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Storia dell’emergenza rifiuti in Campania

7. L’affaire FIBE-Impregilo

Un aspetto critico del processo di trattamento così com’è stato definito in Campania è la cattiva qualità del CDR o delle ecoballe derivate dai rifiuti. Sequestri giudiziari dimostreranno che le infrastrutture non erano in grado di separare i vari tipi di rifiuti, e il CDR prodotto era praticamente impossibile da bruciare. Nelle ecoballe vengono trovate percentuali di arsenico oltre i limiti legali, insieme a interi oggetti (per esempio, ruote con copertoni e struttura intatti). La frazione umida conteneva inoltre acqua in percentuali troppo elevate da renderla utile per l’incenerimento nei

termovalorizzatori50. Per essere utilizzabile infatti il CDR dovrebbe contenere un massimo del 15%

di acqua, ma le percentuali rinvenute si aggirano attorno al 30%, rendendo così inattuabile un incenerimento sia secondo le normative europee, sia secondo le leggi italiane, in primo luogo per le emissioni altamente tossiche che un tale incenerimento produrrebbe e in secondo luogo a causa di un ritorno energetico sull’investimento energetico (EROI, dall’inglese Energy Return on

Investment) negativo, dal momento che la quantità di energia prodotta dalla combustione delle

ecoballe sarebbe minore di quella necessaria per bruciarle51.

Inoltre un problema grave delle ecoballe è rappresentato proprio dal loro stoccaggio: infatti, se lasciate ammassate in un luogo per un tempo superiore a qualche settimana, cominciano a comportarsi «come delle mini discariche»52. La materia organica si decompone in assenza d’aria e

comincia a produrre gas e percolato. È sufficiente che l’involucro sia bucato perché ne fuoriesca del gas maleodorante; altrimenti è il gas stesso, se l’involucro non è abbastanza resistente ad arrivare a una pressione tale da bucarlo da solo, cosa che nelle ecoballe campane accade spesso53 e come si

può vedere in Fig. 2. Per quanto concerne la qualità delle ecoballe, tra l’altro, occorre segnalare un’ulteriore anomalia: i controlli sul CDR, che avrebbero dovuto testimoniare la qualità dell’operato della FIBE, erano compiute presso un laboratorio genovese, di proprietà di... Fisia, capogruppo di FIBE54. Infine, produrre un "buon" combustibile sarebbe stato difficilmente

possibile, con le ecoballe campane: infatti per rispettare le specifiche tecniche del decreto ministeriale del 1998, cioè un alto potere calorico e un basso tenore di umidità, si sarebbe dovuto usare il 50% di rifiuto urbano, preferibilmente derivato da raccolta differenziata e il 50% di rifiuto speciale (gomma o plastiche). Ciò, sostiene Iacuelli, in Campania non è fattibile, dal momento che non vengono prodotti dalla regione rifiuti speciali in quantità sufficienti, che bisognerebbe quindi importare da altre regioni55.

Nel frattempo, la gestione commissariale entra in scontro con la dirigenza FIBE: il commissario Catenacci propone infatti di affidare a un’impresa romana gli accertamenti tecnici, ma alla FIBE conviene che questi restino al laboratorio di Genova, per ovvi motivi.

50 Rabitti (2008) definisce quello campano piuttosto un inceneritore che un termovalorizzatore: nel primo caso, non avviene recupero di energia, nel secondo sì. La struttura di Acerra, secondo Rabitti, non produrrebbe quindi energia riutilizzabile.

51 Greyl, L., Vegni, S., Natalicchio, M., Cure, S., & Ferretti, J. (2010), The Waste Crisis in Campania, Italy. Sito web CEECEC (disponibile in linea: http://www.ceecec.net/case-studies/waste-crisis-in-campania-italy/, accesso effettuato il 03-11-2010).

52 Rabitti, op. cit.: 118. 53 Id.

54 Iacuelli, op. cit.: 113. 55 Ibid: 115.

Fig. 2 Ecoballe stracciate (fonte: http://www.chiaianodiscarica.it/?p=133)

I siti CDR sono sottoposti a sequestro preventivo da una decisione del tribunale di Napoli il 12 maggio 2004, ma la gestione di questi siti è lasciata alla FIBE, a condizione che rispetti le leggi e il contratto. La FIBE tuttavia viola ripetutamente tali condizioni: il contratto, per esempio, rinforzava l’obbligo della FIBE di garantire l’incenerimento del CDR negli impianti esistenti per la produzione d’energia, in attesa del completamento dell’impianto di Acerra, ma la FIBE non solo non assolve a questo incarico, per quanto viene meno perfino alla messa in atto di un trattamento delle ecoballe per la produzione di CDR conforme a quanto richiesto dalla legge.

Il 30 novembre 2005 arriva, con il decreto n. 245, lo scioglimento del contratto con la FIBE: le responsabilità dell’ATI non sono comunque menzionate nel decreto, che si limita ad addurre come cause dello scioglimento i decreti di sequestro degli impianti dal parte della Procura56; inoltre, la

compagnia dovrà continuare a gestire gli impianti di trattamento dei rifiuti e delle aree di stoccaggio finché non sarà selezionato un nuovo consorzio. Il decreto diviene legge il 27 gennaio 2006 (legge n. 21).

Alla fine del giugno 2007 i magistrati di Napoli sequestrano un totale di 750 milioni di euro del patrimonio di Impregilo57, imponendo un anno d’interdizione a trattare di gestione dei rifiuti con

qualunque ente amministrativo pubblico. L’8 agosto 2007, nell’ambito dell’inchiesta sull’emergenza rifiuti in Campania denominata "Rompiballe", il tribunale ordina la confisca di nove

56 Rabitti, op. cit.: 178. 57 Ibid.: 19.

siti in cui sono stoccate tre milioni di tonnellate di ecoballe di bassa qualità. Il giudice per le indagini preliminari Rosanna Saraceno considera i siti di stoccaggio ubicati tra la provincia di Napoli e quella di Caserta aree d’interramento illegali. Secondo i giudici, il CDR avrebbe dovuto essere confinato in discariche pre-trattate, e non ammassato, poiché violava la composizione chimica richiesta dalla legge (si veda par. 9). Viene imposto alla FIBE, che gestisce gli impianti di stoccaggio, di trattare le ecoballe in modo da poterle rendere inceneribili secondo le norme esistenti. Si stima che l’intero processo costerà alla FIBE circa 600 milioni di euro. Prima di seguire le fasi più recenti del processo "Rompiballe", però, i cui sviluppi in ogni caso esulano dalla trattazione di questa tesi, torniamo al periodo subito successivo alla crisi del 2001.