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Capitolo II. Le alternanze transitivo / intransitivo

4. Transitività e alternanze: approcci empirici

4.2. Altri contributi

Nello studio effettuato da Roland et al. 2000, 64 verbi vengono analizzati in comparazione su tre corpora, in relazione al significato più comune e alle alternanze

104 Hopper e Thompson 2001, p. 36

105 Non vorremmo appesantire quella che vuole essere una trattazione espositiva, ma non possiamo

esimerci dall’osservare che le conclusioni cui giungono H&T, ossia il rifiuto assoluto della nozione di struttura argomentale, si basano sulla constatazione che “most of everyday conversation consists of one- partecipant clauses and prefabricated constructions and expression, challenging the idea, popular in discussions of argument structure, that verbs ‘choose’ the arguments that go with them” (ibid., p. 54). Il fatto che la maggior parte delle frasi nella conversazione contempli un solo partecipante non ci sembra argomentazione sufficiente (o addirittura attinente) a ‘sfidare’ l’idea che un verbo possa ‘scegliere’ i suoi argomenti (anche se si trattasse di sceglierne soltanto uno); inoltre, la proporzione di espressioni idiomatiche e ‘preconfezionate’, stando ai numeri riportati dagli stessi autori, risulta piuttosto esigua. Rifiutare in blocco la teoria della struttura argomentale sulla base di questi presupposti, ci sembra una conclusione un po’ troppo drastica.

transitivo/intransitivo. Mentre le frequenze dei singoli verbi sul totale delle occorrenze nei corpora riflettono il contenuto dei corpora stessi (maggiore frequenza di verbi indicanti operazioni finanziarie - drop, rise, merge, advance, ad esempio - nel Wall Street Journal Corpus, maggiore frequenza di verbi indicanti attività quotidiane - play,

wash, walk, hurry, watch, ad esempio - nei due corpora di contenuto generale, il British

National Corpus e il Brown Corpus), le frequenze relative degli usi transitivi e intransitivi per il senso più comune di ciascuno dei verbi analizzati risultano stabili per 55 verbi sui 64 totali. Le differenze riscontrate per i restanti 9 verbi possono essere attribuite ancora una volta a sottili slittamenti di senso dovute ancora una volta alle differenze di ‘genere’ fra i corpora. Ciò dimostra che, se il senso di un verbo è adeguatamente controllato, le proprietà di sottocategorizzazione risultano stabili al confronto tra corpora diversi.

Questo risultato è in linea con l’ipotesi avanzata da Roland e Jurafsky 2002 – “Lemma

Argument Probability hypothesis” (di cui abbiamo già discusso al capitolo precedente,

par. 2.3.1) – secondo cui è il significato specifico a determinare la struttura argomentale di un verbo. Gli autori propongono una revisione del concetto di lemma che tenga conto di parametri semantici e non solo della mera condivisione di una forma ortografica.

Un secondo contributo (Allaria 2001) si incentra sulla possibilità di estrarre automaticamente dai corpora informazione lessicale sui verbi, a partire dai pattern di sottocategorizzazione realizzati.

Partendo dal presupposto che le proprietà di sottocategorizzazione di un verbo sono semanticamente determinate e dal fatto che verbi che condividono le stesse componenti semantiche costituiscono classi omogenee e condividono le stesse alternanze argomentali (Levin 1993), dovrebbe essere possibile estrarre informazione lessicale dai corpora e classificare automaticamente i verbi sulla base della struttura argomentale. Lo studio effettuato da Allaria 2001 si fonda su tali presupposti. Egli identifica tre classi di verbi che condividono le stesse componenti semantiche e la stessa tipologia di alternanze transitivo/intransitivo: verbi di cambiamento di stato che alternano un uso transitivo con struttura tematica Agente___Tema e un uso intransitivo inaccusativo con struttura tematica Tema___ (classe “unaccusatives”) quali, ad esempio, aprire,

bruciare, cambiare; verbi di attività che alternano un uso transitivo con struttura

“object drops”), ad esempio cantare, leggere, mangiare; verbi psicologici che alternano un uso transitivo con struttura tematica Esperiente___Stimolo e un uso intransitivo con struttura tematica Esperiente___ (classe “psych verbs”), come amare, rispettare,

temere.

Partendo dal concetto di marcatezza, che considera l’elemento non-marcato come più semplice, più frequente e più diffusamente attestato, vengono individuate 5 features, in grado di distinguere e classificare automaticamente i verbi rispetto a una delle tre classi. I risultati del test mostrano che il massimo di accuratezza nella classificazione è ottenuto utilizzando solo due delle 5 features: transitivity (presenza del complemento oggetto) e animacy (animatezza del soggetto), entrambe previste per caratterizzare le classi “psych verbs” e “object drops”, in opposizione alla classe degli inaccusativi, che presentano una struttura transitiva più marcata e quindi presumibilmente relativamente meno frequente e un soggetto, nella forma intransitiva, con ruolo tematico Tema, prototipicamente inanimato, a differenza dei soggetti delle altre due classi, Agente e Esperiente, prototipicamente animati. Le altre features, previste per distinguere la classe degli inaccusativi (causativity feature, basata sulla coincidenza di oggetto della forma transitiva e soggetto della forma intransitiva in questa classe di verbi) e quella dei verbi psicologici (gerundive e present feature, basata sulla constatazione che i verbi psicologici sono, da un punto di vista azionale, stativi), ciascuna singolarmente in opposizione alle altre due, non si rivelano efficaci dato che fanno diminuire l’accuratezza della classificazione.

Complessivamente, l’ipotesi di partenza di Allaria 2001 si rivela poco efficace. In parte, ciò è dovuto ad un’errata interpretazione della classe dei verbi psicologici presa in esame. La classificazione di Levin 1993, su cui si basa Allaria 2001 (p. 8), distingue 4 tipologie di verbi psicologici, 2 transitive e 2 intransitive. Le due tipologie transitive sono distinte a seconda che il ruolo tematico di Esperiente sia realizzato come soggetto - “admire verbs” - o come oggetto – “amuse verbs”. Allaria prende in considerazione soltanto la prima categoria, come già abbiamo detto (struttura tematica Esperiente___Stimolo). Tuttavia, attribuisce a questa categoria un tipo di alternanza che appartiene alla seconda. Scrive infatti (Allaria 2001, p. 13): “this work analyses the

admire verbs subclass. The diathesis alternation considered here […] is called “PRO-

arb object alternation”, richiamandosi espressamente a Levin 1993 (che, a sua volta si rifà a Rizzi 1986). L’errore di fondo consiste nel fatto che i verbi che consentono

un’alternanza di tipo PRO-arb sono quelli del tipo amuse, con struttura tematica Tema___Esperiente106; verbi come amare, rispettare, temere consentono tutt’al più usi intransitivi in contesti generici (ad es. attitudinali) in cui però l’oggetto omesso non assume le note caratteristiche [+umano, +generico, +plurale] tipiche di una “PRO-arb object alternation”. L’esempio stesso fornito da Allaria 2001 (p. 12), smentisce la sua stessa classificazione:

Anche i ricchi amano *[tutti / la gente].

Al contrario, per la tipologia “amuse verbs”, con l’oggetto in ruolo di Esperiente:

Lo spettacolo diverte [tutti / la gente].

E’ chiaro che le due tipologie hanno pertanto diverse possibilità di omissione dell’oggetto e presumibilmente - secondo gli stessi presupposti metodologici di Allaria - anche l’estensione, la frequenza, i contesti d’uso, le implicazioni a livello di marcatezza della forma intransitiva sono differenti.

E’ possibile dunque che, adottando criteri più rigorosi e adeguando di conseguenza la selezione delle features da individuare, si possano ottenere risultati più soddisfacenti.