6. IL PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA
6.3. Il prezzo del latte alla stalla in Austria, Francia e Germania Comprendere ed analizzare l’evoluzione del prezzo del latte alla stalla nel
nostro Paese è certamente più agevole, se essa si confronta con ciò che accade nei principali paesi da cui importiamo materia prima per l’industria lattiero- casearia, ossia in Austria, in Germania ed in Francia (fig. 6.4). La serie impie- gata per l’Austria deriva dalle rilevazioni effettuate da Agrarmarkt-Austria, l’agenzia del Ministero dell’Agricoltura che si occupa di raccogliere, analiz- zare e diffondere informazioni sui mercati agricoli e sono riferite alla media nazionale. Per la Germania, date le forti differenze nel livello e nella stagio- nalità del latte che si riscontrano tra le diverse aree produttive (a loro volta legate a differenze sensibili nella struttura degli allevamenti), si è scelto di im- piegare le rilevazioni effettuate fino al maggio 2009 dall’agenzia semi-pub- blica ZMP, e successivamente dalle sue “filiazioni” private ZMB (specifica- mente per il latte) e AMI (per l’insieme dei mercati agricoli), relativamente Fig. 6.3 - Coefficienti percentuali di stagionalità per l'indice del prezzo interpro- fessionale in Lombardia, media 2014-2018
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Accordi inter- professionali, contratti aziendali, CCIAA, Il Sole 24 Ore, ZMB-AMI, European Milk Market Observatory.
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alle quotazioni in Baviera, regione dalla quale provengono essenzialmente le importazioni tedesche delle nostre imprese. Anche per la Francia, in base ad analoghe considerazioni, le rilevazioni sono regionalizzate e quelle prese in considerazione si riferiscono alla regione Rhône-Alpes (ossia la zona avente come capoluogo Lione), da cui in prevalenza provengono i flussi diretti verso il nostro Paese; esse erano curate fino a tre-quattro anni fa dall’ufficio inter- professionale per il latte (Onilait) sulla base di propri sondaggi, mentre oggi rientrano nelle attività dell’ufficio di prodotto unificato per tutti i prodotti dell’agricoltura, allevamento e pesca, FranceAgriMer.
Per le ragioni anzidette, in mancanza non solo di un prezzo di mercato rappresentativo per l’Italia, ma anche, per lunghi anni, di una quotazione con- cordata tra le parti, anche in questo caso si è fatto ricorso al prezzo simulato per la Lombardia dal sistema di indicizzazione realizzato dall’Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici. Al fine di rendere comparabili le quota- zioni dei diversi paesi, tutti i prezzi, riportati allo standard comune di 37 grammi di grasso e 34 grammi di proteine per litro, sono espressi in centesimi per litro di latte e sono comprensivi di IVA; per questo i dati illustrati nella Fig. 6.4 - Confronto tra il prezzo del latte alla stalla in Lombardia, in Austria, in Ba- viera e nel Rhône-Alpes1, gennaio 2009-ottobre 2019 (euro per 100 litri, IVA inclusa)
(1) Prezzi ricondotti allo standard di 37 g/l di grasso e 34 g/l di proteine. Lombardia: prezzo interprofessionale simulato.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Accordi inter- professionali, contratti aziendali, CCIAA, Il Sole 24 Ore, Agrar-markt-Austria, BLE, Fran- ceAgriMer.
figura 6.4 e riportati nella tabella 6.2 non coincidono, per la Lombardia, con quelli discussi nel precedente paragrafo.
Nel comparare questi prezzi si deve ricordare che questo confronto non Tab. 6.2 - Prezzo del latte alla stalla in Lombardia, in Austria, in Baviera e nel Rhône-Alpes, 2016-20181 Prezzo latte Lombardia, IVA inclusa cents/litro Prezzo latte Austria, IVA inclusa cents/litro Scarto Austria/ Lombardia % Prezzo latte Baviera, IVA inclusa cents/litro Scarto Baviera/ Lombardia % Prezzo latte Rhône-Alpes IVA inclusa cents/litro Scarto Rhône-Al- pes/ Lom- bardia % gen-17 38,46 33,50 -12,9 32,80 -14,7 36,34 -5,5 feb-17 38,54 34,11 -11,5 33,03 -14,3 35,61 -7,6 mar-17 38,33 34,55 -9,9 33,19 -13,4 34,72 -9,4 apr-17 37,99 34,52 -9,1 33,33 -12,3 30,57 -19,5 mag-17 37,84 34,70 -8,3 33,70 -10,9 34,12 -9,8 giu-17 37,90 36,31 -4,2 34,59 -8,7 35,33 -6,8 lug-17 39,22 37,33 -4,8 36,10 -8,0 37,56 -4,2 ago-17 39,53 38,18 -3,4 36,88 -6,7 38,50 -2,6 set-17 39,58 39,52 -0,1 37,74 -4,6 38,71 -2,2 ott-17 39,99 40,35 +0,9 38,65 -3,4 38,31 -4,2 nov-17 40,15 40,38 +0,6 38,74 -3,5 37,51 -6,6 dic-17 39,46 40,67 +3,1 38,50 -2,4 37,88 -4,0 gen-18 38,91 39,66 +1,9 37,48 -3,7 37,36 -4,0 feb-18 38,60 37,52 -2,8 36,51 -5,4 37,04 -4,1 mar-18 38,76 36,12 -6,8 35,37 -8,7 35,59 -8,2 apr-18 38,87 35,61 -8,4 34,13 -12,2 34,53 -11,2 mag-18 39,27 35,19 -10,4 34,02 -13,4 34,64 -11,8 giu-18 37,56 34,95 -6,9 34,27 -8,8 36,05 -4,0 lug-18 38,22 35,62 -6,8 34,56 -9,6 38,05 -0,5 ago-18 38,78 35,60 -8,2 34,77 -10,3 39,43 +1,7 set-18 38,82 36,36 -6,3 35,29 -9,1 39,55 +1,9 ott-18 38,95 37,09 -4,8 35,76 -8,2 39,65 +1,8 nov-18 39,17 37,60 -4,0 35,89 -8,4 37,69 -3,8 dic-18 39,45 38,00 -3,7 35,87 -9,1 37,97 -3,8 gen-19 39,94 37,20 -6,9 35,56 -11,0 38,08 -4,7 feb-19 40,43 37,23 -7,9 35,49 -12,2 38,28 -5,3 mar-19 40,47 37,19 -8,1 35,42 -12,5 37,48 -7,4 apr-19 40,25 37,55 -6,7 35,09 -12,8 36,94 -8,2 mag-19 40,13 37,22 -7,3 34,56 -13,9 36,77 -8,4 giu-19 39,97 36,56 -8,5 34,18 -14,5 38,73 -3,1 lug-19 39,44 36,37 -7,8 33,92 -14,0 40,75 +3,3 ago-19 39,58 35,65 -9,9 33,82 -14,6 40,91 +3,3 set-19 39,51 35,59 -9,9 33,76 -14,6 40,84 +3,4 ott-19 39,71 35,58 -10,4 33,90 -14,6 40,44 +1,9 nov-19 40,00 - - - dic-19 - - - -
(1) Prezzi ricondotti allo standard di 37 g/l di grasso e 34 g/l di proteine. Lombardia: prezzo interprofessionale simulato.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Accordi inter- professionali, CCIAA, Il Sole 24 Ore, Agrarmarkt-Austria, ZMB-AMI, FranceAgriMer.
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riflette appieno la convenienza per le imprese trasformatrici ad usare l’una o l’altra fonte di approvvigionamento. In realtà, quando queste importano latte, lo pagano ad un prezzo che è legato al prezzo alla produzione (al quale co- munque va aggiunto il costo di trasporto, che per carichi provenienti da Au- stria o Baviera può oggi essere valutato in circa quattro-cinque euro per 100 litri), ma se ne può discostare, anche in misura piuttosto ampia, a seconda di condizioni commerciali momentanee: si tratta infatti di un tipico mercato spot. Ne consegue che anche la misura dello scostamento percentuale tra i diversi prezzi, non va tanto considerata in termini assoluti, ma piuttosto studiata nella sua evoluzione e nei movimenti di breve termine.
Lo scostamento tra il prezzo lombardo e quello rilevato in Austria, dopo essersi notevolmente ampliato negli anni precedenti aveva mostrato valori nel complesso stabili per tutto il biennio 2014-15, salvo poi ampliarsi decisamente nel 2016, poiché per tutta la prima metà dell’anno i due indicatori avevano avuto andamenti divergenti: in crescita il prezzo italiano, in calo quello au- striaco. Così lo scarto tra le due valutazioni, che aveva iniziato l’anno pratica- mente a zero, è arrivato a superare il 14% in ottobre ed è rientrato di poco più di un punto percentuale nei due mesi successivi. Nel 2017, al contrario, ad un’accelerazione della ripresa in Austria ha corrisposto una frenata e poi una minor crescita da noi. Il prezzo austriaco è infatti cresciuto del 10,7% nel primo semestre, contro lo 0,6% di quello lombardo, e del 12% nel secondo semestre contro un +4,1% al di qua delle Alpi. Di conseguenza, si arrivava in dicembre, ad un prezzo austriaco superiore del 3% rispetto a quello di casa nostra. Il con- fronto per il 2018 e 2019 è influenzato dalla ben più marcata componente sta- gionale che si osserva nel prezzo oltre il Brennero, ma anche da fattori endo- geni che hanno sostenuto il latte italiano (la già osservata crescita tendenziale della componente “interna” dell’indice lombardo): entrambe le serie mostrano nel 2017 il minimo a giugno, ma nel caso lombardo esso comporta un calo rispetto a dicembre 2017 del 4,8%, contro il 14,1% per l’Austria. Di lì fino a dicembre si ha in entrambe i casi un recupero, ma anche qui asimmetrico: +5,0% per il latte lombardo, che così praticamente torna in dodici mesi al li- vello di partenza, +8,7% per la serie austriaca, con un deficit tra dicembre 2017 e 2018 del 6,5%. A questo punto, quindi, lo scarto tra i due prezzi, che aveva superato il 10% a maggio, era del 3,8%.
Il 2019 è poi iniziato al rialzo per il prezzo lombardo, al ribasso invece per quello austriaco, cosicché il divario è più che raddoppiato in tre mesi, arrivando in marzo all’8,8%; l’ulteriore flessione del prezzo austriaco nei mesi seguenti, più accentuata e più prolungata rispetto al prezzo italiano, ha infine portato questo scarto all’11,6% in ottobre 2019, ultimo mese disponibile per la serie austriaca.
Il prezzo bavarese, che si mantiene al di sopra della media tedesca, in ge- nere non si discosta molto da quello austriaco, ma il 2015 e il 2016 hanno prima scavato e poi mantenuto un fossato tra le due quotazioni: la differenza era favorevole all’Austria di 2,2 euro per 100 litri in gennaio 2015, ma di ben 4,2 euro alla fine dello stesso anno, e si manteneva oscillando quasi costante- mente tra 3,7 e 3,9 euro fino ad agosto 2016, salvo poi smorzarsi e chiudere l’anno a 1,4 euro. Chiaramente in questo quadro la competitività del latte ba- varese nei confronti di quello italiano veniva accentuata: il differenziale tra i due prezzi arrivava anche a sfiorare il 25% in giugno e luglio 2016. Ma come più rapida era stata la discesa del prezzo in Baviera, così più repentino è stato poi il successivo recupero rispetto a quanto osservabile in Italia: tra giugno 2016 e novembre 2017, con una serie ininterrotta di variazioni positive, il prezzo bavarese guadagnava il 53,4%, quello lombardo solo il 19,7%. Così il 2017 si chiudeva con una distanza tra i due prezzi ridotta a meno di un cente- simo per litro. In seguito il prezzo bavarese seguiva un’evoluzione analoga a quella del prezzo austriaco, con un divario a favore di quest’ultimo che fino ad ottobre 2018 si è mantenuto tra 0,7 e 1,5 euro per 100 litri, ma è poi salito a 2,1 euro in dicembre. Il 2019 è caratterizzato da un andamento simile per i due prezzi, ma con una stagionalità più accentuata per quello tedesco, cosic- ché la differenza tra i due si è ampliata fino a 2,7 euro in maggio, salvo poi regredire fino a 1,7 euro in ottobre. A quel punto, quindi, lo scostamento tra il prezzo lombardo e quello bavarese arrivava al 14,6%, il valore più alto dopo gennaio 2017 e quasi doppio rispetto all’8,2% di dodici mesi prima.
Nel passato il prezzo francese rilevato nella regione di Lione presentava in genere valori inferiori a quelli austriaco e bavarese, almeno fino a tutto il 2014 e parte del 2015. Da allora però si è manifestato un cambiamento strutturale, legato tra l’altro al fatto della relativa rarefazione dell’offerta di latte in questa parte della Francia più prossima ai nostri confini, a vantaggio delle più lontane pianure bretoni e normanne. La sua competitività rispetto al latte lombardo ne è quindi in parte venuta meno, anche se essa rimane forte nei momenti di mag- gior afflusso di latte sul mercato. Infatti una caratteristica peculiare che il prezzo francese presenta, rispetto a quelli con cui lo compariamo, è una stagio- nalità molto più accentuata, con un calo nella fine dell’inverno e per tutta la primavera, una ripresa poi nel corso dell’estate e sovente un’ulteriore flessione nei 3-4 mesi di chiusura dell’anno. Questo è stato il caso anche del 2016, quando il divario rispetto al prezzo lombardo è passato da 0,32 euro per 100 litri in gennaio a 2,40 in maggio, tornando poi a 0,47 in agosto ma di nuovo aumentando fino a 3,30-3,40 in novembre e dicembre. Nel 2017 è stato soprat- tutto il periodo primaverile che ha visto crescere il gap, che ha toccato i 7,4 euro per 100 litri in aprile, mentre nello scorcio finale dell’anno lo scarto non
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si è ampliato oltre i 2,65 euro di novembre. Sia nel 2018 che nel 2019, appare abbastanza chiaro un andamento stagionale del prezzo transalpino abbastanza speculare rispetto a quello lombardo. Nel 2018 la differenza in gennaio era del 4% a favore del prezzo di casa nostra, la concomitanza della crescita del prezzo lombardo e del calo di quello francese nei quattro mesi seguenti ha portato lo scarto quasi al 12% in maggio, ma poi la flessione del prezzo nazionale ha coinciso con un deciso riavvicinamento nei primi due mesi e un superamento del prezzo francese rispetto a quello italiano tra agosto e ottobre, salvo poi ri- passare sotto in novembre. Simile andamento nel 2019: +4,7% del prezzo lom- bardo in gennaio, +8,4% in maggio ma poi -3,3% in luglio e scarto negativo costantemente fino a ottobre. Si conferma così che il latte che passa le Alpi provenendo da Nord-Ovest, benché oggi rappresenti una quota ridotta rispetto a quello che arriva da Nord-Est, costituisce un fattore rilevante di destabilizza- zione del prezzo di casa nostra, soprattutto nei momenti in cui quest’ultimo è più debole.