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Capitolo 2: La Relazione Banca-PMI: elementi distintivi e criticità

3.4 Il rating

3.4.1 I fattori di rischio

Attraverso il metodo basato sui rating interni la banca è in grado di determinare le coperture patrimoniali necessarie per fare fronte a una richiesta di credito, tramite il calcolo di un insieme di fattori di rischio. Nel sistema IRB foundation, la banca deve stabilire la Probability of Default (PD) associata all’impresa, cioè la probabilità di insolvenza nell’orizzonte temporale di un anno; nel metodo avanzato, invece, la banca deve stimare oltre alla PD, anche le altre variabili necessarie per formulare il giudizio di rating, cioè: l’Exposure at Default (EaD), 1a Maturity (M) e la Loss Given Default.

247 Per poter utilizzare il sistema IRB una banca deve dimostrare alle autorità di vigilanza di saper soddisfare sin

dall’inizio e poi su base continuativa una serie di requisiti minimi, che coinvolgono aspetti quantitativi, qualitativi, regolamentari e gestionali. Il Nuovo Accordo alla sezione III li classifica in 12 specificazioni distinte concernenti: 1) composizione dei requisiti minimi; 2) conformità con i requisiti minimi; 3) concezione del sistema di rating; 4) funzionamento del sistema di rating governo; 5) societario e controllo; 6) utilizzo dei rating interni; 7) quantificazione del rischio; 8) validazione delle stime interne; 9) stime regolamentari di LGD ed EAD; 10) requisiti per il riconoscimento dei contratti di leasing; 11) calcolo dei coefficienti patrimoniali per le esposizioni in strumenti di capitale; 12) requisiti di informativa.

248 A prescindere dal modello scelto, la Banca d’Italia prevede che il rating rispetti determinati requisiti in termini di: a)

documentazione sulla struttura del sistema di rating; b) completezza delle informazioni; c) integrità del processo di attribuzione del rating; d) omogeneità; e) univocità; f) replicabilità. Cfr. Banca d’Italia, Circolare n° 263 del 27 dicembre 2006.

Capitolo 3: La valutazione di affidabilità delle PMI

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1. La probabilità di insolvenza del debitore (probability of default, PD), ossia la probabilità che la controparte si renda inadempiente all’obbligazione originaria, non essendo più in grado di rispettare l’impegno finanziario assunto249.

2. L’esposizione al momento di insolvenza (exposure at default, EaD):la sua misura è legata alla forma tecnica ad essa associata (mutui, leasing, sconto di portafoglio commerciale, ecc…). Per un fido per cassa (apertura di credito in c/c) la determinazione della EaD è data dalla quota di fido utilizzata, dalla porzione non utilizzata e dalla parte inutilizzata che si presume venga impiegata in presenza dell’insolvenza. In termini analitici: EaD= DP+ UP* UGD dove, DP rappresenta la porzione di fido utilizzata, UP la quota inutilizzata e UGD la parte inutilizzata che si presume venga impiegata in presenza dell’insolvenza.

3. La vita residua del debito (maturity, M), ossia il tempo rimanente alla scadenza del prestito.

4. La perdita attesa nel caso di insolvenza (loss given default, LGD), rappresenta la percentuale di esposizione che la banca ritiene probabile perdere nel caso di insolvenza dell’impresa; essa viene determinata sia in funzione della quantità di finanziamento recuperabile, sia del tempo necessario alle procedure di recupero e dei relativi costi associati. La LGD non è nota a priori (momento dell’erogazione), ma si manifesta nel momento in cui si conclude l’operazione di rientro del credito. In termini analitici la sua determinazione è data da: LGD=1-tasso di recupero, dove il tasso di recupero rappresenta una componente influenzata da diversi elementi: caratteristiche del finanziamento, caratteristiche della controparte, fattori esterni alla procedura di affidamento. Il concetto di perdita attesa in caso di insolvenza è collegato al tema delle garanzie. Esse non impattano sulla quantificazione della PD ma intervengono nella fase di recupero coattivo. L’Accordo di Basilea individua una serie di criteri che tali garanzie devono rispettare per poter essere considerate valide dalla banca nella logica di effettiva attenuazione del rischio di credito (Tabella 11). Per l’impresa l’assistenza del credito mediante idonee garanzie idonee può tradursi in una riduzione del costo del finanziamento, in quanto per le banche che utilizzano il metodo standard la presenza di garanzie agisce direttamente tramite la riduzione, diversificata in base alle caratteristiche della garanzia stessa, del

249 Secondo alcune agenzie di valutazione del merito creditizio, il default viene considerato lo stato di una controparte

nel momento in cui vengono meno la capacità del debitore di onorare i suoi impegni finanziari, ossia quando il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale non viene effettuato, si verifica una richiesta di accesso a una procedura concorsuale, oppure si presenta un’offerta di ristrutturazione del debito da parte della banca. Tali definizioni non sono vincolanti per le banche, le quali hanno scelto di convergere verso una classificazione comune e tendono a determinare il default come il passaggio di un’esposizione a sofferenza.

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requisito patrimoniale a copertura del rischio di credito; per le banche che utilizzano il metodo IRB la presenza di garanzie riduce la LGD e per tale via permette, in modo analogo al metodo standard, una diminuzione del requisito patrimoniale250.

Tabella 11: Le garanzie nei metodi standard e IRB

Attenuazione del

rischio di credito Metodo standard Metodo IRB di base

Metodo IRB avanzato Garanzie personali Garanti idonei: -Stati sovrani -Banche centrali

-Banche multilaterali di sviluppo -Banche

-Confidi con rating esterno almeno A-

-Imprese con rating esterno almeno A

Garanti idonei: -Stati sovrani -Banche centrali -Banche multilaterali di sviluppo -Banche -Confidi con una probabilità di default equivalente a

quella di un soggetto con rating pari ad A-

-Imprese con rating interno almeno A- Nessun limite al riconoscimento di garanzie personale Garanzie reali

-garanzie reali finanziarie (ad esempio oro, depositi in contante) -accordi quadro di compensazione -compensazione delle poste in bilancio

-altre forme di protezione di tipo reale (ad esempio polizze di assicurazione vita)

Garanzie valide oltre a quelle del metodo Standard:

-crediti commerciali al dettaglio e verso imprese -garanzie reali su altri beni materiali -garanzie immobiliari -operazioni di leasing Nessun limite al riconoscimento di garanzie personale Fonte: ABI, Conoscere il rating. Come viene valutata l’affidabilità delle imprese con l’Accordo di Basilea, Bancaria

Editrice, Maggio, 2010.

Le componenti richiamate determinano altri due elementi correlati ai fattori di rischio sopra esposti: la perdita attesa e la perdita inattesa. La prima (EL-expected loss) data dal prodotto tra PD e LGD, riflette i valori attesi della probabilità di insolvenza e della quota di esposizione non recuperabile in caso di insolvenza; in altri termini più che un elemento di rischio essa rappresenta una componente di perdita certa associabile a ciascun prestito. La seconda (UN-unexpected loss) rappresenta la vera componente di rischio in quanto è legata alla volatilità e quindi all’incertezza delle possibili perdite intorno al valore atteso e trova copertura nel capitale della banca. Rappresenta un costo in quanto il capitale da accantonare deve essere remunerato ad un tasso in linea con le aspettative degli azionisti. Tali componenti concorrono a definire il prezzo complessivo del finanziamento per l’impresa (Tabella 12):

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Tabella 12: Scomposizione prezzo del finanziamento

Prezzo/tasso d’interesse Descrizione

Margine di contrattazione

Margine aggiuntivo rispetto al costo (compreso il costo del capitale) sostenuto dalla banca per l’emissione di credito (in alcuni casi può essere negativo).

Costo del capitale

Rendimento da ottenere sul capitale (riserve detenute dalle banche per motivi economici e normativi in caso di perdite inattese, conformemente a Basilea,

basso per il rating migliore e alto per il peggiore).

Perdite attese Stima delle perdite attese dovute ai futuri inadempimenti di alcuni debitori (basse per il rating migliore e alte per il peggiore).

Costi interni di gestione Costi derivanti dall’operazione e dall’amministrazione della banca.

Costo del funding Tasso d’interesse che la banca deve pagare per prendere denaro a prestito sul mercato.

Fonte: ABI, Conoscere il rating. Come viene valutata l’affidabilità delle imprese con l’Accordo di Basilea, Bancaria Editrice, Maggio, 2010.

Attraverso i proventi ottenuti dall’attività creditizia le banche devono coprire i costi delle risorse finanziarie raccolte e i costi operativi. Nel determinare il pricing dei prestiti occorre poi che la banca consideri che alcuni di essi non verranno rimborsati (o verranno rimborsati solo in parte). Si tratta di inadempienze connaturate all’attività di erogazione del credito; le banche devono quindi stimare preventivamente l’entità dei crediti problematici e imporre su ogni prestito un margine a copertura delle perdite attese.

Nell’interesse della continuità dell’attività e in un’ottica prudenziale, le banche devono detenere un patrimonio di vigilanza pari a una determinata percentuale di ciascuna esposizione creditizia. Questo capitale interviene qualora i mancati rimborsi siano superiori alle stime delle perdite attese. Pur impattando sul costo finale del prestito, i costi operativi e i costi sui finanziamenti ottenuti dalla banca non dipendono di norma dal rating del cliente. Le perdite attese e il costo del patrimonio di vigilanza invece dipendono direttamente dal rating assegnato ai soggetti finanziati. Generalmente i clienti con rating migliori presentano perdite attese e costi del capitale inferiori.