II) La rappresentazione russa del Giappone e dei giapponesi prima della
4. L’accurata pulizia giapponese
La descrizione della pulizia e dell’igiene giapponese furono argomenti cardine in tutte le letterature di viaggio zariste. Mentre nell’Impero russo le persone vivevano tra la sporcizia e in condizioni igieniche pessime che ricordavano il Medioevo, in Giappone la situazione già durante i primi decenni dell’Ottocento era del tutto differente, come avevano rilevato già le fonti europee del XVI e del XVII secolo100. Tutti i russi notarono
questa estrema pulizia non solo dei giapponesi stessi, ma anche degli ambienti che li circondavano.
Goncharov, per esempio, incontrò per la prima volta giapponesi sulla sua fregata al suo arrivo in Giappone. Come spiegato precedentemente, gli stranieri che giungevano nel Paese, prima di scendere a terra, dovevano aspettare dei funzionari per un colloquio e alla fine di questo avevano il permesso di ancorare la nave e recarsi in città. Nel caso di Goncharov sulla nave si presentarono quattro giapponesi, due vestiti e due seminudi. Lo scrittore raccontò come fossero malamente e poveramente vestiti i due funzionari: giubbotti blu corti e con le maniche larghe, senza pantaloni, calze blu e sandali tipici
98 I. A. Goncharov, Sobranie sochinenii v shesti tomakh: p. 103 e A. Kornilov, Izvestiia iz Iaponii:
p. 123.
99 A. Renner, Watching foreign neighbours: p. 54.
giapponesi101. Nonostante ciò, l’autore affermò che: “… le loro teste e i loro volti erano
rasati e puliti …”102. Anche Maksimov, nella stessa situazione di attesa come Goncharov,
guardando attorno alla sua nave, osservò delle giunche giapponesi e non solo riconobbe “l’estrema lucentezza degli alloggi”, del tutto superiore rispetto agli standard delle cabine russe, ma notò che anche “le persone su di esse erano ordinate e pulite”103. Qualche
giorno dopo, l’esploratore, nel corso di una visita in un tempio, oltre ad essere colpito dal lindore dello stesso, si accorse che tutti i giapponesi utilizzavano sempre calze e sandali immacolati104. Ciò che colpì Alexeev durante la sua permanenza ad Ōsaka, oltre che l’affollamento della città, furono le ordinate e, come definisce lui, “squisite” acconciature delle signore, vestite con abiti modesti, ma sempre linde. Difatti, descrivendo la folla, l’autore scrisse: “Quanto erano semplici, pulite e decentemente vestite tutte le migliaia di donne giapponesi che ci circondavano!”105.
Anche il candore dei luoghi visitati dai viaggiatori non passò di certo inosservato. Sempre Maksimov, nella sua visita al cortile del tempio, scorse dei piccoli appartamenti di proprietà dei monaci. Avvicinandosi constatò la povertà degli arredi, ma anche “la stessa meticolosa pulizia che si trova ovunque nelle case giapponesi”106. Sia Alexeev che
Cherevkova, pur essendo un uomo e una donna, descrissero e notarono allo stesso modo la cura per l’igiene giapponese, alloggiando negli hotel di varie città. Innanzitutto, Alexeev viaggiò verso la città di Nagoya in treno, giudicando la sua carrozza come “semplice, elegante e perfettamente linda”107. Arrivato all’Hotel du Progres, lo aspettava 101 I. A. Goncharov, Sobranie sochinenii v shesti tomakh: p. 104.
102 Ibid p. 105.
103 S. V. Maksimov, Na vostoke: poezdka na Amur: dorozhnye zametki i vospominaniia: pp.
127, 130.
104 Ibid p.140.
105 P. S. Alekseev, Putevye zametki po Iaponii : p. 536.
106 S. V. Maksimov, Na vostoke: poezdka na Amur: dorozhnye zametki i vospominaniia: p.
141.
una stanza perfettamente sistemata, dove erano stati posizionati dei tappetini a terra per permettergli di camminare con le scarpe senza sporcare il pavimento108. Dopo di che,
spostandosi nella città di Shizuoka, l’autore alloggiò in due hotel riservati agli stranieri; nelle città giapponesi più visitate, infatti, c’era la possibilità di alloggiare in alberghi tradizionali giapponesi oppure in altri arredati in stile europeo109. Al riguardo raccontò di
come fossero puliti, confortevoli e con una cucina esemplare. Nella descrizione di una delle due stanze scrisse:
Tutto brillava in un hotel che era così spazioso in assenza di mobili; era polveroso solo l'armadio all'ingresso dell'edificio dove era accumulato il carbone [per il camino]. Il rivestimento in legno era verniciato, lucido o opaco, nessun punto di polvere era visibile da nessuna parte. Qui è un posto dove vivere, predisposto per il consumo dell’uomo: qui l'abbondanza di luce e aria, in assenza di polvere, rispecchia completamente le condizioni sanitarie eccellenti, avvicinandosi all'ideale sognato dagli igienisti110.
Cherevkova, dopo essersi recata per sbaglio in un hotel tradizionale giapponese, giunse al Shinagu Hotel, un albergo in stile europeo a Nagoya111. Qui fu appagata nel
trovare un letto grande con lenzuola appena lavate. Raggiunta la sala da pranzo trovò arredi europei come un tavolo, delle sedie e una tovaglia perfettamente linda e stirata, in altre parole “tutto il necessario, nell’attenzione del proprietario [dell’albergo], per la comodità dei suoi ospiti europei”112.
Altro fattore di cui i russi raccontarono essersi meravigliati fu ancora la pulizia nelle
108 Per i giapponesi è consuetudine togliere le scarpe prima di entrare in certi ambienti. Gli europei,
non essendo abituati a questa usanza, entravano negli edifici senza levare le calzature, così che i giapponesi iniziarono, nelle stanze degli hotel adibite all’alloggio di occidentali, a ricoprire il pavimento con dei tappetini, come lo si nota più volte nelle letterature di viaggio qui presentate.
109 A. Cherevkova, Po zheleznym dorogam Iaponii: p. 166 e P. S. Alekseev, Putevye zametki
po Iaponii : p. 544.
110 P. S. Alekseev, Putevye zametki po Iaponii : pp. 550-551.
111 A. Cherevkova, Po zheleznym dorogam Iaponii: pp. 165-166.
città. Sempre Cherevkova, passeggiando per Nagoya, dichiarò: “Le strade principali sono larghe e diritte. Tutto è sorprendentemente pulito”113. La stessa considerazione fu fatta da
Zarubin che, per raggiungere la città di Nagasaki, utilizzò una di quelle “splendenti” giunche giapponesi descritte da Maksimov e osservò: “Disordine, sporcizia, rifiuti di qualsiasi tipo sono impensabili in Giappone”114. Inoltre, il medico, girando la città per
trovare oggetti di artigianato tradizionali giapponesi, trovò negozi piccoli, ma ben curati115.
Di fronte a tutto ciò, gli autori zaristi rimasero ammaliati da così tanta pulizia ed igiene per la persona del popolo visitato. Nel loro discorso relativo all’orine e alla cura, gli autori contraddistinsero di gran lunga la società giapponese da quella russa, che nel frattempo versava in condizioni igieniche scadenti. Fu solo dopo il 1900, quindi con la crescita del tasso di istruzione anche nelle zone più rurali, che nell’Impero russo la situazione iniziò a migliorare116. Questo può esser sintetizzato in una frase che scrisse
Alexeev nel suo resoconto, ovvero: “Ciò che cercano in Occidente, in Oriente, viene già realizzato”, delineando l’immagine di un Giappone molto più avanzato rispetto alle Potenze occidentali, almeno dal punto di vista dell’igiene117.