4. Processi di valutazione della didattica universitaria:
4.1 La prospettiva “ermeneutico-riflessiva”
La via “ermeneutico-riflessiva” alla valutazione della didattica universitaria parte dagli stessi presupposti citati nei precedenti paragrafi, ossia non rinnega la visione oggettivistica della valutazione, ma introduce alcune funzioni innovative che di fronte ai mutamenti degli scenari sociali contemporanei (di cui abbiamo parlato in modo approfondito) diventano essenziali per rispondere alle istanze qualitative emergenti nell‟università, ossia: la funzione formativa, orientativa e riflessiva226.
La funzione formativa si traduce nel sostegno al percorso di insegnamento – apprendimento e di tutoring – accompagnamento dello studente, sia sul piano meta cognitivo, sia sul piano emotivo-affettivo.
Quindi, partendo dalla consapevolezza che il processo di apprendimento si configura come multifattoriale (cioè interagiscono fattori cognitivi, emotivi e relazionali), alla tradizionale funzione accertativa di conoscenze, abilità e competenze intellettuali e culturali si affianca la promozione costante della motivazione e del senso di competenza dello studente.
225 Galliani Luciano, op. cit., pag. 130.
226 Le riflessioni presenti in questo paragrafo si basano sulle prospettive teoriche elaborate
dalla Prof.ssa Loredana Perla (Docente presso l‟Università degli Studi di Bari) sul tema in esame. Cfr. Perla Loredana, Valutazione e qualità in università, Carocci, Roma, 2004.
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Luisa Pandolfi, La valutazione della didattica universitaria: orientamenti istituzionali e sviluppi pedagogici. Tesi di dottorato in Pedagogia Sperimentale - Università degli Studi di Sassari.Infatti L. Perla evidenzia che: “Apprendere non equivale soltanto ad acquisire nuovi contenuti, ma anche ad imparare a costruire, destrutturare e riprogettare l‟immagine di sé personale e professionale”227.
La seconda funzione innovativa della didattica è quella orientativa, che promuove una didattica:
o Personalizzata;
o Centrata sullo studente;
o Basata sull‟uso di metodologie plurali e di curricoli flessibili; o Incoraggiante l‟autovalutazione;
o Incoraggiante i processi di decisione,
o Mirata ad individuare le prime manifestazioni attitudinali, a scoprire inclinazioni; a far emergere specifici interessi disciplinari. Una didattica di tipo orientativo promuove, altresì, l‟autovalutazione dello studente, al fine di favorire la progressiva maturazione attitudini di giudizio e controllo della propria esperienza formativa.
Infine, la terza funzione innovativa della valutazione in didattica è quella riflessiva e concerne in modo particolare la figura del docente. A quest‟ultimo, infatti, oggi viene richiesto di mettere in atto una professionalità di tipo riflessivo, che implica:
o La conoscenza/riflessione del contenuto del proprio operato e delle azioni che si intraprendono,
o La messa in discussione delle pratiche didattiche obsolete e la progettazione/sperimentazione di nuove forme di insegnamento- apprendimento, di progettazione e di valutazione;
o L‟assunzione di responsabilità nelle decisioni assunte; o L‟azione mirata al cambiamento.
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Luisa Pandolfi, La valutazione della didattica universitaria: orientamenti istituzionali e sviluppi pedagogici. Tesi di dottorato in Pedagogia Sperimentale - Università degli Studi di Sassari.Vengono anche indicati i dispositivi metodologici inlinea con questa nuova professionalità:
1. L‟uso della metodologia della ricerca-azione, al fine di alimentare il percorso di insegnamento-apprendimento attraverso i cicli della osservazione/riflessione/azione/valutazione;
2. L‟autoriflessività: ossia la capacità del docente di saper riflettere nel corso dell‟azione, di porsi domande, di osservarsi nella sua azione quotidiana, di indagare e raccogliere dati sugli aspetti problematici individuati, di essere aperto al confronto e al dialogo con colleghi, famiglie e studenti;
3. L‟autovalutazione professionale: consiste nel riconoscere la responsabilità derivante dal proprio ruolo, nel focalizzare con chiarezza gli “oggetti” della propria autovalutazione, confrontarsi con gli studenti, intesi come soggetti di apprendimento e non meri destinatari di scelte culturali e formative.
In particolare, emerge l‟importanza di integrare gli strumenti classici della valutazione degli apprendimenti con metodologie e procedure che stimolino e promuovano la funzione di co - apprendimento, cioè coinvolgente docenti e studenti insieme.
Se passiamo dal livello micro (valutare in didattica all‟università) al livello macro (valutare la didattica dell‟università) si evince che le sfide aperte sono tante e, in particolare, riguardano il fatto di considerare la valutazione come una via per innescare il cambiamento e non solo come atto formale.
Comunque, sia a livello micro che macro emergono tre dimensioni sottoposte a valutazione:
1. Il progetto didattico/formativo: la valutazione è ex-ante e dovrebbe chiarire gli obiettivi del progetto che si intende far perseguire al
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Luisa Pandolfi, La valutazione della didattica universitaria: orientamenti istituzionali e sviluppi pedagogici. Tesi di dottorato in Pedagogia Sperimentale - Università degli Studi di Sassari.termine del corso; analizzare e interpretare le domande emergenti dal contesto territoriale in cui opera l‟università; calibrare i contenuti, le procedure, le risorse materiali e i dispositivi metodologici attraverso cui si intende far perseguire gli obiettivi del progetto; bilanciare in modo adeguato il carico didattico fra teoria e prassi; prevedere forme di interazione con il mondo del lavoro; pianificare ed organizzare le diverse fasi;
2. Il processo didattico/formativo: la valutazione riguarda i contenuti del programma e le metodologie e strategie adottate; gli apprendimenti maturati dagli studenti intermini di sapere e di saper fare; l‟effettivo andamento delle frequenze degli studenti; la rispondenza dei carichi didattici ai crediti previsti; il clima sociale e la gestione del contesto formativo; le dinamiche relazionali docente-studenti; il grado di soddisfazione degli studenti rispetto all‟offerta del corso; la comunicazione didattica che “diventa davvero didattica nel momento in cui supera il livello della spiegazione e riesce a suscitare curiosità, ad agganciare la motivazione, a promuovere la metacognitività e la disponibilità permanente ad apprendere”228;
3. Il prodotto didattico/formativo: la valutazione dovrebbe focalizzarsi sui tassi di dropout studenteschi; i tempi necessari per conseguire il titolo di studio o sostenere il singolo esame; i tempi e le modalità di inserimento nel mondo delle professioni; la rispondenza delle competenze acquisite con la “domanda” del mercato del lavoro.
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Luisa Pandolfi, La valutazione della didattica universitaria: orientamenti istituzionali e sviluppi pedagogici. Tesi di dottorato in Pedagogia Sperimentale - Università degli Studi di Sassari.Gli orientamenti presi in esame stimolano la riflessione su diversi aspetti, in particolare si evincono alcune direzioni chiare che l‟università dovrebbe perseguire affinchè la valutazione possa integrare la dimensione della misurazione con quella formativa, nella consapevolezza che molto dipende dai sistemi di valore e dai paradigmi che si decide di porre alla base del sistema delle valutazioni, in quanto, come sottolinea L. Perla, sono questi che influenzano le scelte decisionali, metodologiche e strumentali.