La giustizia civile
3. Analisi dei dati statistici
3.1. I dati ripartiti per aree geografiche.
Il dato relativo alla diminuzione della pendenza complessiva - determinato da un forte decremento delle nuove iscrizioni, accompagnato però da una rilevante diminuzione delle definizioni - è costante in tutte le aree geografiche.
La maggiore diminuzione della pendenza si registra nel Nord-est (-3,8%) e la minore nel Centro (-1,1%), con una percentuale che però è sostanzialmente analoga a quella del Nord-ovest (-1,2%).
La maggiore percentuale di diminuzione delle sopravvenienze si è verificata nel Sud (-11,5%), seguito dal Centro (-10,6%), mentre nel Nord-ovest risulta il decremento più basso di nuove iscrizioni (-2,8%).
Quanto al calo delle definizioni, la percentuale più negativa si è avuta negli uffici giudiziari del Nord (-11,1%, di cui -6,5% nel est e -4,6% nel Nord-ovest), ma significativi sono anche i dati riguardanti gli uffici del Sud (-9,8%) e del Centro (-7,1%). Più contenuta, invece, è la flessione di definizioni che si è registrata nelle Isole (- 2,8%).
3.2. I dati relativi agli uffici. A) Dati generali.
Con riferimento alla ripartizione tra gli uffici, la pendenza complessiva è in aumento nelle corti d’appello (444.908 nel 2011 a fronte di 430.503 nel 2010, con un incremento del 3,3%), mentre è stabile nei tribunali (3.479.367 a fronte di 3.478.745) ed è in forte diminuzione negli uffici del giudice di pace (1.389.431 a fronte di 1.534.082, con una flessione di -9,4%).
Nei tribunali per i minorenni la pendenza è diminuita di -2,2%, passando da 1.534.082 nel 2010 a 1.389.431 nel 2011.
In tutti gli uffici è stabile la tendenza alla diminuzione delle sopravvenienze, con un picco massimo di -18,6% presso i giudici di pace, seguito da un -5,2% nelle corti d’appello, da un -2,8% nei tribunali e da un – 1,4% nei tribunali per i minorenni.
Parimenti in tutti gli uffici si riscontra una flessione delle definizioni, da un massimo di -11,4% presso i giudici di pace, seguito da un -4,6% nelle corti di appello, da un -4,5% nei tribunali e da un -1,9% nei tribunali per i minorenni.
B) Le corti d’appello.
La situazione delle corti d’appello, gravate da una pendenza (in aumento, come già rilevato) di 444.908, è particolarmente pesante.
L’incremento delle pendenze si riscontra in particolare nelle cause di equa riparazione (20,5%), in quelle di pubblico impiego (9,1%) e in quelle di cognizione ordinaria (2,8%), mentre una leggera flessione si registra nelle cause di lavoro privato (-1,7%) e in quelle previdenziali (-0,7%).
La diminuzione delle nuove iscrizioni è diffusa in relazione a tutti i tipi di controversia, ad eccezione delle cause di pubblico impiego che hanno fatto segnare un incremento di sopravvenienze del 4,2%. Particolarmente rilevante è la diminuzione (nella misura di -14,4%) di nuove iscrizioni nelle cause previdenziali.
Il numero delle definizioni è in flessione in tutti i tipi di controversia, ad eccezione di quelle di cognizione ordinaria, in cui le definizioni sono aumentate del 5,3%.
Desta preoccupazione il dato, in crescita, della pendenza dei giudizi di equa riparazione per violazione del termine ragionevole di durata del processo, promossi ai sensi della legge 24 marzo 2001, n. 89, gravanti in unico grado sulle corti d’appello, che ha raggiunto nel 2011 il livello di 53.138 procedimenti (nel 2010 erano 44.101), con un aumento del 20,5%, localizzato soprattutto negli uffici giudiziari del Centro (34.9%) e delle Isole (56.9%), laddove in quelli settentrionali si riscontra una riduzione sensibile (-35.1% negli uffici del Nord-Est e -3,8% nel Nord-Ovest).
Tale situazione ha così determinato una frequente violazione del termine ragionevole di durata anche nella trattazione di tali giudizi, con la paradossale conseguenza dell’applicazione della c.d. “legge Pinto” anche alla durata dei processi inerenti alla violazione della stessa legge.
Rinnovo anche quest’anno l’auspicio – già formulato nella relazione inaugurale del 2011 – di un maggior apporto collaborativo da parte della Pubblica amministrazione, sia in ordine allo spontaneo adempimento dell’obbligo di indennizzo, che in relazione alla ricerca di accordi transattivi, tenuto conto dei
consolidati indirizzi giurisprudenziali della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di cassazione formatisi in tale materia e che consentono di formulare ragionevoli previsioni sulla sorte dei vari giudizi di equa riparazione.
Richiamo a tale riguardo l’orientamento già espresso più volte da questa Corte in numerose pronunce, che – nell’escludere che la sostanziale mancata contestazione da parte dell’Amministrazione della pretesa del ricorrente ad ottenere l’equo indennizzo per violazione del termine ragionevole di durata del processo costituisca motivo idoneo a giustificare la compensazione delle spese processuali – ha affermato che <<nulla impedisce alla pubblica amministrazione di predisporre i mezzi necessari per offrire direttamente soddisfazione a chi abbia sofferto un danno a cagione dell’eccessiva durata di un giudizio in cui sia stato coinvolto>>60.
C) I tribunali.
Nei giudizi davanti al tribunale un rilevante incremento delle pendenze riguarda, in particolare, le controversie di pubblico impiego (aumento del 21,5% rispetto al 2010), le istanze di fallimento (11,0%), i rapporti di lavoro privato (8,7%), le procedure esecutive immobiliari (7,3%) e mobiliari (4,6%), i divorzi a domanda congiunta (6,6%) e giudiziali (3,0%). Stabili sono invece le separazioni giudiziali, mentre un apprezzabile flessione si registra per le separazioni consensuali (-2,2%). In diminuzione è anche la pendenza delle controversie di cognizione ordinaria (-1,8%), il cui ammontare (1.317.046 procedimenti) costituisce tuttavia ancora un carico non sostenibile da un apparato che intenda funzionare con efficienza.
Quanto alle sopravvenienze, allarma il forte incremento delle controversie di lavoro (34,9% per le cause di pubblico impiego; 15,7% per le cause di lavoro privato, per un aumento complessivo di 51,6%), delle istanze di fallimento (11,2%), delle procedure fallimentari (11,6%) e di quelle esecutive immobiliari (8,7%). L’incremento segnalato costituisce sintomo indicativo della crisi economica che coinvolge l’Italia, come meglio sarà precisato nel paragrafo successivo.
Una rilevante flessione delle nuove iscrizioni si registra per le cause di cognizione ordinaria (-8,3%).
Qualche particolare e approfondita considerazione merita l’andamento decrescente delle cause in materia previdenziale, le cui pendenze, diminuite di -6,7% (da 632.617 a 590.171), non appaiono sufficientemente rappresentative della vera e propria inversione di tendenza verificatasi in tale settore, che risulta invece ben documentata dall'andamento delle sopravvenienze, ridottesi di
-16,7%. Quest'ultimo dato appare particolarmente rilevante sotto il profilo organizzativo, non essendo spiegabile esclusivamente con l'efficacia dissuasiva dei maggiori costi che l'attore è tenuto a sopportare ai fini dell'introduzione del giudizio per effetto dell'art. 37, comma sesto, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, che ha modificato il d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, introducendo l'obbligo di pagamento del contributo unificato. La disaggregazione del dato su base territoriale evidenzia infatti che, pur essendo tale disposizione applicabile all'intero territorio nazionale, le percentuali di riduzione delle sopravvenienze negli uffici giudiziari del Nord-Est (-1,4%), del Nord-Ovest (-7,2%) e del Centro (-5,4%) sono risultate molto contenute rispetto a quelle fatte registrare dagli uffici meridionali (-23,4%), il cui contenzioso in materia previdenziale, com'è noto, ha costituito principalmente oggetto dell'attività di verifica intrapresa dall'INPS (della quale si è dato conto nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011): trovano pertanto conferma i dati diffusi dall'ente previdenziale, secondo cui la predetta attività ha consentito di pervenire ad una consistente riduzione del contenzioso, ponendo rimedio a fenomeni di malcostume giudiziario che alimentavano controversie meramente fittizie o comunque non corrispondenti ad un effettivo interesse della parte.
Le definizioni sono in diffusa flessione in relazione a numerosi tipi di controversia, in particolare per quanto riguarda le cause previdenziali (-11,4%), i divorzi giudiziali (-10,4%), le separazioni giudiziali (-7,8%), le controversie di cognizione ordinaria (-6,5%), i divorzi consensuali (-5,9%), le cause di lavoro privato (-4,6%) e le procedure fallimentari (-4%). In forte incremento sono invece le definizioni delle istanze di fallimento (14,6%) e delle cause di pubblico impiego (7,9%).
D) Gli uffici del giudice di pace.
La riduzione delle sopravvenienze verificatasi nel settore civile ha riguardato soprattutto i procedimenti di competenza del giudice di pace, le cui iscrizioni a ruolo hanno subìto nel complesso una riduzione di -18,6% rispetto all'anno precedente. La causa di tale decremento va individuata nella drastica diminuzione dei giudizi di opposizione alle sanzioni amministrative, le cui iscrizioni a ruolo sono passate da 720.081 a 371.572, riducendosi addirittura di -48,4%, verosimilmente soltanto per effetto dell'art. 2, comma 212, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), che ha introdotto l'obbligo del pagamento del contributo unificato per le opposizioni avverso i verbali di contestazione delle violazioni del codice della strada. Per converso, si registra un incremento delle iscrizioni a ruolo dei procedimenti di opposizione a decreto ingiuntivo, le cui sopravvenienze sono aumentate da 23.946 a 27.966, accrescendosi quindi del 19%, verosimilmente non solo per effetto dell'art. 45,
comma primo, della legge 18 giugno 2009, n. 69, che ha elevato a cinquemila euro la competenza del giudice di pace per le cause relative a beni mobili, ma anche a causa delle difficoltà nei pagamenti determinate dall'attuale stato di illiquidità del sistema economico. Più contenuti sono risultati gli effetti della medesima disposizione, nella parte in cui ha elevato a ventimila euro la competenza per le cause di risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli e natanti, le cui iscrizioni a ruolo sono aumentate del 6,1%, passando da 288.505 a 306.010.
Sempre nei giudizi davanti ai giudici di pace si registra una forte flessione della pendenza dei giudizi di opposizione alle sanzioni amministrative (-24,8%) e delle cause previdenziali (-27,0%). Questi soli due dati hanno favorito la diminuzione della pendenza complessiva nella misura di -9,4%, atteso che nelle altre controversie si è verificato un rilevante e diffuso aumento delle pendenze, in particolare per le opposizioni a decreti ingiuntivi (19,1%), i ricorsi in materia di immigrazione (13,4%), le cause relative a beni mobili (13,2%) e quelle concernenti il risarcimento dei danni da circolazione stradale (11,7%).
In calo anche le sopravvenienze nei giudizi in materia di immigrazione (-3,4%). In aumento sono invece le nuove iscrizioni in altri tipi di controversia, quali le opposizioni a decreti ingiuntivi (19,0%) e le cause di risarcimento danno da circolazione stradale (6,1%).
In forte calo sono le definizioni nelle cause di opposizione alle sanzioni amministrative (-26,7%), mentre un sensibile aumento si registra nelle definizioni delle controversie in materia di previdenza (43,8%).