• Non ci sono risultati.

5 DISCUSSIONE

5.3 Accrescimento e mortalità

L’accrescimento di R. philippinarum è stato studiato da molti autori, mentre le ricerche che riguardano la specie autoctona sono più rare. L’esame della bibliografia dimostra che l’accrescimento di R. decussatus è molto variabile sia nei diversi siti, sia all’interno dello stesso sito. Per questo motivo in questo studio, che ha riguardato il golfo di Olbia, è stato necessario calcolare le curve di crescita per le singole stazioni: l’analisi della distribuzione in classi di lunghezza dell’intero campione non ha infatti consentito l’individuazione delle diverse classi d’età perché le differenze nella crescita, sia pure lievi tra una stazione e l’altra, ne causavano la parziale sovrapposizione. Questa situazione è stata verificata anche da Perez-Camacho (1980) in Galizia (Spagna) dove l’analisi di campioni mensili non ha evidenziato una serie di mode atte ad indicare l’esistenza di distinte classi d’età della popolazione. Lo stesso autore ha determinato i parametri della curva di accrescimento con altri metodi, sia utilizzando dati ricavati da esperimenti di marcaggio e ricattura, sia attraverso l’esame degli anelli di crescita. I risultati ottenuti mostrano una costante K (0,24 anni-1) inferiore a quelle rilevate a Olbia, risultato plausibile vista la differenza climatica tra i due siti. Circa il valore di L∞, quello ottenuto a Olbia è

basso (in Galizia L∞ era superiore a 60 mm in tutti i siti) ed è possibile che la crescita

calcolata sia in realtà inferiore a quella effettivamente raggiungibile, in quanto l’elevato sforzo di pesca ha forse impedito, nella maggior parte delle stazioni, di recuperare animali d’età superiore a 3 anni in numero sufficiente.

Bald et al., (2003) hanno verificato sempre in Galizia l’accrescimento di R. decussatus lunghi mediamente 6 mm sia sottoposti all’effetto dell’attività di pesca (calpestio, manomissione del sedimento) sia in un gruppo di controllo. Gli autori non hanno rilevato differenze di crescita della conchiglia statisticamente significative nelle tre situazioni; l’accrescimento rilevato nel gruppo di controllo è stato inferiore a quello rilevato a Olbia (17 mm contro 20 mm nel primo anno).

Serdar et al., (2007) hanno studiato in Turchia l’accrescimento di R. decussatus di lunghezza media di 26,25 mm con diversi sistemi d’allevamento, rilevando una crescita massima di 7,44 mm in 13 mesi. I risultati ottenuti mostrano che nel golfo di Olbia la

crescita è più rapida, pari a 10,7±1,46 mm per passare da una lunghezza di 25,6±1,4 mm a una di 36,1±2,4 mm.

Breber (1985) ha verificato in R. decussatus di 21 mm, allevato in laguna di Venezia, una crescita di 10 mm nel primo anno, inferiore quindi a quella rilevata a Olbia per esemplari della stessa taglia, pari a 12,8 mm, mentre per il secondo anno la crescita nei due siti è paragonabile. Ciò stupisce in quanto le condizioni climatiche della laguna di Venezia sono senza dubbio meno favorevoli rispetto a quelle sarde. E’ possibile che le condizioni ambientali critiche che spesso caratterizzano il golfo di Olbia durante l’estate possano influenzare negativamente la crescita proprio nei periodi in cui in altre zone le condizioni sono particolarmente favorevoli.

Per quanto riguarda la Sardegna, Chessa et al., (2005) hanno studiato l’accrescimento di R. decussatus nello stagno del Calich, uno dei sette siti studiati in questa ricerca. Per ovviare all’inconveniente dato dalla rarità delle classi di taglia maggiori gli autori hanno studiato la curva con due modalità: la prima ricavando matematicamente tutti e tre i parametri dell’equazione (L∞, K, L0) la seconda, imponendo arbitrariamente L∞

al fine di ottimizzare gli altri parametri. Le due curve differiscono notevolmente ma la seconda sia avvicina, per la lunghezza raggiunta nel I anno d’età, ai valori trovati nel golfo di Olbia durante questo studio e, a Santa Gilla, da Mascia (2009).

In generale, quindi, la velocità di crescita di R. decussatus non sembra essere strettamente correlata alla latitudine del sito ma piuttosto alle condizioni ambientali locali.

L’eterogeneità spaziale e temporale che caratterizza il reclutamento di questa specie porta anche ad una conseguenza nello studio delle curve di accrescimento.

Come già detto, la classe 0+ è costituita da diverse coorti, alcune nate all’inizio della primavera, altre nell’estate inoltrata o nell’autunno. Le prime hanno quindi avuto davanti un’intera stagione calda per accrescersi, mentre le seconde, nate più avanti nell’anno, hanno potuto contare su un intervallo temporale con condizioni climatiche favorevoli alla crescita inferiore rispetto alle prime, mano a mano che ha tardato il periodo di nascita. Diversi autori, hanno infatti verificato che la crescita massima corrisponde al periodo primaverile ed estivo: ad esempio, Serdar et al., (2007) hanno verificato in una laguna turca che il massimo accrescimento si è avuto con temperature tra 22,7 e 27,7 °C, corrispondenti al periodo tardo primaverile - estivo nelle condizioni climatiche delle Sardegna. Se pertanto in una certa zona la riproduzione è stata precoce, il risultato è che la lunghezza media della classe d’età corrispondente è maggiore, anche se

non è detto che il singolo animale si sia accresciuto più rapidamente. Le diverse coorti sono poi andate sovrapponendosi negli anni successivi, perciò già per gli animali di un anno era distinguibile una sola classe d’età. Ne consegue quindi che nel calcolo delle equazioni, l’accrescimento in una determinata stazione può apparire più veloce rispetto ad un’altra solo per il fatto che la riproduzione è avvenuta più precocemente e gli animali hanno avuto più tempo per accrescersi. Questo va tenuto presente nell’interpretare i risultati, che pertanto si riferiscono alla velocità di crescita della classe d’età e non a quella della media dei singoli individui coetanei. Risultati ottenuti sulla base della lettura degli anelli di crescita potrebbero quindi fornire risultati differenti.

I valori di K trovati sono variabili tra un minimo di 0,57 e 0,75 anni-1 con una media di 0,68 ± 0,07. Questa variabilità nella costante K e nel valore di L∞ è stata riscontrata anche per la vongola filippina in altri siti, come ad esempio nel sud della Francia nella baia di Archachon (Dang et al., 2009), dove sono stati utilizzati animali marcati e seminati a differenti profondità e in diversearee. In quest’ultima ricerca la differenza del parametro K, pur variando tra 0,39 e 1,21 anni-1 , molto più di quanto non capiti nel golfo di Olbia, non è apparsa statisticamente significativa tra i siti, mentre le differenze tra le L∞ erano in gran parte significative.

Per quanto riguarda le relazioni d’accrescimento della conchiglia, esse sono state calcolate da diversi autori. La maggior parte di loro, tra cui Arnaud & Rimbaud (1963) e Mascia (2009) ritengono che esse siano costanti e che l’equazione di regressione sia una retta. I risultati di questo studio invece confermano quanto rilevato da Perez – Camacho (1980) che sostiene che la crescita nelle tre dimensioni è di tipo allometrico. Ciò è evidente anche calcolando la retta di regressione per gli animali rinvenuti nei singoli prelievi stagionali, esse differiscono in modo significativo proprio in funzione della diversa composizione in taglie nelle varie stagioni.

La mortalità sembra essere piuttosto elevata, ma la letteratura in proposito è molto scarsa e non consente di fare dei confronti con situazioni simili alle sarde, riferite quindi a banchi naturali di molluschi in cui si esercita l’attività di pesca e non l’allevamento. Infatti, la maggior parte degli studi riguarda il rilevamento della mortalità in condizioni sperimentali, ad esempio con diversi tipi di sedimento (Rossi 1996), oppure riferite a materiale seminato (Bald et al., 2007).