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C ANALI M ISURA RILEVATA P IEDI DORICO EGINETICI E RRORE

9a – 9b 4,88 m 15 - 0,04 m 13 – 9a 55,74 m 170 - 0,02 m 9a - 4 106,92 m 325 + 0,32 m 9a - 16 98,59 m 300 + 0,19 m 9a - 7 196,69 m 600 - 0,11 m 16 - 17 18,3 m 55 - 0,26 m Cardines:

CANALI MISURA RILEVATA PIEDI DORICO- EGINETICI ERRORE

10 – 12b 10,07 m 30 + 0,23 m 8 - 5 14,93 m 45 + 0,17 m 14 - 15 13,17 m 40 + 0,05 m 2 - 3 6,54 m 20 - 0,02 m 3 - 5 98,13 m 300 - 0,27 m 6 - 18 54,32 m 165 - 0,20 m

Come già detto il nucleo abitativo si sviluppò a sud di via Isonzo, in corrispondenza del moderno cimitero di Casalecchio. A partire dagli anni Sessanta in questo settore dell’area le diverse campagne di scavo hanno permesso di mettere in luce numerose strutture residenziali e produttive, che hanno permesso di comporre l’articolazione interna del complesso abitativo: esso risulta perfettamente orientato con le strutture di bonifica ed occupa un’area estesa circa 600 X 300 piedi dorico-eginetici che rientra quindi perfettamente nel modulo dimensionale delle opere agrimensorie267.

267

125 A completamento di questo articolato schema territoriale si inseriscono infine le infrastrutture itinerarie: associando i dati che si possiedono a partire dalle campagne di scavo degli anni Sessanta è stato possibile ricostruire un asse viario nell’area subito a nord del cimitero (Tav. I, n. 19). Esso è orientato SE/NW, con una piccola divergenza rispetto all’orientamento delle canalizzazioni individuate; è costituito da una massicciata di ghiaia e ciottoli di fiume larga tra i 3,5 ed i 5 metri, con un’espansione massima fino a 8 metri in prossimità delle strutture abitative. Probabilmente questo asse viario doveva svilupparsi, con percorso fondamentalmente rettilineo, dallo sbocco di valle del fiume Reno verso la pianura268. Un secondo tratto viario (Tav. I, n. 20) è stato individuato nel 1996/1997 lungo la riva sinistra del torrente: il tracciato, seguito per ca. 65 metri, era orientato WNW/ESE ma deviava leggermente il suo asse in prossimità del paleoalveo, orientandosi W-E. Il tratto più occidentale si presentava come battuto, largo circa 2,5/3 metri e dotato di fossi di scolo; proseguendo verso est, in prossimità dell’area sepolcrale individuata nel settore Etruschi, la strada assumeva una larghezza di circa 6 metri e delle caratteristiche strutturali più monumentali. L’alto numero di fossi, le numerose manutenzioni che essi subirono nonché la sovrapposizione di due distinte massicciate ghiaiose intercalate da terra di riporto individuate nel tratto più prossimo al torrente, dimostrano l’esistenza di diverse fasi di utilizzo269.

Nel corso delle campagne di scavo del 2000/2001 è stato individuato un nuovo tratto della strada fra i cosiddetti “Settore Nike” e “Settore Ala”: in questa zona il tracciato (Tav. I, n. 21) era in terra battuta ed è stato individuato grazie ai due fossi di scolo laterali; è stato ricostruito per una lunghezza complessiva di circa 350 metri e manteneva approssimativamente lo stesso orientamento ESE/WNW del tratto individuato nel “Settore Etruschi”270. I materiali rinvenuti fra la massicciata ed i riempimenti dei fossi di scolo hanno permesso di datare la costruzione dell’impianto nei decenni precedenti la fine del VI secolo a. C.271; la sua completa defunzionalizzazione, avvenuta dopo una fase di precaria manutenzione, si colloca nel tardo III sec. a. C. Questo secondo asse viario doveva

268

Ortalli 2002, p. 63.

269

Ortalli 1998, p. 577; Ortalli 2002, p. 63; Relazione della campagna di scavo 1996/97. Casalecchio di Reno - Zona A - (Bo), pp. 10-14 (Archivio SAER – Bologna).

270

Casalecchio di Reno (Bo) - zona A - Relazione Tecnica. Campagna di scavo 2000/2001, p. 5 (Archivio SAER – Bologna).

271 Uno dei fossi più antichi è intaccato dalla tomba T 38: si tratta di una cremazione entro fossa ovoidale in cui

un dolio ad orlo piatto e a bottone è utilizzato come cinerario; il corredo è costituito da un’olletta in ceramica depurata e diverse fibule in bronzo che consentono di datarla non dopo gli inizi della fase Certosa (Ortalli 2002, pp. 63-64, 70, nota 53; Relazione della campagna di scavo 1996/97. Casalecchio di Reno - Zona A - (Bo), p. 7 - Archivio SAER – Bologna).

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probabilmente appartenere ad un tracciato pedecollinare ed era destinato a congiungersi con il primo in direzione di Felsina.

Sebbene gli assi viari individuati non rispecchino l’orientamento dell’abitato e del suo agro, sembra che comunque si possano a pieno titolo inserire in questo sistema razionale di organizzazione territoriale: infatti i tre tratti individuati si trovano tutti oltre la sponda sinistra del paleoalveo, quindi all’esterno della zona accuratamente divisa ed orientata; si tratta di vie non legate al sistema agrimensorio locale ma più probabilmente improntate su tradizionali percorsi. Le due vie inoltre si dirigono una verso il vertice nord occidentale l’altra lungo il margine orientale dell’area residenziale che, come già sottolineato, si inserisce armonicamente all’interno del complesso reticolo di canalizzazioni272.

L’importanza che l’intero sistema doveva avere è testimoniata dall’attenzione posta alla continua manutenzione sia dei fossi di divisione poderale che dei fossi di scolo lungo i tracciati viari.

L’interruzione della manutenzione ordinaria273, che coincise con l’occupazione celtica dell’area, portò alla progressiva defunzionalizzazione del sistema274. La piccola comunità celtica dovette provvedere ad alcune arginature per mantenere sotto controllo la situazione idrica della zona, ma non si occupò della manutenzione del sistema di canali dal momento che la base economica non era costituita dai prodotti agricoli bensì dalla lavorazione e dal commercio degli utensili metallici275.

Solo con l’epoca romana si riprende il pieno controllo dell’assetto idrico del territorio per lo sfruttamento agricolo intensivo: com’è noto la vasta opera di centuriazione della pianura padana risente fortemente dell’influenza della direttrice della via Emilia; l’antico orientamento SE/NW del sistema etrusco, determinato dalle linee di pendenza del territorio nonché dalla presenza dell’alveo, viene totalmente alterato. L’ampia opera di bonifica romana elimina gli elementi naturali che avevano fortemente influenzato l’insediamento in questa porzione di territorio276.

272 Ortalli 2002, p. 64.

273

In un’area tanto ricca di acque naturali la continua manutenzione è un elemento imprescindibile per la conservazione di un sistema di bonifiche di tal tipo.

274 Ortalli 1998, p. 581. 275

Casalecchio di Reno (Bo) – Croce e Delizia – (Archivio SAER – Bologna), p. 15.

276

I dati archeologici hanno dimostrato che tra la tarda età repubblicana e la piena età imperiale in tutta l’area non vi era alcun alveo naturale ma l’acqua era convogliata solo nelle imponenti opere di bonifica (Ortalli 1998, p. 584).

127 La scarsa manutenzione che anche il sistema centuriale subì a partire dalla tarda antichità comportò pesanti conseguenze sull’intero assetto idraulico della zona come testimoniano i numerosi depositi alluvionali che hanno coperto gran parte delle tracce dell’antica divisione277.

Quanto fino a qui delineato dimostra che questo centro, a pochi chilometri da Felsina, è il risultato di un preciso piano di sviluppo urbanistico le cui linee programmatiche devono essere state tracciate da un’autorità territoriale che impose un generale riassetto dell’area stravolgendone anche l’ordine spaziale di periodo villanoviano.

La caratteristiche dei nuclei sepolcrali, individuati sulla riva sinistra del paleoalveo, mostrano una compagine sociale piuttosto articolata, assimilabile più agli ambiti urbani che a quelli rurali: i corredi e le strutture tombali evidenziano infatti la presenza di una gerarchia al cui vertice sta un ristretto gruppo dirigente che mostra un livello sociale e culturale allineato con quello di Felsina278.

Il centro di Casalecchio risulta quindi un “vicus” di Felsina, un centro di nuova fondazione dedito alle attività produttive sia agricole che artigianali, posizionato in uno snodo strategico per gli itinerari commerciali e guidato da un élite che mostra evidenti rapporti con la “città- madre”.

La situazione individuata a Casalecchio di Reno sembra in parte collegabile ai ritrovamenti di via Andrea Costa a Bologna (cat. 5). Presso l’area dell’ex ICO è stato individuato un sistema di canalizzazioni databile al pieno VI sec. a. C.. L’area era delimitata nella parte settentrionale da un canale di bonifica largo ca. 2,6 m e profondo 3 m, che oltre ad indicare il limite fra l’ambito cimiteriale, posto a settentrione, e l’area dedita ad attività agricole, a meridione, aveva anche la funzione di raccogliere le acque e di convogliarle verso il vicino torrente Meloncello posto ad oriente279. A sud di questo collettore sono stati individuati 4 canali paralleli orientati N 29° W affiancati ed intersecati da una serie di fossetti minori legati alle attività colturali. Il modulo di base del sistema potrebbe essere quello di 150 piedi dorico-eginetici che emerge dalle distanze fra le strutture 1-2 (ca. 49,44 m) e 2-4 (ca. 49,24 m)280. Oltre a questi canali, che 277 Ortalli 1998, pp. 587-588. 278 Ortalli 1998, p. 597. 279 Ortalli 2010, p. 77. 280

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probabilmente avevano la funzione di abduzione delle acque, sono state individuate una serie di strutture minori, contornate da buche di palo contrapposte, da interpretare come staccionate lignee (Fig. 89, nn. 6, 7, 8). Anche le distanze da queste strutture minori sembrano indicare l’adozione del piede dorico-eginetico come unità di misura; l’identica distanza rilevata tra la staccionata 1 e la 7 e tra quest’ultima e la 8, indicano inoltre che anche i recinti lignei rientravano perfettamente in questo schema organizzativo.

CANALI/STRUTTURE