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Analisi del secondo modello nella regione Veneto

CAPITOLO 3: IL CASO 3.1 PRESENTAZIONE DEL CASO

4.1 ELABORAZIONE DEI DAT

4.1.2 Analisi del secondo modello nella regione Veneto

Prendiamo ora in considerazione il secondo modello che basa l’analisi su un solo input (input sintetico elaborato con la PCA) e due output (totale dei ricavi e delle dimissioni) riportando nelle tabelle sottostanti i punteggi di efficienza degli anni 2013 e 2014 per il Veneto:

Tabella 15: Efficient score Veneto, secondo modello

Come si può vedere dalla tabella sovrastante, l’analisi di efficienza svolta mostra una situazione totalmente diversa rispetto a quella raffigurata dal modello precedente. Ci troviamo in questo caso di fronte ad una situazione molto meno efficiente. Una simile situazione si evidenzia quando i valori derivanti dall’analisi di efficienza, tramite il modello DEA, sono lontani da 1. In questo caso si può notare come la media dell’indice di efficienza, nel biennio considerato, sia molto meno vicina ad 1:

- Nel 2014 abbiamo un indice medio di efficienza di 0,529; - Nel 2013 abbiamo un indice medio di efficienza di 0,578.

Analizzando le varie DMU si può notare che, anche in quest’analisi, che una DMU (ULSS numero 9 Treviso), la stessa del modello precedente, risulta avere una drastica modifica del suo punteggio di efficienza da un anno all’altro.

Essa, infatti, passa dal trovarsi in una condizione di perfetta efficienza nel 2013, ad essere una delle DMU rappresentative dei valori più bassi nel 2014.

Dato il ripetersi di questa situazione potremmo dedurre, solo sotto un punto di vista puramente personale, che all’interno della DMU presa in esame vi sia stato tra il 2013 e il 2014, un forte cambiamento che ha portato ad un mutamento significativo in una delle variabili prese in considerazione.

Attraverso l’analisi delle stesse DMU ci accorgiamo come esista una differenza sostanziale tra le 6 DMU maggiormente efficienti (che presentano un punteggio uguale a 1) e le altre 17. Analizzando queste ultime infatti possiamo notare come i valori varino da un minimo di 0,253 nel 2013 e di 0,224 nel 2014 ad un massimo di 0,478 nel 2013 e di 0,455 nel 2014. Questo potrebbe significare che all’interno delle variabili prese in considerazioni ci sia una variabile, o più di una variabile, che porta ad una così marcata differenze tra le 6 DMU maggiormente efficienti e le altre 17 DMU.

Questo ancora una volta per richiamare l’attenzione sui limiti dello strumento DEA esposti in precedenza.

Dall’applicazione di questo modello, possiamo notare come ci siano 5 DMU che, sia dopo l’applicazione del primo modello che dopo l’utilizzazione del secondo, continuano a risultare costantemente efficienti. Queste sono le ULSS numero 14,

16, 20, 22 e l’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Questa duplice conferma tende a garantire della loro effettiva efficienza, a prescindere dagli input presi a riferimento.

Passando, invece, all’analisi delle DMU inefficienti possiamo giungere, attraverso valutazioni personali, a capire quali potrebbero essere le cause di tali score.

Partendo dall’assunto che, all’interno del primo modello, esclusa la DMU precedentemente indicata – la ULSS 7 –, tutte le DMU presentino, in entrambi gli anni, valori molto vicini ad 1, quindi si dimostrino efficienti, possiamo dedurre che le cause di un forte scostamento tra i valori del primo modello e quelli del secondo sia da ricercare negli input che quest’ultimo utilizza e che non erano presenti all’interno del primo.

Gli output possono non essere presi in considerazione in questo tipo di analisi poiché in entrambi i modelli non variano, quindi non potevano, in alcun modo, influire sulle suddette variazioni.

Gli input presenti nel secondo modello e non presenti nel primo, sono: - il numero dei posti letto presenti all’interno di ogni struttura ospedaliera; - il numero totale dei medici full-time all’interno di ogni struttura ospedaliera; - il numero totale degli infermieri full-time all’interno di ogni struttura ospedaliera.

Per ciascuna DMU ho provveduto a riportare solo gli input che secondo me, come spiegato, influenzano lo scostamento degli score tra il primo ed il secondo modello, creando attraverso una relazione con un input presente all’interno di entrambi i modelli – il numero dei ricoveri annuali registrati – un rapporto numerico tale da poter essere utilizzato per spiegare l’inefficienza delle DMU. Nelle tabelle sottostanti abbiamo riportato i dati dei suddetti input per le DMU che si presentano, all’interno del secondo modello, inefficienti:

Tabella 16: Analisi input DMU inefficienti Veneto 2013

Fonte: Elaborazione propria

Tabella 17: Analisi input DMU inefficienti Veneto 2014

Dall’analisi della tabella numero 16 e 17 notiamo come ogni DMU inefficiente presenti valori assolutamente sotto la media (evidenziati in rosso) nel rapporto tra gli input presenti all’interno del secondo modello e non nel primo ed il numero dei ricoveri annuali registrati in almeno un caso e spesso in più di uno.

Possiamo, ad esempio, prendere il caso dell’azienda ospedaliera integrata di Padova che, nell’anno 2013, presenta un numero di 263 ricoveri annuali per posto letto, molto al di sotto della media che si attesta al valore di 361.

Questo sta a significare che l’azienda potrebbe intervenire impiegando in maniera più efficiente i posti letto a disposizione e lo stesso ragionamento può essere fatto in relazione agli altri due input.

Analizzando sempre la stessa DMU possiamo così vedere come questa presenti un medico ogni 682 ricoveri annuali, al di sopra della media di 655. Questo significa che l’azienda, per aumentare la propria efficienza, non ha la necessità di diminuire il numero dei suoi medici.

Al contrario notiamo come ci sia un infermiere per ogni 157 ricoveri annuali. Questo colloca la DMU al di sotto della media di 199. Ci troviamo perciò in una condizione nella quale potremmo benissimo affermare che, per aumentare la propria efficienza, l’azienda potrebbe ridurre il numero degli infermieri.

Questo tipo di ragionamento può essere riportato a tutte le DMU con valori evidenziati in rosso nelle tabelle precedenti, con tre precisazioni:

- se è evidenziato in rosso il valore corrispondente al “numero dei ricoveri annuali/posti letto”, allora l’azienda potrebbe intensificare l’utilizzazione dei propri posti letto per rendersi maggiormente efficiente;

- se è evidenziato in rosso il valore corrispondente al “numero dei ricoveri annuali/dottori”, allora, in questo caso, l’azienda potrebbe operare una riduzione del numero dei medici per rendersi maggiormente efficiente;

- se, infine, è evidenziato in rosso il valore corrispondente al “numero dei ricoveri annuali/gli infermieri”, allora l’azienda potrebbe ridurre il numero degli infermieri per rendersi maggiormente efficiente.

Da notare come le DMU con score efficienti, presentino valori quasi sempre al di sopra della media (evidenziati in giallo).

Questa potrebbe essere una prova della bontà della metodologia utilizzata, ricordando anche in questo caso che la nostra analisi è soggetta ai limiti imposti dalla DEA e che quindi le cause dei risultati da noi analizzate possono essere prese in considerazione solo ed esclusivamente quali ipotesi di lavoro da studiare con metodi più specifici.

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