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Analisi delle performance realizzate dal portafoglio fondi

Come per il portafoglio ETF, anche per il portafoglio fondi si è eseguita un’analisi in termini di performance e rendimento, si è partiti dalla determinazione, mediante l’analisi delle serie storiche, dei rendimenti dei vari strumenti per giungere in fine al calcolo degli Indici di performance di Sharpe e di Sortino che risulta una misura correttiva del primo in caso di rendimenti negativi. L’analisi dei singoli prodotti finanziari, evidenzierà il confronto dell’andamento del fondo con quello del benchmark di riferimento. Partendo dall’asset azionario, analizziamo le performance del prodotto Eurizon Azioni PMI Italia.

I valori del prodotto sono elencati in figura 69, nella prima si evidenzia l’andamento dei rendimenti confrontati con il benchmark di riferimento “Azionari Italia - Mid & Small Cap” da cui si evince un andamento pressoché uguale, salvo in alcune giornate dove il fondo perfoma più dell’indice ed altre dove avviene il contrario.

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Grafico 32 - andamento dei rendimenti e delle performance Eurizon Azioni PMI Italia

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Lo strumento evidenzia dei buoni rendimenti e una discreta volatilità, definendo infine degli indici di performance di Sharpe e di Sortino rispettivamente dell’1,12 e del 2,5.

Il secondo strumento della categoria azionaria è Arca Economia Reale Equity Italia P che anche in questo caso definisce un andamento dei rendimenti espresso in figura 70, dove si riscontrano anche, una volatilità più bassa della prima (15,43%) e dei rendimenti in linea con quelli di mercato (33,48%).

Grafico 33 - andamento dei rendimenti e delle performance Arca Economia Reale Equity Italia P

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Il terzo ed ultimo strumento azionario, viene descritto in figura 71 dove evince un andamento del fondo superiore rispetto a quello che è stato l’andamento del benchmark, con rendimenti e volatilità nella media. Gli indici di Sharpe e di Sortino, evidenziano invece delle buone performance del fondo essendo gli stessi di valori pari a 1,97 e 4,61.

Grafico 34 - andamento dei rendimenti e delle performanceSymphonia Azionario Small Cap Italia

Fonte: www.fondidoc.it

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Conclusa la descrizione dell’asset azionario, passiamo a descrivere quello che è la seconda tipologia di asset inserito in portafoglio, ovvero quello obbligazionario.

L’asset obbligazionario costa di tre distinti strumenti, indicizzati alle obbligazioni governative giapponesi e dell’area euro.

L’Interfund Bond Japan, come si vede nel grafico 71, ha seguito un andamento dei rendimenti altalenante, con picchi positivi nel mese di luglio dello scorso anno (luglio 2016), il fondo ha seguito quasi fedelmente il proprio benchmark, rimanendo, tuttavia, sempre al di sotto dello stesso. Un andamento di questo tipo neutralizza quasi il concetto di gestione attiva, infatti, come si è detto nei primi capitoli il compito del gestore attivo dovrebbe essere quello di battere il mercato (in questo caso il benchmark) cosi da giustificare i maggiori costi di una gestione attiva rispetto a quella passiva. I rendimenti di suddetto strumento, infatti, risultano negativi (-2,63%), nonostante abbiamo mostrato una contenuta volatilità. Gli indici di performance analizzati risultano negativi, definendo una performance del fondo che riduce la complessiva performance del portafoglio

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Grafico – 35 andamento dei rendimenti e delle performance L’Interfund Bond Japan

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Le figure 72, 73 e 74 mostrano l’andamento dei rendimenti e delle performance dei tre distinti fondi “Foditalia euro bond” che nell’arco temporale preso in esame (01/04/16 – 31/05/17) replicano il mercato, delineando un trend che segue fedelmente il benchmark scelto (Obbligazionari Area Euro - Governativi (Oltre 10 anni) tuttavia, per la maggior parte dei casi, il trend dei fondi rimane al di sotto del mercato, preformando meno di esso. Anche in questo caso viene meno il concetto stesso di gestione attiva, che richiede delle performance superiori a quelle del mercato, che giustificherebbero i costi addizionali rispetto ad una gestione passiva. Le performance negative, oltre che dal grafico delle tre distinte figure, le si evincono da un indice di Sharpe e di Sortino negativi. Il fondo, tende a rimanere, quindi, al di sotto del mercato non riuscendo ad ottenere i risultati sperati, i rendimenti rimangono negativi nell’arco temporale di riferimento, riducendo ulteriormente le performance complessive del portafoglio.

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Grafico 36 - andamento dei rendimenti e delle performance

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Grafico 37 andamento dei rendimenti e delle performance

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Grafico 38 andamento dei rendimenti e delle performance Fonditalia euro bond long term R

Fonte: www.fondidoc.it

Infine, si è scelto di inserire all’interno del portafoglio fondi una terza asset class di strumenti, per aumentarne, quanto possibile, la diversificazione. L’asset dei

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bilanciati. Il primo di questi è l’UBI performance portafoglio aggressivo, lo strumento ha perseguito un trend in crescita da aprile 2016 a marzo 2017, rimanendo tuttavia al di sotto dei valori di mercato, il benchmark infatti ha performato più del fondo. I rendimenti risultano, tuttavia, positivi e del 17,56%. Le performance degli ultimi due anni sono positive, con indici di performance che restituiscono vali pari a 2,16% e 5,75%.

Grafico 39 - andamento dei rendimenti UBI Prameamerica Performance portafoglio aggressivo

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Grafico 40 - andamento dei rendimenti Sofia treding

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La figura 76 mostra l’andamento e le performance battute dal fondo “Sofia

treding” i commenti a tali risultati risultano identici a quelli fatti per i fondi UBI prameamerica, il fondo, infatti, performare meno del mercato di riferimento rimanendo tuttavia su trend positivo e con rendimenti del 17,51% e con indici di performance rispettivamente del 2,60% e del 7,06%.

Grafico 41 - andamento dei rendimenti e performance Fonditalia core 3 T

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“Fonditalia core 3 T”, inserito anch’esso nell’asset bilanciato offre un

rendimento positivo del 14,53% e delle performance positive, tuttavia, come si evince dalla figura 77 persegue un trend che è nettamente lontano dai livelli del suo benchmark rimanendone sempre al di sotto. In questo caso le performance sono si positive, ma determinano un risultato del gestore che è nettamente inferiore a quello del mercato di riferimento.

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Grafico 42 - andamento dei rendimenti e performance Arca multiasset Dynamic

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La figura 78 mostra il trend dei rendimenti e le performance ottenute dal fondo “Arca multiasset Dynamic”. Tale strumento, esalta il valore del portafoglio fondi, infatti, lo stesso ha ottenuto performance superiori a quelle di mercato registrate nel 2017. Sia il fondo che il mercato replica hanno segnato una crescita nell’arco temporale di riferimento, ma ancora una volta è il fondo a rimanere al di sotto del mercato, e non viceversa.

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Grafico 43 - andamento dei rendimenti e performance

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La figura 79 chiude la descrizione dei rendimenti e delle performance del portafoglio fondi.

La valorizzazione del fondo “Fonditalia core 3 R”, che in linea con gli altri strumenti descritto, definisce una crescita dei rendimenti sull’orizzonte temporale di riferimento, la crescita, risulta minore rispetto a quella ottenuta dal mercato di riferimento, ma comunque positiva. Le performance del fondo sembrano eguagliarsi nel 2017 ed essere minori del benchmark di riferimento nell’anno precedente. Gli indici di Sharpe e Sortino sembrano comunque esaltare le performance del fondo, che a parte qualche shock tende a mantenere stabile la propria volatilità.

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Allegati:

Le tabelle illustrano i rendimenti con cadenza mensile degli strumenti che compongono il portafoglio ETF e dei tassi EURIBOR a 1 anno utilizzati per il

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• ELENCO TABELLE:

Tabella 1 - Report- Risparmio gestito: sintesi del 3° trimestre del 2016 Tabella 2 - Gli ETF Socialmente responsabili in Europa

Tabella 3 - Costi degli ETF e dei fondi a confronto Tabella 4 - a Portafoglio bilanciato prudente (ETF)

Tabella 4 b - Portafoglio Moderato (ETF)

Tabella - 4 c - Portafoglio Aggressivo (ETF)

Tabella 5 - fondi comuni selezionati

Tabella 6 a - Portafoglio Bilanciato Prudente (Fondi) Tabella 6 b - portafoglio moderato (Fondi)

Tabella 6 c - Portafoglio aggressivo (Fondi)

Tabella 7 - Composizione del fondo Eurizon Azioni PMI Italia Tabella 8 - Composizione fondo Arca Economia Reale Italia P Tabella 9 - composizione Fonditalia Euro Bond Long Term T Tabella 10 - Composizione Fonditalia Euro Bond Long Term S Tabella 11 - Composizione del fondo Sofia trading (A)

Tabella 12 - Composizione del fondo Sofia trading (B)

Tabella 13 - Composizone del fondo Arca Multiasset Dynamic parte 2 Tabella 14 - Composizione del fondo Fonditalia Core 3 T

Tabella 15 - Composizione del fondo Fonditalia Core 3 T – parte 2 Tabella 16 - Indici di performance

• ELENCO GRAFICI Grafico 1 - Flussi investiti in ETP

Grafico 2 - Crescita a livello globale degli ETP

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Grafico 4 - Confronto della raccolta netta dei fondi d’investimento e degli ETP Grafico 5 - L’evoluzione del mercato ETFplus di Borsa Italiana

Grafico 6 - Excursus normativo dal ’68 ad oggi

Grafico 7 - rendimento Comstage FTSE 100 TR UCITS annuale con cadenza mensile

Grafico 8 - Rendimenti Amundi ETF MSCI Nordic annuo con cadenza mensile Grafico 9 - Rendimenti iShares Nikkei 225 UCITS (CSNKY)annuo con cadenza mensile

Grafico 10 - Rendimenti iShares MSCI Pacific ex-Japan UCITS Dist annuo con cadenza mensile

Grafico 11 - Rendimenti iShares Euro Ultrashort Bond UCITS (ERNE)

Grafico 12 - Rendimenti con cadenza mensile di SPDR Barclays Emerging Markets Local Bond UCITS (EMLD)

Grafico 13 - Rendimenti iShares Global Corporate Bond UCITS (CORP) Grafico 14 - Rendimenti db x-trackers II iBoxx Sovereign Eurozone Yield Plus UCITS 2C (XHYP)

Grafico 15 - Rendimenti UBS ETFs plc - CMCI Composite SF UCITS EUR A- acc

Grafico 16 - Rendimenti ETFS Longer Dated All Commodities (OD75)

Grafico 17 - Rendimento Lyxor UCITS Commodities Thomson Reuters/ Corecommodity CRB ex-Energy TR C-EUR (CRBN)

Grafico 18 - Storico dei rendimenti Eurizon Azioni PMI Italia Grafico 19 - Rendimenti Arca Economia Reale Italia P

Grafico 20 - Andamento degli strumenti finanziari di ETF e fondi Grafico 21 - Andamento di Fonditalia Euro Bond Long Term T Grafico 22 - Rendimenti Fonditalia Euro Bond Long Term S Grafico 23 - Andamento di Fonditalia Euro Bond Long Term S Grafico 24 - Andamento di Fonditalia Euro Bond Long Term R Grafico 25 - Andamento del fondo Sofia Trading

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Grafico 27 - Andamento del fondo Fonditalia core 3 T Grafico 28 - Rendimento del fondo Fonditalia core 3 T Grafico 29 - Composizione del fondo Fonditalia core 3 T

Grafico 30 - Andamento del fondo Arca Multiasset Dynamic parte 2 Grafico 31 - Andamento complessivo degli strumenti nel portafoglio fondi Grafico 32 - Andamento dei rendimenti e delle performance Eurizon Azioni PMI Italia

Grafico 33 - Andamento dei rendimenti e delle performance Arca Economia Reale Equity Italia P

Grafico 34 - andamento dei rendimenti e delle performance Symphonia Azionario Small Cap Italia

Grafico – 35 Andamento dei rendimenti e delle performance L’Interfund Bond Japan

Grafico 36 - Andamento dei rendimenti e delle performance Grafico 37 - Andamento dei rendimenti e delle performance

Grafico 38 - Andamento dei rendimenti e delle performance Fonditalia euro bond long term R

Grafico 39 - andamento dei rendimenti UBI Prameamerica Performance portafoglio aggressivo

Grafico 40 - andamento dei rendimenti Sofia treding

Grafico 41 - andamento dei rendimenti e performance Fonditalia core 3 T Grafico 42 - andamento dei rendimenti e performance Arca multiasset Dynamic Grafico 43 - andamento dei rendimenti e performance

• ELENCO FIGURE

Figura 1 - Schema sintetico di acquisto di un ETF

Figura 2 - La dinamica della struttura dell’offerta degli OICR Figura 3 - Schema replica sintetica funded

Figura 4 - Schema replica sintetica unfunded

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Figura 6 - composizione del costo

Figura 7 - Il costo totale di possesso per un investimento ETF

Figura 8 - trattamento fiscale degli ETF armonizzati e non armonizzati Figura 9 - Asset allocation con gli ETF

Figura 10 - investimento di 1.000€ per tre anni in fondi o ETF parte prima Figura 11 - investimento di 1.000€ per tre anni in fondi o ETF parte seconda Figura 12 - investimento di 1.000€ per tre anni in fondi o ETF parte terza Figura 13 - andamento della raccolta dei fondi Sri dal 1999 al 2014 Figura 14 - Distribuzione del Sustainability Rating

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CONCLUSIONI

L’universo finanziario è sempre in continua evoluzione, sia il legislatore che l’ingegneria finanziaria cercano di mantenersi al passo con tale evoluzione, per rispondere alle esigenze di tutela di investitori e promotori dei servizi, e dei rapporti che legano questi.

Gli ETF hanno vissuto un vero e proprio boom negli ultimi due anni, Il mercato italiano degli Etf, in particolare, è caratterizzato dalla elevata presenza di clienti retail, l’utilizzo degli Etf da parte di tale clientela determina un trend in forte crescita in molti mercati, questo perché sono sempre di più gli investitori che apprezzano i vantaggi di economicità, trasparenza e flessibilità offerta da questi strumenti.

I dati di Borsa Italiana offrono un ulteriore conferma sul fatto che gli investitori italiani sono molto attivi, anche se poi risultano marginali in termini di capitali movimentati.

Gli investitori, utilizzano gli Etf soprattutto per esporsi a mercati su cui sarebbe altrimenti difficile investire in maniera diretta, come gli emergenti o il settore immobiliare.

A livello europeo, circa l’80-90% delle masse gestite sono riconducibili a clienti istituzionali. L’Italia non fa eccezione, anche se Borsa Italiana si evidenzia per essere al primo posto assoluto per numero di contratti scambiati a livello continentale, l’anomalia di fondo è che ancora pochi privati possono beneficiare di questi strumenti, se non all’interno di gestioni patrimoniali, fondi di fondi e portafogli consigliati da consulenti indipendenti.

I punti di forza degli Etf, a parte i costi, sono sicuramente la loro flessibilità ed ampiezza di gamma, gli stessi possono essere impiegati sia nella parte core di un portafoglio sia in quella satellite, o in alternativa, per aumentare rapidamente l’esposizione su di un singolo mercato o stile d’investimento.

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Il lavoro che si è portato avanti ha avuto come obiettivo la conoscenza degli ETF come strumenti finanziari alternativi ai fondi d’investimento, si sono di fatto, strutturati due distinti portafogli, selezionando ETF e fondi comuni come strumenti che li compongono, si è successivamente ponderato il capitale investito utilizzando tre diversi pesi ottenendo tre diverse profilature di rischio, si è quindi confrontato un portafoglio composto interamente da ETF, con uno costituito interamente da fondi comuni, adattando gli stessi a tre diverse tipologie di investitore, in relazione al rischio che gli stessi potrebbero essere in grado di affrontare. La definizione di un portafoglio interamente formato da ETF ed uno di soli fondi è stata una scelta voluta e mirata, per accentuare una ricercata convenienza degli ETF rispetto ai fondi. Il lavoro, oltre che identificare i due portafogli ha seguito la valutazione delle performance degli strumenti e del portafoglio nel suo complesso, avvalendosi di indici che in qualche modo potessero dare informazioni sul loro andamento. Si è scelto inizialmente di ipotizzare un investimento di 50.000€ distribuiti come descritto nelle figure 26 e 28(vedi pagina). Soprattutto in Italia, ma anche in un contesto più ampio come quello europeo, gli ETF non hanno registrato un impiego massiccio, anche se comunque in crescita. Negli ultimi dieci anni, infatti, si evidenzia una crescita dei fondi comuni, ma anche degli strumenti a gestione passiva, che concorrono con i primi evidenziando una crescita del 12,8% contro quella dei fondi che si attesta del 4,8%. Il 2016 è stato un anno di confronto tra quelli che possiamo definire ETF tradizionali e quelli che perseguono i caratteri dell’investimento ESG. I risultati, di tale confronto, hanno portato alla luce uno scarso interesse da parte degli investitori per l’investimento sostenibile, infatti, i 28 ETF sul mercato europeo hanno determinato una raccolta netta di 1,1 miliardi di euro, contro i 48 miliardi di raccolta netta di quelli tradizionali.

Le anali condotte sugli strumenti selezionati e inseriti all’interno del “portafoglio ETF” evidenziano dei costi contenuti, come la teoria ci induceva a pensare, il TER, infatti, si stabilizza tra 0,30 e 1%.

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I numerosi vantaggi menzionati nel capitolo secondo, potrebbero se valutati in modo minuzioso, portare alla compensazione di quelli che potremmo definire gli svantaggi degli exchange traded fund. Gli ETF in definitiva di confermano come strumenti per i piccoli risparmiatori, ma anche per la clientela private ed istituzionale, ciò che li differenzia sarà sicuramente l’utilizzo e l’investimento che vi starà dietro.

L’analisi condotta ha affermato le sensazioni iniziali, legate all’inefficienza dei mercati, infatti, lo studio sui fondi ha avvalorato l’impossibilità, di questi, di riuscire a battere il mercato, cioè far meglio di esso, in questo modo i costi di gestione eccedenti una gestione passiva, non trovano più fondamenta stabili. Sicuramente una gestione attiva, legata alla professionalità dei gestori, trova convenienza per l’impiego di grandi masse di capitali, ma per la clientela retail, una gestione attiva può certamente valutarsi come un surplus dell’investimento, richiedendo un costo addizionale non strettamente necessario. Gli ETF, nei generis, possono ritenersi un buono strumento per la valorizzazione del proprio portafoglio d’investimento, offrendo allo stesso una buona diversificazione ed un elemento di riduzione del rischio complessivo al quale si è esposti. Il rischio è, come ribadito più volte, un elemento insito nel concetto stesso d’investimento, ma un’attenta analisi finalizzata alla scelta dell’asset class, in linea con le esigenze del risparmiatore e una accurata diversificazione, possono essere il punto di partenza di un investimento sano.

Bibliografia/Sitografia

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