2. Accessibilità e infrastrutture come fattore di sviluppo
2.3 Infrastrutture della mobilità e accessibilità
2.3 Infrastrutture della mobilità e
vo di garantire la mobilità delle persone e dei beni che rafforza nella visione ter-ritoriale della Comunità, dominata dalla vicina integrazione di mercato, il signi-ficato di accessibilità.
Lo scenario in cui sono stati presentati i grandi progetti infrastrutturali dei tra-sporti europei, era condizionato da due finalità, concorrenza economica e ri-presa dell’occupazione.
Rispetto a questi obiettivi, la Comunità Europea ha perseguito tre politiche, uniformare la normativa, sostenere le piccole e medie imprese e realizzare le reti trans-europee d’infrastrutture (CCE 1994).
Portare a compimento le reti infrastrut-turali è necessario per il raggiungimen-to degli obiettivi di funzionalità nella circolazione e di riordino del territorio, e assolve al compito particolare di stabili-re un contatto con l’Europa dell’Est.
Il Libro Bianco di Delors del 1993, tra 18 gli altri aveva indicato provvedimenti sulle reti di comunicazione, tra cui le
“autostrade” informatiche, e diversi grandi progetti prioritari per le
infra-strutture. Le iniziative presentate ac-colgono sia le disposizioni dei dodici Stati che erano, allora, membri dell’U-nione Europea, che gli approfondimenti a cui la riforma dei Fondi strutturali aveva dato impulso dal 1988.
Nel 1993 avevano avuto giudizio favo-revole tre piani di orientamento che trattavano il tema dei trasporti combi-nati, delle strade e delle vie navigabili, a questi ne sono stati aggiunti altri che riguardavano le ferrovie tradizionali, gli aeroporti e i porti, l’elettricità e il gas.
Le grandi opere che la Commissione Christophersen nel 1993 stabiliva es19 -sere prioritarie, interessano anche l’Ita-lia. Tra i progetti per il trasporto ferro-viario, contemplati già in quegli anni, figurano degli interventi importanti, prima fra tutte la nuova linea ad alta velocità Lione-Torino-Trieste che con un trasporto combinato treno-strada attraverserà le Alpi e collegherà quattro Stati membri dell’UE: Francia, Italia, Slovenia ed Ungheria sino ad arrivare alla frontiera con l’Ucraina; potenziare su rotaia attraverso il Corridoio del
Il primo Libro bianco dell'Unione Europea prende il nome da Jacques Delors, Presidente della
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Commissione europea dal 1985 al 1995, viene presentato a Milano nel 1985 dal Consiglio europeo, il titolo “Il completamento del mercato interno” indica l’obiettivo primo che persegue, poi raggiunto nel 1993, alla costruzione della moneta unica (Euro) e poi all'allargamento di nuovi Paesi membri.
Nel dicembre 1993 il Consiglio europeo ha creato un gruppo di rappresentanti personali dei Capi di
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stato e di governo, presieduto dal Vicepresidente Christophersen, al fine di accelerare il completa-mento delle reti transeuropee.
Brennero, l’alta velocità Nord-Sud tra Verona, Monaco di Baviera e Berlino; e il miglioramento delle linee ferroviarie per Berna-Zurigo e Tarvisio, considera-te importanti punti di collegamento nel disegno europeo dei trasporti che si collega ai due corridoi Adriatico e Tir-renico.
Un altro progetto prioritario della rete trans-europea dei trasporti è l'ampliare ed ammodernare l'aeroporto di Mal-pensa nella sua qualità di Hub per il Nord Italia.
L’accoglienza favorevole delle reti trans-europee (TEN) , rafforza l’opinio20 -ne che la competitività degli Stati membri derivi dalla condizione aggre-gata dell’Unione.
Lo schema continentale delle infrastrut-ture dovrebbe essere in grado di affron-tare sconvolgimenti storici come il tra-sporto merci su ferro che negli anni ha subito una notevole diminuzione di uti-lizzo, o la privatizzazione e deregulation del trasporto aereo, o ancora un tra-sporto automobilistico che rappresenta la maggioranza del trasporto terrestre nell’Unione europea e non ha smesso di crescere negli ultimi decenni (Com-missione europea 2014).
Qualche anno dopo lo scenario geopo-litico europeo cambia sensibilmente, nel 1995 la Comunità diventa Unione, conta quindici Stati membri e ha quasi raddoppiato il suo territorio, le relazioni con i Paesi dell’Est sono più stretti e il richiamo al Mediterraneo a Sud, sem-bra equilisem-brare la disponibilità verso Est da parte dell’Unione.
La tematica delle disparità regionali e della pianificazione territoriale è diven-tata argomento centrale di dibattito, le politiche dell’Unione Europea si occu-pano dello spazio europeo che diviene oggetto di approfondimento.
La Commissione delle Comunità Euro-pee riesamina le linee guida ed elabora nuovi orientamenti contenuti nel Libro bianco dei trasporti. La revisione, risul-tato del lavoro di un team di esperti, consiglia una nuova lista di interventi urgenti, tenendo conto dei progetti già proposti e al momento non completati.
L’utilità delle reti infrastrutturali risiede nel collegare regioni distanti tra loro, con una differente configurazione e un diverso stato nella ripartizione del mer-cato. Infatti le regioni con territorio peri-ferico sono più svantaggiate dal punto
Le Trans-European Networks, ovvero le reti transeuropee (TEN) sono state create dall'Unione euro
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-pea dagli articoli 154-156 del trattato di Roma (1957), con gli obiettivi dichiarati della creazione di un mercato interno e il rafforzamento della coesione economica e sociale.
di vista economico rispetto a quelle più centrali (CCE 2003).
Le reti Ten-T formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo, sono nove corridoi di infrastrutture au-tostradali, ferroviarie, aeroportuali, flu-viali, marittime, che renderanno possi-bile interconnettere le grandi regioni europee tra loro e con le regioni vicine e la Svizzera, unico Stato non comuni-tario attraversato da un corridoio.
L’Italia è attraversata da quattro di que-sti corridoi, il Corridoio Mediterraneo, che dovrebbe percorrere da Torino a Trieste la pianura padana mettendo in comunicazione l’Atlantico all’area ex sovietica; il Corridoio Reno-Alpi collega i porti del Mare del Nord di Anversa, Rotterdam e Amsterdam e il porto ita-liano di Genova passando per la valle del Reno, Basilea e Milano; iI Corridoio Baltico-Adriatico attraversa 6 Paesi Membri dell’UE, collegando i porti bal-tici di Gdynia/Gdańsk e di Szczecin/
Świnoujście con quelli adriatici di Trie-ste, Venezia, Ravenna e Koper; per ul-timo il Corridoio Scandinavo-Mediter-raneo attraversa l’intero continente da Nord a Sud, ed è il più esteso dei corri-doi europei (European Commission 2017).
La realizzazione delle reti Ten-T intende agevolare il collegamento e l’inter-scambio delle reti infrastrutturali dei Paesi membri, considerando soprattut-to l’esigenza di connettere le aree cen-trali dell’Unione Europea con le aree marginali, quelle senza sbocchi sul mare e quelle insulari. Il risultato che si vuole raggiungere è quello di istituire, entro il 2050, una rete globale di tra-sporti che assicuri la copertura com-pleta delle regioni dell’UE e l’accessibi-lità ad ogni territorio.
Questo obiettivo porta ad ottenere uno scenario che conta su un’efficace rea-zione alla crisi e alla depressione eco-nomica, utilizzando al meglio i punti di forza esistenti, riportando le reti di im-prese ad un alto livello di sviluppo at-traverso la connessione con i sistemi propri delle metropoli, aumentando i rapporti logistici e di commercio tra le regioni settentrionali e centrali europee e i porti italiani e incoraggiando le rela-zioni tra continenti.
In un’ottica a breve e medio termine questa situazione sottintende di conta-re sulle infrastruttuconta-re già esistenti e sul renderle più funzionali. Ma lo stesso scenario può avere effetti a lungo ter-mine fondati su connessioni e rapporti economici, in continuo incremento, ol-tre che verso nord e la Germania, in
Figura 2_Corridoi Ten-t passanti per l’Italia
(Fonte: European Commission 2017).
previsioni future, anche verso le regioni orientali europee e del Mar Baltico, ver-so l’Africa settentrionale e la peniver-sola balcanica.
Questo scenario, che si adatta a possi-bilità di breve, medio e lungo termine, si contraddistingue per indirizzarsi ver-so un sistema di trasporti territoriale funzionante, che comprende l’intero sistema paese (Inu 2012).
2.4 Accessibilità, coesione e