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6- LA PRODUZIONE DI MALTE E CALCE A SCAURI

6.3 E ANALISI ARCHEOMETRICHE

Le analisi sono state realizzate presso il Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM), Università di Palermo dal Prof. G. Montana e dott.ssa A.M. Polito. La metodologia utilizzata è la seguente:

- XRD

- SEM-EDS (con analisi quantitativa)

- TG-DTA

- FTIR

- caratterizzazione delle malte UNI 11305:2009 / UNI 11176:2006

Lo studio minero - petrografico è stato finalizzato alla caratterizzazione degli impasti e alla valutazione della tecnologia di produzione. I granuli monomineralici ed i granuli litici riflettono appieno la litologia dell’isola: clinopirosseno; quarzo con orli di riassorbimento (embayed quartz); olivina ossidata; scoria vetrosa con calcite secondaria nelle vescicole; anortoclasio geminato (tartan twinning); litico trachitoide; anortoclasio; clinopirosseno geminato; aenigmatite; pomice e scoria vetrosa; feldspato alcalino parzialmente riassorbito; clinopirosseno alterato.

I risultati delle analisi dei campioni hanno permesso di caratterizzare tre tipi di impasti210:

IMPASTO 1 (fig. 191)

Scorie vetrose e/o pomici molto abbondanti.

AGGREGATO: sabbioso con addensamento assai variabile: 30 - 80%;

dimensione: da fine (0,125-0,25 mm), grossolana (0.5-1 mm) a molto grossolano (1- 2 mm).

composizione: Predominano i frammenti di vetro vulcanico caratterizzati da numerose vescicole tondeggianti e/o i frammenti di pomici, altamente porosi e con vescicole amigdaloidi allungate. A nicol paralleli le scorie vetrose appaiono colorate

210 Le schede descrittive dei campioni e le immagini al microscopio sono state realizzate dal

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(da bruno-nerastre a rosso mattone), mentre le pomici risultano perfettamente trasparenti. Da subordinati a sporadici o rari i granuli monomineralici (per lo più rappresentati da feldspato alcalino e clinopiroseno) ed i frammenti litici trachitoidi. LEGANTE : Struttura per lo più a grumi caratterizzata da ampie porzioni che non mostrano alcuna attività ottica, miste a plaghe assai meno estese con debole birifrangenza d’aggregato. Le massa non birifrangente del legante è verosimilmente costituita da fasi amorfe o debolmente cristalline formatesi per reazione pozzolanica, mentre la parte birifrangente è costituita da calcite microcristallina.

Fig. 191: osservazioni al microscopio ottico. Microfoto in luce riflessa e in luce trasmessa polarizzata dell’impasto 1. Rif. al numero di campione nel tondino giallo, (nicol incrociati; barra dimensionale = 0.5 mm).

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IMPASTO 2 (fig. 192)

Frammenti litici trachitoidi e granuli monomineralici - assenti o rare scorie o pomici. AGGREGATO : sabbioso, addensamento assai variabile: 15 - 50%;

dimensione: da fine (0,125-0,25 mm), grossolana (0.5-1 mm) a molto grossolano (1- 2 mm).

composizione: Predomina il feldspato alcalino (anortoclasio), i cristalli possono presentare orli di riassorbimento. Tra i femici sono comuni i cristalli di clinopirosseno (egirina ed egirina-augite), rari aenigmatite ed anfibolo sodico (fenorichterite). Presenti anche minerali opachi come magnetite ed ilmenite, il quarzo primario con orli di riassorbimento, olivina spesso con orlo iddingsitico. Comuni i frammenti litici trachitoidi (con microliti di feldspato a tessitura fluidale). Assenti o molto rare scorie vetrose e pomici.

LEGANTE Le massa legante, in buona parte, mostra una discreta birifrangenza d’aggregato e, pertanto, sembrerebbe costituita per lo più da calce aerea ben ricarbonatata. Presenti anche resti dell'originale roccia carbonatica parzialmente calcinati o molto debolmente calcinati. Sporadicamente individuati bioclasti ben preservati dalla cottura.

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Fig. 192: Osservazioni al microscopio ottico. Microfoto in luce riflessa e in luce trasmessa polarizzata dell’impasto 2 (nicol incrociati; barra dimensionale = 0.5 mm).

IMPASTO 3 (fig. 193)

Cocciopesto + frammenti litici e minerali vulcanici in varie proporzioni) AGGREGATO: sabbioso, addensamento assai variabile: 30 - 70%;

dimensione: da fine (0,125-0,25 mm), grossolana (0.5-1 mm) a molto grossolano (1- 2 mm).

composizione: Da abbondanti a comuni frammenti di cocciopesto (eterogenei in composizione e per lo più non attribuibili a ceramica prodotta localmente). Scorie vetrose ferrugginose e vescicolate (bruno-rossastre a nicol paralleli), granuli monomineralici (in ordine di frequenza decrescente: feldspato alcalino, clinopiroseno, plagioclasio, quarzo parzialmente riassorbito, ilmenite, olivina, aenigmatite), frammenti litici trachitoidi con tessitura fluidale, pomici ben vescicolate. Rari relitti calcarei e/o bioclasti debolmente calcinati.

LEGANTE

Struttura eterogenea (a grumi) con ampie porzioni che non presentano alcuna attività ottica, miste a plaghe meno estese caratterizzate da birifrangenza d’aggregato. Le massa non birifrangente del legante è verosimilmente costituita da fasi amorfe o debolmente cristalline formatesi per reazione pozzolanica, mentre la parte birifrangente è costituita da calcite microcristallina.

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Fig. 193: Osservazioni al microscopio ottico. Microfoto in luce riflessa e in luce trasmessa polarizzata dell’impasto 3 (nicol incrociati; barra dimensionale = 0.5 mm).

Le analisi delle calci permettono di desumere le prime conclusioni. La tecnologia di produzione risulta di livello medio-basso, il processo di calcinazione veniva effettuato in maniera approssimativa data la presenza di numerosi inclusi non calcinati o calcinati parzialmente. Nonostante l’ampia disponibilità nell’isola di una materia prima peculiare per la produzione di un legante idraulico con ottime prestazioni (silice amorfa = scorie vetrose e pomici), la preparazione e la posa in opera degli impasti sembra essere stata fatta in modo grossolano, quasi senza consapevolezza, e non mostra, se non sporadicamente, chiare evidenze di selezione e pre-lavorazione del materiale pozzolanico come la vagliatura e/o la macinazione.

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I relitti di rocce calcaree e bioclasti mal calcinati nelle malte danno informazioni sulla provenienza della materia prima per la calce.

La materia prima calcarea potrebbe provenire dalla costa siciliana (verosimilmente da Trapani e/o isola di Favignana, Monte Inici). Si tratta di calcari bianchi con molluschi, alghe e foraminiferi bentonici del periodo Liassico inferiore-medio. L’area di affioramento di questi calcari è la Sicilia Nord occidentale (monti circostanti a Castellammare del Golfo, Trapani e nell’isola di Favignana).

Un altro tipo di calcare è del tipo Mischio, a grana arenitica o ruditica, sono molto compatti e tenaci, a struttura lapidea, appartengono a luoghi molto ricchi in fauna fossile (alghe, molluschi, echinidi, ostracodi) del periodo Oligocene superiore - Miocene inferiore. L’area di affioramento è quella dei monti circostanti Trapani (fig. 194-195).

Fig. 194: microfotografie in luce trasmessa polarizzata (nicol incrociati; barra dimensionale = 0.5 mm in A, B, C e 0.2 mm in D): (A) campione PaSc-I/3, calcare a macroforaminiferi (Oligocene-Miocene inf.) dalla vasca 1; (B) PaSc-I/13 calcare di piattaforma carbonatica con fauna lagunare (Triassico-Giurassico inf.) dal magazzino amb. 4; (C) malta da intonaco PaSc-I/4; D) malta da intonaco PaSc-I/6.

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Fig.195: ubicazione nell'isola di Favignana e nella Sicilia nord-occidentale degli affioramenti dei litotipi calcarei ritrovati a Scauri ed utilizzati come materia prima per la produzione di calce (da BALDASSARI,MONTANA,POLITO cds.).