PAROLE OGGETTO D'ESAME
3.3 Analisi quantitativa delle durate e dei rapport
3.3.7 Analisi comparata delle durate
A seguire sono stati sommati insieme tutti i valori medi delle durate (si veda §3.3) relative allo stesso segmento vocalico o bivocalico, e appartenenti allo stesso contesto. Così ad esempio sono stati sommati assieme i valori medi di [a] di tutti i soggetti per le parole pronunciate a velocità di eloquio normale, poi per quelle a velocità di eloquio lenta, e infine per contesto di frase; successivamente si sono sommati i valori medi di [a:] di tutti i soggetti, in tutti i contesti, e via dicendo. Questo totale, se comparato con gli altri, è indicativo della durata generale, maggiore o minore, di un dato segmento vocalico in un dato contesto. Ne risulta la seguente Tabella 5 dei valori totali:
TABELLA 5
Valori medi delle durate vocaliche dei soggetti. La somma è avvenuta tra le medie che si riferiscono allo stesso tipo vocalico, nello stesso contesto e per tutti i soggetti. L'asterisco (*) si riferisce al fatto che alla somma manca il valore delle [i] pronunciate a velocità d'eloquio lenta del soggetto 3, poichè non sono state trovate le relative registrazioni da cui estrarre le durate (si veda §3.3.2.3).
I valori totali di [a] sono chiaramente maggiori nelle parole pronunciate a velocità d'eloquio lenta (1,17 ms totali), diminuiscono in contesto di frase (0,90 ms totali) e ulteriormente per nelle parole pronunciate a velocità di eloquio normale (0,71 ms totali). Il valore totale di [a:] invece sembra variare in funzione della velocità d'eloquio, come del resto ci si aspetterebbe. Nelle parole pronunciate a velocità di eloquio lenta è risultato essere il più grande di tutti (2,39 ms), minore invece in quelle pronunciate a velocità di eloquio normale (1,79 ms), per poi decrescere ancora in contesto di frase (1,52 ms).
Anche i valori totali di [e] sono risultati maggiori nelle parole pronunciate a velocità d'eloquio lenta (0,89 ms ms totali), anch'essi diminuiscono in contesto di frase (0,68 ms totali) e ulteriormente per nelle parole pronunciate a velocità di eloquio normale (0,57 ms totali). I valori totali di [e:] sembrano variare in funzione della velocità d'eloquio ancora una volta. Sono
maggiori nelle parole pronunciate a velocità di eloquio lenta (1,90 ms), minori in quelle pronunciate a velocità di eloquio normale (1,50 ms), e minori ancora in contesto di frase (1,25 ms).
I valori totali di [o] sono più elevati per quanto riguarda le parole pronunciate a velocità d'eloquio lenta (0,91 ms), mentre sono simili in contesto di frase e nelle parole pronunciate a velocità d'eloquio normale (0,71 ms e 0,72 ms rispettivamente). I valori del segmento [o:] seguono invece la tendenza di quelli delle altre vocali ripetute: maggiori a velocità di eloquio lenta (1,95 ms), minori in quelle pronunciate a velocità di eloquio normale (1,35 ms), e minori ancora in contesto di frase (1,09 ms).
Infine i valori totali di [i] sono risultati relativamente simili tra di loro, e sono compresi tra gli 0,44 ms e gli 0,51 ms. Il fatto che le parole pronunciate a velocità d'eloquio lenta riportino un valore totale di solo 0,49 ms è comunque giustificabile. Ciò è dovuto al fatto che nella somma mancano i valori di tutte le [i] pronunciate lentamente dal soggetto 3, perchè tali dati sono risultati assenti (si veda §3.3.2.3). Per quanto riguarda [i:] invece, la situazione si presenta ancora una volta la stessa delle altre vocali ripetute: si ha un valore totale massimo a velocità di eloquio lenta (1,97 ms), minore in quelle pronunciate a velocità di eloquio normale (1,52 ms), e minimo in contesto di frase (1,12 ms).
In generale, dunque, è risultato che il valore di durata delle vocali ripetute segue regolarmente uno schema preciso. Esso sembra essere soggetto alla maggiore o minore velocità di elocuzione adottata dal parlante. In tutte e quattro le vocali ripetute oggetto d'esame tale valore appare infatti massimo a una velocità di eloquio lenta, minore a velocità di eloquio normale e minimo in contesto di frase. Potremo forse definire 'fisiologico' il variare della durata di questi elementi vocalici. Questi risultati sono del tutto prevedibili, data la sistematicità e la regolarità dei risultati relativi a questo tipo di vocale.
Le vocali singole, invece, hanno mostrato una minore regolarità. In tutti i casi il valore totale massimo è stato associato a una velocità d'eloquio lenta con l'eccezione (giustificata) di [i], al cui valore totale manca quello del soggetto 3 relativo alle parole pronunciate ad una velocità d'eloquio lenta. Il secondo valore totale più alto è risultato essere in due casi su quattro relativo alla pronuncia in contesto di frase (per [a] ed [e]), in un caso alle parole pronunciate a velocità d'eloquio normale (per [o]), e nel restante caso ad una velocità di elocuzione più lenta (per [i]). Infine, il valore totale più basso è stato associato in tre casi su quattro ad una velocità d'elocuzione normale, e solo in un caso (per [o]) al contesto di frase. Questo dato induce quindi a
considerare con debita circospezione le produzioni relative alle esecuzioni rallentate, che probabilmente hanno indotto nei locutori un comportamento non pienamente naturale.
NOTE
[1] Il tracciamento automatico dei profili linguali tramite il software AAA non è riuscito ad individuare la posizione dell'apice, del dorso e della radice in tutti i casi, di conseguenza il profilo risultante può essere impreciso o anche del tutto errato. Con un'operazione di tracciamento manuale, dispendiosa in termini di tempo ma più precisa, è stato invece possibile correggere quei casi in cui la procedura automatica ha fallito.
[2] Lo scopo di questo contributo non era certo quello di analizzare esaustivamente tutti i materiali raccolti, date le ovvie limitazioni temporali di una Tesi di Laurea Magistrale. È stata pertanto portata a termine una selezione dei casi più interessanti, risultati 13 in totale, in cui i gesti comparati dei due tipi vocalici si differenziano in maniera significativa tale da non esser considerati analoghi. Sono stati dunque tralasciati quei casi in cui il gesto articolatorio della vocale singola e di quella ripetuta apparivano simili tra di loro, rimandando a studi futuri un'analisi completa di tutto il materiale.
[3] Questi errori di visualizzazione possono essere attribuiti alla sonda ad ultrasuoni che, in più di un caso, non è riuscita a individuare il profilo linguale dei locutori, lasciando l'immagine vuota (e cioè scura, come mostrata dal programma).
[4] La maggiore o minore perifericità dei profili linguali, opportunamente ricolorati per distinguere quelli delle vocali singole da quelli delle vocali ripetute, appare evidente nelle immagini ottenute: infatti, è sufficiente osservare il colore del profilo (o delle sue parti) più vicino al palato. Ad esempio, un'immagine che mostra un dorso colorato blu (delle vocali ripetute, secondo la nostra colorazione) più vicino al palato rispetto alla controparte rossa (delle vocali singole), indica che il dorso delle vocali ripetute (blu) è maggiormente periferico di quello delle vocali singole (rosse).
4. CONCLUSIONI
Abbiamo presentato i risultati di tre analisi volte ad individuare un possibile indice articolatorioche renda conto delle differenze nei gesti delle vocali singole e ripetute. L'obiettivo iniziale era quello di indagare i fenomeni che avvengono quando si incontrano questi due tipi di vocali. Ovviamente, un parlato spontaneo a velocità di eloquio sostenuta può far scomparire ogni differenza esistente fra parole del tipo Sara e Sahara, quando invece un parlato più controllato mostra che una differenza uditiva c'è. La domanda a cui il presente lavoro ha cercato di dare una risposta è se esiste anche un qualche gesto articolatorio che accompagna questa differenza, quanto meno in un parlato di laboratorio. Per rispondere a ciò, sono state pensate due analisi di tipo qualitativo ed una di tipo quantitativo.