TERESIOCOLOMBOTTO
STUDI DI STORIA, ARTE, MUSEOLOGIA A BRA. Omaggio a Padre Ettore Molinaro, a cura di
anche a lui, che però non accolse l’invito, credo per modestia e per- ché non si sentiva sufficientemente esibizionista.
Era un periodo in cui coloro che si interessavano di musica, in modo particolare nei piccoli centri di provincia, non avevano occa- sioni di incontro. La totale assenza di programmazione musicale dal vivo non stimolava l’incontro di quanti fossero interessati all’ascolto di un quartetto, di un solista, di una formazione cameristica o orche- strale. L’ascolto della musica era un fatto personale e consisteva ge- neralmente nell’audizione di un disco o di una trasmissione radiofo- nica, eventualmente in compagnia di conoscenti o amici. L’alterna- tiva comportava la partecipazione alla programmazione concertistica dei grandi centri di produzione musicale. Una variante a questo stato di cose era rappresentata dagli Amici della Lirica di Bra, associa- zione che promuoveva per i propri soci una attività ricca ed interes- sante, intesa ad organizzare viaggi per frequentare singoli spettacoli o intere stagioni nei diversi teatri d’opera, nazionali ed internazionali. A Bra, con l’abbandono per anzianità da parte del Maestro An- fossi, era addirittura difficile trovare un organista per le funzioni re- ligiose, in particolare quelle matrimoniali. Fu Ettore che, forse per al- leggerirsi di impegni che in parte svolgeva personalmente anche in questo campo, segnalò ai parroci delle varie parrocchie la mia even- tuale disponibilità.
Fra i tanti impegni, svolgeva anche quello di insegnante di Scienze presso l’Istituto Magistrale della Provvidenza. Ho buone ra- gioni per pensare che la convocazione che ebbi dalla Preside Suor Giovanna per affidarmi l’incarico di insegnamento del Canto Corale fosse stata suggerita proprio da lui.
Si noterà che, per dire di lui, sono costretto a parlare di me. Non ho infatti altri strumenti per raccontarlo. Scrivo infatti sull’onda dei ricordi personali anche perché, nonostante il gran numero di inizia- tive realizzate in stretta collaborazione negli anni successivi, sono to- talmente sprovvisto di un minimo di documentazione cui fare riferi- mento.
Colleghi, avevamo preso l’abitudine di frequentare i concerti dell’orchestra sinfonica di Torino della Rai. In queste occasioni co-
minciammo a vagheggiare l’allestimento di qualche attività in Bra, anche se non potevamo immaginare quelli che sarebbero stati in fu- turo gli sviluppi di tale scelta.
Uno dei primi tentativi in tal senso è legato alla organizzazione di un concerto del violinista torinese Massimo Marin, accompagnato al pianoforte da Walter Bozzia. Questo concerto, al quale partecipò un gran numero di persone, ebbe come sede la chiesa di Santa Chiara, che si rivelò non del tutto idonea, causa l’eccessivo alone di riso- nanza. L’esperienza fu comunque positiva in quanto ebbi occasione di verificare l’ottima acustica del Coro della stessa chiesa, di cui non conoscevo l’esistenza. Ettore, al quale proposi immediatamente l’idea di adottarlo come sede concertistica, mostrò qualche perples- sità e cercò di dissuadermi, anche in considerazione del fatto che quello era da sempre luogo di clausura, ed in convento convivevano ancora alcuni suoi confratelli, da parte dei quali temeva un rifiuto. Non conosco attraverso quali vie abbia potuto avere il loro consenso. Certo quella fu una decisione che diede l’avvio ad un’attività che, nel corso di circa quarant’anni, consentì l’allestimento di centinaia di concerti.
Questi primi tentativi posero il problema di organizzarci in asso- ciazione per cui, attraverso una attività di sensibilizzazione, tro- vammo il consenso di qualche amatore e fondammo gli Amici della Musica di Bra, con sede nei locali di S. Chiara. Si nominò quindi un direttivo con la presidenza del Signor Alfarano e la segreteria dello stesso Ettore.
Un paio d’anni dopo, in seguito delle dimissioni del presidente, fui invitato a sostituirlo, incarico che svolsi per alcuni anni, anche se nel frattempo i miei impegni professionali mi avevano allontanato da Bra. Ettore, oltre a quello di segreteria, si fece carico anche della vi- cepresidenza.
Iniziò così una programmazione che, col tempo, assunse una certa regolarità e, con alti e bassi, dovuti in parte alla difficoltà di reperi- mento di fondi ma soprattutto alla difficoltà di trovare collaborazione per la realizzazione delle manifestazioni, si svolse fino a quando Et- tore ebbe la salute e le forze sufficienti per reggerla e gestirla.
La sua attività non si riduceva infatti a svolgere le pratiche per quel che riguardava i contratti degli artisti, la pubblicazione dei loro curriculum nella stesura dei programmi di sala, i permessi della Siae, i rapporti con le tipografie (ancora i computer non esistevano), l’or- ganizzazione delle prove, l’accordo con i presidi e gli insegnanti per coordinare le scolaresche quando i concerti furono estesi, in orario scolastico agli studenti delle varie scuole, la spedizione degli inviti… A tutte queste esigenze primarie ed indispensabili Ettore aggiungeva anche le facoltative quali i servizi fotografici, la registrazione dei concerti che poi inviava ai concertisti, accumulando in tal modo una gran quantità di materiale che mi auguro possa essere, col tempo, analizzata e catalogata.
Il Coro, reso progressivamente sempre più accogliente con la do- tazione di opportuni tendaggi e con l’ampliamento della gradinata dell’altare, in modo da aumentare le proporzioni del palco con l’in- stallazione di fari regolabili per le esigenze dei diversi organici e so- prattutto con la dotazione di un buon pianoforte, negli anni successivi fu anche utilizzato come sala prove e da concerto per gli allievi del- l’Istituto Musicale Gandino, coinvolgendo Ettore per tutto quanto ri- guardava la responsabilità della gestione. Di questa attività resta te- stimonianza nei numerosi faldoni di documenti conservati, che costi- tuiscono la memoria di un infaticabile e generoso appassionato.
Mi fa inoltre piacere ricordare in questa breve memoria come, tra gli ultimi concerti da lui organizzati, Ettore abbia accolto il mio sug- gerimento di inserire in programma la recitazione di alcuni dei suoi numerosi Salmi, proposti in forma concertistica per voce recitante e strumenti. In questi testi, ai quali lavorò silenziosamente per molti anni, egli mira ad armonizzare le diverse componenti della propria personalità, i propri interessi culturali e spirituali, con le più diverse ed innumerevoli risorse della natura e di tutto ciò che in essa vive e glorifica il Signore. Tutto ciò alla luce della sua peculiare spiritualità francescana e nella personale e faticosamente gioiosa ricerca della presenza di Dio.