• Non ci sono risultati.

Alterità ed erotismo

In nessun altro precedente periodo letterario, credo, il sesso è mai stato così ostensibilmente al centro delle opere di fantasia.71

Per restringere ancora di più il campo dei testi che si prenderanno in questione ci si appoggerà, come detto all’inizio di questo capitolo, alla tematica dell’erotismo e al cambiamento che anche questa subisce nello stesso giro di anni. Nonostante la frase di Praz appena riportata si riferisca all’intero Ottocento, nel saggio da cui è tratta egli specificherà, poi, la piega nuova che tale sensibilità prenderà a partire da un certa data. Non è un caso che sia all’inizio di questa tendenza che nella sua fase di cambiamento vengano fatti gli stessi nomi che sono stati indicati dagli studiosi anche per le fasi della letteratura di viaggio: Byron come ispirazione fondatrice da una parte, Baudelaire e Flaubert come sintomo dei mutamenti in atto dall’altra. L’eroe byronico affascinerà, oltre che come viaggiatore, come amante e segnerà tutta la prima parte del secolo con i suoi caratteri di ribellione, isolamento e fatalità; nella seconda metà, invece, l’attenzione passerà piuttosto su personaggi femminili e gli atteggiamenti erotici si estremizzeranno ulteriormente. Per capire meglio questo assetto ci si appoggerà alle parole di Praz:

Baudelaire e Flaubert son due facce d’una stessa erma piantata lì nel mezzo del secolo, tra romanticismo e decadentismo, tra l’epoca dell’uomo fatale e quello della donna fatale72

E a quelle di Orlando a commento di questo saggio stesso:

Nello stesso capitolo IV è più evidente che in altri la combinazione, non forzata, di vari sottoinsiemi tematici: donna fatale, quindi masochismo maschile, di qui esotismo.73

Queste due citazioni servono a mettere l’accento su quell’allineamento, già suggerito, tra esotismo e erotismo e a spiegarne una certa ricorsività visibile a partire proprio da quel periodo. Nelle premesse si è provato a darne delle motivazioni teoriche. Si cercherà adesso di trovare altre indicazioni nell’immaginario durante quell’epoca.

71

M. Praz, op.cit., p. 3. 72

Ibid. p. 149

47

Come detto fin ora, a cavallo tra Otto e Novecento la spinta verso l’alterità cambia notevolmente e nella letteratura francese questa metamorfosi si ha in direzione di un’estremizzazione delle fantasie esotiche; l’esotismo diventa occasione di evasione, via di accesso alla soddisfazione di tutti quei desideri che si credono inappagabili nel luogo in cui ci si trova. La chiave di lettura possibile per la tentazione che esercita la diversità sta, forse, proprio in questo:

Yet, at one level, most forms of travel at least cater to desire: they seem to promise or allow us to fantasize the satisfaction of drives that for one reason or another is denied us at home. As a result, not only is travel typically fueled by desire, it also embodies powerful transgressive impulses. If, as an anthropologist have long since taught us, borders of all kinds are perceived as dangerous as well as exiting places, and are associated with taboos, this is no less true of territorial borders, of tribal or national frontiers.74

Come dimostrano anche le parole di Porter, c’è dunque un legame inestricabile tra l’andare altrove e l’idea che questo possa soddisfare desideri di qualsiasi genere, come se le frontiere geografiche simboleggiassero ben altre frontiere e in questa loro capacità metaforica fossero investite proprio da tutte quelle aspirazioni non attuabili nel luogo in cui ci si trova. Vale la pena ripeterlo ancora una volta: il movimento previsto da un qui a un là non è immaginato o vissuto solo come un movimento spaziale: a volte è presa in causa una dimensione cronologica, per cui si crede che andando in un'altra terra si possa anche andare in un altro tempo, ma quello che importa per questo discorso è che spesso l’altrove piuttosto che geografico o temporale è, utilizzando l’espressione di Brugnolo, un altrove

morale75, in cui ci si possa eventualmente liberare da quelle sovrastrutture tipiche della modernità borghese che causano il freudiano disagio della civiltà. Si crede, cioè, che allontanandosi dal controllo del centro, verso regioni dell’umano più remote e distanti, possano venire meno quelle regole etiche, quelle etichette e quei comportamenti preimpostati vigenti nel proprio ambiente e si possa quindi agire e pensare senza impedimenti.76 Si fugge, dunque, da una situazione in cui la propria interiorità, da una parte, e la propria naturalità, dall’altra, sono mortificate: per

74

Porter, op. cit., p. 9. L’antropologo citato nel passaggio qui riportato è, come viene specificato in nota da Porter, Richard Cobb.

75

Brugnolo, op. cit. p. 76.

76

Questo è anche, come visto prima, il motivo che Marlow addita per il comportamento di Kurtz in Heart of Darkness.

48

riaffermarle sembra necessario a quell’epoca sfidare le linee di comportamento che ci si aspetta abitualmente e ribaltare completamente l’imperante morale borghese a favore di altri valori. Come prima visto, il dettame di utilità viene capovolto verso una ricerca di puro piacere, la produttività viene ironizzata attraverso la ricerca del vuoto, agli spostamenti commerciali è contrapposta l’idea del viaggio per il viaggio e, infine, la grande avventura coloniale viene raccontata come una conradiana esperienza dell’orrore.

In questa dinamica di rovesciamento dei principi basilari dell’etica moderna non deve stupire che la prima sfera a venire colpita sia la sfera sessuale; come si è cercato di proporre nelle premesse, infatti, la fisicità, il corpo, il desiderio erotico sono vettore di altre dimensioni, del desiderio di sapere e del desiderio di potere in primo luogo, e in questo senso sono in grado di veicolare uno scandalo di maggior portata. Inoltre va considerato che, essendo il discorso sessuale tra i più censurati, è allo stesso tempo tra i più praticati per creare scalpore. In breve, il ricorso all’erotismo entra a far parte, in maniera predominante, di quella dinamica di contrasti e opposizioni che si crea tra il pensiero dominante fin de siècle e le correnti artistiche e intellettuali che da questo pensiero si sentono sminuite e ridotte. Tornando, quindi, all’allineamento prima presentato si potrà dire che erotismo ed esotismo vanno nello stesso senso, in direzione, cioè, di una fuoriuscita dal sistema morale del qui.

La figura della donna fatale rappresenta, in quest’ottica, una figura di importanza capitale nel delinearsi di questo nuovo atteggiamento: mentre, infatti, fino alla metà del secolo con la figura dell’uomo fatale, con l’eroe byronico, uno dei principi fondanti dello schema borghese, quello, per così dire, del primato della virilità, veniva riaffermato, nella seconda metà, invece, il ruolo che assume un certo tipo di femminilità va a intaccare definitivamente anche questo caposaldo. Scrive a questo proposito Pino Fasano:

Se i valori dominanti della tribù sono quelli maschili, non ci stupirà che le donne fatali della letteratura romantica descritte nella celebre ricerca di Praz, portatrici «sans merci» di irreparabili danni, vestano così spesso i panni della straniera.77

Con quest’ultima citazione il cerchio si richiude sulle parole di Orlando, sopra riportate, che suggeriscono chiaramente questo nesso di consequenzialità tra una

77 P. Fasano, op. cit., p. LXV.

49

rinuncia volontaria ai codici comportamentali canonici, soprattutto in ambito sessuale, e l’inevitabilità di trasportare questa rinuncia altrove per poterla rendere esprimibile. Lasciare la scena alla donna, la cui nuova posizione di forza rende il personaggio maschile marionetta dei suoi capricci, è il primo passo verso la concessione della parola all’altro; che poi il passo successivo sia di far rivestire alla donna i panni della straniera non è che un’estremizzazione di questo percorso che tende, appunto, a una messa in questione dell’assetto sociale occidentale. Con ciò non si vuole dire che solo in presenza di figure femminili sia possibile aprirsi a un esotismo come spazio di contrasto, anzi: non solo risultano chiaramente presenti anche relazioni di tipo omosessuale o rapporti di attrazione perfino con il paesaggio, ma spesso la dinamica può presentarsi all’inverso; può, cioè, essere, come più volte affermato, l’ambiente esotico a scatenare un diverso comportamento erotico. In ogni caso quello che conta è, in primo luogo, il legame, più volte fatto notare, tra questi diversi tipi di atteggiamenti e, in secondo luogo, il fatto che non si possa negare l’influenza della figura della femme fatale per l’inserimento nell’immaginario tardo ottocentesco di tutto un certo tipo di scenario esotico.

A questo proposito sarà sufficiente ricordare che la tradizione culturale presentava già e non a caso una serie di celebri donne di origine più o meno vagamente orientale, celebri per la loro capacità di fascinazione; si pensi per esempio a Circe, Medea, Didone,, ma soprattutto a Cleopatra, Erodiade e Salomè:

Cleopatra è una delle prime incarnazioni romantiche del tipo della donna fatale […] Cleopatra combinava collo sfondo dell’Oriente favoloso quel gusto d’algolagnia, che, come ho già mostrato nel capitolo precedente, era come nell’aria del periodo romantico. […] la conoscenza del suo corpo è un fine ultimo, dopo di che la vita non ha altro da offrire; Cleopatra, come la mantide religiosa, uccide il maschio che ama. Sono elementi, questi, destinati a diventare caratteristiche permanenti del tipo di donna fatale di cui stiamo parlando. […] Ripetiamolo ancora: la funzione della fiamma che attira e brucia, è esercitata dall’uomo fatale (l’eroe byronico) nella prima, dalla donna fatale nella seconda parte del secolo; la farfalla destinata al sacrificio è nel primo caso la donna, nel secondo l’uomo. Non si tratta di pura convenzione e corrente letteraria; la letteratura anche nelle forme più artificiali, rispecchia in qualche modo aspetti della vita corrente. È curioso seguir la parabola dei sessi durante l’Ottocento: l’ossessione pel tipo dell’androgino verso la fine del secolo è un chiaro indice di un torbido stato di confusione di funzioni ideali.78

78 M. Praz, op. cit., pp. 180-182.

50

Diventa interessante notare meglio alcuni passaggi di questa citazione. In primo luogo viene ribadito che il tardo romanticismo trova come sfogo naturale per la propria sensibilità la figura della donna fatale orientale; in secondo luogo che ciò avviene su più piani: parlare di conoscenza del corpo come fine ultimo, rimette in gioco l’idea di Brooks, così come espressa nelle premesse, secondo il quale il rapporto con il corpo, lungi dall’essere appartenente solo alla sfera sessuale, rientra anche in quella della conoscenza o, meglio, dell’ epistemofilia, e che possedere fisicamente qualcuno ha delle valenze tali da poter paragonare il corpo a un luogo in cui si svelano saperi;79 in terzo luogo le ultime righe si rivelano di centralità suggestiva per questo discorso, andando a riassumere un po’ tutti i concetti esposti fino a qui. Innanzi tutto si riafferma l’importanza della letteratura come cartina di tornasole dell’evoluzione sociale, in conseguenza di ciò si fa osservare come il cambio che avviene nelle opere a metà Ottocento rifletta un particolare tipo di atteggiamento nei confronti di un mutamento nella compagine civile, infine vengono intersecati questi due motivi per dimostrare come un inclinazione erotica in letteratura possa essere portatrice simbolica di un disagio nei confronti di ciò che viene chiamato funzione ideale, ma che può essere interpretato come pensiero corrente o ideologia dominante. Insomma ciò che soprattutto interessa qui è che l’erotismo venga indicato come forza possibile per una messa in dubbio dello status quo, che abbia, sotto questo punto di vista, una capacità di rimettere in questione le categorie conoscitive usuali e di rappresentare quindi un possibile contro-discorso.

Come detto nel primo capitolo è su questo punto che la tematica erotica si interseca con quella dell’alterità e del viaggio, e non soltanto da un punto di vista di ulteriore avventura esotica; se l’esotismo di fine ottocento è così pieno di immagini erotiche è perché, è utile ribadirlo ancora una volta, è in un luogo altro, il più lontano possibile dal controllo del centro, che questo tipo di sensibilità può esprimersi più liberamente e viceversa. Sotto questo aspetto ci si allarga fino a una dimensione più vasta di connessione tra desiderio e altrove.

79

Si ricordino le parole di Brooks già messe in evidenza nelle premesse: «Sight, knowledge, truth, and woman’s body: such a nexus intertwines central and highly charged attitudes and gestures of our culture. Man as knowing subject postulates woman’s body as the object to be known, by way of an act of visual inspection which claims to reveal the truth – or else makes that object into the ultimate enigma. Seeing woman as other is necessary to truth about the self» (Brooks, op. cit., p. 97).

51

Come risulta ben chiaro dallo studio di Porter più volte preso in considerazione, c’è una dinamica innegabile che lega il viaggio alla trasgressione: come si è tentato di illustrare all’inizio di questo capitolo, prendendo come esempio l’Odissea, fin dagli esordi della letteratura il movimento verso zone altre ha avuto una forte valenza di messa in contrasto rispetto a un centro ritenuto punto di partenza e di arrivo; questo perché il proprio qui ha sempre rappresentato il luogo di origine delle leggi in vigore e del mantenimento della legalità, rispetto a un là in cui questo stato di cose non può essere più garantito. I costumi degli altri venivano dunque visti come fuori controllo e di conseguenza potenzialmente sovversivi. Andare altrove ha sempre significato, quindi, entrare in un’area in cui il comportamento è sottoposto a altre regole o, come spesso si credeva e rappresentava, a nessuna regola, dando vita a una concezione in cui alterità e trasgressione sono connesse. Se fino a un certo momento questo carattere disturbante delle terre straniere è stato visto dalla generalità dell’opinione pubblica come da combattere o da conoscere per prevaricare, a partire dall’epoca delle grandi scoperte nasce, invece, almeno negli strati più colti della società80, un certo tipo di atteggiamento che vede nell’altro non più solo un pericolo. È, però, con il secolo dei lumi prima e con i grandi cambiamenti dell’Ottocento poi, che il rapporto con l’alterità cambia in maniera sostanziale: dalla prospettiva di un centro sempre più omologante, in cui la massificazione e la mercificazione iniziano a spersonalizzare l’individualità e a imporre un codice comportamentale sempre più conformista, l’altrove inizia a esercitare un potere attrattivo via via più forte; il carattere di trasgressione da sempre associato all’alterità diventa fondamentale agli occhi degli intellettuali europei che stanno ricercando proprio in quegli anni vie di fuga possibili alla soffocante morale borghese. È su questo terreno comune che, si è arrivati a dire, erotismo ed esotismo si incontrano: hanno entrambi un potere in grado di instillare il germe del dubbio all’interno del sistema-centro. È con la trasgressione, infatti, che sono presentate altre tipologie di comportamento che vanno contro l’ideologia dominante che si vuole colpire: attraverso di essa è possibile aprire uno spiraglio per concedere la parola all’altro (inteso anche come diverso o strano), che inizia a rappresentare un’importante

80 Si può parlare a questo proposito di proto-illuminismo, intendendo con ciò un pensiero che a partire già dal rinascimento si pone in maniera critica rispetto agli aspetti più oscurantisti della mentalità dominante di quei secoli. Esempio più calzante di questa inclinazione intellettuale è senz’altro Montaigne.

52

possibilità di scelta. In tale prospettiva, il rapporto erotico con questo altro risulta essere tra i mezzi più potenti per la messa in causa dello status quo occidentale. A questo punto diventa chiaro come possano intersecarsi i cambiamenti avvenuti tra Otto e Novecento sia nella tematica del viaggio sia in quella erotica. Si vedrà che per la linea definita francese ciò avverrà all’insegna di quella sensibilità tardo romantica così come delineata da Praz e si preferirà, come già chiarito, l’avventura pittoresca, all’insegna dell’estremizzazione e dei colori forti in grado di scandalizzare la morale vigente al centro; per quanto riguarda l’altra linea, definita inglese, il maggior realismo impedirà chiaramente di utilizzare figure erotiche tratte dalla tradizione81, per inserire, invece, rapporti più ponderati, meno facili da una parte, ma anche meno esagerati dall’altra, in cui la dinamica con la terra straniera sarà indubbiamente più problematizzata, ma anche meno distorta, verso un’ulteriore messa in scena delle conseguenze della presenza del dominio britannico nelle terre colonizzate. In entrambi i casi è, però, evidente che l’esperienza erotica con l’altro faciliti un primo contatto con l’alterità e permetta un avvicinamento anche se parziale e momentaneo tra culture diverse. Va chiarito che non si tratta qui di rapporti sessuali solo fisicamente intesi, che chiaramente possono anche avvenire su un piano di violazione e violenza e quindi riaffermare il paradigma di superiorità occidentale; si tratta, invece, di coinvolgimenti più ampi, su un piano che si fa, in questo senso, più eterogeneo e che quindi può concedere all’erotismo, così come inteso da Bataille, una spazio di apertura all’interno di una confusione possibile tra identità :

En particulier dans la sexualité le sentiment des autres, au de-delà du sentiment de soi, introduit entre deux ou plusieurs une continuité possible, s’opposant à la discontinuité première.82

Prima di procedere può essere utile inserire una figura che si incontrerà spesso nei testi in cui erotismo e alterità si uniranno: il personaggio dell’outcast che si lega fortemente con quello, già accennato, del gone native. Con entrambe queste espressioni si intendono uomini bianchi che in terra straniera si sono ritrovati a

81

Con questo non si vuole negare la presenza di femmes fatales “alla francese” all’interno della letteratura inglese (basti il solo nome di Wilde), ma sicuramente esse non hanno presenza preponderante e la produzione di quel periodo, come detto più volte, dà i suoi maggiori frutti nella corrente coloniale, che si affida a un maggiore realismo.

53

lasciarsi andare alla tentazione del non controllo, della libertà, di un presunto maggior rilassamento, di una maggior naturalezza e naturalità e sono andati oltre al decoro loro richiesto ritrovandosi esclusi dalla propria comunità, così come succede a Kurtz in Cuore di tenebra. Spesso l’oltrepassamento definitivo di questa linea che divide la presunta rispettabilità del proprio gruppo dall’indecenza additata al gruppo autoctono avviene o è facilitato attraverso la relazione con una persona indigena; la mescolanza interrazziale è, infatti, uno dei più grossi divieti nei rapporti con l’alterità, soprattutto nelle zone coloniali83

, e trasgredirlo significa agli occhi degli altri uomini bianchi rinunciare alla propria superiorità e alla propria identità europea con la conseguenza di essere da essi allontanato in quanto riconosciuto simile agli indigeni. Che poi il rapporto con l’altro possa rivelarsi negativo e positivo e vada verso un’assimilazione definitiva dell’uomo bianco al nuovo ambiente lo si vedrà caso per caso; qui ci si limiterà a tracciare le coordinate generali dello schema che guiderà la scelta dei testi presi in analisi. Per riassumere, si cercherà nelle opere letterarie a partire dalla seconda metà dell’Ottocento come la sensibilità erotica, con in primo piano la figura della

femme fatale declinata nella letteratura coloniale in indigena tentatrice, e i primi

grandi dubbi sul rapporto con l’alterità (sia sotto la spinta di un’insoddisfazione crescente per la situazione europea, sia sotto le prime consapevolezze intorno alla realtà dell’impresa coloniale) deflagrino insieme dando vita allo schema appena esposto, in cui l’attrazione diventa potente acceleratore di riconoscimento dell’altro e dell’alterità come alternativa. In altre parole ancora si indagherà quella che Brugnolo chiama «la contraddizione tra il coinvolgimento erotico e il pregiudizio culturale e razziale»84.

Prima di analizzare i tre romanzi scelti per rappresentare al meglio lo schema e il periodo indicati, si cercherà di passare in rassegna alcune opere che già contengono una certa tentazione dell’altrove. Chiaramente in epoche precedenti a

Documenti correlati