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CONSIDERAZIONI DI SINTESI SUI MODELLI UTILIZZAT

Secondo l’opinione di chi scrive il primo modello utilizzato tende a sopravvalutare l’efficienza delle varie DMU, come appare evidente sia nel caso della Regione Veneto che nel caso del Portogallo. Ricordiamo che in questo modello abbiamo selezionato come input:

- i costi produttivi totali, somma di voci di bilancio quali: costi del personale, costi operativi, costi per merci e materiali utilizzati ed i costi di esternalizzazione; - i giorni di ricovero annuali registrati;

come output:

- il numero delle dimissioni annuali registrate; - i ricavi totali degli ospedali, scritti a bilancio.

Riteniamo quindi più opportuno prendere in considerazione il secondo ed il terzo modello che si presentano molto simili tra loro come risultati, ma che fanno emergere maggiormente le differenze tra le diverse DMU.

Nel secondo modello vediamo come, in entrambi i casi presi in esame in questo lavoro, appare fortemente caratterizzato lo scostamento dei risultati rispetto al primo modello. Questo sta a significare, secondo la mia opinione, che incidono in misura rilevante sul modello le variabili che vengono prese in considerazione all’interno dell’input sintetico, variabili che non sono presenti nel primo modello analizzato. Queste variabili sono:

- il numero dei posti letto presenti all’interno di ogni struttura ospedaliera; - il numero totale dei medici full-time all’interno di ogni struttura ospadaliera; - il numero totale degli infermieri full-time all’interno di ogni struttura ospedaliera.

E’ quindi possibile dedurre che fra queste variabili sussistano gli elementi di fragilità del sistema e che, attraverso il miglioramento di questi parametri nelle strutture che presentino valori inefficienti, gli enti potrebbero giungere ad avere, in entrambi i casi analizzati, una situazione di efficienza più simile a quella emergente dal primo modello in cui gli ospedali paiono essere quasi totalmente efficienti.

Il terzo modello, secondo la mia personale opinione, conferma quanto appena detto per il secondo modello e quindi possiamo affermare che gli output negativi, ovvero:

- il numero totale dei decessi registrati all’interno della struttura ospedaliera durante l’anno di riferimento;

- il numero totale dei casi di infezioni gravi post-operatorie registrate all’interno della struttura ospedaliera durante il periodo di riferimento, denominate con il termine setticemia;

non condizionano e non modificano i risultati di efficienza delle strutture ospedaliere.

Questo può essere interessante per affermare che, sia le DMU di Regione Veneto che le DMU del Portogallo, non sono influenzate negativamente da output che possiamo definire, seguendo una nostra personale considerazione, “qualitativi”. I due sistemi quindi presentano inefficienze sotto alcuni punti di vista, ma conservano una qualità del servizio offerto molto simile tra loro. Ricordiamo che quando facciamo questa ipotesi ci riferiamo per le DMU venete agli standard veneti, quindi non ci sono DMU che sotto il punto di vista degli output negativi presenti una condizione di inefficienza. Lo stesso approccio può essere riproposto per le DMU portoghesi all’interno delle quali non ci sono valori che si allontano agli standard, e quindi, sotto il punto di vista degli output negativi, non si presentano condizioni di inefficienza.

Riteniamo possibile affermare, inoltre, che, attraverso continui studi sull’efficienza e attraverso un’analisi approfondita delle variabili che incidono sulle situazioni maggiormente inefficienti, sarebbe possibile giungere a determinare le cause che portano ai risultati di inefficienza precedentemente esposti.

Va ricordato anche in questo caso che la nostra analisi è soggetta ai limiti imposti dalla DEA e che quindi le cause dei risultati da noi analizzate, possono essere prese in considerazione quali ipotesi di lavoro da analizzare con metodi più specifici, procedendo ad indagini organizzative di tipo analitico-qualitativo,

attraverso modelli di funzionamento che incidano sulle variabili determinanti l’inefficienza.

Non si deve peraltro dimenticare che «le misure di performance svolgono funzione strumentale e non finalistica dal punto di vista informativo e di responsabilizzazione. L’individuazione e la misurazione della performance non possono essere considerate uno scopo in sé, ma si pone l’esigenza di una finalizzazione rispetto al più vasto e complesso processo manageriale di programmazione e controllo»127

Va anche considerato che la nostra analisi, riferendosi a strutture ospedaliere omogenee per i due campioni, quello veneto e quello portoghese, non può introdurre elementi di confronto fra strutture di tipo diverso: questo vale in particolare per il Portogallo dove coesistono tuttora strutture di natura pubblica ma con modelli organizzativi diversi. Tale omogeneità costituisce però un elemento positivo in quanto rende, all’interno del campione, confrontabili le performance delle DMU. In particolare, quindi, la nostra ricerca si differenzia da quella di Ferreira e Marques dove, nel campione, vengono invece confrontate strutture ospedaliere di tipo diverso: EPE, SA e SPA.

Per quanto riguarda il Veneto i dati da noi utilizzati per sviluppare la ricerca sono più recenti rispetto a quelli dei principali studi citati di natura specifica, ma è anche diversa la natura del campione utilizzato per l’indagine empirica.

Risulta essere estremamente complicato poter confrontare i risultati da noi conseguiti con quelli riportati nella letteratura precedentemente analizzata poiché le nostre scelte relative sia all’individuazione delle DMU che delle variabili di input e degli output non sono sovrapponibili con gli studi effettuati ad esempio da Campedelli et al., Rebba et al., per la specifica situazione del Veneto, Barbetta et al., De Nicola et al., Guerrini et al. Per la più generale analisi della situazione delle strutture sanitarie italiane. D’altro canto, come rilevato da Campedelli et al. «la disponibilità delle informazioni condiziona la possibilità di analisi e…

127Del Bene L., “La misurazione delle performance nelle pubbliche amministrazioni

nell’ottica del federalismo” in Anselmi L. a cura di, La misurazione delle

performance nelle pubbliche amministrazioni, Scuola Superiore della Pubblica

l’attendibilità e l’omogeneità di rilevazione delle prime può influenzare i risultati della seconda. Ciò implica che la decisione di costruire e mantenere nel tempo database informativi e, nondimeno, le scelte effettuate in merito al livello di granularità à delle rilevazioni e alla mutidimensionalità delle informazioni rilevate non rappresenta una mera implementazione statistica, ma costituisce un’azione di governo del sistema sociosanitario, sulla quale concentrare l’attenzione degli attori istituzionali.». 128

E’ evidente quindi che le analisi e la scelta dei dati da utilizzare nella ricerca sono condizionate dagli obiettivi di carattere politico istituzionale e nello stesso tempo i risultati delle indagini, a loro volta, devono essere utilizzati in sede istituzionale per adottare le opportune scelte atte a implementare i sistemi organizzativi in funzione del miglioramento della performance, miglioramento che dovrebbe incidere a sua volta sulle scelte politico istituzionali in un ciclico sforzo di miglioramento. Si tratta, in sostanza, di inserire i risultati delle analisi condotte con gli strumenti della DEA in un’ottica di miglioramento continuo che «permette di costruire uno schema di riferimento con il quale confrontarsi e da assumere come stimolo al cambiamento. In questo modo si genera una sorta di rottura con gli schemi preesistenti, instaurando all’interno dell’azienda (sanitaria) una tensione all’innovazione e all’approfondimento»129

Certo non è la DEA il solo strumento utilizzabile per il miglioramento del servizio, ma sicuramente essa rappresenta uno strumento potente per migliorare l’utilizzazione delle risorse disponibili, attraverso un accrescimento dell’efficienza.

128 Campedelli B., Guerrini A., Romano G., Leardini C., “La performance della rete ospedaliera pubblica della Regione Veneto. L’impatto delle variabili

ambientali e operative sull’efficienza”, Mecosan, 92, 2014

129 Anselmi L , L’equilibrio economico nelle aziende sanitarie, strumenti per una gestione manageriale efficace, Donato F., “Correlazione tra qualità e controllo nelle aziende sanitarie”, Il Sole 24 Ore Pirola SPA, Milano, pp. 189-220, 1996

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