CAPITOLO 2 L’ATTIVITÀ SPORTIVA IN ITALIA
2.2 Alle origini dello sport moderno in Italia
Da dove proviene l’arretratezza di cui abbiamo discusso nel paragrafo precedente? Perché l’Italia non ha saputo seguire il passo delle altre nazioni europee? Questi sono quesiti delicati che richiederebbero un lavoro di ricerca appositamente studiato per tale scopo; quello che posso tentare in questo lavoro è, attraverso un breve excursus storico dello sport in Italia, di fornire almeno una spiegazione riassuntiva di tali dinamiche.
La concezione moderna dello sport, in Italia, nasce e si sviluppa nei primi decenni del 900’ attraverso la disciplina militare, la cultura del corpo e l’addestramento alla guerra. Lo sport addestra alla competizione e quest’ultima viene percepita come sopraffazione dell’altro. Il fascismo militarizza la nazione, così nelle scuole le ore di ginnastica sono aumentate e vengono svolte in divisa militare, prendendo il nome di “ginnastica militare”.
Una svolta a tale ideologia sportiva avviene nel 1948, quando nasce, lo stesso anno della costituzione italiana, la UISP (Unione Italiana Sport Popolare), con la missione di allargare la pratica sportiva anche agli strati più poveri della società. La data di nascita della UISP non è casuale, infatti, come abbiamo visto e come vedremo, in Italia lo sport e la politica tenderanno sempre a coesistere attraverso un rapporto di correlazione evidente.
È così che, nel secondo dopoguerra, lo sport popolare si espande alla stregua delle divisioni politico ideologiche, tanto che, alle scissioni sindacali (dalla CGIL nasce UIL e CISL29) susseguono quelle della UISP nella sua componente
28 Alleva 2017b: 2. 29 Cgil, sito ufficiale.
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cattolica, il CSI (Centro Sportivo Italiano) e l’AICS (Associazione Italiana Cultura Sport), ente di promozione sportiva riconosciuta dal CONI30.
Fintanto che la UISP continua a crescere, le grandi iniziative vengono lanciate soprattutto dall’inizio degli anni’80: Vivicittà, Giocagin, Bicincittà, Sport in piazza. Iniziative che coinvolgono contemporaneamente decine di città italiane ed estere e che vedono la Uisp al fianco di importanti associazioni italiane, dall’Unicef al WWF, dalla Legambiente a Libera, dall’Aism ad Amnesty International31 . .
Dopo la guerra fredda la UISP modificherà il significato del proprio nome e l’acronimo UISP verrà utilizzato per indicare “Unione Italiana Sport per Tutti”. Per quanto riguarda l’AICS invece, oltre al discorso sportivo l’associazione si contraddistingue per la sua attività culturale e il suo interesse civile per l’ambiente e, molto importante, come scritto in precedenza è un ente di promozione sportivo riconosciuto dal CONI.
Questo passaggio è di fondamentale importanza se si vuol comprendere la situazione politica dello sport in Italia.
Luca Alessandrini, direttore dell'Istituto Storico 'Ferruccio Parri' di Bologna, esprime, nel corso del programma radiofonico “Riprendiamoci lo sport” trasmesso da Radio Città Fujiko, una tagliente riflessione a riguardo32. Secondo lui, il problema dello sport italiano, e dell’arretratezza in cui versa, è dovuto in parte alla gestione politica dei fondi nazionali. Il nodo cruciale deriverebbe proprio dal CONI, principale organo di promozione sportiva nonché ente incaricato a promuovere lo sport attraverso i fondi statali. L’incongruenza risiede nel fatto che il CONI, prima di essere un ente di promozione sportiva, è
30 La teoria che mette in relazione le scissioni sindacali con quelle della UISP proviene dal programma radiofonico “sport popolare” trasmesso da Radio Fujiko. Consultabile in podcast all’indirizzo: http://www.radiocittafujiko.it/la-travagliata-storia-dello-sport- popolare
31 Raimondi 2012 32 Radio Fujiko
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un comitato che ha nella competizione e nel medagliere olimpico la sua essenza; il CONI nasce allo scopo di promuovere non tanto l’inclusione e la promozione sociale attraverso lo sport bensì di incrementare la competizione sportiva. Questa politica fa sì che in Italia la promozione sportiva venga percepita un po’ come la sorella minore dello sport competitivo, tale atteggiamento è in contrasto con quanto il protocollo di Monaco impone al CIO (Comitato Olimpico Internazionale), il quale afferma l’indipendenza dei comitati olimpici dalla politica nazionale. Vincenzo Marco, presidente della UISP, nota inoltre come l’Italia rappresenti un’anomalia, tanto che la struttura del suo sistema sportivo è equiparabile solamente allo Stato dell’Azerbaijan33. All’estero, come ad esempio in Francia, i fondi vengono suddivisi in ugual misura tra i comitati olimpici e quelli di promozione sportiva, mentre in Italia lo stato finanzia il CONI che a sua volta finanzia la promozione sportiva, dandone un significato simbolico, sociale e politico minore.
L’importanza dello sport come sistema culturale e sociale è descritto molto bene da Lionel Arnaud, il quale si esprime così:
(…) at a more broadly cognitive level, the principles and values on which sports culture is based (the cult of performance, rules, sense of fair play etc.) provide a set of symbolic markers that helps politicians, social work professionals and ‘ethnic minorities’ themselves to get their bearings in a complex, uncertain multicultural situation, while still legitimizing a certain concept of social order. As both a representation of the integration that the authorities want to promote and a concrete social process based in very particular procedures and techniques, sport can be analysed as a ‘paradigm’ or a ‘reference system’ for public policies towards ‘ethnic minorities’ 34.
33 Radio Fujiko 34 Arnaud 2012: 571
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Le minoranze etniche perciò gioverebbero dai significati simbolici arrecati dalla disciplina sportiva, traendone anche una collocazione, una disposizione all’interno di un complesso sistema multiculturale.
L’attività sportiva inoltre, sempre secondo Arnaud, rappresenta in maniera paradigmatica la politica pubblica nei confronti delle minoranze etniche, influenzando conseguentemente la qualità della promozione sportiva.