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Capitolo 2: La Relazione Banca-PMI: elementi distintivi e criticità

3.2 I criteri per la valutazione della capacità di credito

3.2.3 L’analisi andamentale

La valutazione del merito di credito di una PMI non si esaurisce con la sola lettura dei dati di bilancio, che in alcuni casi (micro-imprese) risulta essere irrilevante, ma è un processo articolato che coinvolge aspetti quantitativi, qualitatitivi e soprattutto andamentali. L’analisi andamentale si basa sull’osservazione del comportamento tenuto dall’impresa nei confronti del settore bancario e finanziario.

In generale le analisi andamentali impiegano strumenti che consentono di monitorare costantemente il portafoglio prestiti nel suo complesso e di riconoscere tempestivamente le posizioni indicative di un comportamento anomalo232. Da tali evidenze la banca determina uno score andamentale, individuando con congruo anticipo

232 Cfr. Lenoci F. e Peola S., Nuova Centrale dei rischi, 2° edizione, Ipsoa, Milano, 2012.

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Capitolo 3: La valutazione di affidabilità delle PMI

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eventuali azioni correttive. In termini analitici è possibile distinguere due aree di analisi andamentale ai fini della valutazione del merito creditizio:

1. la relazione dell’impresa con il sistema finanziario; 2. la relazione dell’impresa con la singola banca;

Nel primo caso, il comportamento è analizzato nell’ottica delle relazioni che l’impresa intrattiene con il sistema degli intermediari nel suo complesso in termini di modalità d’uso delle risorse finanziarie concesse. Nel secondo caso l’analisi andamentale si concentra sulle relazioni intrattenute con la banca affidante attraverso un’analisi continua: esse riguardano, ad esempio, gli assegni e gli effetti insoluti, l’ammontare delle partite illiquide, il fido medio operativo, gli sconfinamenti, il numero delle operazioni effettuate, gli utilizzi liquidi medi, i giorni medi di ritardo nei pagamenti delle stesse, il numero e l’ammontare degli effetti scaduti, richiamati e rinnovati.

Mentre la gestione del rapporto con la singola banca può essere osservata direttamente, la gestione del rapporto con il sistema bancario nel suo complesso è osservata solo ricorrendo a strutture di pooling informativo, che provvedono a sistemizzare in un quadro organico l’insieme delle posizioni che l’impresa assume con l’intero gruppo di intermediari affidanti.

Nel sistema bancario italiano l’attività di raccolta delle informazioni è svolta a livello istituzionale dalla Centrale dei Rischi.233 Attraverso le interrogazioni della

Centrale dei Rischi è possibile monitorare l’andamento qualitativo e quantitativo dei rapporti dell’impresa con il sistema bancario, relativamente ad alcune macroclassi di operazioni: finanziamento a scadenza, smobilizzi di portafoglio salvo buon fine, affidamenti a revoca, garanzie prestate, con evidenziazione delle somme accordate e utilizzate nei confronti del singolo intermediario che richiede le informazioni e di tutte le banche che finanziano l’impresa234.

Mediante l’analisi andamentale le banche traggono rilevanti informazioni sulla situazione finanziaria dell’impresa in ordine alla misura e alla tipologia degli affidamenti ed alla congruità dell’ammmontare degli affidamenti concessi rispetto agli utilizzi rilevati. In sostanza l’analisi della centrale rischi conduce le banche ad effettuare valutazioni sulla quantità di lavoro, ossia sui flussi finanziari intermediati, ma anche sulla qualità, analizzando la percentuale di insoluti sulle ricevute bancarie e sulle fatture presentate

233 La centrale rischi è un archivio informatizzato, gestito da Bankitalia, sull’indebitamento della clientela delle banche

e degli intermediari finanziari vigilati da Banca d’Italia, il servizio è disciplinato dalla delibera del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR) del 16 maggio 1962.

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all’incasso o anticipate, la presenza di sconfinamenti e ritardi nei pagamenti delle rate su finanziamenti a medio lungo termine e, più in generale, la regolarità e la correttezza della normale operatività bancaria235.

E’ poi prassi comune elaborare alcuni indicatori sulla base delle informazioni fornite dalla centrale rischi per avere una prima dignosi delle condizioni di rischio associate al prenditore; tra essi si menziona il rapporto tra accordato/utilizzato, valutato sull’insieme delle banche affidanti: oltre una determninata soglia, fissata discrezionalmente dal singolo intermediario, tale indicatore evidenzia un incremento del rischio in quanto modifica la percentuale di esposizione al momento di un eventuale default, condizianando il parametro EaD236 e quindi il rating dell’impresa.

Il rapporto utilizzato/accordato riferito alla categoria delle partite autoliquidanti, invece, se elevato o in forte aumento, può evidenziare una situazione di rischio nella misura in cui l’impresa ricorra in modo eccessivo allo smobilizzo del portafoglio commerciale. Analogamente, una graduale riduzione dell’accordato può essere interpretata dalla banca come uno scadimento del grado di fiducia riposto nella solvibilità dell’impresa. Considerazioni analoghe possono essere apprese dal numero di banche affidanti e dal numero di accessi di prima informazione: nel primo caso una riduzione potrebbe significare una diminuzione della fiducia nel cliente da parte delle banche, nel secondo caso le banche valuteranno quante richieste di prima informazione si sono tradotte in un effettivo affidamento.

Un altro utile supporto alla valutazione andamentale dell’impresa è offerto dalle fonti informative esterne che, in via professionale, offrono indicazioni riguardo alla bontà dei crediti di un’impresa piuttosto che ai protesti, o ancora alla presenza di pregiudizievoli e al gravame di ipoteche sul patrimonio dell’impresa e degli imprenditori.237 L’analisi andamentale consente pertanto di:

235 Cfr. Banca d’Italia, Centrale dei Rischi, Foglio informativo.

236 L’EaD esprime l’Exposure at default, ossia l’esposizione della banca nei confronti dell’azienda al momento del

default. La sua misura è comunque legata alla forma tecnica ad essa associata (mutui, leasing, sconto di portafoglio commerciale, ecc…). Per un fido per cassa (apertura di credito in c/c) la determinazione della EaD è data dalla quota di fido utilizzata, dalla porzione non utilizzata e dalla parte inutilizzata che si presume venga impiegata in presenza dell’insolvenza.

237 Oltre alla centrale dei rischi di Banca d’Italia esistono anche società private in grado di fornire informazioni

supplementari. Tra queste si annoverano: la centrale rischi finanziari (CRIF), Experian, il Consorzio per la tutela del credito (CTC). L’importanza delle centrali di rischi private, comunemente conosciute come credit bureau, è sottolineata da una ricerca condotta dalla Banca mondiale nel corso del 2005 sui dati relativi a 5000 aziende di 51 paesi diversi, dalla quale è emerso che la probabilità di una piccola impresa di ottenere un prestito bancario senza passare dal filtro dei Sistemi di informazioni creditizie (Sic) è soltanto del 28%. Inoltre secondo la stessa ricerca, l’Italia ha un punteggio superiore alla media OCSE.

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• avere un quadro oggettivo sulla posizione debitoria dell’impresa nei confronti del settore;

• controllare il grado di fiducia che il sistema ripone nell’impresa affidata;

• monitorare la presenza di fenomeni di tensione finanziaria (quali sconfinamenti, morosità, insoluti) dietro ai quali si celano spesso situazioni di successiva insolvenza.

In sostanza l’analisi svolta dalle banche dovrebbe condurre ad una lettura degli indicatori in un ottica dinamica, al di là della mera osservazione di un rapporto numerico. A ciò si aggiunge che, stante la difficoltà che sovente si presenta nell’analisi quantitativa delle PMI, per l’incompletezza o assenza del bilancio, l’utilizzo dell’analisi andamentale è in alcuni casi più decisivo rispetto alle analisi di bialncio238.