ro di entrambi.

Semplificando, se si realizzano più au-tostrade, in conseguenza all’aumento dei veicoli circolanti, si avranno mag-giori possibilità di avere, in futuro, con-flitti con i Paesi produttori di petrolio, scelte di sviluppo differenti racchiudo-no altre collocazioni anche nello scac-chiere geo-politico (Cremaschi 2005).

2.5 In sintesi Per molto tempo la mobilità è stata