• Non ci sono risultati.

ADORAZIONE: COLTIVARE L’IMMAGINAZIONE

I MANTRA E I RITI INIZIATICI

ADORAZIONE: COLTIVARE L’IMMAGINAZIONE

La mente ha bisogno di un'immagine concreta che la tenga concentrata durante la pratica del Mantra. Nel Bhakti Yoga, lo yoga dell’amore e della devozione, il praticante si concentra sull’immagine della divinità connessa al Mantra. Quest’ultima, Ishta Devata, crea un grande desiderio nel devoto, il quale sperimenta un rapporto di amore, di misericordia e di aiuto con la divinità che l’immagine rappresenta, grazie alla resa completa del corpo, della mente e dell’ego ai piedi della divinità stessa.

L’immagine rappresenta l’Altissimo, tutto Ciò che è sacro, perfetto, bello agli occhi del devoto, e nell’individuo si genera una risposta a quelle qualità.

Potete dipingere quell’immagine, prelevarla da un libro, oppure utilizzarne una del vostro insegnante spirituale, scelta che si può rivelare molto utile in quanto sapete già che aspetto lui, o lei, ha. Date vita a un'immagine del Divino che caricate con il potere della vostra mente, della vostra preghiera e del vostro amore, e in questo modo coltiverete l’immaginazione nel praticare il Mantra.

Queste figure di adorazione possono essere invocate anche con l’occhio della mente, aumentando così il potere della visualizzazione positiva. Il desiderio nasce

dall’immaginazione e nell’adorazione noi poniamo Dio nella nostra mente in modo che il Divino diventi parte del nostro desiderio e da portare gli schemi per la

realizzazione di quel desiderio a un livello più elevato. Gli occhi possono essere tenuti chiusi, lo sguardo può essere focalizzato sullo spazio fra le sopracciglia. Ma se nel cantare non riuscite a quietare la mente, aprite gli occhi e levate il vostro canto diritto verso il cielo, invocando il nome di Dio in trepida attesa che Qualcuno possa davvero ascoltare. Usate il potere della vostra immaginazione e nel guardare il cielo figurate di vedervi un enorme orecchio, poi indirizzate il canto a quest’orecchio e osservate cosa succede. Come alternativa potete scegliere un'immagine di Dio e radicarla saldamente nella vostra mente, poi tentare di riprodurla nel cielo e provare un profondo desiderio di essere vicini a lui. Visualizzate Cristo sulla croce oppure una barca da pesca che calma la tempesta; oppure

immaginate Krishna, con i suoi splendidi gioielli indiani, la sua piuma di pavone, il suo flauto, i campanelli alle caviglie e la pelle azzurra che indica come lui sia un dio e non un essere umano e che rappresenta il principio divino.

Per pacificare la vostra mente ribelle e vincere la tentazione di lasciarvi distrarre, potete intervallare la recitazione del Mantra a brevi atti di adorazione, come scegliere e disporre fiori, preparare ghirlande oppure accudire un altare, aprendo così la vostra consapevolezza a quell’aspetto del Divino. Per prima cosa destinate un angolo della vostra casa a luogo sacro in cui cantare il Mantra e adorare, poi scegliete un rituale che si adatti a voi, un rito che vi permetta di concentrare la mente.

All’inizio molte persone avvertono un bisogno di protezione e il Siva Mantra può essere una risposta a questo impulso iniziale. Per includere l’adorazione del

Signore Siva nella vostra pratica è sufficiente pronunciare il suo nome nel lasciar cadere acqua limpida su una pietra che lo rappresenta. Siva è l’aspetto del Divino che i rishi hanno riconosciuto come il creatore, il Sakta, il Signore della Kundalini e dell’Hatha Yoga, pratiche molto

coinvolgenti che richiedono una disciplina molto dura. Per quanti non posseggono queste capacità è comunque

sufficiente invocare il nome di Siva nel versare un pò d’acqua su una pietra.

Se la divinità da voi scelta è il Signore Siva come

distruttore di tutti gli ostacoli, potete coltivare fiori bianchi e deporli per lui sull’altare. Secondo la legge

dell’associazione di pensiero, i fiori bianchi vi metteranno in contatto con i picchi innevati dell’Himalaya che sono la dimora del Signore Siva. Se cantate l’Hari Om, invocando l’aspetto del Signore Vishnu, il protettore, potrete invece usare fiori azzurri. Le rose o altri fiori multicolori possono essere offerti alla Madre Divina quando si impiegano l’Ave Maria oppure l’Om Tara come Mantra personale.

Ponete un fiore, reale o immaginario, davanti a

un'immagine di Cristo, della Madre Vergine, di Siva, di Buddha o di chi desiderate, poi recitate:

"Dio, ecco un fiore. Non ho fatto io questo fiore, non ho il potere di creare un fiore, non ho davvero nulla, non una sola cosa che possa definire mia, ma prendo questa piccola parte della tua creazione e la restituisco a te, caricata con il mio amore, la mia emozione e la mia devozione. Ti prego di accettare la mia offerta."

Questo gesto vi aiuterà a rendervi conto che, soltanto dopo aver effettuato il necessario lavoro preliminare con la

vostra immaginazione, potrete riconoscere Dio nel fiore o vedere in esso la Luce Divina.

Potete deporre fiori sull’altare, accendere una candela e dire:

"Dio, vorrei che tu accettassi questi fiori come simbolo della mia devozione; possa la candela essere un simbolo dei miei falsi desideri e possano essi bruciare alla Luce della Saggezza come questa candela brucia davanti ai miei occhi."

Ponete sull’altare un piccolo recipiente d’acqua e lasciatelo là per tre mesi senza rinnovare l’acqua. Ogni giorno bevetene appena un piccolo sorso e meravigliatevi nel constatare che essa rimane fresca a mano a mano che Voi elevate le Vibrazioni della vostra mente in virtù dei canti e delle preghiere. Identificate ogni sorso d’acqua in un simbolo dei Mantra e delle preghiere che lavano via i detriti della mente, e potrete verificare che l’acqua rimane fresca senza bisogno di essere coperta per tutto il periodo della vostra pratica spirituale. Non vi vergognate di compiere simili atti di devozione: avete il diritto di aspettarvi molto, ma dovrete aprire nuove porte perché possa succedere qualcosa.

Il rituale dovrebbe aiutare l’individuo a sperimentare la gratitudine per la conoscenza di Ciò che ogni aspetto del potere impersonale rappresenta davvero. L’adorazione di qualche aspetto del Divino può essere più elaborata, ma non S necessario che il rito sia complicato, in quanto se troppo complesso potrebbe finire per opprimere

l’adoratore con i suoi dettagli, escludendo l’affiorare di sentimenti più profondi.

Potete anche ricamare l’immagine del Devata del vostro Mantra e nel realizzare ogni singolo punto ponetevi domande del tipo:

"perché la pelle è di questo colore? perché la mano è tenuta in questa posizione? cosa simboleggia questo particolare gioiello?" Dopo aver trascorso qualche tempo ad affinare l’immaginazione attraverso una varietà di forme di adorazione, la mente potrebbe raggiungere un livello di concentrazione tale da ricorrere spontaneamente a immagini più complesse del Divino, come un alito di vento o la Luce.

Capitolo 8

Documenti correlati