U NITÀ MODULARI DI 15 PIED
4. Cenni sull’organizzazione territoriale dell’Etruria Propria
4.1 La città etrusca di Gonfienti e la sua chora.
Il centro etrusco rinvenuto vicino al borgo di Gonfienti, al confine fra il comune di Prato e quello di Campi Bisenzio, è stato individuato presso la periferia sud orientale della città, in un’area della pianura pratese compresa fra il torrente Marinella, il rilievo della Calvana ed il fiume Bisenzio verso cui il terreno leggermente digrada466. Le prime indagini che ne hanno permesso l’individuazione sono state avviate verso la fine degli anni Novanta, nel corso di alcune attività di controllo e di verifica archeologica all’interno dei lavori dell’Interporto della Toscana Centrale467. Si tratta di un centro etrusco sviluppato su impianto ortogonale, esteso per almeno 12 ettari468 e realizzato a partire dalla seconda metà del VI sec. a. C. 469: all’interno del nucleo abitativo era posta enorme cura alla regimentazione delle acque, controllate mediante un sistema comunicante di canalette perimetrali agli edifici e alla viabilità che ne permetteva lo smaltimento sia attraverso l’infiltrazione nel terreno che con lo smaltimento verso il Bisenzio470.
Nell’area del cosiddetto scalo-merci, sebbene i livelli di età etrusca siano stati sensibilmente sconvolti dalla bonifica di età romana, sono stati identificati una serie di canali a cielo aperto orientati coerentemente con l’impianto urbano e databili all’età arcaica. Questi canali si intersecano ortogonalmente formando una maglia di appezzamenti modulari: l’area in questione quindi doveva costituire il territorio ad uso agricolo circostante il centro urbano471. I canali identificati evidenziano un’accurata operazione di sistemazione idraulica che sfrutta la naturale pendenza della piana allo scopo di drenaggio, abduzione e distribuzione delle acque. All’interno della maglia drenante sono stati identificati tre pozzi di forma cilindroide472; i
466 Poggesi 2005, p. 80; Poggesi et alii 2006, p. 69. 467 Poggesi in AA. VV. 2005, pp. 267-268.
468
Poggesi 2005, p. 82.
469
La città qui individuata trova in Marzabotto la sua corrispondenza e si pone come punto di partenza dell’attraversamento transappenninico: si può quindi supporre una precisa strategia di controllo e di occupazione di vaste aree all’interno di un quadro di profonda trasformazione territoriale ed economica che investe l’intero Mediterraneo nella seconda metà del VI sec. a. C. (Poggesi 2005, pp. 82-83).
470 Ad esempio le canalizzazioni individuate presso l’edificio del Lotto 14 mostrano una graduale inclinazione
verso il fiume Bisenzio che costituisce ovviamente l’elemento naturale di controllo delle acque del territorio (Poggesi et alii 2006, pp. 69-70).
471 Poggesi et alii 2010, pp. 124-125. 472
197 materiali rinvenuti confermano che i pozzi ed i canali erano in uso almeno nella prima metà del V sec. a. C. in contemporanea alla fase di vita dell’area urbana473. Questa complessa opera di canalizzazione si inserisce in un processo di gestione coerente dell’intero comprensorio: si tratta infatti di un intervento piuttosto vasto, inizialmente ipotizzato su base cartografica474, ma recentemente convalidato, oltre che dai ritrovamenti di Gonfienti, anche da analoghe sistemazioni rinvenute nella piana di Sesto Fiorentino475.
La centuriazione di Firenze476, colonia romana fondata nella seconda metà del I sec. a. C.477, presenta una declinazione di N 31° E, che differisce dall’impianto urbano orientato secondo i punti cardinali e posto ai margini del territorio centuriato478. A partire da Fernando Castagnoli, gli studiosi avevano sempre pensato che la discordanza fra l’orientamento dell’impianto della città e quello del territorio dipendesse dalla distinzione del loro sviluppo, prima quello dell’impianto urbano poi quello del territorio479.
Le indagini archeologiche effettuate a Gonfienti e a Sesto Fiorentino hanno messo in luce numerosi tratti di canali, anche molto distanti fra loro, che sono da attribuire ad un’epoca di insediamento etrusco e che sono stati in parte riutilizzati o obliterati dall’organizzazione territoriale romana. Sembra quindi che si possa affermare che la centuriazione ricalchi, almeno in gran parte, una sistemazione agricola ed idrogeologica di epoca etrusca il cui allineamento principale è quello naturale NE-SW dei corsi d’acqua che defluiscono da Monte Morello e dalla Calvana, allineamento riutilizzato dagli agrimensori in quanto già pienamente funzionale rispetto alle esigenze del contesto territoriale480.
473 Nei canali sono stati trovati frammenti di bucchero, ceramica depurata ed impasto che confermano
l’orizzonte cronologico coevo a quello dell’insediamento (Poggesi et alii 2006, p. 72; Poggesi et alii 2007, pp. 114- 115).
474 Poggesi in Poggesi et alii 2005, pp. 273-274. 475
De Marinis 1994, p. 670; De Marinis in De Marinis - Pagni 1996, p. 37; Salvini 2007, p. 14.
476
La prima ricostruzione della maglia centuriale di Florentia, attestata da un passo del Liber Coloniarum (Liber Coloniarum, I, pp. 212-214 – Lamb.), si deve a F. Castagnoli poi ripresa da Schmiedt (Schmiedt 1989; recentemente, per un’analisi dei limiti intercisivi nell’area Prato–Sesto Fiorentino si veda Mengotti 2009, p. 115).
477
Secondo il Liber Coloniarum (Lib. Col. I, 212-214) l’iniziativa di fondare la colonia in questo tratto della valle dell’Arno sarebbe dipeso da una Lex Iulia agris limitandis metiundis voluta da C. Giulio Cesare mentre con il secondo triumvirato ci sarebbe stato il definitivo impianto della città e della sua centuriazione (Sheperd 2006, p. 15).
478
Le date entro le quali va collocato il vero e proprio intervento sul territorio vanno dal 59 a. C. (Lex Iulia) al 41 a. C. (l’anno successivo la battaglia di Filippi). La data più probabile appare il 41 a. C. e troverebbe riscontro anche con la datazione della costruzione delle mura costruite fra il 30 ed il 15 a. C. (Sheperd 2006, p. 18).
479
Castagnoli 1948, p. 363; De Marinis 1993, p. 610.
480 De Marinis 1993, p. 610; Poggesi in Poggesi et alii 2005, p. 274; Sheperd 2006, p. 21. Le recenti considerazioni
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4.2 Il caso di Pisa
Il caso di Pisa restituisce poche frammentarie testimonianze.
Verso la metà degli anni Ottanta, in uno scavo condotto in Piazza dei Miracoli e seguito dall’allora ispettore A. Maggiani della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana, sono state rinvenute alcune strutture (Fig. 126), riferibili all’abitato di età arcaica, il cui orientamento deviava di pochi gradi rispetto al Nord geografico (N 3° W).
Lo stesso orientamento viene rispettato anche da un’opera, forse un argine, individuata a nord-est dell’abitato, nella zona della Figuretta tra Pisa e S. Giuliano481.
Questi due esempi potrebbero quindi testimoniare la programmatica organizzazione dell’abitato e della sua chora in età arcaica482.
In un’area nella periferia nord-ovest della città, immediatamente fuori l’attuale centro storico, nel settore denominato Area Scheibler, alcune fotografie aeree acquisite fra il 1980 ed il 1981 hanno restituito una serie di anomalie che formano una maglia di rettangoli disposti per
strigas ed orientati N 30° E (Fig. 127). Tali rettangoli mostrano lunghezza piuttosto costante,
ca. 60 m, e larghezza variabile fra i 23 ed i 27 metri, con un unico caso largo ca. 45 m483. Alcuni limitati sondaggi archeologici, condotti in anni immediatamente successivi, hanno potuto stabilire la sequenza stratigrafica dell’area: sotto all’attuale terreno agricolo (Fig. 128, US 0) è stato identificato uno strato di argilla bluastra (Fig. 128, UUSS 1 e 4) riferibile ad un deposito palustre che colma una serie di fossati di dimensioni variabili (dai 0,80 m ai 2,5 metri; Fig. 128, US 6; Fig. 129, UUSS 6 e 16). Tale opera di canalizzazione risulta connessa ad uno strato agricolo databile tra la metà del I sec. a. C. e la metà del I sec. d. C.; quest’opera incide la stratificazione sottostante costituita da un deposito di terreno nerastro (Fig. 128, UUSS 13 e 14) in cui è stato possibile individuare una capanna impiantata fra due canalette di drenaggio
messo in atto dagli Etruschi in epoca arcaica: secondo i calcoli dello studioso il decumano-base orizzontale E-W coincise con la linea di unione tra i punti di ingresso e di uscita dell’Arno dalla piana fiorentina. Una semplice operazione geometrica identificò in seguito il cardo, conseguentemente ruotato di circa 31° ed orientato NE-SW, coincidente con la linea di congiunzione delle valli dei torrenti Greve e Mugnone lungo cui passava l’antico percorso che metteva in comunicazione l’agro volterrano con quello fiesolano (Watts 2000, pp. 169-181). Secondo G. Poggesi ed i suoi collaboratori l’orientamento della sistemazione territoriale e dell’impianto urbano di Gonfienti sarebbero invece influenzati dal percorso viario che univa Firenze a Pistoia che in età romana sarà molto importante (Poggesi et alii 2010, p. 124).
481
La segnalazione di questa struttura, ancora inedita, si deve alla cortesia del prof. A. Maggiani.
482 Maggiani 2009, p. 149. 483
199 ad essa contemporanea (Fig. 129, Fig. 128, US 11; Fig. 129, UUSS 11 e 18). Questa sistemazione sembra che possa essere datata alla prima metà del VI sec. a. C..
Fig. 126: Pisa, Piazza dei Miracoli – Scavo Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana 1985-1988 (responsabile scientifico A. Maggiani).
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