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2. L’ICT come leva per l’internazionalizzazione

2.7. L’ICT associata alle strategie d’entrata nei mercati esteri

2.7.3. Le alleanze strategiche

“Gli accordi strategici sono rapporti di medio-lungo termine attraverso i quali soggetti giuridici autonomi e distinti (due o più imprese), si propongono di gestire in via congiunta alcune tipologie di attività reputate utili e vantaggiose per tutti contraenti.” (Cotta Ramusino & Onetti, 2009)

Questi accordi consentono di raggiungere specifici obiettivi, funzionali alle strategie competitive o di crescita nei mercati esteri dei singoli partner coinvolti. Solitamente ricorrono a questo approccio imprese che vogliono crescere a livello internazionale con aziende sufficientemente consolidate nei paesi scelti come target geografici.

Le prime sviluppano la capacità produttiva, le conoscenze e i prodotti che mostrano buone opportunità in un determinato paese estero; le seconde apportano la capacità di distribuzione del prodotto nel proprio contesto geografico.

L’utilizzo degli accordi strategici consente il raggiungimento di diversi vantaggi:

Ø condivisione degli investimenti necessari per sviluppare la presenza in un determinato mercato geografico, con la conseguente riduzione dell’impegno finanziario e organizzativo e dei rischi connessi

Ø accesso immediato a risorse e competenze distintive complementari alle proprie e opportunità di valorizzare le proprie risorse e le competenze distintive in nuovi contesti geografici

Ø possibilità di raggiungere più rapidamente la dimensione critica necessaria, in termini di risorse investite e di volumi d’offerta, per essere competitivi nei mercati internazionali e per operare ad adeguati livelli di efficienza

Ø lo sviluppo di una migliore conoscenza delle caratteristiche del mercato estero, delle sue dinamiche competitive, dei fattori economici e extraeconomici che ne influenzano l’evoluzione

La maggior parte delle imprese è ancora riluttante nei confronti di questo tipo di strategia, o comunque ha dimostrato di non essere in grado di portarla avanti con successo.

I manager, in genere, sono i primi a non volersi impegnare in una vera e propria alleanza, perché vedono in essa solo l’aspetto della “perdita del controllo” o perché si pongono verso la stessa con un approccio sbagliato :

Ø vedono esclusivamente l’aspetto della convenienza (ad es. come mezzo veloce penetrare i nuovi mercati) senza tener conto che la stessa, per funzionare, necessita di enormi sforzi, ripagati poi da vantaggi strategici importanti

Ø hanno paura che l’alleanza consenta a potenziali concorrenti il libero accesso al mercato locale

In presenza di mercati stabili e poco competitivi la perdita di controllo mette in grave difficoltà l’azienda. Al contrario, quando lo scenario è in continua evoluzione, i mezzi tecnologici si diffondono sempre più rapidamente e si verifica, per effetto della globalizzazione, un’uniformità nei comportamenti e negli stili di vita dei clienti verso il Paese, soprattutto se estero, facendo convergere gusti e bisogni relativamente a qualità, prezzo e design dei prodotti; questo fa chiaramente capire che è indispensabile considerare l’opportunità di un’alleanza nell’ambito delle scelte strategiche aziendali.

È interessante vedere brevemente quali sono i tipi di alleanze a disposizione delle imprese:

Ø franchising è una forma di cooperazione tra due partner, il franchisor (affiliante) e il franchisee (affiliato), collocati generalmente in due posizioni differenti all’interno della filiera produttiva (il franchisor spesso è l’azienda che produce, mentre il franchisee solitamente è l’azienda dettagliante). Questo strumento consente di espandere in maniera abbastanza capillare e rapida una rete di distribuzione al dettaglio nei paesi esteri. In questo modo l’impresa franchisor ha la possibilità di

penetrare in un certo numero di mercati esteri, in tempi relativamente brevi e con un limitatissimo impegno finanziario, con la diffusione internazionale del marchio, la possibilità ci stabilire linee di comportamento strategiche e quindi di incrementare notevolmente i volumi di produzione

Ø licensing consiste nella stipulazione di un contratto tra un’impresa di un paese e un’altra localizzata in un altro stato, che dà il diritto di utilizzare e sfruttare economicamente in un determinato ambito territoriale specifici prodotti o risorse di sua proprietà. Questo tipo di accordo consente a un’impresa di diffondere a livello internazionale una propria offerta, non necessariamente costituita da beni fisici, attraverso l’azione diretta di una o più imprese localizzate nei paesi esteri. Gli asset che sono solitamente oggetto di questo tipo di contratti sono i marchi, le tecnologie di processo o di prodotto, i processi produttivi e le strutture produttive, i prodotti e le conoscenze relative ai processi gestionali. In cambio di tutto ciò il licenziatario si impegna ad attuare determinate azioni di sviluppo nel mercato interno e a pagare al licenziante dei compensi legati ai risultati ottenuti (royaltes).

Ø Joint ventures si tratta di un’associazione tra due o più imprese, finalizzata all’attuazione di un progetto o di una serie di progetti o di determinate intese di natura commerciale e finanziaria spesso orientati verso mercati internazionali. Questi prevedono la condivisione di risorse di differente fonte aziendale, nel presupposto che proprio l’unione delle risorse (che possono essere sia umane sia tecniche sia finanziarie) consenta alle imprese associate il raggiungimento di obiettivi di efficienza e di economicità superiori a quelli perseguibili singolarmente. Una joint venture internazionale è una nuova società costituita da due o più operatori di diversa nazionalità nata per la realizzazione di attività precisate e di interesse comune. La realizzazione di questo tipo di accordo consente all’impresa di ridurre l’investimento finanziario e la complessità organizzativa richiesti dall’entrata nel mercato estero attraverso un investimento diretto e inoltre permette una netta separazione della posizione competitiva nel mercato estero in cui opera.

Le joint venture tra piccole imprese sono una realtà in continua diffusione, anche se rimangono sicuramente inferiori alle esportazioni. Spesso questo tipo di accordi si realizzano tra imprese di dimensioni differenti rispondendo alla logica di complementarietà (Maiorino, 2006).Una piccola impresa in questo modo potrebbe

entrare in un nuovo paese con una struttura aziendale dotata di un insieme di risorse e competenze generalmente superiore a quello di cui essa avrebbe potuto disporre da sola.

Anche in questo caso l’ICT può fornire degli strumenti utili a quelle imprese che decidono di compiere questo passo. Il primo problema che incontrano imprese che vogliono collaborare tra loro è sicuramente la difficoltà di integrazione di procedure e sistemi. Non tutte le imprese usano gli stessi sistemi informativi e questo potrebbe causare diversi problemi nel momento in cui queste vanno a relazionarsi. Nel caso delle piccole imprese questo problema potrebbe dimostrarsi di maggiore entità poiché l’idea di dover cambiare nuovamente l’intero sistema gestionale per sviluppare la collaborazione potrebbe incidere pesantemente sui costi aziendali. In questi casi, l’implementazione di un nuovo ERP invece che essere fatta internamente può essere fatta attraverso servizi Cloud, che per le loro caratteristiche non richiedono un grosso investimento iniziale nell’hardware. Non dovendo acquistare hardware o licenze software, le aziende possono ottenere la propria piattaforma Cloud nel giro di poche ore, contro le settimane o addirittura i mesi richiesti per ordinare, realizzare, installare, configurare e mettere in opera le soluzioni IT tradizionali. Questo influisce notevolmente sulla flessibilità e riduce i costi associati ai tempi di realizzazione e alle curve di apprendimento.

Come si è visto precedentemente tra gli svantaggi dei servizi Cloud vi è quello relativo ai dati che vengono memorizzati in server virtuali, quindi spesso sono soggetti ad interventi del Provider e comportano il rischio di manipolazioni diverse per ricerche di mercato o spionaggio industriale. L’utilizzo di questi servizi permette notevoli vantaggi anche in campo internazionale, infatti, invece di dotare ogni sede di strutture hardware potenti e complete è possibile decidere, se la struttura organizzativa lo consente, di implementare soluzioni tecnologiche sufficienti per il solo interfacciarsi alla struttura cloud, permettendo elevata flessibilità e una riduzione del rischio complessivo.