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Le Alpi territorio romano: conquista e organizzazione augustea dei distretti alpini.

Dedicheremo l'ultimo paragrafo di questo capitolo introduttivo per parlare brevemente dell'espansione romana nelle Alpi, soprattutto nella fase della politica augustea dove la conquista di questi territori è totale e inserita anche in un piano amministrativo ben delineato.

Come visto nel primo paragrafo i rapporti dei Romani con le Alpi affondano già in tempi lontani, ma le montagne furono prese in considerazione prevalentemente in via collaterale e non per un interesse diretto, o comunque sia erano viste più come un ostacolo invalicabile o una barriera naturale che come territorio di conquista191. Tramite l'accordo con il regnum Noricum192 (stipulato verso il 170 a.C.193), e successivamente con la conquista della Cisalpina e con le campagne di Cesare nelle Gallie durante il I sec. a.C., a Roma si ponevano le basi per espandersi nei territori al di là dell'arco alpino194. L'idea era quella di sottomettere l'Europa a est del Reno fino alla linea dell'Elba e i territori danubiani195, ma è solo con Augusto che iniziarono le operazioni militari dirette all'assoggettamento dell'area alpina, operazioni che poi proseguirono con i figliastri Druso e Tiberio196. Infatti, la politica di conquista delle Alpi iniziò a delinearsi successivamente a quella che fu l'espansione romana nel nord Italia - e quindi nella Cisalpina - iniziata già nel III sec. a.C., ma concretizzatasi veramente solo nel I sec. a.C. Se prima erano viste come un ambiente geograficamente a sé stante, come una barriera che serviva ad arginare al minaccia dei popoli barbari, man mano che gli interessi romani si spinsero verso nord, confrontarsi con le Alpi diventava una realtà sempre più evidente197. Come visto anche nel paragrafo introduttivo, vi era una concezione secondo la quale si era soliti far coincidere la montagna (o comunque luoghi impervi o

190

BONETTO 2009, p. 34.

191

Cfr. anche LAFFI 1976, p. 391; TARPIN 1990, p. 99; GUADAGNUCCI 2013, p. 1.

192

ALFÖLDI 1974, pp. 1-11; e sulla nascita del regno Norico v. ALFÖLDI 1974, pp. 28-35.

193

L'accordo fu stipulato verso questa data, ma incorporato nell'impero solo in seguito tra il 16 e il i14 a.C.; cfr.

GIORCELLI BERSANI 2001, p. 34. 194 TARPIN 1990, p. 99; SEGARD 2009, p. 21. 195 BUORA 2002, p. 11. 196 CAPOZZA 1987, p. 34. 197 GABBA 1987, pp. 55-57.

marginali) con la barbaritas, e all'interno di un visione così delineata, la politica di conquista augustea delle zone alpine rientra in un progetto di portata molto più ampia dove conquistare significava anche civilizzare, il che si rese quindi esplicito nell'intento di civilizzare definitivamente queste aree198. Non si trattava perciò solo di una conquista in senso tecnico per potere meglio gestire transiti e comunicazioni, ma diventava così anche un problema ideologico e culturale che si giustificava nel nell'eliminazione delle scorrerie dei popoli di montagna che compivano nell'area pedemontana199.

La conquista augustea delle aree alpine, tra l'assoggettamento con le armi o con soluzioni pacifiche, si sviluppò in un arco di tempo abbastanza lungo che va dal 35 a.C. (anno di inizio delle spedizioni di Ottaviano contro gli Illiri che prelude alla conquista delle terre danubiane200, e l'anno successivo i primi scontri con i Salassi) al 7 a.C. Tra le tappe, da ricordare le quattro campagne militari: la prima nel il 25 a.C. che vide impegnato Terenzio Varrone contro i Salassi; la seconda condotta il 17 o 16 a.C. dove troviamo impegnato P. Silio Nerva intento a domare le popolazioni comprese fra Comum a la Valle dell'Adige (le popolazioni di Camuni, Trumplini e Venonetes)201; la terza condotta contemporaneamente da Tiberio e Druso Maggiore che nel 15 a.C. che realizzarono la sottomissione della zona centrale delle Alpi da ambo i versanti (vennero assoggettati anche i vari gruppi di Raeti e di

Vindelicii)202 e si spinsero fino al Danubio203 e infine la quarta nel 14 a.C. che completò

l'assoggettamento delle popolazioni liguri delle Alpi Marittime. Nello steso periodo venne annesso definitivamente ai domini romani anche il regnum Noricum e le Alpi Cozie204. Sul finire del secolo le campagne di Augusto, giunte ormai a compimento, avevano assoggettato l'intera area alpina, ne è testimonianza il Tropaeum Alpium di La Turbie, che segna la definitiva sottomissione delle 46 tribù alpine. La politica romana di conquista alpina fu una politica versatile e di ampio respiro, non sempre improntata verso l'annientamento del nemico (come successe per i Salassi), ma talvolta giocata con abile diplomazia dove prevalse l'assimilazione, così come per certe peculiari realtà era valso anche per la Cisalpina. Significativo e molto interessante è il caso delle Alpi Cozie. A Segusium (attuale Susa in provincia di Torino) regnava un certo re Cottius (Cozio I, successo al padre Donno I) sulle 14

198 GABBA 1987, pp. 55-57. 199 GABBA 1987, p. 60. 200

Sul regno del Norico si veda ALFÖLDI 1974.

201 LAFFI 1974, p. 391; MIGLIARIO 2001, p. 187. 202 LAFFI 1974, p. 391; MIGLIARIO 2001, p. 187. 203 LAFFI 1974, p. 391; GABBA 1987, p. 53. 204 ALFÖLDI 1974, pp. 62-63-56; LAFFI 1974, p. 391.

tribù alpine che, dapprima nel 14 a.C. organizzò una resistenza nei confronti dei romani, ma poi nell'anno successivo smise le ostilità arrendendosi in via definitiva a Roma205. Fu così che Augusto stipulò un foedus con il sovrano che, seppur perse il titolo di rex, mantenne il dominio sui suoi territori (quindi sulle 14 civitates ricordate anche nell'arco di Susa206) con il titolo di praefectus civitatum e le comunità a lui soggette ottennero probabilmente lo ius

Latii207. Nel compromesso siglato da Augusto e Cozio si legge anche l'intento da parte del princeps di servirsi di una dinastia indigena che potesse garantire il controllo sulle

popolazioni della zona e potenziare la viabilità alpina in questi territori208. Un altro esempio interassente del processo di integrazione di questi territori è costituito dalla creazione di

Agusta Praetoria (l'odierna città di Aosta), costruita nel 25 a.C. sulla base del

precedentemente accampamento romano209, edificata all'incrocio delle vie tra il Grande e Piccolo San Bernardo210 dove sono molte le testimonianze archeologiche ed epigrafiche che attestano il clima di scambio culturale nella quale la città venne costruita211. Ed è proprio in queste zone marginali "che si coglie meglio il risultato del processo di romanizzazione, che dopo le fasi cruente della conquista seppe presto trovare consenso e riconoscimento"212. In buona sostanza fu una conquista che, al di là del suo significato strategico-militare e politico, negli anni seguenti "ebbe una funzione centrale per le relazioni commerciali con le province del nord"213.

Durante il suo regno Augusto ebbe il compito di riorganizzare l'assetto territoriale di tutto il vasto impero, a partire dall'Italia, fino ad arrivare a tutti i territori provinciali214. Nel corso di pochi anni Augusto e i suoi generali che avevano preso parte alla conquista, avevano sottomesso l'intero arco alpino e posto sotto il loro controllo e potenziato (per lo meno in alcuni punti) una dozzina dei passi più importanti215. Da punto di visto amministrativo, nel processo di conquista dei distretti alpini, la forma di integrazione prevalente e più tipica fu

205

LETTA 2001, p. 159; GUADAGNUCCI 2013, p. 1.

206

Fu per volontà di Cozio stesso che l'arco venne costruito nel periodo tra il 9 e l'8 a.C., per onorare Augusto e celebrare il foedus precedentemente stipulato nel 13 a.C.. Fu poi Augusto in persona che inaugurò l'arco di Susa di ritorno dalle Gallie. Sulle civitates coziane cfr. LETTA 2001, pp. 157-158.

207

LETTA 2001, p. 159.

208

GIORCELLI BERSANI 2001, p. 34.

209

Colonia che si popolò di 3000 pretoriani, per un confronto con la vicina Agusta Taurinorum v. CRESCI

MARRONE, RODA 1997, pp.147-150. 210 SEGARD 2009, pp. 38-39. 211 CAVALLARO 2001, p. 229. 212 GABBA 1987, p. 61. 213 CZYSZ 2007, p. 8. 214 FRASCHETTI 2007, pp. 105-115. 215 CZYSZ 2007, p. 8.

quella dell'adtributio, ossia le popolazioni delle valli alpine venivano assegnate alle dipendenze delle città vicine al pedemonte216. Ad esempio, tra le popolazioni alpine se i Salassi furono gli unici che subirono un trattamento particolare, dovendo far posto ad una colonia militare (Augusta Praetoria), altre ebbero una sorte diversa come Camunni e

Trumplini che furono adtribuiti alla colonia di Brixia (lo stesso Carni e Catali assoggettati e adtribuiti a Tergeste già prima di Augusto, così pure altre comunità come Anauni, Siduni, Tulliasses al municpium di Tridentum)217. Altri tipi di forme amministrativa riscontrabili per

l'area alpina rientrano in tipologie applicate da Augusto già altrove: distretti militari sottoposti a legati; distretti militari sottoposti a praefecti; regni vassalli con assunzione o meno di titolature romane da parte dei sovrani218.

Fig. 1 Cartina politica delle regioni augustee, in CASAGRANDE 2013, p. 219, fig. 2.

216

Per un approfondimento più ampio sull'istituzione dell' adtributio v. LAFFI 1966, pp.45-53.

217

LAFFI 1987, pp.71-72; MIAGLIARIO 2001, pp. 198-188.

218

Per un analisi completa della situazione amministrativa dei distretti alpini cfr. LAFFI 1966, 13-41e 171-11;

CAPITOLO II

LA PROVINCIA DI BELLUNO IN ETÀ ROMANA: