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D I F ILIPPO B ALESTRAZZI 2001.

III.3. Un confronto con Feltre.

Segue ora un breve confronto con lo studio dei capitelli ritrovati nella città di Feltre. Si tratta di esemplari molto diversi da quelli di Belluno, tuttavia si è ritenuto interessante accostare, a scopo di confronto, una differente tipologia architettonica dell'importante centro poco distante da Belluno.

I più antichi materiali architettonici cisalpini, per lo più elementi frammentari spesso senza contesto di rinvenimento939, si possono datare tra la metà del II e la prima metà del I sec. a.C.940. Tre casi in particolare rappresentano un'eccezione: quello del santuario di Brescia941 e i due templi nella zona nord di Aquileia942 poiché sono "testimonianze organiche di programmi omogenei e di alto livello"943 che testimoniano la ripresa di modelli centro- italici, ma salvo rare eccezioni, rimane comunque difficile stabilire le forme, i modi e i tempi di acquisizione in Cisalpina (e i suoi rapporti con province vicine) di modelli elaborati a Roma e in contesto centro-meridionale944. La tipologia dei capitelli corinzio-italici e ionico- italici è attestata in area padana con una lunga permanenza, sostituiti poi da nuovi tipi di tradizione classica ed ellenistica a partire dalla metà del I sec. a.C., salvo qualche ulteriore

935 CAVALIERI MANASSE 2002. 936 SPERTI 2005. 937 CAVALIERI MANASSE 2005. 938 SPERTI 2007. 939

Il non poter determinare la provenienza del pezzo è una delle principali difficoltà nelle quali si incorre studiando la decorazione architettonica. Cfr. SPERTI 2005, p. 305.

940

CAVALIERI MANASSE 2005 ,p. 53. Per un riassuntivo quadro storico sul'urbanizzazione della Cisalpina nell'età repubblicana v. BANDELLI 2006.

941

CAVALIERI MANASSE 2002.

942

In località Monastero i primi ritrovamenti fittili risalgono già all'ultimo quarto del XIX sec.; in proposito cfr.

STRAZZULLA RUSCONI 1987, pp. 75 ss. p. 100 ss.; FONTANTA 1997, pp. 27 ss. e pp. 203-214.

943

CAVALIERI MANASSE 2005, p. 53.

944

Fig. 48. Altre foto dello scavo, in quella di sinistra si vede il plinto e la parte inferiore della colonnina in laterizi facente parte dell'edificio abitativo in cui sono stati trovati i capitelli in condizione di reimpiego, in CAVALIERI MANASSE 2005, p. 55, figg. 3 e 4.

persistenza come per i capitelli ionico-italici da Feltre che rappresentano una delle più tarde manifestazioni note in Cisalpina945.

Il primo capitello fu scoperto nel 1935, durate gli scavi per gli uffici all'interno della vecchia tipografia P. Castaldi (in via B. Bernardino - angolo Cornarotta)946, non è però chiaro il preciso contesto di rinvenimento di questo capitello947. Nel 1978 a circa m. 50 più ad est di questo ritrovamento, negli orti di palazzo Bilesimo, vennero alla luce altri 5 capitelli948 (figg. 47 e 48), recuperati da un contesto abitativo al quale non appartenevano poiché in giacitura secondaria reimpiegati nelle fondazione del palazzo: quattro erano sovrapposti a due a due e uno rovesciato sul piano pavimentale949. Dell'ambiente in cui furono trovati i capitelli fu messa in luce solo la parte orientale per una dimensione complessiva di m. 4,20 di lunghezza, di larghezza m. 1,70 ad ovest e m. 1,20 ad est950. Quasi sicuramente i capitelli non sono da correlare a nessuno degli ambienti indagati nelle vicinanze del loro ritrovamento951, molto più probabile sarebbe ricondurli ad un edificio pubblico demolito da collocarsi nell'area del Foro952.

945

CAVALIERI MANASSE 2005, p. 53. Per una trattazione più generale sul problema della tradizione ellenistico italica, si veda CAVALIERI MANASSE 1977.

946

ALPAGO NOVELLO A. 1964, p. 17, n. 45; RIGONI 1995b, p. 182, nota 15; CAVALIERI MANASSE 2005, p. 54.

947

Si sa solo che venne rivenuto assieme a frammenti di pavimento e tesserine bianche di mosaico. ALPAGO

NOVELLO A. 1964, p. 17, n. 45.; CAVALIERI MANASSE 2005, p. 53, nota 17.

948

RIGONI 1978, coll. 255-256; CAVALIERI MANASSE 2005, pp. 53-54; CASAGRANDE 2013, p. 278.

949

RIGONI 1978, col. 255.

950

RIGONI 1978, col. 255; ALPAGO NOVELLO L. 1998, p. 137, fig. 227. Cfr. anche il paragrafo sulla città di Feltre.

951

Sicuramente non agli esili resti di plinti e colonna trovati nell'ambiente. Cfr. RIGONI 1978, col. 255;

CAVALIERI MANASSE 2005, p. 53.

952

ALPAGO NOVELLO L. 1998, p. 137, fig. 227; CAVALIERI MANASSE 2005, p. 53. Fig. 47. Nelle foto (1978) si vede la condizione di

rinvenimento dei due capitelli. Nell'immagine a sinistra si vede (nella parte destra) la muratura che inglobava i capitelli. Nell'immagine a destra un dettaglio della stessa, in CAVALIERI MANASSE 2005, p. 54, figg. 1 e 2.

Un'ulteriore indizio della pertinenza dei capitelli ad un edificio pubblico riguarda l'altezza delle colonne ricavabile dalle loro dimensioni: dal diametro del collarino di 45 cm (e quindi di un presunto imoscapo di 50 cm) si riesce a ricavare - basandosi sulla norma vitruviana953 - un'altezza della colonna di 4,50 m; una misura sicuramente non adatta allo standard di casa in Cisalpina e nemmeno riferibili ai resti di colonne trovati nell'ambiente che ha dato alla luce i capitelli954.

Venendo alle caratteristiche tipologiche e stilistiche si osserva, in tutti e sei gli esemplari, il collarino chiuso e lavorato da un filare di perle e fusarole; nell'echino gli ovuli sono di dimensioni regolari e appiattiti, alternati da modanature a guscio e punte di lancia. Sullo stesso piano dell'echino si sviluppano le volute (del tipo a "corna di montone" con foglia di protezione dai margini arricciati) dalle quali fuoriescono delle palmette955. Ma è soprattutto nell'abaco che si notano le caratteristiche più peculiari: l'abaco si articola in cavetto e tondino con i lati inflessi, e su ciascun lato doveva presentare un fiore a calice; l'esecuzione (con alcuni motivi che denotano una pratica insolita nella plastica architettonica) si nota tutta la fantasia di sviluppo degli artigiani956.

953

De Arch, IV, 1, 8: "posteri vero elegantia subtilitateque iudiciorum progressi et gracilioribus modulis delectati septem crassitudinis diametros in altitudinem columnae doricae, ionicae novem constituerunt. Id autem quod Iones fecerunt primo, Ionicum est nominatum". "I posteri, poi, più raffinati in fatto di eleganza e di gusto, dilettandosi di proporzioni più sottili, stabilirono in altezza, per la colonna dorica sette diametri, per la ionica nove. Quest'ordine che gli Ioni costituirono per i primi, è detto ionico". Cito dalla traduzione di FERRI 2001, p. 227. E quindi dalla misura dell'imoscapo di 50 cm si ricava: 0,50 m x 9 = 4, 50 m.

954 CAVALIERI MANASSE 2005, p. 53. 955 CAVALIERI MANASSE 2005, pp. 53-54. 956 CAVALIERI MANASSE 2005, p. 54.

A

Fig. 49. Capitello trovato nel 1935, in CAVALIERI MANASSE 2005, p. 59, fig.13.

B

Fig. 50. In CAVALIERI MANASSE 2005, p. 58, fig. 8.

C

Fig. 51. In CAVALIERI MANASSE 2005, p. 58, fig. 9.

D

Fig. 52. In CAVALIERI MANASSE 2005, p. 58, fig. 10.

E

Fig. 53. In CAVALIERI MANASSE 2005, p. 58, fig. 11.

F

Fig. 54. In CAVALIERI MANASSE 2005, p. 58, fig. 12.

Ciascuno infatti, presenta caratteristiche sue: il capitello "A" in origine poteva presentare un fiore a calice su ciascun lato, il pezzo "B" è caratterizzato da quattro meridiane con l'indicazione delle linee orarie, il "C" ha quattro pelte lunate, il "D", scolpiti sui lati opposti, presenta fiori a doppia o semplice corolla, l'"E" ha quattro fiori con un grande pistillo globoso, ma il più caratteristico è senza dubbio il capitello "F", che su un lato reca una corna di petali appuntiti e una testa di uccello957. In buona sostanza si tratta di prodotti caratterizzati da una forte irregolarità e alcune imperfezioni: "si può, quindi, concludere da una parte che il modello venisse reinterpretato secondo un gusto vivacemente decorativo e forse forme un po' aggiornate, dall'altra l'esecuzione si debba a maestranze non molto esperte"958. Alcuni confronti si possono trovare nel caso aquileise nel monumento funerario ai Curii959, ma non solo: confronti ancora più vicini si hanno nel caso di Concordia dove, tra i più antichi capitelli rinvenuti, risulta esserci un capitello del tipo ionico italico960. Anche il capitello concordiese ha l'abaco decorato con una fila di ovuli a sguscio alternato da linguetta con punta di lancia, al centro di ogni lato recava un fiore; assenza di rocchetti e volute diagonali sono una della caratteristiche peculiari del capitello ionico italico utilizzato soprattutto nei centri meridionali e medioitalici tra il III e il II sec. a.C.961. Il capitello di Concordia può essere messo in relazione anche con quelli del monumento dei Curii di Aquileia, ciò aiuta a stabilire una datazione tra la fine del I sec. a.C. e l'inizio del I sec. d.C. periodo in cui si stava sviluppando la sistemazione monumentale della città962, ma un ulteriore indizio cronologico è dato dal luogo di ritrovamento del capitello: nella zona del fondo Siro dove si sono messe in luce le terme e la porta nord-orientale della città "si può avanzare l' ipotesi che esso facesse parte dell'apparato decorativo e strutturale di questa porta che i dati porterebbero alla fine del I sec. a.C."963. Il confronto con il capitello di Concordia aiuta a stabilire un range cronologico simile anche per i pezzi feltrini, mentre per quanto riguarda l'impiego si è escluso potesse far parte di

957 CAVALIERI MANASSE 2005, p. 57. 958 CAVALIERI MANASSE 2005, p. 57. 959

Gli elementi architettonici del sepolcro trovati nel 1883 in località Colombara. La tipologia di questi capitelli rientra in quella che è la ripetizione del tipo ionico a volute diagonali caratteristico del I sec. a.C., ma con continuità fino ai primi decenni del I sec. d.C. Cfr. CAVALIERI MANASSE 1978, pp. 83 ss. e tavv. 19-20, 46a.

960

DI FILIPPO BALESTRAZZI 2001, p. 215.

961

DI FILIPPO BALESTRAZZI 2001, p. 215. Per i confronti con la tipologia di capitello v. PENSABENE 1973, p. 202.

962

Sugli aspetti urbanistici di Concordia cfr. anche CROCE DA VILLA 1987, p. 396 ss.; BONETTO 2009, pp. 232 ss.

963

una domus per via della dimensione eccessiva delle colonne964, lo stesso si esclude il loro utilizzo in una costruzione sepolcrale (troppo numerosi gli esemplari di Feltre se non per un mausoleo di grandi dimensioni non attestato in zona), mentre rimane sensato ipotizzare un utilizzo per una struttura pubblica come ad esempio per il porticato del Foro che trova diversi confronti965.