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Le accuse di esibizionismo sessuale

IV.4 La libertà di espressione

IV.4.1 Le accuse di esibizionismo sessuale

Nel 2013, Olivier Ciappa270 ridisegnò il volto di Marianne su ispirazione dei lineamenti di Inna Shevchenko, e propose ai cittadini francesi un nuovo e allegorico francobollo, che si rifaceva alla simbologia del dipinto di Eugène Delacroix, La Liberté

guidant le peuple: una nudità che si fa portatrice di verità e che si esprime nella libertà

politica dei valori di liberté, égalité et fraternité. Ciappa valorizzò in tal modo lo

sextremism di Femen come combinazione di nudità, sessualità e nazionalità, in un corpo

che considerava essere divenuto effettivo luogo di resistenza271. Tuttavia, fu proprio la Francia il Paese che pose un freno alla libertà di espressione del movimento e condannò più volte le attiviste, non tanto per atti vandalici o disturbo della quieta pubblica, ma per «esibizionismo sessuale».

Il seno nudo è per le Femen il nutrimento della loro rivoluzione, e il fatto che non venga riconosciuto come uniforme, arma e segno distintivo272 dell’organizzazione, ma rimanga circoscritto in una dimensione sessuale, contraddice la libertà di cui le attiviste desiderano essere portavoce. La legge francese non specifica il tipo di nudità che costituisce «esibizionismo sessuale» e non fornisce chiarimenti per una eventuale distinzione del reato fra uomo e donna273. Le Femen ritengono, infatti, che il loro seno nudo debba essere comparato al torso nudo degli uomini, a cui mai è stata imputata una simile condanna, e hanno per questo lanciato il grido «Femministe, non esibizioniste».

La prima accusa penale colpì Éloïse Bouton, una giornalista francese, che prese parte a Femen per alcuni mesi e scrisse, a seguito dell’esperienza, un libro-reportage,

Confession d’une ex-Femen [Confessione di una ex Femen]. Il 20 dicembre 2013, la

270 Le affermazioni di Olivier Ciappa sono state motivo di dibattito in Francia e sono state contestate anche

da parte di David Kawena, l’altro disegnatore del francobollo. Cfr. Delphine de Mallevoüe, Timbre

«Femen»: les deux dessinateurs se divisent, “Le Figaro”, 27 febbraio 2014. Ultima consultazione: 15

dicembre 2016. ˂ https://goo.gl/zNQLZv ˃.

271 Sull’argomento si vedano: B. L. Ott, Review essay: Assessing rhetorics of social resistance, in

“Quarterly Journal of Speech”, vol. 97, 2011, pp. 334-347. Kevin Michael DeLuca, Unruly Arguments: The

Body Rhetoric of Earth First!, ACT UP, and Queer Nation, in “Argumentation and Advocacy”, vol. 36, n.

1, 1999, pp. 9-21. Christina R. Foust, Transgression as a Mode of Resistance: Rethinking Social Movement

in an Era of Corporate Globalization, Lexington Books, Lanham, MD, 2010. Kevin Michael DeLuca, Unruly Arguments: The Body Rhetoric of Earth First!, ACT UP, and Queer Nation, in “Argumentation and

Advocacy”, vol. 36, n. 1, 1999, pp. 9-21. Christina R. Foust, Transgression as a Mode of Resistance:

Rethinking Social Movement in an Era of Corporate Globalization, Lexington Books, Lanham, MD, 2010.

272 Femen, Rébellion, cit., p. 179.

273 L’articolo 222-32 del Codice Penale francese riporta: «L'exhibition sexuelle imposée à la vue d'autrui

dans un lieu accessible aux regards du public est punie d'un an d'emprisonnement et de 15.000 euros d'amende». Cit. in Femen, Rébellion, cit., p. 182.

95 Bouton manifestò a seno nudo all’interno della chiesa di Sainte-Marie-Madeleine, a difesa della legge sull’aborto274. Le Femen avevano deciso di produrre delle proteste individuali durante il periodo natalizio di quell’anno, in risposta alla proposta del governo spagnolo di Mariano Rajoy di modificare la legge sull’interruzione di gravidanza. Il governo di Zapatero aveva, infatti, approvato nel 2010 una riforma, che prevedeva la possibilità di attuare un’interruzione volontaria fino alla quattordicesima settimana o fino alla ventiduesima in caso di malformazione del feto; la legge non chiedeva, inoltre, nessuna autorizzazione da parte dei genitori per le ragazze al di sopra dei 16 anni di età. Il disegno di legge del primo ministro Rajoy, che non entrò in vigore a causa della mancanza di consensi nel governo, si rifaceva alla precedente legislazione spagnola in materia, risalente al 1985, secondo cui l’aborto era permesso solo in caso di stupro, malformazione del feto o gravi rischi fisici o psicologici per la madre275.

Per dare risalto alla vicenda e al tema in Europa, la Bouton aveva il compito di raffigurare l’aborto di Gesù Cristo tenendo in mano dei pezzi di carne (lo slogan era «Christmas is cancelled»), e di richiamare, con la scritta «344e salope», l’attenzione sul «Manifeste des

343»276, la dichiarazione che era stata redatta da Simone de Beauvoir nel 1971 e firmata da 343 donne in risposta all’allora legislazione francese in materia, che considerava illegale l’interruzione di gravidanza e ne prevedeva la criminalizzazione.

Il 17 dicembre 2014, Éloïse Bouton fu condannata a un mese di reclusione con sospensione della pena e al pagamento di un risarcimento di duemila euro alla chiesa de’ la Madelaine277. Il 15 ottobre dello stesso anno, un’altra attivista, Iana Zhdanova era stata condannata per il medesimo reato, a seguito dell’abbattimento della statua in cera raffigurante il presidente russo Putin al Museo Grévin di Parigi. Il fatto risaliva al 5 giugno 2014278; il risarcimento richiesto ammontava a mille cinquecento euro, ma la Zhdanova fu poi assolta in appello il 12 gennaio 2017279.

274 Éloïse Bouton, op. cit., pp. 87-98.

275 Spagna, il governo ritira la riforma dell'aborto. Rajoy: "Non c'è consenso sufficiente", “La Repubblica”,

23 settembre 2014. Ultima consultazione: 23 giugno 2017. < https://goo.gl/sSB5mC >.

276 Il Manifesto delle 343 fu pubblicato il 5 aprile 1971 da «Le Nouvel Observateur». Il Manifesto è

conosciuto come «Le manifeste des 343 salopes» a seguito della pubblicazione di una vignetta satirica da parte della rivista Charlie Hebdo, sempre nell’aprile 1971.

277 Delphine de Mallevoüe, Une ex-Femen condamnée pour «exhibition sexuelle», “Le Figaro”, 17

dicembre 2014. Ultima consultazione: 23 giugno 2017. < https://goo.gl/jJgu93 >.

278 La Femen ayant attaqué la statue de cire de Poutine condamnée, “Le Monde”, 15 ottobre 2014. Ultima

consultazione: 24 giugno 2017. < https://goo.gl/FZuYuB >.

279 La première Femen condamnée pour «exhibition sexuelle» relaxée en appel, “Le Monde”, 12 gennaio

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In entrambi i casi, la difesa delle attiviste si basò sull’intento politico e non offensivo né blasfemo dell’azione compiuta, e si pose l’accento sull’iper-sessualizzazione che attraversava il corpo femminile nella società francese. Le Femen ricercarono supporto dal mondo politico: nel 2014 si appellarono all’ex ministro della giustizia, Christiane Taubira, con una lettera aperta280, pubblicata dall’«Huffington Post», mentre, più recentemente, si sono rivolte all’attuale segretario di Stato per l’uguaglianza tra gli uomini e le donne, Marlène Schiappa, per ribadire il diritto alla libera espressione e la decisione di utilizzare il proprio corpo per fini politici in pubblico.

A seguito delle manifestazioni che alcune attiviste condussero contro la presidente del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, a Hénin-Beaumont, durante il primo e secondo turno delle presidenziali 2017 in cui era candidata281, fu, infatti, avviato un nuovo processo contro nove attiviste del movimento. Come nel caso di Éloïse Bouton, le nove Femen sono state condannate a un mese di reclusione con sospensione della pena e al pagamento di una multa di cinquecento euro, perché, secondo il giudice, le azioni a seno nudo colpiscono il pudore altrui e «in giurisprudenza, i seni sono considerati una parte sessuale», priva di significato politico282.

Femen si batte ora per ottenere un chiarimento alla definizione di «esibizione sessuale» data dal Codice Penale francese, al fine di proteggere il proprio diritto alla libera espressione e manifestazione, nonché il diritto per le donne di utilizzare il proprio corpo sulla scena pubblica, al pari degli uomini.

Sostegno al movimento fu espresso da Marlène Schiappa, che, rispondendo all’appello delle Femen, fornì in tal modo anche un primo riconoscimento «ufficiale» da parte di un membro del governo francese al carattere politico dello sextremism.

Come voi, sono dispiaciuta dal fatto che il perdurare degli stereotipi sessisti porti la nostra società a considerare, ancora oggi, offensiva la nudità delle donne, mentre quella degli uomini è vista come atto di militanza. Ciò che è “tollerabile” per gli uomini lo deve essere anche per le donne. Condanno quindi la sessualizzazione sistematica della nudità femminile e il controllo sociale del corpo che l’accompagna283.

280 Femen, Rébellion, cit., pp. 181-183.

281 Jeanne Blanquart, Présidentielle: des militantes Femen arrêtées à Hénin-Beaumont en pleine action,

“France 3”, 23 aprile 2017. Ultima consultazione: 24 giugno 2017. < https://goo.gl/6s2yQr >.

282 Hénin-Beaumont: un mois de prison avec sursis requis contre neuf Femen, “France 3”, 20 settembre

2017. Ultima consultazione: 21 settembre 2017. < https://goo.gl/aA7eMm >.

283 Marlène Schiappa (@MarleneSchiappa), Twitter, 31 maggio 2017. Consultato il 25 giugno 2017. <

97 Il legame tra nudità e liberazione della donna dimostra ancora una volta la sua centralità nel discorso su Femen e il simbolo del seno nudo ritorna a essere oggetto di diverse interpretazioni, a seconda dei diversi contesti socio-politici in cui viene utilizzato.

99 V. ACCENNI SULLA RELIGIONE