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Determinanti del successo e ostacoli dell’internazionalizzazione

2. L’ICT come leva per l’internazionalizzazione

2.5. Determinanti del successo e ostacoli dell’internazionalizzazione

Le ripercussioni dell’internazionalizzazione per un’impresa sono suscettibili di interpretazioni molto articolate. Dai numerosi studi effettuati si possono individuare quattro tratti comuni che caratterizzano le piccole imprese che hanno condotto un’espansione estera di successo (Caroli, 2012)

Ø

qualità imprenditoriale è dimostrato che il principale fattore di successo è

sostanzialmente l’imprenditore e il team manageriale. La capacità di affacciare la propria impresa sul mercato estero dipende “in maniera rilevante dall’esperienza internazionale dei quadri dell’azienda, dalla rete di cui questa si avvale, e dalla sua capacità di riconoscere le opportunità e di proporre innovazioni. Questi tre aspetti presuppongono una gestione del rischio strategica e creata lentamente. Rapidità e successo dell’internazionalizzazione possono essere enormemente influenzati dalla gestione aziendale, ovvero dalle mosse di un management saldo e pronto a prendere delle decisioni.” (Baldegger 2013). Nelle piccole imprese di successo la centralità della figura dell’imprenditore è spesso accompagnata da un assetto di governance dell’impresa coerente con la complessità del business, in particolare dal progressivo coinvolgimento e dalla valorizzazione di figure imprenditoriali

Ø

sviluppo del capitale immateriale si tratta della capacità dell’impresa di valorizzare

a livello internazionale le competenze distintive sviluppate nel mercato di appartenenza e la capacità di trarre dai contesti esteri dove si va ad operare, continue opportunità di apprendimento e arricchimento delle proprie competenze tecniche, organizzative e di marketing. Nonostante le modeste dimensioni e i limiti organizzativi, le piccole imprese di successo si distinguono per una reputazione di eccellenza riconosciuta a livello internazionale

Ø

strategie di focalizzazione l’impresa si concentra nell’individuare nicchie nel

mercato per poter raggiungere e mantenere qualche fattore di vantaggio competitivo. Le PI vincenti riescono a replicare questa strategia su numerosi mercati geograficamente diversi, sapendo adattarsi alle diversità delle domande in base al paese. Possiamo riassumere il concetto di focalizzazione del business nella capacità dell’impresa di trasformare la nicchia in nicchia internazionale, strategia che implica un adattamento del marketing mix alle esigenze di internazionalizzazione. Con il prolungarsi nel tempo della presenza estera in diversi mercati, le imprese tendono a sviluppare una vera propria leadership tecnologica, spesso ben percepita dalle altre aziende del settore, anche senza grossi investimenti in comunicazione

Ø

capacità innovativa capacità relativa alle innovazioni di prodotto, al cambiamento

organizzativo e alla flessibilità strategica in relazione alle dinamiche globali del business. La presenza di un’innovazione radicata nella cultura aziendale è possibile

dall’allocazione di risorse consistenti su progetti di ricerca e sviluppo, e dallo sviluppo di relazioni e collaborazioni con altri soggetti insieme ai quali realizzare tali progetti. Secondo uno studio condotto da Unicredit nel 2012 la qualità del prodotto è uno dei punti cardine dell’internazionalizzazione dell’impresa, spinta dalla consapevolezza di un’ottima immagine della propria offerta (Made in Italy). La tabella 7 mostra quali sono le impressioni degli imprenditori stessi nei confronti dei punti di forza determinati dalla propria presenza internazionale.

Punti di forza %

Qualità del prodotto 55,7%

Buona immagine del prodotto all’estero 29,3%

Qualità del processo produttivo 26,3%

Unicità del prodotto 24,9%

Collaborazione con altre imprese 19,9%

Buona rete commerciale e distributiva 19,7%

Appartenenza a filiera internazionale 11,3%

Tabella 7, Punti di forza della presenza internazionale (Osservatorio UniCredit Piccole Imprese, 2012)

Un altro vantaggio è dato dallo sviluppo dell’immagine e dalla reputazione percepita dagli attori esterni, che agisce sia verso la domanda dei mercati esteri, che nei confronti dei fornitori dei fattori produttivi, compresi gli intermediari finanziari.

Come si è visto in precedenza, le condizioni finanziarie dell’azienda influenzano il successo del suo processo di espansione, poiché rappresentano una condizione basilare per la sua stessa esistenza. Le caratteristiche del business, la modalità di presenza estera, la fase del processo evolutivo hanno un riflesso rilevante sul fabbisogno finanziario, ma sono due le principali discriminanti:

Ø il grado di consolidamento produttivo e competitivo raggiunto

Ø la fase del processo di internazionalizzazione, distinguendo tra le fasi d’impulso e stabilizzazione

La parte finanziaria costituisce un vincolo determinante, sia in termini di disponibilità di risorse, che di efficace gestione delle variabili connesse, nel caso di imprese più piccole, con una posizione competitiva relativamente debole e all’inizio del processo di espansione estera. Al contrario imprese che hanno una presenza estera soddisfacente anche grazie ad un adeguato assetto produttivo e organizzativo, mostrano di non aver

particolari problemi nella gestione finanziaria, preoccupandosi principalmente di disporre dei servizi offerti dagli intermediari finanziari per la gestione dei rischi.

È interessante notare anche quali siano i punti di debolezza individuati dagli imprenditori, infatti, più della metà di essi, ritiene che la dimensione aziendale sia una delle criticità più importanti rispetto alla presenza estera, soprattutto in riferimento agli elevati costi fissi associati, in termini di investimenti, alle specifiche competenze, alle capacità di movimento in Paesi spesso sconosciuti e all’eventuale necessità di riadattare la produzione alla domanda estera.

Punti di debolezza %

Dimensione aziendale 59,3%

Mancanza di una rete commerciale 55,4%

Debolezza dell’organizzazione interna 46,1%

Scarse capacità di marketing e comunicazione 43,1%

Livello tecnologico non adeguato 23,5%

Qualità del prodotto non adeguata 14,2%

Tabella 8, Punti di debolezza della presenza internazionale (Osservatorio UniCredit Piccole Imprese, 2012).

Inoltre, come possiamo vedere dai dati, l’impresa soffre di altri fattori quali la carenza di risorse umane e la scarsa conoscenza linguistica o le lacune relative alle normative internazionali.

Anche la mancanza di capacità nell’investire in marketing e comunicazione sembra essere una determinante rilevante per il successo di una strategia in ambito internazionale.

“Un altro problema è di carattere culturale. L’internazionalizzazione, infatti, richiede una profonda conoscenza dei mercati esteri e delle lingue, competenze manageriali specifiche, grandi capacità di innovazione e adattamento. Soprattutto nelle imprese di piccole dimensioni, invece, il capitalismo familiare, le strutture organizzative spesso informali, la mancanza di procedure amministrative e contabili avanzate, l’assenza in organico di personale specializzato nella gestione dei mercati internazionali, rivelano una gestione d’impresa ancora acerba e spesso non pienamente consapevole delle difficoltà e dei rischi connessi con una presenza sistematica e persistente sui mercati esteri ” (Novelli, Federico, & Latorre, 2013).

internazionalizzazione: si tratta soprattutto di aspetti normativi e finanziari.

Le differenze nella regolamentazione relativa ai prodotti nei diversi Paesi, l’elevato costo del lavoro, il pagamento di dazi e gli oneri doganali, la difficoltà di accesso al credito bancario e la scarsa disponibilità di investimenti privati, rappresentano solo alcuni tra gli ostacoli che le piccole imprese italiane incontrano nel momento in cui decidono di affacciarsi sul mercato estero.

È importante richiamare un altro fattore che ha un ruolo chiave nello sviluppo internazionale di un’impresa; si tratta dell’appartenenza ad un rete di imprese, che consiste nel distretto produttivo o cluster.

Essere all’interno della rete offre alla piccola impresa l’opportunità di sfruttare esternalità positive rilevanti per lo sviluppo di una posizione competitiva internazionale. Per prima cosa l’azienda ha la possibilità di avere accesso alle informazioni, alle risorse, al capitale umano e alle conoscenze specialistiche che esistono e circolano nel contesto geografico dove è sviluppata la rete.