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4. Processi di valutazione della didattica universitaria:

4.3 Alcune prospettive internazionali

Nel concludere le linee di analisi delineate faremo qualche breve accenno ad alcuni organismi europei ed internazionali sul tema in oggetto.

In primo luogo, faremo riferimento alle principali considerazioni emerse dalle ricerche condotte dall‟OCSE (Organisation for Economic Co- Operation and Development), di cui fa parte anche il nostro Paese.

In particolare citiamo il Rapporto: “Learning Our Lesson. Review of Quality Teaching in Higher Education”230, in cui si rileva la difficoltà, nell‟ambito dei differenti sistemi universitari europei, di valutare la qualità dell‟insegnamento, in quanto si configura come un aspetto delicato e complicato.

In tale direzione l‟obiettivo dell‟ OECD – Institutional Management in Higher Education (IMHE) è quello di promuovere le migliori iniziative realizzate dalle istituzioni nell‟ambito della qualità e incoraggiare la sperimentazione di nuove pratiche per aiutare le altre istituzioni a migliorare il livello di qualità.

Il report esamina i due principali approcci alla valutazione della qualità dell‟insegnamento: l‟approccio top-down (che raggruppa tutte quelle iniziative in cui la qualità dell‟insegnamento viene valutata in base a parametri decisi e calati dall‟alto) e l‟approccio bottom-up (che raggruppa, invece, quelle iniziative per la qualità dell‟insegnamento che partono dal basso, attribuendo ai docenti e agli altri soggetti un ruolo partecipativo). Il focus è sulle ragioni e sull‟efficacia di queste iniziative. Lo studio condotto intendeva analizzare, a diversi livelli, il ruolo delle facoltà, dei dipartimenti, dell‟Università in senso più generale e dello Stato, al fine di

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Hènard Fabrice, Learning Our Lesson. Review of Quality Teaching in Higher Education, OECD, 2010.

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far emergere degli indicatori e delle questioni rilevanti su cui avviare un dibattito ed un confronto, nell‟ottica del miglioramento.

Sono state prese in esame 29 Istituzioni universitarie, appartenenti a diversi contesti socio-politici e con caratteristiche estremamente differenziate, in cui sono stati somministrati dei questionari ai diversi livelli presi in esame.

Le istituzioni sono state raggruppate in cinque profili, basati, a loro volta, su quattro criteri:

o Dimensione dell‟Istituzione; o Livello di studio;

o Discipline maggiormente presenti/caratterizzanti; o Livello di autonomia e selezione degli studenti. Alcune delle conclusioni principali emerse dal Report sono:

o Le dimensione dell‟insegnamento e della valutazione della qualità sono importanti in quasi tutte le istituzioni universitarie considerate, sebbene i concetti espressi siano estremamente variegati e in costante mutamento;

o La maggior parte delle iniziative di qualità sono empiriche, mentre sono rare quelle ispirate alla letteratura accademica;

o Le innovazioni tecnologiche hanno migliorato l‟interazione docenti- studenti;

o E‟ fondamentale l‟integrazione tra fattori esterni, derivanti dalle politiche nazionali ed internazionali (ad esempio le raccomandazioni del Processo di Bologna) e fattori interni, derivanti dai contesti locali specifici;

o Una condizione essenziale per il miglioramento della qualità è il sostegno e l‟incoraggiamento ad iniziative che partano dal basso, mediante il coinvolgimento di tutti gli stakeholders.

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Proseguendo nella direzione tracciata, un ultimo riferimento va ai Centers for teaching and learning excellence and Faculty development231, istituiti presso numerose università europee, statunitensi, australiane, ecc..

L‟obiettivo principale è quello della promozione dell‟eccellenza nell‟insegnamento e nell‟apprendimento e, in tal senso, la valutazione acquista una rilevanza centrale per raggiungere l‟eccellenza, in quanto stimola la riflessione e innesca il cambiamento.

I Centri che a livello internazionale si occupano di promozione dell‟eccellenza dell‟insegnamento universitario sono istituiti all‟interno delle università; nei siti web di riferimento la loro denominazione è: “Centri universitari per l‟insegnamento e l‟apprendimento eccellente e lo sviluppo professionale”. Le molteplici funzioni vanno dall‟aggiornamento, al supporto nell‟uso di strumenti valutativi, alla sperimentazione di nuove strategie didattiche, ecc..

Molti di questi Centri offrono risorse on-line, progettando e realizzando workshop per tutto il personale docente, così come programmi di orientamento, ecc..

Attraverso le prospettive di analisi considerate è stato possibile farsi un‟idea delle molteplici angolature e dei diversi punti di vista con cui può essere indagato e affrontato, sia a livello teorico che pratico il tema della valutazione della didattica universitarie.

Ulteriori sfaccettature, declinate in un contesto specifico, emergeranno nel prossimo capitolo, che concerne la ricerca sul campo.

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CAPITOLO QUARTO

L’esperienza del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Padova

1. Premesse ed obiettivi.

La decisione di scegliere come unità di indagine il Dipartimento di Scienze dell‟Educazione dell‟Università degli Studi di Padova232 deriva dalla grande esperienza maturata negli anni da questo Dipartimento e in particolare dal gruppo di ricerca coordinato dalla Prof.ssa Raffaella Semeraro233, in merito al tema in esame, testimoniata dalle importanti ricerche svolte (anche a carattere nazionale), dalla vasta documentazione prodotta (pubblicazioni, articoli, saggi, ecc..)234 e dai rilevanti risultati specifici e generali emersi (che verranno presi in esame).

La strategia di ricerca utilizzata è stata finalizzata all‟acquisizione di un‟adeguata comprensione del fenomeno nella sua singolarità ed unicità, in quanto rappresenta probabilmente una delle più rilevanti esperienze in

232 Cfr. il sito: http://www.educazione.unipd.it

233 Raffaella Semeraro è Professore Ordinario, nel settore scientifico disciplinare di

Pedagogia Sperimentale, presso la Facoltà di Psicologia dell‟Università degli Studi di Padova e Direttore della Scuola di Dottorato in Scienze Pedagogiche, dell‟Educazione e della Formazione della stessa Università.

234 Cfr. Semeraro Raffaella, Università e processi di valutazione: un dibattito aperto, in

“CADMO”, Vol. 11, Franco Angeli, 2003, pagg. 56-78.

Semeraro Raffaella, Una ricerca sulla valutazione della didattica universitaria in Italia, in “CADMO”, Vol. 13, Franco Angeli, 2005, pagg. 91-108.

Semeraro Raffaella (a cura di), La valutazione della didattica universitaria in Italia, in Europa,

nel mondo. Atti di un convegno internazionale, Franco Angeli, Milano, 2005.

Semeraro Raffaella, La valutazione della didattica universitaria. Paradigmi scientifici,

rivisitazioni metodologiche, approcci multidimensionali, Franco Angeli, Milano, 2006.

Semeraro Raffaella (a cura di), Valutazione e qualità della didattica universitaria. Le

prospettive nazionali ed internazionali, Franco Angeli, Milano, 2006.

Semeraro Raffaella (a cura di), La valutazione della didattica universitaria. Docenti e studenti

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Italia di analisi sistematica e di ricerca empirica sul tema in oggetto in ambito pedagogico; in particolare perché le prospettive teoriche e paradigmatiche assunte come riferimento riflettono un approccio multidimensionale alla valutazione, intesa come processo complesso e sostengono la necessità di integrare le procedure valutative a carattere sovraordinato con procedure valutative attente alle differenze, al coinvolgimento degli attori, nella direzione dell‟autovalutazione.

Infatti, alla luce di quanto detto nel quadro teorico delineato fino ad ora, sono emerse diverse considerazioni che hanno stimolato e orientato la ricerca in profondità condotta nella realtà in esame; nello specifico:

 nelle indicazioni provenienti dal versante politico-istituzionale la valutazione diviene un termine chiave che esplicita processi di verifica dell‟efficacia e dell‟efficienza, dell‟accertamento della qualità e di promozione del cambiamento. Si evince, però, la tendenza a creare processi di uniformità e di standardizzazione a livello macrosistemico, con la conseguente applicazione di procedure valutative a carattere discensionale;

 dall‟analisi dei principali modelli di valutazione desumibili dalla letteratura scientifica si può rilevare che esiste un panorama assai articolato che considera i processi di valutazione come interazioni di carattere negoziale e che manifesta una crescente attenzione alle esigenze espresse dai soggetti coinvolti nei processi;

 l‟armonizzazione dei processi valutativi sul piano europeo dovrebbe considerare lo spazio riservato all‟autonomia universitaria che si attua a livello micro strutturale, nei singoli Atenei, seppure in un quadro di collegamenti con le normative nazionali e con le direttive europee.

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Queste prospettive hanno costituito le premesse per esplorare la realtà concreta del contesto universitario individuato, in termini di applicazione di modelli di valutazione della didattica universitaria elaborati, di risultati ottenuti e di percorsi di indagine aperti; con l‟obiettivo di trovare delle risposte alle seguenti domande di ricerca:

 Nell‟esperienza dell‟Università degli Studi di Padova, nell‟ambito della valutazione della didattica universitaria, quali sono i modelli di valutazione (e i relativi metodi e strumenti) dichiarati e principalmente utilizzati?

 Quali i punti di forza e le criticità?

 Possono essere individuati dei punti di convergenza, e quali, tra procedure valutative di tipo top-down (tendenti alla uniformità e alla standardizzazione) e procedure valutative di tipo bottom-up (attente alle differenze e al coinvolgimento dei diversi soggetti)?  Quale il ruolo e il contributo delle scienze pedagogiche?

 Le indicazioni emergenti dagli organismi europei e dagli orientamenti istituzionali trovano concreta applicazione? In che rapporto con lo spazio riservato all‟autonomia universitaria?

 Quali le prospettive di ricerca aperte?