3. GLI ALLEVAMENTI DA LATTE: STRUTTURA E PRODUZION
3.1. La struttura degli allevamenti da latte 1 Secondo l’indagine SPA
3.1.4. Gli allevamenti censiti dall’AIA
Gli allevamenti censiti dall’AIA nel 2018 attraverso le organizzazioni as- sociate sono stati 15.495, il 3,4% in meno di quelli dell’anno precedente, e rappresentavano il 38,2% del totale degli allevamenti bovini registrati in BDN al 31 dicembre 2018 ad orientamento produttivo “latte” e “misto” (tab. 3.9). Il numero delle vacche controllate ad essi afferenti era di circa 1,352 milioni,
lo 0,3% inferiore a quello fornito per il 2017. Per il secondo anno consecutivo le vacche controllate subiscono un arretramento ed accumulano un calo di ol- tre 5 mila capi sul livello massimo raggiunto nel 2016. Questi valori e le per- centuali di confronto non considerano la zootecnia da latte della regione Sici- lia i cui controlli funzionali sono stati sospesi a partire dal 2017 per il dichia- rato fallimento dell’ARA Sicilia e quindi il mancato rinnovo dei contratti del personale incaricato, di conseguenza l’analisi delle statistiche di fonte AIA escludono questa regione. Insieme all’ARAS hanno cessato l’attività l’ARA Marche e l’ARA Lazio, poste in liquidazione tra il 2016 e il 2017, ma per queste ultime ha avuto maggior successo il fatto che l’AIA abbia in tutti i casi avocato le funzioni di ufficio periferico dei controlli funzionali.
Sempre escludendo i dati della Sicilia dalle statistiche generali, si eviden- zia che le vacche censite nel 2018 rimangono comunque superiori dell’1,7% a quelle di cinque anni prima e del 3,9% a quelle del 2008. Se si considera che questo dato è la somma di tutte le vacche presenti dal 1° ottobre 2017 al 30 settembre 2018, cioè di quelle uscite e di quelle entrate in stalla, possiamo ipotizzare che sovrastimi la dimensione della mandria controllata di un 20- 25%; tenendo conto di questa correzione si può affermare che l’attività dei Tab. 3.9 - Evoluzione della situazione dei controlli della produttività del latte dal 2008 al 2018* N. alleva- menti N. vacche Vacche/ alleva- mento Lattazioni chiuse nell'anno: sup. 200 gg Produzione media per vacca (kg) % grassi % pro- teine 2008 20.970 1.337.872 64 838.369 8.579 3,7 3,3 2009 20.606 1.344.733 65 838.341 8.423 3,7 3,3 2010 20.208 1.363.556 67 837.633 8.435 3,7 3,3 2011 19.865 1.387.679 70 854.590 8.474 3,7 3,3 2012 19.329 1.391.766 72 868.393 8.546 3,7 3,3 2013 18.644 1.359.440 73 851.717 8.611 3,7 3,3 2014 18.036 1.341.365 74 835.490 8.637 3,7 3,3 2015 17.959 1.369.952 76 837.999 8.756 3,7 3,3 2016 17.402 1.386.275 80 864.246 8.844 3,7 3,3 2017 16.625 1.364.606 84,5** 839.290 9.033** 3,8 3,3 2018 15.495 1.351.614 87,2** 848.429 9.218** 3,8 3,4 Var. % 2018/17 -3,4 -0,3 3,3 1,1 2,0 0,0 0,6 Var. % 2017/16 -3,5 -0,1 3,5 -3,4 1,7 1,1 0,9 Var. % media 2008-2018 -2,4 0,4 2,9 0,5 0,7 0,3 0,1 Var. % media 2013-2018 -2,7 0,3 3,1 0,5 1,3 0,2 0,1 (*) Le variazioni sono calcolate escludendo la Sicilia.
(**) Dato ottenuto senza i dati della Sicilia.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati A.I.A., Bollet- tini dei Controlli della Produttività del Latte.
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controlli interessa una quota tra il 60% e il 64% del patrimonio nazionale di lattifere. Le aziende aderenti ai controlli funzionali si caratterizzano per una dimensione media superiore a quella dell’intera zootecnia da latte ed in rapida crescita: nel 2018 il numero medio di vacche controllate per stalla è stato di 87,2, con un aumento di 2,7 capi solo nell’ultimo anno. Inoltre, il lieve calo del numero di vacche controllate, 0,4% in due anni, rispetto al concomitante decremento del 7,5% negli ultimi due anni delle vacche da latte nazionali di fonte Istat, tolta la Sicilia, si traduce in un maggior peso delle stalle associate all’interno della zootecnia da latte italiana.
La produzione media per lattazione registra una crescita consistente nel 2018 raggiungendo i 9.218 kg, ossia 185 kg in più rispetto al 2017 e 337 kg in più sul 2016, mostrando un’accelerazione rispetto al passato quando regi- strava +212 kg tra il 2014 e il 2016 e soltanto +84 kg tra il 2012 e il 2014. Il guadagno così marcato della produttività negli anni più recenti potrebbe es- sere attribuito in parte alle condizioni climatiche, ma anche ai buoni prezzi del latte che congiuntamente ai bassi prezzi della materia prima hanno stimolato gli allevatori, oramai liberi da vincoli produttivi, a spingere sulle quantità di latte lavorando sulle fasi di mungitura, sull’età delle bovine e la genetica. L’in- cremento medio delle rese per vacca nel periodo 2016-2018 è stato accompa- gnato anche da un aumento del contenuto lipidico e proteico, saliti in media rispettivamente di 0,07 e di 0,06 grammi per 100 grammi nei tre anni. Mal- grado le flessioni del 2014 e del 2015, tendenzialmente tali valori qualitativi del latte sono in aumento nel medio e nel lungo periodo ed in particolare il contenuto lipidico aveva già segnato il record del nuovo millennio nel 2017.
Il numero di stalle controllate è in calo in tutte le regioni ma con intensità diversa: scende con percentuali superiori, anche a due cifre, al Centro e al Sud e Isole, mentre si riduce con variazioni contenute tra l’1,5% e il 5,4% nelle regioni settentrionali (tab. 3.10). Fa eccezione la Liguria che perde in un solo anno il 30% delle stalle e più del 40% delle vacche soggette ai controlli sulla produttività del latte, risultando la regione meno monitorata del Nord Italia. Gli abbandoni numericamente più alti appartengono alle regioni con il mag- gior numero di adesioni quali Lombardia (-104) e Trentino A.A. (-69), se- guono con 44 stalle in meno il Veneto e 35 l’Emilia-Romagna. I numeri delle aziende perse nelle regioni del Centro-Sud sono comunque più importanti per- ché vanno a ridurre una base già esigua: perde 99 aziende controllate il Lazio, 26 l’Abruzzo e ancora Puglia e Campania, con defezioni superiori a 20. Il Lazio e la Campania presentano in percentuale anche i cali più elevati (-46% e -15,3% rispettivamente) che vanno a intaccare una base già esigua: entrambe presentano 116 stalle aderenti che rappresentano per l’una l’8,6% e per l’altra il 3,7% del totale delle aziende produttrici di latte registrate in BDN. Anche
la porzione di vacche controllate sul totale stimato dall’Istat è per queste re- gioni la più bassa in assoluto, 17,5% nel Lazio e 11,9% in Calabria.
Fondamentalmente è al Centro che va attribuito il calo del numero delle vacche controllate nel 2018, con il Lazio in prima posizione che da sola perde 13 mila capi, circa il 60%, ed insieme alle altre tre regioni si aggiudica una fuoriuscita di oltre 14 mila capi: molto probabilmente queste defezioni sono legate alle difficoltà di gestione dell’attività di raccolta periodica dei dati. Se- guono per scomparsa dai registri AIA, nell’area Sud e Isole, l’Abruzzo con oltre milleduecento e la Sardegna con mille vacche mancanti. Non si assiste soltanto all’abbandono delle piccole aziende ma in diversi casi questi capi ap- partenevano a stalle considerate medio grandi: ad esempio nel Lazio, nelle Tab. 3.10 - Allevamenti e vacche controllate dall’AIA per regione in Italia nel 2018
N. alle- vamenti N. vacche Vacche/ alleva- mento % vacche control- late/ totale* % alleva- menti control- lati/ totale* Var. % 2018/2017 alleva- menti vacche vacche/ alleva- mento Valle d’Aosta 792 17.653 22 114,1 57,9 -2,2 -0,9 1,3 Piemonte 1.220 133.548 109 95,4 54,8 -1,7 3,4 5,2 Liguria 61 831 14 38,9 18,2 -29,9 -40,4 -15,0 Lombardia 3.533 603.275 171 119,6 50,3 -2,9 1,4 4,4 Trentino A. A. 4.465 83.229 19 107,1 50,1 -1,5 -0,5 1,1 Veneto 1.145 99.741 87 69,5 32,5 -3,7 -1,0 2,8 Friuli V. Giulia 459 35.666 78 105,1 46,2 -5,4 -1,7 3,8 Emilia-Romagna 1.775 234.911 132 87,7 48,6 -1,9 0,5 2,5 Toscana 64 5.534 86 47,6 23,3 -5,9 -5,9 0,0 Umbria 78 6.068 78 95,4 27,7 -6,0 -5,3 0,8 Marche 32 2.069 65 30,5 19,0 -8,6 -19,4 -11,9 Lazio 116 9.209 79 17,5 8,6 -46,0 -58,5 -23,1 Abruzzo 312 10.096 32 72,0 40,5 -7,7 -10,8 -3,4 Molise 163 5.551 34 40,6 16,8 -3,0 1,0 4,1 Campania 116 8.376 72 11,9 3,7 -15,3 -2,1 15,6 Puglia 640 43.585 68 41,8 29,2 -3,5 1,8 5,4 Basilicata 215 18.528 86 65,8 25,0 -4,4 1,2 5,9 Calabria 133 9.999 75 38,1 7,1 0,0 6,9 6,9 Sicilia 2 2 1 0,0 0,1 -99,7 -100,0 -93,8 Sardegna 174 23.743 136 38,2 12,7 -4,9 -4,1 0,9 Italia** 15.495 1.351.614 87 85,5 36,0 -3,4 -0,3 3,3 Nord 13.450 1.208.854 90 102,0 48,0 -2,5 0,9 3,5 Centro 290 22.880 79 29,5 14,0 -27,7 -38,2 -14,6 Sud e Isole** 1.753 119.878 68 37,6 13,5 -5,1 -0,6 4,7
(*) Totale vacche da latte come da indagine Istat sulle consistenze al 1° dicembre 2018, totale aziende come da BDN (somma aziende orientamento "da latte" e orientamento "mi- sto" al 30 giugno 2018).
(**) Valori medi e variazioni calcolate escludendo il dato della Sicilia.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati AIA, Istat e BDN.
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Marche e in Sardegna la media dei capi persi per azienda uscita dai controlli è rispettivamente 131, 166 e 112. Questo porta ad una riduzione della dimen- sione delle aziende controllate rimanenti: nel Lazio si passa da una media di vacche per stalla di 103 a 79 capi e dalla seconda posizione, dopo la Sardegna, per dimensione delle stalle nel centro-sud alla quarta, sorpassata da Basilicata e Toscana. Nel Meridione, tuttavia, troviamo alcune regioni dove l’attività dell’associazione è aumentata come in Puglia, Calabria e Basilicata.
I registri dell’AIA riportano un aumento complessivo di 11.359 vacche controllate nelle regioni settentrionali ma a livello regionale si osserva che soltanto in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, le regioni con le quote più importanti, si hanno segni positivi, rispettivamente di 8.536, 4.386 e 1.147 capi. Questi incrementi contribuiscono a far crescere la dimensione media dell’universo AIA regionale che raggiunge 171 vacche per stalla in Lombar- dia, 132 in Emilia-Romagna e 109 in Piemonte.
Il peso degli allevamenti aderenti ai controlli sulla produttività del latte sul totale di quelli registrati nell’anagrafe zootecnica è comunque diverso da area ad area: più alto al Nord con il 48%, minore al Centro e al Sud (esclusa la Sicilia) dove si colloca intorno al 14% e 13,5% rispettivamente. Sembra quindi emergere un legame tra il grado di specializzazione lattiera dell’alle- vamento bovino e la propensione delle aziende ad entrare nel sistema dei con- trolli funzionali. Le regioni che presentavano un buon livello di adesione sia in termini di aziende che, soprattutto, di capi controllati sono il Piemonte, con il 54,8% delle stalle, la Lombardia con il 50,3% e l’Emilia-Romagna con il 48,6%, tre regioni che da sole detengono il 42,1% delle stalle e il 71,9% delle lattifere controllate dalle associazioni in Italia. Scarsa, rispetto alla media della circoscrizione di appartenenza, è la partecipazione delle aziende del Veneto e della Liguria al Nord, del Lazio al Centro, e della Campania, Calabria e Sar- degna al Sud e Isole.
Una costante che accomuna tutte le regioni è il fatto che la quota dei capi controllati sul totale stimato dall’Istat appare decisamente superiore a quella del numero di aziende pur tenendo conto della sovrastima delle vacche con- trollate di un 20-25%: in sostanza, risultano interessate all’attività delle asso- ciazioni allevatori soprattutto le aziende medio-grandi, anche se questo riferi- mento dimensionale si concretizza poi in modo del tutto diverso da regione a regione. Le percentuali di vacche controllate sul totale Istat al 1° dicembre 2018 in tutte le regioni sono vicine se non superiori al doppio delle rispettive percentuali delle aziende controllate sul totale delle iscritte in BDN, per cui, tenendo conto della sovrastima delle consistenze controllate, si può affermare in generale che la dimensione delle aziende dell’universo AIA risulti supe- riore del 70% alla media totale.
Anche la resa media per lattazione presenta nel 2018 evoluzioni diverse in ambito locale anche se sempre in crescita: l’incremento maggiore, sia in ter- mini assoluti che relativi, spetta al Lazio, dove la resa aumenta di 694 kg, seguita dalla Calabria con +350 kg, dalla Campania con +318 e dalla Puglia, Sardegna, Liguria, Veneto e Emilia-Romagna con incrementi tra i 197 e 311 kg/lattazione (tab. 3.11). Le lattazioni chiuse nell’anno, dopo essere diminuite nel 2017, nel 2018 aumentano dell’1,3%; nelle regioni settentrionali crescono di più (+2,7%) e più delle vacche controllate, o diminuiscono meno come in Friuli V.G., ad indicare un miglioramento dei parametri produttivi e riprodut- tivi, attraverso la diminuzione dell’intervallo parto-fecondazione; diminui- scono in percentuale maggiore nel Lazio e in Abruzzo con uno scarto intorno ai 14 punti percentuali, probabilmente dovuti più a problemi intervenuti nella raccolta dei dati che ad un allungamento del periodo di lattazione. La Calabria
Tab. 3.11 - Produzione media per vacca e qualità del latte controllato per regione in Italia nel 2018 N. lattazioni chiuse nell'anno: totali N. lattazioni chiuse nell'anno: sup. 200 gg Kg latte per vacca % di grasso % di pro- teine Var. % 2018/2017 lattazioni totali kg latte per vacca Valle d’Aosta 15.285 13.420 3.525 3,48 3,32 3,6 2,5 Piemonte 95.933 83.644 9.011 3,82 3,36 5,8 1,5 Liguria 670 336 6.040 3,78 3,36 -31,4 3,6 Lombardia 436.355 377.170 9.925 3,78 3,33 2,9 1,8 Trentino A. A. 64.366 56.825 7.457 4,00 3,45 2,1 2,2 Veneto 72.835 63.486 9.113 3,76 3,37 0,1 2,2 Friuli V. Giulia 26.425 23.113 8.294 3,91 3,37 -0,1 2,3 Emilia-Romagna 170.876 148.249 9.177 3,67 3,33 2,1 2,2 Toscana 3.949 3.426 8.920 3,87 3,37 -3,0 1,4 Umbria 4.400 3.580 8.998 3,67 3,27 -4,9 1,1 Marche 1.841 1.181 7.541 3,78 3,37 -1,9 -4,8 Lazio 3.503 2.823 9.736 3,95 3,34 -72,7 7,7 Abruzzo 6.077 5.083 7.360 3,79 3,29 -24,8 0,7 Molise 3.855 3.383 6.735 3,70 3,30 -1,0 1,2 Campania 5.640 4.814 8.827 3,92 3,39 -2,7 3,7 Puglia 30.013 26.281 8.471 3,79 3,42 4,0 3,8 Basilicata 13.169 11.268 8.968 3,83 3,34 3,8 2,0 Calabria 7.056 5.969 8.440 3,77 3,38 13,2 4,3 Sicilia 2 2 2.812 3,43 3,33 -99,9 -50,5 Sardegna 17.409 14.378 10.015 3,91 3,33 -2,6 2,9 Italia * 979.659 848.431 9.218 3,78 3,35 1,3 2,1 Nord 882.745 766.243 9.267 3,78 3,34 2,7 1,9 Centro 13.693 11.010 9.007 3,82 3,33 -41,5 1,5 Sud e Isole* 83.221 71.178 8.721 3,83 3,37 -2,0 3,1
(*) Valori medi e variazioni calcolate escludendo la Sicilia.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati AIA, Bollettini dei Controlli della Produttività del Latte.
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registra l’incremento maggiore (+13,2%), che fondamentalmente rappresenta un recupero della forte contrazione del 2017, mentre l’incremento registrato sul territorio pugliese può considerarsi un buon risultato in quanto porta le lattazioni chiuse nell’anno sopra la soglia delle 30 mila, mai raggiunto nei cinque anni precedenti e molto prossimo al picco storico rilevato nel 2012.
La crescita dimensionale degli allevamenti controllati, che a livello medio è salita nell’ultimo anno da 84,5 a 87,2 vacche/stalla, va attribuita soprattutto alla crescita sia numerica che relativa delle strutture più grosse, mentre perde importanza l’allevamento medio, anche a vantaggio di quello piccolo. La quota degli allevamenti intermedi, da 31 a 100 capi da latte, solo nell’ultimo anno passa dal 30,1% al 29,6% con la contemporanea perdita di 1 punto percentuale del totale delle vacche controllate, da 20,6% a 19,6%; nello stesso periodo gli allevamenti con minimo 11 e massimo 30 vaccine, pur diminuendo di numero, aumentano dal 25,6% al 25,9% il loro peso relativo mostrando una tenuta mag- giore delle precedenti (fig. 3.6). Naturalmente calano anche le piccolissime realtà, quelle con al massimo 10 lattifere, che si riducono di oltre 200 unità assottigliando la loro quota sul totale di 0,4 punti percentuali. Il peso maggiore comunque lo guadagnano le stalle con più di 200 capi che crescono in numero di una ventina di unità, attribuendosi 0,5 punti percentuali in più, ma, soprat-
Fig. 3.6 – Allevamenti controllati e relativo numero di vacche controllate per classe di dimensione in Italia, in percentuale sul totale*: 2008-2018
(*) Percentuali calcolate escludendo i dati della Sicilia.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati AIA, Bollettini dei Controlli della Produttività del Latte.
tutto, si accaparrano la fetta più grossa del bestiame controllato che dal 46,8% sale al 48,6% del patrimonio da latte controllato che equivarrebbe a oltre 22 mila capi in più; solo dieci anni prima a questa classe dimensionale faceva capo il 34% delle vacche controllate.