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L’adozione della tecnologia blockchain nel management della supply chain: nuove prospettive di ricerca

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Obiettivi. L’evoluzione degli scenari competitivi, caratterizzati dalla centralità del consumatore e da spinte molto

forti verso la personalizzazione dei prodotti e servizi, modifica profondamente e progressivamente le pratiche di gestione dei processi di produzione e logistici. Le risorse delle quali l’impresa dispone sono sempre più scarse (e preziose) e perciò essa è indotta a concentrarsi sul proprio core business, delegando a terzi tutte le attività ritenute non strategiche (Dopfer et al., 2017; Oliver, 1997; Peteraf, 1993). Di conseguenza, le catene di divisione del lavoro si allungano, e l’impresa si trova inserita in un network sempre più articolato e complesso di attori economici, con i quali deve interagire, confrontarsi e competere costantemente (de Resende et al., 2018). Tale network sovente diviene centrale per la creazione del valore, e perciò l’impresa punta strategicamente allo sviluppo di capacità in una

prospettiva allargata, per la gestione della propria supply chain1.

Le imprese più grandi si rendono protagoniste di scelte di allungamento della catena della fornitura, traendo vantaggio dalla loro buona dotazione di risorse materiali e immateriali (Basile et al., 2003). Ma anche le piccole e piccolissime imprese, quando sufficientemente innovative (le cosiddette entrepreneurial firms) si avvantaggiano dei nuovi assetti competitivi, nella misura in cui riescono a sfruttare la tecnologia per aumentare la capacità di gestire le relazioni e la flessibilità (Siegel et al., 2017).

Il supply chain management deve riuscire a rispondere alle complesse sfide poste dai nuovi assetti competitivi, e i processi che lo costituiscono non possono più seguire logiche di tipo compartimentale, ma diventano orizzontali e trasversali alle attività o funzioni, con l’unico obiettivo di generare valore per il cliente (McCormack et al., 2008). Secondo una visione orientata ai processi, infatti, l’impresa inserita in questo scenario diventa essa stessa un sistema di processi integrati, nel quale il coordinamento e la sincronizzazione sono essenziali (Lockamy III, McCormack, 2004; Porter, 1985; Davenport and Short, 1990). Per implementare l’approccio strategico orientato ai processi e identificare le linee guida e le misure di performance della supply chain, la letteratura ha introdotto i modelli di maturità dei processi di gestione della catena, attraverso i quali è stato possibile concettualizzare il processo di gestione in termini evolutivi, e comprenderne le dinamiche collegate agli aspetti di controllo, costo, performance, efficacia ed efficienza (McCormack et al., 2008; Poirier e Quinn, 2004), anche in relazione alla conoscenza di tipo tecnologico (Aryee et al., 2008).

L’assoluta rilevanza della tecnologia nei processi di reingegnerizzazione e allungamento delle catene della fornitura, infatti, giustifica il progressivo interesse che la letteratura di management dedica all’adozione delle tecnologie nel mondo della manifattura e dei servizi. La disponibilità e la capacità di utilizzare strumenti tecnologici avanzati permette alle imprese di comunicare con gli altri attori della catena della fornitura, e inoltre di gestire i processi in maniera coordinata e fluida, minimizzando le inefficienze e gli sprechi, e raggiungendo livelli di performance superiore (Busse et al., 2017). Grazie a strumenti tecnologici sempre più evoluti gli attori di un network possono gestire in tempo reale le loro attività, anche su scala territoriale ampia, abbattendo di fatto i vincoli geografici.

Dal punto di vista tecnologico, la più recente ondata di innovazione si concretizza nella cosiddetta quarta rivoluzione industriale, che si basa sulle tecnologie digitali, e sulla disponibilità di connessioni internet super veloci e di dispositivi connessi grazie a sensori piccoli e leggeri, che permettono agli oggetti di comunicare e ricevere informazioni in tempo reale (ad esempio, mediante l’Internet of Things, e l’Internet of Everything). Il management entra nell’era del digitale, e la gestione della supply chain si evolve per effetto di questo cambiamento tecnologico (Ben-Daya, 2017; Vona, Di Paola, 2013).

Tra le tecnologie digitali, la Blockchain riceve una particolare attenzione, relativamente alla gestione della supply chain, per il suo interessante potenziale, relativo ad alcuni degli aspetti critici delle catene della fornitura (Di Paola,

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Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese - Università di Napoli “Federico II” e-mail: roberto.vona@unina.it

Ricercatore di Economia e Gestione delle Imprese - Università di Napoli “Federico II” e-mail: ndipaola@unina.it

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La Londe e Pohlen (1996), in una delle prime definizioni di supply chain management, parlano di “incremento di valore economico, percepito dal cliente attraverso la gestione sincronizzata dei flussi delle materie prime e delle informazioni associate, dall'approvvigionamento delle materie prime al consumo". Sebbene la definizione appena riportata preceda molte delle tendenze più recenti alla complessificazione e all’allungamento delle catene del lavoro, tuttavia in essa risulta già chiara la rilevanza del coordinamento tra i diversi attori coinvolti nella catena, attraverso lo scambio di informazioni oltre che di materiali.

2018). Tale tecnologia nasce nel 2008 per la gestione del sistema di pagamenti associato alle cryptovalute, e specificamente al bitcoin, e però si estende ben presto ad altri ambiti applicativi (alcuni autori in questo senso parlano di blockchain 2.0). La blockchain è un sistema condiviso di registri criptati, che si aggiornano in modo sincronizzato, in tempo reale, senza la necessità di avere autorità di controllo e coordinamento. Più specificamente, il Financial Times (2016) definisce la blockchain come un “network di computer, che devono unanimamente approvare una transazione affinchè questa sia registrata su un registro pubblico, che tutti quelli che appartengono al network possono consultare”. Così, quando alcune specifiche condizioni si verificano, un nuovo blocco di informazioni può essere aggiunto a quelli preesistenti, andando ad aggiornare in modo sincronizzato, e relativamente sicuro, tutti i registri condivisi presenti nel sistema.

Nella gestione delle catene della fornitura, la tecnologia blockchain 2.0 può esprimere il suo potenziale, migliorando ad esempio la tracciabilità dei beni o la visibilità dei soggetti che intervengono negli scambi (Ruta et al., 2017), In questo senso, appare senz’altro interessante analizzare i meccanismi di funzionamento e coordinamento attivati nelle catene della fornitura che adottano la blockchain, per comprendere se e in che modo essa sia capace di modificare la struttura delle procedure e delle reti consolidate in tali catene.

Tuttavia, vista anche la relativa novità delle applicazioni blockchain 2.0 al supply chain management, la letteratura non chiarisce ancora del tutto quali siano le concrete potenzialità applicative della tecnologia blockchain, e soprattutto non fornisce risultati consolidati sul suo impatto sulla struttura dei processi di management delle catene della fornitura. Alcuni studiosi riconoscono alla tecnologia un enorme potenziale, in grado di modificare i modelli di business delle imprese, mentre altri la criticano profondamente, soffermandosi sui limiti e sui rischi a essa connessi, ad esempio in termini di frode, hacking, e tutela della privacy.

Il presente lavoro, intende colmare questo gap, adottando una prospettiva orientata all’analisi dei processi, per comprendere se e in che modo l’introduzione e l’utilizzo della tecnologia blockchain nel management della supply chain possa contribuire alla ulteriore maturazione dei processi che la riguardano, e dunque al miglioramento della sua performance complessiva. Più specificamente, il lavoro di ricerca si pone l’obiettivo di comprendere quale sia il contributo dell’adozione della blockchain technology all’implementazione di una supply chain matura e performante, e pertanto intende verificare se: 1) l’adozione della tecnologia blockchain aumenta il livello di maturità dei processi di gestione della catena della fornitura; 2) l’adozione della tecnologia blockchain migliora la performance complessiva della catena della fornitura.

Metodologia. Il presente lavoro intende rispondere ai quesiti di ricerca sulla base del framework concenttuale di

analisi della maturità dei processi. Una delle prime applicazioni del framework al supply chain management risale al 2004, con il lavoro di Lockamy III, McCormack, 2004. Coerentemente con gli studi di software development (Harter et al., 2000), dai quali questo approccio trae origine, un processo è concettualizzato come interconnessione di attività trasversali, ed è inteso come un fenomeno in divenire, che ha un suo ciclo di vita, e matura secondo tempi e modalità osservabili.

Lockamy III e McCormack (2004) partono dagli strumenti di rilevazione generalmente utilizzati per lo sviluppo del software (Software Engineering Institute, 2002), e li adattano per analizzare il grado di maturità dei processi di supply chain management. Attraverso uno studio trasversale su più settori, i ricercatori constatano che all’aumentare del grado di maturità di un processo, si verifica un meccanismo di istituzionalizzazione dello stesso, che conduce al consolidamento di standard e comportamenti generalmente accettati nelle imprese, favorendo il raggiungimento di risultati migliori. Essi, inoltre collegano il grado di apertura delle imprese con la maturità dei processi, riscontrando che all’aumentare della maturità del processo di gestione le imprese si aprono sempre di più all’interazione e alla partnership con soggetti esterni.

Il presente lavoro adatta gli strumenti di valutazione proposti da alcuni degli studi più citati sul modello della maturità dei processi (Lockamy III, McCormack, 2004; McCormack et al., 2008; Poirier e Quinn, 2004; Aryee, 2008), per utilizzarli nello studio empirico di un caso di applicazione della tecnologia blockchain alla filiera del pronto moda femminile (Vona, 2004), La raccolta dei dati è tuttora in corso e prevede la consultazione di fonti aziendali (siti web, note integrative, reportistica interna, ecc.) e inoltre lo svolgimento di interviste a middle e top manager dell’impresa oggetto di studio.

Oltre al calcolo degli indicatori previsti dai tool valutativi, le risultanze emergenti dalle interviste ai manager sono analizzate mediante l’utilizzo della metodologia grounded theory (Glaser e Strauss, 1967). Essa prevede la sistematica codifica delle evidenze raccolte, che guida nella loro progressiva concettualizzazione, per giungere alla identificazione di un disegno sociale emergente (Glaser, 2002; Stefan e Recker, 2009). Nello specifico, la metodologia grounded theory si basa sulla identificazione di concetti “in vivo”, che derivano dalle ricorrenze nei comportamenti osservati, opportunamente riconosciute e analizzate attraverso procedure sistematiche e iterative di validazione (O’Reilly et al., 2012).

In coerenza con la grounded theory, la raccolta delle evidenze empiriche continua mediante un campionamento di tipo teorico, che si conclude quando si giunge a saturazione, cioè al punto di sostanziale inerzia teorica (Morse, 2005), Il lavoro di analisi si articola in tre passaggi essenziali: ad una prima fase di micro-analisi e codifica dei concetti (open coding), segue una seconda fase di aggregazione dei codici in categorie utili alla identificazione di alcune prime proposizioni (axial coding). Il processo si conclude con una terza fase di ulteriore aggregazione e ordinamento gerarchico dei codici (selective coding) che tende verso l’addensamento intorno al quesito di ricerca principale.

L’ADOZIONE DELLA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN NEL MANAGEMENT DELLA SUPPLY CHAIN: NUOVE PROSPETTIVE DI RICERCA

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L’analisi si basa sull’idea che la rilevanza per le imprese dei processi di adozione dell’innovazione tecnologica si verifica solo quando l’impresa riesce a portare al mercato il risultato del suo sforzo innovativo, in un processo di creazione del valore che generi un miglioramento della sua performance (Liao e Rice, 2010). Nel caso delle supply chain, tali vantaggi si concretizzano in termini di cost-effectiveness dei servizi e di valore aggiunto delle attività sviluppate grazie alle tecnologie digitali, che sono capaci di creare benefici per una moltitudine di stakeholder, anche molto diversi tra loro (Korpela et al. 2017).

Risultati. La maturità dei processi si estrinseca nello sviluppo di capacità nelle imprese, che si riferiscono a

quattro aspetti rilevanti (Lockamy III e McCormack, 2004): 1) prevedibilità/certezza; 2) controllo/stabilità; 3) efficacia/accuratezza; 4) efficienza. Dall’analisi della maturità dei processi di gestione della supply chain emerge la rilevanza di un modello a cinque stadi (ad hoc, definita, connessa, integrata, estesa), ad ognuno dei quali corrispondono differenti livelli di certezza, stabilità, efficacia ed efficienza (Lockamy III, McCormack, 2004).

Grazie all’analisi delle evidenze empiriche raccolte, e della letteratura scientifica analizzata, il lavoro permette di evidenziare i segmenti del processo di gestione della supply chain nei quali maggiormente si registrano gli effetti dell’adozione della tecnologia blockchain, in termini di incremento della maturità e della performance. Tra questi, si possono citare gli approvvigionamenti, i processi di produzione, il trasporto e la reverse logistics. Più specificamente, gli scambi alla base dei processi di approvvigionamento, se gestiti mediante l’utilizzo di una blockchain, incorporano le informazioni rilevanti sugli attori della transazione (fornitore e cliente), sulle condizioni di vendita e sul pagamento, riducendo i costi complessivi di transazione e i margini per eventuali contenziosi. Le attività di produzione possono beneficiare di informazioni codificate sulla provenienza delle materie prime e dei semilavorati, e inoltre della possibilità di certificare in modo immodificabile la provenienza e la composizione dei prodotti realizzati. Inoltre, la blockchain può permettere di gestire in modo sicuro e coordinato i documenti accompagnatori della merce durante il trasporto, anche se lunghe distanze e con il coinvolgimento di differenti soggetti economici. Infine, la reverse logistics può essere gestita in modo più rapido ed economico grazie alla precisione e puntualità delle informazioni connesse con i resi e le riparazioni o sostituzioni.

Limiti della ricerca. I risultati ottenuti attraverso lo studio qui presentato, soffrono di alcuni limiti di tipo

metodologico e di contesto, che offrono validi spunti per proseguire l’analisi mediante successivi approfondimenti. La metodologia di analisi adottata, di tipo qualitativo, può essere integrata, ampliando la base di dati e utilizzando delle metodologie di analisi di tipo quantitativo o misto, che possano offrire maggiori prospettive di generalizzazione dei risultati. Il lavoro si basa sull’analisi di un caso aziendale, ma un allargamento a un numero maggiore di casi potrebbe permettere la comparazione tra gli stessi. In tal caso, sarebbe possibile utilizzare metodologie miste, come la Qualitative Comparative Analysis (QCA).

Implicazioni pratiche. Lo studio si propone di rileggere il modello della maturità dei processi con specifico

riferimento all’implementazione della tecnologia blockchain nelle pratiche di gestione delle catene della fornitura. Dal punto di vista pratico, esso offre numerosi contributi, utili alle imprese per prendere decisioni collegate all’adozione delle tecnologie digitali nei loro processi di produzione e logistica. Il modello, infatti, permette di analizzare in modo strutturato i singoli aspetti che concorrono a rendere più maturi i processi, e perciò a migliorare la performance complessiva dell’impresa, consentendo ai manager di aumentare la propria consapevolezza nei processi decisori collegati all’adozione della tecnologia. Inoltre, esso permette di porre le basi per futuri studi nei quali sarà possibile esplorare le ricadute scientifiche ed empiriche anche in altri ambiti di ricerca, tra i quali l’agri-food (Vona e Di Paola, 2013), il farmaceutico (Vona, 2004), la cyber-security e la lotta al riciclaggio (Conzo e Vona, 2014; Conzo et al., 2017).

Originalità del lavoro. Il lavoro propone una sistematizzazione della letteratura sulle applicazioni al supply

chain management del modello di maturità dei processi. Il lavoro è il primo originale tentativo, nei limiti della conoscenza di chi scrive, di applicare il modello di maturità dei processi di supply chain management alle esperienze di innovazione digitale che lo stanno interessando, con particolare riferimento alla tecnologia blockchain.

Parole chiave: blockchain; case study; innovazione; maturity model; supply chain

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