3. GLI ALLEVAMENTI DA LATTE: STRUTTURA E PRODUZION
3.1. La struttura degli allevamenti da latte 1 Secondo l’indagine SPA
3.1.2. Secondo l’Anagrafe Zootecnica
Dall’inizio di quest’anno l’accesso ai dati statistici della Banca Dati Na- zionale dell’Anagrafe Zootecnica (BDN) ha subito una profonda ristruttura- zione, risultando completamente rinnovato non solo nella grafica ma soprat- tutto nelle elaborazioni statistiche sottostanti e quindi nei dati disponibili. Si tratta fondamentalmente di un nuovo sito presso il portale del Sistema Infor- mativo Veterinario del Ministero della Salute dal quale possono essere otte- nute informazioni sugli allevamenti e sulla consistenza dei capi presenti in BDN solo in due date di ogni anno: al 30 giugno e al 31 dicembre. Il vincolo posto da queste date ha reso necessario modificare le statistiche anche rispetto alle precedenti edizioni, nelle quali si analizzavano gli allevamenti al 30 no- vembre e le consistenze al 1° dicembre1, a vantaggio comunque di informa- zioni più dettagliate precedentemente non disponibili.
Una delle principali novità è la disponibilità, a partire dal 31 dicembre del 2009, del numero di vacche che hanno partorito, distinte per età e per orienta- mento produttivo dell’allevamento di appartenenza (da carne, misto e da latte); questa informazione aggiuntiva ci permette di avere una visione più realistica, più vicina alla definizione utilizzata dall'Istat2, della dimensione del comparto latte e della sua evoluzione nel tempo. Riportiamo annualmente le statistiche al 31 dicembre per poterle meglio confrontare con le statistiche Istat, in particolare quelle dell’indagine sulle consistenze al 1° dicembre, ed anche per poter approfondire i cambiamenti avvenuti nell’arco di ciascun anno; tuttavia per il 2019, non essendo ancora disponibile il dato di fine anno, analizziamo lo stato al 30 giugno confrontandolo con il corrispondente valore dell’anno precedente.
1. I dati estraibili dal precedente sito permettevano soltanto di conoscere le consistenze di vacche di almeno 24 mesi a seconda dell’orientamento produttivo “da latte” o “non da latte” dell’allevamento di appartenenza. Tali consistenze erano disponibili a cadenza semestrale, al 1° giugno e al 1° dicembre, mentre le statistiche sugli allevamenti erano visualizzabili a cadenza mensile e si riferivano all’ultimo giorno di ciascun mese.
2. L’Istat distingue tra le bovine di oltre due anni le “vacche da latte”: femmine che hanno partorito adibite esclusivamente o prevalentemente alla produzione di latte destinato al consumo umano e/o alla trasformazione in prodotti lattiero-caseari.
Al 30 giugno 2019 erano registrate in BDN zootecnica 1.276.306 femmine che avevano partorito in allevamenti ad orientamento produttivo “da latte”, 0,2% in più rispetto al corrispondente valore del 2018, e 230.270 femmine dello stesso tipo in allevamenti ad orientamento “misto”, in calo dello 0,8% sull’anno prima (tab. 3.2). Il totale delle vacche negli allevamenti “da latte” rimane pressoché costante dal dicembre del 2009, ad eccezione di un certo calo osservato tra i 2011 e 2012 ma che è stato gradualmente recuperato negli anni successivi, raggiungendo, comunque, nel giugno di quest’anno il numero più alto tra quelli analizzati. Diversamente, negli allevamenti ad orientamento “misto” le vacche erano inferiori di quasi 11 mila unità a quelle di fine 2009 (-4,4%), ma in recupero rispetto al livello minimo segnato a fine 2012, quando si erano ridotte di circa il 25% rispetto al 2009. La stretta imposta dal sistema delle quote latte è la probabile matrice che ha generato il calo dei primi anni
Tab. 3.2 - Evoluzione al 31 dicembre del numero di allevamenti ad orientamento produttivo "da latte" e ad orientamento produttivo "misto" e del rispettivo numero di vacche in Italia: 2009-2019 Allevamenti ad orientamento “da latte” Allevamenti ad orientamento “misto” n. alleva- menti n. vacche vacche/ alleva- menti n. alleva- menti n. vacche vacche/ alleva- menti totali età: < di cui
24 mesi
totali età: < di cui 24 mesi 2009 39.826 1.258.740 5.051 32 22.350 240.845 644 11 2010 36.293 1.247.035 5.440 34 21.236 231.245 771 11 2011 34.098 1.242.749 5.381 36 21.277 234.867 789 11 2012 32.426 1.229.303 5.981 38 16.253 181.258 667 11 2013 31.180 1.239.804 6.438 40 16.870 183.446 749 11 2014 30.157 1.244.139 6.383 41 17.095 193.448 693 11 2015 29.147 1.244.112 8.584 43 17.191 198.753 875 12 2016 27.862 1.250.482 11.579 45 17.380 225.410 1.253 13 2017 26.878 1.261.360 11.927 47 17.013 231.498 1.232 14 2018 25.919 1.256.664 13.563 48 16.201 225.890 1.400 14 2019* 25.415 1.276.306 13.873 50 16.064 230.270 1.413 14 Var. % 2019/18 -3,4 0,2 -1,5 3,7 -3,8 -0,8 -2,3 3,2 Var. % 2018/17 -3,6 -0,4 13,7 3,3 -4,8 -2,4 13,6 2,5 Var. % media 2014-19 -3,7 0,2 17,7 4,1 -1,0 3,7 8,3 4,7 var. % media 2009-19 -4,7 0,0 11,6 4,9 -3,5 -0,7 9,0 2,9
(*) Dati al 30 giugno e variazioni calcolate rispetto alla stessa data dell’anno di confronto. Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati BDN dell'Ana- grafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G Caporale" di Teramo.
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del decennio, mentre la liberalizzazione a partire dal 2015 ha riportato poi in crescita la mandria da latte in Italia; degno di nota, successivamente, il calo avvenuto nel corso del 2018, -0,4% nelle aziende “da latte” e -2,4% in quelle ad orientamento “misto”, quasi ad indicare il raggiungimento di un livello di saturazione.
La distinzione per età delle bovine che hanno partorito mette in evidenza un crescente ricorso ad anticipare l’età delle primipare, anche al disotto dei 24 mesi: a partire dal 2009 le femmine che hanno partorito al disotto di questa soglia di età sono cresciute negli allevamenti “da latte” di circa 9 mila unità, con una variazione media annua del +11,6%, e in quelli di tipo “misto” di circa 800 capi, pari al +9% all’anno. L’incremento negli allevamenti “da latte” è in crescita negli ultimi cinque anni quando si evolve ad una media del +17,7%. Nel 2018 si è avuto un +13,7% in entrambi i gruppi, mentre il dato di giugno 2019, pur essendo superiore a quello di dicembre 2018, si presenta in lieve flessione sull’anno precedente, probabilmente in linea con il recente calo delle bovine che hanno partorito.
A giugno 2019 gli allevamenti “da latte” registrati in BDN, con almeno un capo bovino, erano 25.415 e risultavano inferiori di 900 unità rispetto alla stessa data del 2018 e di 5.211 rispetto a quella di cinque anni prima. L’evo- luzione dei capi ci permette di avere un’idea della dimensione complessiva del comparto mentre, la contemporanea evoluzione del numero degli alleva- menti, di valutare il cambiamento strutturale in atto. I valori rilevati, quindi, portano ad affermare che la dimensione media dell'allevamento “da latte” è aumentata di 2 capi dall’anno prima, raggiungendo la quota di 50 vacche, mentre soltanto nel 2014 era di 41 vacche e a fine 2009 di 32. Negli ultimi cinque anni il numero di allevamenti “da latte” è sceso con una variazione media del 3,7%, mentre dalla fine del 2009 alla fine del 2018 la contrazione è avanzata ad un tasso del 4,7% all’anno; la crescita della dimensione delle stalle, dall’altro lato, ha segnato un +4,1% di media negli ultimi cinque anni e un +4,9% di media dal dicembre 2009 al dicembre 2018; sembra emergere per gli allevamenti ad orientamento “da latte” un certo rallentamento della tendenza alla concentrazione.
Gli allevamenti ad orientamento “misto” a giugno di quest’anno ammon- tavano a 16.064, perdendo il 3,8% in 12 mesi ma solo il 5% negli ultimi cinque anni. Nel tempo hanno evidenziato un’evoluzione negativa ma meno lineare di quelli ad orientamento “da latte”: si erano ridotti di oltre 6 mila unità tra la fine del 2009 e la fine del 2012, pari a -10% all’anno, avvicinandosi a quota 16 mila per poi recuperare e tornare ampiamente sopra le 17 mila unità a di- cembre 2016, ma, di seguito sono tornati a scendere in modo sostenuto, so- prattutto nel corso del 2018. Il numero medio di bovine che hanno partorito
per allevamento “misto” supera appena le 14 unità ed è cresciuto di circa un capo nell’ultimo anno; sebbene superiore al dato del 2009 di 3,5 capi, la cre- scita ha interessato soltanto gli ultimi 5 anni quando la dimensione media è passata da 11 a 14 lattifere. Naturalmente questi numeri sono meno indicativi per definire la struttura della zootecnia da latte3, mentre sottolineano che gli allevamenti ad orientamento “misto” sono tendenzialmente i più piccoli e in- teressano realtà marginali.
I dati regionali consentono di effettuare un’analisi più critica e approfon- dita perché lasciano trasparire le caratteristiche dell’allevamento e le scelte di classificazione locale. Il numero di vacche in allevamenti “da latte” da metà 2018 a metà 2019 guadagna, anche se di poco, al Nord, mentre si riduce nelle regioni centrali e meridionali; dall’altro canto gli allevamenti “da latte” dimi- nuiscono in tutte le aree del Paese, ma con maggior intensità al Centro e al Sud (tabb. 3.3 e 3.4). La dimensione media, quindi, cresce nell’ultimo anno al Nord da 53,2 a 55,1 vacche/stalla, al Centro da 37 a 38,4 e al Sud, un po’ meno, da 30 a 30,9 vacche/stalla.
Gli allevamenti ad orientamento “misto”, sebbene si riducano a livello na- zionale in percentuale molto simile a quelli ad orientamento “da latte”, pre- sentano tra il 2018 e il 2019 un drastico calo soprattutto nell’area centrale ed una contrazione limitata invece al Nord (tab. 3.5). Questo orientamento è do- minante tra gli allevamenti meridionali che producono latte, rappresentandone il 65,5%, e ha registrato un rafforzamento della posizione nell’ultimo decen- nio a discapito dell’orientamento “da latte”, anche se recentemente hanno ac- celerato le chiusure. Dall’altro lato, nelle regioni del Centro si è assistito ad un ribaltamento, all’interno della zootecnia da latte, della posizione dell’alle- vamento “misto” a favore di quello specializzato nella produzione di latte: dieci anni fa il 56% degli allevamenti interessati nella produzione di latte era ad orientamento “misto” mentre oggi lo sono meno del 32%. Tuttavia, in quest’area, è l’allevamento ad orientamento “da carne” che si rafforza, proba- bilmente assorbendo parte degli allevamenti iscritti di tipo “misto”, rappre- sentando l’89% di tutti gli allevamenti bovini iscritti in BDN, quando era il 75% alla fine del 2009; negli ultimi dieci anni il numero degli allevamenti “da carne” scende complessivamente soltanto del 16%, contro il calo del 51,5% di quelli “da latte” e dell’82,1% di quelli ad orientamento “misto”.
Nell’area settentrionale, caratterizzata da sempre dal dominio dell’alleva- mento specializzato nel latte (73% del totale degli allevamenti con produ-
3. In base ai dati elaborati di fonte BDN non è possibile verificare l’evoluzione del numero delle vacche da latte negli allevamenti ad orientamento produttivo “misto”, per la difficoltà di separarle dalle vacche nutrici o comunque destinate alla filiera carne.
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zione), tra il 2018 e il 2019 entrambe le tipologie si sono ridotte in numero, attenuando quanto emergeva negli anni precedenti e cioè l’avanzamento dell’allevamento “misto” su quello “da latte”: in media negli ultimi cinque anni i numeri del primo sono cresciuti del 2,1% all’anno rispetto ad una dimi- nuzione del 3,4% all’anno dello specializzato. I due gruppi tornano a presen- tare la stessa evoluzione nel lungo periodo, perdendo circa il 33% sul dato del 2009.
Analizzando il comportamento delle singole regioni si spiegano in parte le evoluzioni delle diverse aree. Al Nord, la Lombardia, già con il più alto nu- mero di vacche in allevamenti “da latte” (39,7% del totale nazionale), a diffe- renza del resto del Paese, incrementa il loro numero di oltre 6,5 mila unità in Tab. 3.3 - Numero di allevamenti ad orientamento produttivo "da latte" e numero medio di vacche per regione, presenti in BDN al 31 dicembre 2018 e al 30 giugno 2019
31 dicembre 2018 30 giugno 2019 Var. % del n. di allevamenti n. alle- vamenti vacche/ alleva- menti n. alle- vamenti vacche/ alleva- menti 2019/ 2018* 2018/ 2017 media 2014- 2019* media 2009- 2018 Piemonte 1.511 79 1.493 81 -2,2 -2,3 -4,9 -4,4 Valle d'Aosta 1 2 1 - -66,7 -75,0 -24,0 -11,5 Liguria 100 11 98 11 -1,0 -2,9 -1,0 -4,4 Lombardia 5.327 93 5.222 97 -3,4 -3,3 -3,4 -3,5 Trentino A.A. 5.711 12 5.669 12 -1,0 -1,1 -2,9 -3,1 Veneto 3.225 41 3.129 42 -4,7 -3,9 -3,8 -7,2 Friuli V.G. 816 39 804 39 -4,2 -4,8 -4,5 -5,7 Emilia-Romagna 3.576 65 3.499 68 -3,6 -2,6 -2,7 -2,8 Toscana 199 40 193 41 -5,9 -5,7 -4,5 -8,1 Umbria 144 39 143 40 -2,1 -0,7 -1,2 -10,8 Marche 93 43 86 46 -13,1 -10,6 -4,5 -17,5 Lazio 861 35 828 37 -6,0 -5,6 -5,0 -3,8 Abruzzo 440 22 420 22 -5,0 -5,2 -5,3 -5,6 Molise 372 19 364 19 -4,0 -4,1 -2,2 -2,7 Campania 960 19 942 20 -6,8 -11,4 -7,5 -8,0 Puglia 901 31 892 32 -2,9 -3,4 -5,3 -4,4 Basilicata 243 51 242 52 -2,4 -4,3 -1,4 -1,3 Calabria 250 36 246 36 -3,9 -5,7 6,5 2,0 Sicilia 754 31 723 32 -5,4 -11,5 -7,6 -7,0 Sardegna 435 52 421 54 -6,7 -2,2 -2,1 -9,5 Italia 25.919 48 25.415 50 -3,4 -3,6 -3,7 -4,7 Nord 20.267 53 19.915 55 -2,9 -2,7 -3,4 -4,1 Centro 1.297 37 1.250 38 -6,1 -5,5 -4,5 -7,3 Sud e Isole 4.355 30 4.250 31 -4,9 -7,0 -5,0 -6,0
(*) Variazioni calcolate sui dati al 30 giugno dell’anno di confronto.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati BDN dell'Ana- grafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G Caporale" di Teramo.
12 mesi e di 32,5 mila negli ultimi cinque anni; dall’altro lato gli allevamenti ad orientamento “da latte” lombardi sono diminuiti gradualmente ed in per- centuale pressoché costante nell’ultimo decennio, contraendosi ad una media del 3,5% all’anno e complessivamente di 2.107 unità dalla fine del 2009. Que- sto ha determinato una notevole crescita della stalla da latte, che da una media di 63 vacche alla fine del 2009 è passata alle attuali 97. Qui troviamo anche il numero più elevato di primipare che hanno partorito con un’età inferiore ai 24 mesi, ben il 56% del totale nazionale, ad indicare che, forse, la tendenza ad anticipare il parto è una tecnica delle aziende più sviluppate.
I dati di giugno 2019 presentano, per questa regione, una novità rispetto al passato, registrando una riduzione, anche se di poche unità, degli allevamenti Tab. 3.4 - Consistenze di vacche, totali e con massimo 24 mesi, in allevamenti ad orientamento "da latte" nelle regioni italiane: 31 dicembre 2018 e 30 giugno 2019
31 dicembre 2018 30 giugno 2019 Var. % delle consistenze totali totali di cui: ≤ 24 mesi totali di cui: ≤ 24 mesi 2019/ 2018 * 2018/ 2017 media 2014- 2019* media 2009- 2018 Piemonte 119.235 1.364 120.945 1.449 0,3 -0,2 -0,4 0,2 Valle d'Aosta 2 - - - -100,0 n.c. -100,0 -27,9 Liguria 1.070 2 1.072 2 1,6 -22,1 -4,7 -2,5 Lombardia 496.630 7.777 506.635 7.789 1,3 1,2 1,3 0,8 Trentino A.A. 65.869 125 66.747 85 -0,8 -3,3 -1,3 -2,1 Veneto 132.101 988 132.981 927 -1,4 -1,4 -0,3 -0,5 Friuli V.G. 31.751 214 31.684 164 -1,8 -2,0 -1,5 -1,2 Emilia-Romagna 230.734 1.796 236.951 2.116 0,9 -0,2 0,6 0,7 Toscana 7.907 37 7.907 24 -2,4 -4,1 -1,6 -1,9 Umbria 5.643 17 5.731 16 -3,3 -6,3 -1,6 -4,8 Marche 3.963 32 3.934 30 -5,6 -11,1 -2,7 -7,3 Lazio 30.471 128 30.436 205 -2,2 -2,6 -3,3 -1,2 Abruzzo 9.511 38 9.425 41 -1,1 -0,6 -1,9 -1,7 Molise 7.146 19 7.077 31 -4,0 -2,1 -0,3 0,0 Campania 18.592 181 18.720 219 -2,7 -6,0 -2,5 -2,8 Puglia 28.294 166 28.431 190 -2,2 1,1 -1,2 -1,1 Basilicata 12.439 108 12.605 101 -0,4 -1,5 3,0 3,7 Calabria 8.941 216 8.870 202 -0,3 -2,0 5,4 5,7 Sicilia 23.662 136 23.332 148 -1,8 -2,9 -2,6 -3,3 Sardegna 22.703 219 22.823 134 -2,7 -2,1 0,2 -2,3 Italia 1.256.664 13.563 1.276.306 13.873 0,2 -0,4 0,2 0,0 Nord 1.077.392 12.266 1.097.015 12.532 0,6 0,0 0,5 0,3 Centro 47.984 214 48.008 275 -2,6 -4,0 -2,8 -2,5 Sud e Isole 131.288 1.083 131.283 1.066 -2,0 -2,0 -0,7 -1,3
(*) Variazioni calcolate sui dati al 30 giugno.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati BDN dell'Ana- grafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G Caporale" di Teramo.
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ad orientamento “misto”, sempre in aumento nelle rilevazioni precedenti: erano poco più di 1.000 a fine 2009 mentre oggi superano le 1.600. Nell’ul- timo anno, le consistenze di femmine che hanno partorito negli allevamenti ad orientamento “misto” hanno rallentato drasticamente la crescita, in conco- mitanza con il calo degli allevamenti, mentre dalla fine del 2009 erano quasi raddoppiate (tab. 3.6). La crescita dimensionale dell’allevamento “misto” è stata più lenta rispetto a quello “da latte”, essa è passata da poco meno di 26 vacche/stalla del 2009 ai circa 32 del giugno 2019; probabilmente è prevalsa la tendenza delle realtà più piccole a diversificare la produzione all’interno dell’allevamento bovino.
In Emilia-Romagna risiede il più alto numero di vacche in allevamenti “da Tab. 3.5 - Numero di allevamenti ad orientamento produttivo "misto" e numero me- dio di vacche per regione, presenti in BDN al 31 dicembre 2018 e al 30 giugno 2019
31 dicembre 2018 30 giugno 2019 Var. % del n. di allevamenti n. alle-
vamenti vacche/ allev. n. alleva-menti vacche/ allev. 2018*2019/ 2018/ 2017 media 2014- 2019* media 2009- 2018 Piemonte 588 50 592 50 1,9 -2,6 3,6 -20,8 Valle d'Aosta 1.411 11 1.393 11 -3,5 -3,2 -1,0 -1,2 Liguria 239 3 233 4 -1,3 1,7 0,9 -0,9 Lombardia 1.622 31 1.609 32 -0,6 0,9 3,9 5,2 Trentino A.A. 3.175 5 3.177 6 -0,4 -1,8 3,6 4,4 Veneto 249 16 236 16 -2,9 -11,4 -3,4 -13,8 Friuli V.G. 145 9 140 10 -9,7 -9,4 -1,9 0,5 Emilia-Romagna 17 10 15 11 -16,7 -51,4 -25,4 -12,1 Toscana 64 11 63 11 -10,0 -9,9 -4,2 -14,2 Umbria 45 15 38 17 -72,1 -67,2 -24,0 -11,8 Marche 61 12 43 13 -37,7 -14,1 -12,1 -6,7 Lazio 462 19 443 20 -5,9 -12,8 -13,5 -18,0 Abruzzo 309 10 297 11 -9,7 -6,6 -3,7 0,8 Molise 575 8 568 9 -3,7 -3,7 4,1 10,6 Campania 2.024 9 1.981 9 -5,0 -5,6 -4,9 -3,9 Puglia 1.244 21 1.243 22 -2,2 -3,0 -0,6 -0,2 Basilicata 612 15 598 16 -2,1 -1,0 -1,6 -2,2 Calabria 1.612 5 1.618 5 -0,2 -2,0 -2,1 1,9 Sicilia 835 19 768 21 -26,8 -25,4 -7,7 -1,1 Sardegna 912 10 1.009 12 10,3 6,8 5,6 9,2 Italia 16.201 14 16.064 14 -3,8 -4,8 -1,0 -3,5 Nord 7.446 16 7.395 16 -1,2 -2,2 2,1 -4,2 Centro 632 17 587 18 -21,3 -21,9 -13,7 -16,7 Sud e Isole 8.123 12 8.082 12 -4,6 -5,4 -2,2 0,0
(*) Variazioni calcolate sui dati al 30 giugno dell’anno di confronto.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati BDN dell'Ana- grafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G Caporale" di Teramo.
latte” dopo quello lombardo, salito di oltre 2 mila capi nell’ultimo anno, ri- sulta in espansione sia nel medio che nel lungo periodo ma con tassi inferiori a quelli della Lombardia; anche gli allevamenti specializzati emiliano-roma- gnoli diminuiscono gradualmente portando in dieci anni ad una crescita della stalla media da 47 a poco sotto le 68 lattifere, terza dopo quella lombarda e piemontese, e con un aumento di 3 unità soltanto nell’ultimo anno. La recente contrazione degli allevamenti è in linea con quella media nazionale mentre è inferiore se calcolata su dieci anni: rappresentano il 13,8% del totale nazionale “da latte”, il terzo in valore assoluto dopo quello trentino e lombardo, mentre contavano l’11,6% dieci anni fa. La crescente specializzazione nella produ- zione di latte (l’orientamento “da latte” interessa il 99,6% degli allevamenti Tab. 3.6 - Consistenze di vacche, totali e con meno di 24 mesi, in allevamenti ad orientamento "misto" nelle regioni italiane al 31 dicembre 2018 e al 30 giugno 2019.
31 dicembre 2018 30 giugno 2019 Var. % delle consistenze totali totali di cui: ≤ 24 mesi totali di cui: ≤ 24 mesi 2019/ 2018 * 2018/ 2017 media 2014- 2019* media 2009- 2018 Piemonte 29.327 146 29.680 168 1,0 -1,7 5,5 -10,1 Valle d'Aosta 16.091 13 15.680 12 -1,5 -2,9 37,3 3,6 Liguria 802 1 884 4 7,5 0,9 2,0 0,4 Lombardia 50.501 636 51.478 561 0,5 0,1 3,8 7,3 Trentino A.A. 17.240 17 17.513 19 -2,2 -3,8 8,3 10,3 Veneto 4.085 43 3.859 22 -7,9 -8,3 1,3 -6,3 Friuli V.G. 1.311 6 1.427 1 3,6 -6,7 0,9 -0,7 Emilia-Romagna 174 0 172 1 -7,5 -66,3 -19,3 -16,4 Toscana 679 1 690 3 -1,3 -8,1 0,0 -17,9 Umbria 655 1 628 5 -63,8 -62,6 -20,3 -10,6 Marche 705 0 552 0 -17,2 10,2 -8,0 -2,2 Lazio 8.899 107 8.854 66 -2,5 -1,0 -2,0 -9,9 Abruzzo 3.232 8 3.208 6 -3,5 -3,0 1,6 0,4 Molise 4.834 15 4.864 9 -4,3 -4,5 2,6 10,6 Campania 18.475 62 18.512 69 -3,4 -3,2 -1,9 -1,5 Puglia 26.325 145 26.887 176 1,1 -1,2 3,3 3,4 Basilicata 9.198 55 9.636 63 3,2 2,7 0,1 -1,6 Calabria 7.923 21 8.168 46 1,3 -3,5 -2,3 -0,3 Sicilia 16.215 85 15.953 97 -12,0 -12,9 -1,7 3,8 Sardegna 9.219 38 11.625 85 26,3 22,5 14,6 14,4 Italia 225.890 1.400 230.270 1.413 -0,8 -2,4 3,7 -0,7 Nord 119.531 862 120.693 788 -0,3 -2,0 6,9 -1,2 Centro 10.938 109 10.724 74 -12,0 -9,8 -4,2 -10,4 Sud e Isole 95.421 429 98.853 551 0,0 -2,1 1,3 2,2
(*) Variazioni calcolate sui dati al 30 giugno dell’anno di confronto.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati BDN dell'Ana- grafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell'Istituto "G Caporale" di Teramo.
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con produzione di latte) di questa regione ha portato via via alla scomparsa dell’allevamento “misto”: a giugno se ne contano solo 15 dei 65 di cinque anni prima.
Il Piemonte è la terza regione per numero di femmine che hanno partorito, ma quarta per il numero in allevamenti “da latte”, e presenta per quest’ultimo un’evoluzione crescente in linea con l’andamento medio nazionale. Nell’ul- timo anno gli allevamenti specializzati nella produzione di latte sono calati relativamente meno che a livello nazionale, ma di più se consideriamo l’ul- timo quinquennio, da cui è stato raggiunto il numero medio di vacche secondo dopo quello lombardo: 81 capi/stalla ed erano 51 solo dieci anni prima. Gli allevamenti ad orientamento “misto” sono oggi circa un ottavo di quelli regi- strati in BDN dieci anni fa, quando superavano ampiamente il numero degli specializzati, tuttavia la tendenza recente va verso il recupero di questa tipo- logia che aumenta di qualche numero tra il 2018 e il 2019 ma molto di più, 95 unità, in cinque anni. Sebbene in passato si sia assistito ad un parziale trasfe- rimento degli allevamenti iscritti dall’orientamento “misto” a quello specia- lizzato “da carne”, gli allevamenti rimasti in questa tipologia sono comunque molto importanti per il settore latte piemontese in quanto sono mediamente i più grossi a livello nazionale: in dieci anni la dimensione media è salita da 16 a 50 vacche per stalla.
Il Veneto detiene il quarto posto per numero di bovine che hanno partorito nelle tipologie di allevamento con produzione di latte ed il terzo posto se si considerano soltanto le vacche degli allevamenti specializzati. A differenza delle regioni precedenti, qui l’allevamento “da latte” mostra nell’ultimo anno una battuta d’arresto, la più importante a livello nazionale, lasciando sul ter- reno 1.883 vacche rispetto al 30 giugno 2018; la dimensione media è più pic- cola e si attesta sulle 42,5 vacche anche se in rapida crescita rispetto alle 35 di cinque anni fa e alle 22 di fine 2009. Ruolo secondario riveste l’allevamento ad orientamento “misto” i cui numeri sono ridotti e in ulteriore contrazione: in particolare, il numero delle bovine che hanno partorito in questi allevamenti si riduce, tra giugno 2018 e giugno 2019, di 330 unità (l’8% circa) e il numero medio attribuito a ciascuno di essi passa da 17 a 16.
Dall’altro lato, la tendenza a diversificare maggiormente l’attività all’in- terno delle stalle, ancor più che in Lombardia, si osserva in Trentino A.A.: dalla fine del 2009 ha registrato l’incremento assoluto maggiore del numero di allevamenti ad orientamento “misto” (+1.021) raggiungendo le 3.177 unità, il 20% del totale nazionale. Il Trentino A.A. con circa 67 mila vacche che hanno partorito in allevamenti “da latte” e 17,5 mila in allevamenti di tipo “misto” è la quinta regione italiana per consistenze ma la prima per numero di allevamenti – anche quelli specializzati rappresentano con oltre il 22% la
quota nazionale più importante –; sono i più piccoli dell’intero territorio na- zionale dopo quelli liguri, con una media di 12 vacche che hanno partorito in quelli “da latte” e di 5 in quelli “misti”. Probabilmente in questa regione più che altrove influisce sull’allevamento la struttura del territorio e le sue politi- che di mantenimento e salvaguardia, tanto più che la dimensione media è va- riata pochissimo, soltanto +1,3 vacche dal 2009 e +0,8 vacche negli ultimi cinque anni.
Successivamente, per numero di vacche in allevamenti da latte, troviamo il Friuli-Venezia Giulia dove ne risiedono 31.684, il 2,5% del totale nazionale, in calo dell’1,8% rispetto a giugno 2018, la percentuale negativa più elevata del Nord. In questa regione, comunque marginale per la produzione di latte, si osserva una crescita lenta del numero medio di vacche per allevamento, soprattutto rispetto al vicino Veneto: le vacche sono poco più di 39 per stalla “da latte”, erano 33 cinque anni prima e circa 26 alla fine del 2009. Meno rilevante qui l’allevamento “misto”, sotto la cui definizione erano iscritti 140 allevamenti a giugno di quest’anno, ciascuno con una media di 10 vacche. In Valle D’Aosta praticamente tutti gli allevamenti che producono latte sono re- gistrati come allevamenti ad orientamento “misto”; nell’ultima elaborazione di giugno se ne contavano 1.393, 50 in meno rispetto a un anno prima, con una media di 11 vacche per allevamento, il cui numero complessivo pari a 15.680 capi si presenta in calo negli anni più recenti.
Nel Lazio troviamo il più alto numero di vacche in allevamenti “da latte” di tutto il centro-sud, 30.436 a giugno 2019, distribuito su 828 allevamenti ai quali ne toccano in media 37. La regione domina l’area centrale con il 63,4% di questo patrimonio, malgrado la sua attività risulti in calo: nell’ultimo anno