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III) La rappresentazione russa del Giappone e dei giapponesi durante e

3. Il pensiero di Vladimir Solovyov

Uno dei principali contributi russi al mito del “pericolo giallo” fu la poesia Pan-

mongolism di Vladimir Solovyov. Le correnti di pensiero russe che si vennero a creare

specialmente tra il 1860 ed il 1870, infatti, andarono profondamente ad influenzare le successive interpretazioni di questo mito. Rispetto alle idee europee e nordamericane che sostenevano che il “pericolo giallo” nascesse unicamente dalle ostilità nei confronti dell’Asia, secondo la versione russa esso era dettato da “una percezione dell’Età moderna contrassegnata da minacce che provenivano da Est, ma anche da Ovest, come si vede dalla secolare critica russa dell’Occidente di Dostoevsky, Danilevsky e Leontev”492.

Una delle persone che rimase più colpita dal messaggio di pericolo del Kaiser Guglielmo II e che influenzò notevolmente lo sviluppo e la formazione dell'opinione pubblica russa riguardo l'Estremo oriente fu Vladimir Solovyov, un filosofo religioso che ebbe un ruolo centrale nella cultura russa alla fine del XIX secolo493. Nato a Mosca nel 1853 e profondamente influenzato da Dostoevsky, Solovyov fu una delle maggiori figure per lo sviluppo del modernismo e del simbolismo russo494. Fu ritenuto il “profeta della

riconciliazione e dell’unità”, al punto tale che sostenne la necessità di un riavvicinamento tra l’Impero russo e l’Europa, basato sul cristianesimo condiviso da entrambi e promuovendo un’unione ecumenica tra l’ortodossia russa ed il cattolicesimo495. Il

problema della minaccia per l’Impero russo proveniente sia da Est che da Ovest per il

491 S. Soojung Lim, China and Japan in the Russian imagination, 1685-1922: p. 139.

492 Ibid p. 93.

493 A. Eskridge-Kosmach, Russian press and the ideas of Russia's 'Special mission in the East' and

'Yellow Peril', The Journal of Slavic Military Studies 27.4 (2014): p. 661.

494 R. Bartlett, Japonisme and Japanophobia: p. 17

filosofo fu diverso a seconda dei periodi. Nel 1880, secondo il pensatore, “Ovest” ed “Est” rappresentavano principalmente la differenza tra l'ortodossia russa e le chiese cattoliche occidentali, e quindi una minaccia proveniente dall’Asia orientale ancora non figurava nella sua visione. Dopo il 1890, invece, il profondo pessimismo derivante dal fallimento della riconciliazione russa ed europea fu proiettato sulla percezione dell’Asia, determinando la consapevolezza del filosofo di “un altro Est non russo”, come si può apprendere nella sua poesia Ex Oriente Lux (1890)496. Da questo momento Solovyov

diffuse l’idea di un Oriente ostile, considerato una minaccia per l’Occidente cristiano. Il pensatore, a differenza di Guglielmo II, la cui principale preoccupazione era di tipo militare e politico, aveva l’obiettivo di sottolineare la dimensione spirituale e culturale del “pericolo giallo”. Inoltre, il filosofo era turbato dal fatto che molti iniziassero a guardare con curiosità alle religioni, alle idee ed ai valori orientali, anziché al cristianesimo, permettendo ai Paesi asiatici di appropriarsi della tecnologia occidentale, senza una conseguente conversione al cristianesimo degli stessi497.

Nonostante tutto ciò, inizialmente Solovyov ripose le proprie speranze di una possibile conversione cristiana dell’Asia in un Paese dell’Estremo oriente, ritenuto dal pensatore diverso da tutti gli altri: il Giappone, come si osserva nell’articolo del 1890

Iaponiia: Istoricheskaia kharakteristika (in italiano Il Giappone: caratteristiche storiche)498. In questo articolo, la sua descrizione del Giappone risultò totalmente in

contrasto con quella della Cina. L'adattamento giapponese alla cultura ed alla tecnologia occidentali erano, secondo il filosofo, un segno di rinuncia al pregiudizio nazionalista. Di conseguenza, Solovyov iniziò a riporre le proprie speranze di una possibile conversione nel Giappone, che si sarebbe trasformato in un regno cristiano ideale, contrastando così l’influenza del buddismo in Occidente499. La visione di Solovyov sorprendentemente

positiva del Giappone, tuttavia, mutò allo scaturire della guerra nippo-cinese, quando apprese che il Giappone si era effettivamente trasformato, ma non nella maniera in cui si

496 S. Soojung Lim, China and Japan in the Russian imagination, 1685-1922: p. 111.

497 Ibid p. 112.

498 R. Bartlett, Japonisme and Japanophobia: p. 16.

aspettava. La sua modernizzazione apportata dalle riforme della Restaurazione Meiji, infatti, non consisteva in un “risveglio cristiano”, ma in una occidentalizzazione selettiva descritta dal pensatore in China and Europe nel 1890. Inoltre, la nuova Potenza giapponese esibiva delle ambizioni nazionalistiche e militaristiche che il filosofo non aveva previsto nemmeno in relazione alla temuta Cina500. Per questa ragione, quattro anni

dopo Iaponiia: Istoricheskaia kharakteristika Solovyov rivalutò la sua percezione del Giappone, dipingendo i giapponesi come strumenti di una punizione divina in Pan- mongolism (1894). In questa poesia, il filosofo unì il Giappone e la Cina in un’unica “razza gialla”, che avrebbe unito le sue forze ed invaso l’Europa501.

La manifestazione più vivida delle preoccupazioni e delle riflessioni di Solovyov riguardo la minaccia asiatica fu Tale of the Antichrist del 1900502. Nella prefazione dell’opera, il filosofo presentò il seguente scenario apocalittico:

Il ventesimo secolo era l’epoca delle ultime grandi guerre, conflitti interni e rivoluzioni: la più grande di queste guerre ebbe come causa lontana il movimento intellettuale del pan- mongolismo, che ebbe origine in Giappone alla fine del XIX secolo. Il Giappone, avendo assimilato con sorprendente rapidità e successo le forme materiali della cultura europea, adottò anche alcune idee europee di tipo inferiore: dopo aver appreso dai giornali e dai libri di testo sulla storia che in Occidente c'erano movimenti come il panellenismo, il pan- germanismo, il pan-slavismo ed il pan-islamismo, ha proclamato al mondo la grande idea del pan-mongolismo, cioè l'unificazione sotto la sua guida di tutti i popoli dell'Asia orientale, con l'obiettivo di condurre una lotta finale contro gli stranieri, cioè contro gli europei503.

500 A. Eskridge-Kosmach, Russian press and the ideas of Russia's 'Special mission in the East' and

'Yellow Peril': p. 662.

501 S. Soojung Lim, China and Japan in the Russian imagination, 1685-1922: p. 115.

502 A. Eskridge-Kosmach, Russian press and the ideas of Russia's 'Special mission in the East' and

'Yellow Peril': p. 663.

503 V. Solovyov, Tale of the Antichrist, in War, progress, and the end of history: Three

A partire dal 1895, dopo la vittoria giapponese nella guerra nippo-cinese, il pensatore russo riconobbe il Giappone come il Paese leader dell’invasione asiatica, trasferendo la propria fobia razziale sugli asiatici orientali “che prendevano in prestito gli strumenti della civiltà materiali offerti dalle razze bianche”504. Il filosofo, quindi, immaginò il Paese del Sol

Levante alla testa di una grande unione della “razza gialla” (che comprendeva Cina, Birmania, Indocina, Siam, Mongolia, Tonchino e Tibet), che prima avrebbe conquistato l’Impero russo e di conseguenza invaso l’Europa505. In particolare, nel racconto di

Solovyov, il pan-mongolismo figurò come una forza minore che presagiva l'apparizione dell'Anticristo. Secondo i critici, infatti, in più casi all’interno dell’opera l'alleanza nippo- cinese risultò un'immagine speculare dell'Anticristo: “come l'Anticristo tentava di sostituire ed imitare l’autentico Cristo, il Giappone provava ad imitare l'Occidente”506.