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Analisi delle Recensioni di Kakebo, Edizione Vallardi 2017

A.7. L'utilizzo di uno strumento come Kakebo ha influenzato positivamente

4.4 Analisi delle Recensioni di Kakebo, Edizione Vallardi 2017

Dalla seguente infografica si vedono i termini prevalenti riferiti al libro in questione:

utilità, semplicità, praticità, supporto, consapevolezza, chiarezza e passa-parola positivo.

Figura 9: Word cloud riferita alle recensioni totali del Kakebo Vallardi 2017

101

27

6

5

2

79 Dai giudizi negativi solitamente si può sempre imparare, per cui analizzando unicamente dalle 3 stelle in giù, possiamo vedere che la situazione si rovescia:

Figura 10: Word Cloud basata sui giudizi negativi (3 stelle e inferiori)

Termini come: “Impegnativo”, “inutile”, “non si adatta”, “non tascabile”, “complicato” sono accompagnati da stati d’animo negativi quali: “ansia”, “angoscia” e “stress”.

Questo ci sottolinea ancora di più lo stato d’animo dei soggetti che si trovano a utilizzare questo strumento, per necessità più che per volontà. Le sensazioni di “costrizione” e “prigionia” sono un qualcosa di rilevante che non andrebbe assolutamente trascurato, nella nostra analisi, pur trattandosi della minoranza dei casi.

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CAPITOLO V

SEZIONE I Conclusioni

5.1 Analisi Complessiva

Abbiamo dunque visto, attraverso l’analisi dei risultati delle indagini Istat, Prometeia e Centro Einaudi, come il risparmio sia una necessità per circa il 65% della popolazione italiana; sempre attraverso tali dati, andando a scavare più in profondità è inoltre emerso come, di questo 65%, oltre il 60% non riesca più a risparmiare e inoltre abbiamo potuto analizzare un fenomeno sempre più diffuso di Dipendenza Economica. Per cui questo periodo di “crisi” globalizzata, come una spirale, ha trascinato verso sé tutte quelle situazioni precarie relative a posti di lavoro non stabili. Gli italiani, da sempre, storicamente, un popolo di risparmiatori, hanno iniziato a cercare nuovi metodi per poter sopravvivere; nonostante alcuni dati siano comunque positivi per il futuro, è necessario trovare strumenti per poter approdare a questo futuro che sembra comunque lontano. In quest’ottica è stato analizzato il mondo del risparmio e delle metodologie inerenti a esso, in particolare ci siamo concentrati sul metodo giapponese “Kakebo” ovvero “libro-dei-conti”. Dopo averlo analizzato e averne colto i valori e la value proposition che rappresentano la Reason Why del successo di questo prodotto, ci siamo concentrati su un benchmarking delle applicazioni per mobile, attualmente in circolazione. È stato analizzato il mercato delle applicazioni di gestione del budget e sono state evidenziate delle personas che rappresentano i “reali users” nonché i “solutions seeker” del settore.

Tutto questo lavoro ci ha permesso di evidenziare opportunità verso cui intervenire nella progettazione di un eventuale applicativo di gestione del budget, nonché l’individuazione dei profili dei soggetti su cui porre l’attenzione nel corso della ricerca. Sono stati preparati i questionari e sono stati somministrati e abbiamo potuto appurare a livello complessivo alcuni fattori degni di nota, in particolare:

81 gli strumenti più utilizzati dagli individui per la gestione del budget, escludendo il sistema Kakebo, risultano essere le applicazioni.

Questa situazione, combinata con il fatto che il cartaceo sia comunque la seconda voce, può essere vista sotto un duplice aspetto: da un lato, significa che il mondo digitale è pieno di applicazioni per il controllo della spesa, dall’altro ci mostra come il 40% potrebbero essere utilizzatori futuri di un applicativo, qualora questo soddisfi le loro esigenze.

Sulla base di quest’ultimo punto, si può anche evidenziare il fatto che il 22% degli iscritti alla pagina Facebook analizzata, utilizzano sistemi digitali come supporto alla compilazione del Kakebo. Se a questo sommiamo che, circa il 62% degli utilizzatori attuali di Kakebo, hanno provato prima con altri strumenti non cartacei e non si sono trovati bene, abbiamo un quadro ben chiaro di quella che è la situazione dal lato “probabile utilizzatore”.

Dal lato del risparmio, facendo un passo indietro, dal Q2, emerge come la “spinta” al controllo della spesa nasca come un meccanismo di risposta a timori, paure, imprevedibilità della vita e problemi di autocontrollo, piuttosto che come un desiderio con connotazioni positive: infatti, solo l’8% dei rispondenti ha dichiarato di “sentirsi meglio con loro stessi”.

Tutto questo è confermato se guardiamo alle sensazioni derivate dall’ utilizzo continuativo del Kakebo. La maggior parte dei rispondenti sostiene di aver maggiore consapevolezza e un maggior controllo, lasciando come ultime voci, in termini di importanza, sicurezza economica e libertà.

[Applicazioni per Smartphone e tablet] 0,366906 51

[Pagine Excel] 0,251799 35

[Altri applicativi su pc o web] 0,093525 13

[Pagine Cartacee diverse da Kakebo] 0,28777 40

Totale 139

82 Andando nello specifico dei desiderata complessivi dell’ipotetico utilizzatore di uno strumento gestionale, dai questionari emerge una netta rilevanza per l’essere gratuito (elemento comunque noto, più dell’80% delle app, installate sui dispositivi, infatti, secondo ricerche di mercato specifiche del settore i-tech, risultano essere gratuite). L’elemento più rilevante, in seconda battuta, risulta essere, quindi, l’intuitività dello strumento, che sia quindi semplice da utilizzare e da comprendere, e l’immediatezza di fruizione, in termini di rapidità di utilizzo nonché di fluidità del software stesso.

Tabella 28: Funzioni/skill che dovrebbe possedere un applicativo per essere scelto

Per coloro che utilizzano Kakebo è emersa una certa rilevanza verso la possibilità di fotografare lo scontrino, questo perché la metodologia giapponese chiede di conservare TUTTI gli scontrini, risultando così complicata e faticosa.

Inoltre risultano essere importanti anche l’esportabilità su PC e la compatibilità tra device diversi e OS differenti.

incidenza totale punteggi modalità risp media valutaz

[gratis] 31% 438 96 4,5625

[compatibile su più device] 11% 153 36 4,25

[esportabile su pc] 9% 123 27 4,555555556

[intuitivo] 17% 241 54 4,462962963

[fotografia dello scontrino] 9% 121 30 4,033333333

[immediato*] 12% 176 39 4,512820513

[condivisibile] 7% 104 23 4,52173913

[comandi vocali] 2% 22 6 3,666666667

[esteticamente accattivante] 3% 44 11 4

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SEZIONE II

LIMITI DELLA RICERCA

Come in tutte le ricerche, anche in questo caso abbiamo dei limiti che è necessario analizzare; prima di tutto, analizziamo i partecipanti ai due questionari.

In particolare nel primo questionario, vi sono state difficoltà nel reperire soggetti realmente motivati a testare l’applicativo. In un primo momento l’idea era quella di sottoporre ai rispondenti del Q1, due questionari: un primo questionario in cui vi era una sorta di profilazione, che è in parole povere il nostro Q1, e un secondo questionario al termine di un periodo di prova, per coloro che avessero dato disponibilità a testare Jakebo, l’applicativo online. In realtà sotto questo secondo aspetto sono emerse problematiche di duplice natura:

tecnica: dovuta ad esempio a problemi ad accedere all’applicativo con strumentazioni diverse dal PC (si sa infatti che gli utenti, oggi, tendono molto di più a navigare su internet tramite smartphone e tablet, in base al livello di istruzione e possibilità siamo tra il 57% e il 65% della popolazione italiana.28); in particolare

accedendo con tablet e smartphone, la schermata di login e quella di utilizzo risultano essere poco funzionali.

Figura 11: Screenshot vista portrait e landscape della home Jakebo.

28 Mobile marketing & communication: Consumatori Imprese Relazioni (Di Cherubini, Pattuglia) –

accesso a internet da smartphone e tablet – “Gli elementi di insoddisfazione riguardano aspetti di natura

più tecnica che di contenuto. Gli elementi di natura tecnica più citati sono: la lentezza della connessione (35,3%), entrare in siti pesanti e lenti (24%), i problemi legati all’utilizzo del computer in generale (12,7%).”

84 I “tester” quindi hanno potuto notare, fin da subito, uno stato molto embrionale del programma, tale da rendere complesso l’utilizzo continuativo del software.

In particolare dai giudizi raccolti da alcuni dei rispondenti è possibile ricavare delle linee guida che saranno approfondite nel paragrafo successivo.

Il secondo aspetto, oltre a quello tecnico, è quello relazionale-motivazionale; vale a dire che i rispondenti non erano motivati a rispondere e/o testare il prodotto e lo hanno fatto unicamente come favore personale. Non avendo a disposizione una lista da cui poter estrarre un campione, si è dovuto ricorrere a metodologie tradizionali che inficiano i risultati, non essendo estendibili a tutta la popolazione, quali passa-parola e simili.

Passando al secondo questionario, il Q2, il principale limite, nonché dispiacere, è stato quello di aver ottenuto un tasso di revenue insignificante se paragonato al numero di iscritti (tra rispondenti al questionario e ai sondaggi, siamo intorno alla sessantina di soggetti, contro 7'000 iscritti al momento del questionario, che oggi sono oltre 10'000, a conferma della vitalità del canale). Questa “vitalità” del canale ha rappresentato un problema anche per il continuo aggiungersi di contenuti che facevano sì che vi fosse un elevato turnover di post. Inoltre il periodo di pubblicazione, sulla pagina Facebook, del link al questionario, è stato di soli dieci giorni, per limiti imposti dall’amministratore, trascorsi i quali il sondaggio è stato effettivamente arrestato.29

Per avere dati, il più corretti possibile, circa l’effettivo risparmio mediante l’utilizzo dello strumento Kakebo, sarebbe stato corretto conoscere il reddito a disposizione; questo è stato escluso in quanto è una delle domandi che comporta il più elevato tasso di abbandono, per cui si è pensato di chiedere una percentuale, senza conoscere il reddito. Il problema in questo caso riguarda la difficoltà nel riuscire a realizzare una percentuale attendibile.

29 Ogni pagina Facebook, ha delle home rules, per la corretta gestione della pagina, in questo caso una di

85 La terminologia “gratis”, tra le “funzioni/skill”, è stato inserito per comprendere quanto è rilevante tale elemento in relazione con tutte le alternative di risposta; vi era a monte una consapevolezza di distorsione per cui è stata valutata la possibilità di toglierlo; dai primi test del questionario, nella voce altro, veniva citata, per cui è stata inserita.

Per quanto riguarda il target P.iva, la difficoltà nel trovare rispondenti che fossero realmente congrui con il target individuato è stata la principale problematica. La scelta della metodologia “intervista in profondità” è stata reputata necessaria per ottenere spunti dal momento che non abbiamo al momento informazioni su questa tipologia di probabili utenti. Nonostante la bontà dell’idea, tutte le caratteristiche negative di questa metodologia si sono presentate: “difficoltà nel trovare il tempo per rispondere”, “scetticismo generale”, “basso numero di rispondenti”, …

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SEZIONE III

SUGGERIMENTI PER LA COMMITTENZA

5.3 Piano marketing preliminare

5.3.1 Analisi dei fattori critici di acquisto di Jakebo (FCA)

Quali sono gli aspetti fondamentali alla base dell’acquisto del prodotto/servizio? Per rispondere a questa domanda è necessario fare un distinguo per le due macro- categorie: consumer e business individuate e analizzate nei precedenti capitoli di questo studio.

Consumer

I potenziali utilizzatori di Jakebo, sono individui con un range di età che va dai 18 ai 65 anni, con una particolare concentrazione tra i 24 e i 45 anni.

Nel mondo digitale è molto complesso riuscire a far spendere per un qualcosa di immateriale, nonostante possa rappresentare un valore effettivo, per cui sicuramente imputiamo a questa macro-categoria una bassa disponibilità a spendere30.

In questo mercato si basa la scelta sul rating, soprattutto sugli Store, attribuito dalla somma complessiva dei feedback; recentemente su Apple Store e Google Play Store sono stati suddivisi i feedback in aree specifiche, in modo da essere più dettagliati nell’attribuzione del punteggio e essere più trasparenti per gli users. In particolare analizzando uno dei top competitor, Money Lover troviamo:

budgeting, tracking finance, monitoring credit, see multiple accounts, backing up your data, homescreen widgets, managing credit card. Tutte queste voci corrispondono ai desiderata derivanti dai questionari; emergono, infatti, condivisibilità (see multiple accounts) e immediatezza (homescreen widget).

30 Questa affermazione è giustificabile in parte se guardiamo al livello di rilevanza complessiva assunta

dal termine “gratis” (funzioni e skill) pur ricordando l’effettiva distorsione derivata (vedi limiti), in parte è giustificabile se guardiamo ai dati di mercato delle applicazioni, con particolare riferimento al rapporto app a pagamento app gratuite.

87 Come visto nell’analisi, occorre fare un distinguo, tra coloro che utilizzano Kakebo e coloro che non lo conoscono/non lo utilizzano.

Gli utilizzatori del sistema giapponese sono una fonte importante di informazioni. In particolare si è scoperto che tale sistema, per funzionare, deve essere un minimo impegnativo, al punto da comportare una riflessione. Ciò apparentemente mal si sposa con il mondo elettronico semplicistico in realtà esistono i così detti trade-off che andrebbero presi in considerazione. I Kakebo users vorrebbero un Kakebo digitale non una app al posto di Kakebo, di quelle ne trovano a volontà in commercio e nessuna pare in grado di sostituire la carta e penna. Per cui la richiesta dei clienti è “semplice” ottenere un prodotto smart, intuitivo, con funzioni specifiche, ma che non sia troppo app perdendo il cuore del sistema Kakebo, ossia la rigidità e al tempo stesso la personalizzazione.

Durante la fase di intervista coloro che non conoscono Kakebo, hanno definito più volte tale sistema, “un po’ da malati” riferendosi anche al programma televisivo “malati di risparmio”. Questo dato dovrebbe far riflettere, chiedere di conservare minuziosamente ogni singolo scontrino e di scomporlo in ogni sua voce all’interno di quattro categorie in effetti può risultare frustrante (cosa che, peraltro si è evidenziata anche analizzando le recensioni del libro Vallardi).

P.IVA

Per conoscere appieno questo target è necessario utilizzare strumenti appositi, almeno approcciarsi al cliente con qualcosa in più di un’idea.

Ad ogni modo dall’analisi delle interviste in profondità, è emerso che questo target ha un rapporto, a seconda delle tipologie anche molto stretto, di “necessità”, con il commercialista (“Il commercialista rispetto a qualunque altro sistema informatico

dà dei consigli e quindi talvolta un sistema informatico non è in grado di dare… il rapporto con il commercialista per chi non è esperto del settore, ti devi comunque appoggiare… a quel punto”)

88 Questa figura, nelle start up, è un vero e proprio consigliere, che affianca e indirizza tutti i progetti decisionali e di sviluppo; per tali ragioni non è semplice sostituirlo con uno strumento gestionale.

Tuttavia è possibile riuscire a rendere la versione del prodotto Jakebo P.IVA complementare al lavoro del commercialista (“ci sarebbe da capire di fatto quanto

ci permetterebbe di risparmiare e di sfruttare il commercialista magari migliore, uno dice: guarda invece di perder tempo a far queste cose, che sono automatizzate dal sistema, concentriamoci che so a fare il calcolo delle previsioni di altro tipo, a lavorare più sul piano strategico per dire, potrebbe essere una maniera di riallocare comunque valida in maniera più proficua”) rendendo magari più

semplici attività dispendiose dal punto di vista del tempo, come le note spesa oppure rendendolo compatibile con il mondo mobile (“…lo utilizzerei…

smartphone, mobile con la possibilità di accederci da pc, se mi fa già la fattura pre-impostata con il template che ho scelto io, cioè va benissimo… e le note spesa al cliente, che sono la rottura maggiore, uno scontrino, lo scannerizzo dallo smartphone lo colloco sulla fattura, arrivo a fine mese, lo ricontrollo velocemente… scarico il pacchetto e spedisco al commercialista… le note spese sono un’attività time consuming… tutte le attività time-consuming, soprattutto le note-spesa, quello è un need anche come start-up…”

5.3.2 Analisi dei fattori critici di successo FCS

Jaewa dispone di un know-how e di un background tecnico-informatico tale da riuscire a creare uno strumento gestionale funzionale agli scopi descritti precedentemente.

Analizzando che cosa abbiamo adesso però, come è logico in questa fase attenderci, c’è molto su cui lavorare.

Gli aspetti più rilevanti da modificare risultano essere:

✓ Fruibilità da mobile, anche da browser, ma preferibilmente con applicazione apposita, compatibile su device diversi (sarebbe ottimale che si riuscissero a bypassare i limiti del sistema chiuso “Apple”, facendo comunicare dispositivi

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Apple e Android).

✓ Un’interfaccia funzionale e autoesplicativa, che sia immediata

✓ Implementare un set di funzioni che rendano l’applicativo realmente appetibile sul mercato.

✓ Utilizzando Jakebo, allo stato attuale, ci sono dei problemi nell’immissione dei dati e nella comprensione delle voci, in particolare:

o Se si preme invio non salva il dato ma lo perde, bisogna premere per forza il tasto Salva.

o Riconosce il punto invece della virgola meglio permettere entrambi.

o Nella schermata iniziale non si capiscono i riquadri, fa vedere il “saldo disponibile fino a fine mese”, ma non sono presenti riquadri che evidenzino le entrate del mese.

o Il riquadro “obiettivo di risparmio” non permette di inserire niente e il suo funzionamento non risulta affatto immediato.

In questo momento, analizzando il mercato, un’applicazione Kakebo, basata quindi su una versione cartacea digitalizzata non sembra esistere; tuttavia ci sono molte applicazioni che offrono gestione del budget, alert, immissione rapida, tools e widget. Se Jakebo decide di “scontrarsi” in un mercato così competitivo può farlo scegliendo due strade: essere la migliore tra tutte quelle già esistenti; essere diversa da quelle esistenti.

Conoscendo la filosofia di Business “Lean” della committenza, basata su una crescita “step by step” la scelta più logica pare essere la seconda.

I punti di debolezza del Kakebo.

Il principale punto di debolezza del Kakebo, che andrebbe sfruttato riguarda il suo essere fisicamente un libro. Questo è banale ma è anche l’aspetto più importante su cui creare la reason why Jakebo: “lo hai sempre con te”. Ovviamente questo “plus” è comune a tutte le app per cui è necessario essere davvero diversi;

90 Il secondo punto di debolezza riguarda gli spazi ristretti e “complicati” della versione cartacea, ma anche questo aspetto di “ordine” accomuna comunque tutte le applicazioni di questo tipo.

Il suggerimento è quindi quello di pensare a come migliorare il Kakebo, come potrebbe essere una versione digitale del cartaceo.

Tra le criticità individuabili nel Kakebo troviamo l’obbligo di compilazione manuale, il fare i conti manualmente e il creare manualmente i grafici; queste funzioni un applicativo le potrebbe automatizzare senza problemi. Per quanto riguarda l’immissione dei dati, dai suggerimenti sono emerse alcune “lacune” per quanto riguarda la ripetitività degli acquisti o delle entrate (mutui, stipendi, affitti, ecc…). Anche queste funzioni sono abbastanza semplici da inserire in un applicativo e ne aumenterebbero di molto la fruibilità.

Sempre dai feedback dei rispondenti, l’interfaccia grafica attuale è stata ritenuta in generale troppo complicata; sarebbe interessante inserire un widget, per una futura applicazione molto minimalistico, che permetta di inserire rapidamente le spese sostenute (magari distinte per colore come nell’esempio dell’immagine elaborata)

91 Tra i consigli principali è emersa l’idea di creare una metodologia immediata di inserimento, con la possibilità di modificarne, in un secondo momento le impostazioni, tra cui inserire: ripetitività dell’acquisto, spostamento nelle altre categorie e modifica dell’importo.

Come scritto nella metodologia, è stato condotto un test cognitivo comportamentale, i cui risultati sono coerenti con quanto scritto fino ad adesso. In particolare dall’osservazione di un soggetto impegnato nella compilazione del Kakebo Vallardi 2017, è emerso quanto segue:

l’attenzione a scrivere in modo compatto, a comprendere le figure e i contenuti dei riquadri, ha generato una sensazione di stanchezza e frustrazione. Al termine della compilazione è stato chiesto di parlare dell’esperienza con il Kakebo31, che viene

riportata integralmente di seguito.

“Il libro kakebo è molto carino, curata l’estetica e con una struttura delle pagine ben impostata. Sicuramente è un ottimo strumento per chi ama scrivere su carta tutte le spese e tenere la propria contabilità di casa.

Però è uno strumento poco pratico, in quanto le spese vanno inserire tutte manualmente e a fine giornata se non a fine settimana almeno; non è possibile per ogni spesa fatta (di qualsiasi genere) tirare fuori il librino e annotarla.

Inoltre le uniche due pecche della struttura organizzativa delle pagine sono: gli spazi e il limite di contabilizzare le spese relative a 4 settimane e non al mese intero.

Per quanto riguarda gli spazi, troppe righe fitte per cui la spesa diventa poco ordinata.

Per quanto riguarda le 4 settimane, preferisco fare i conti su tutto il mese che sulle 4 settimane, proprio come fa Jakebo.

Infine credo che ormai, essendo in un mondo 4.0, si debba necessariamente passare alla tecnologia e preferisco un software intuitivo e immediato che mi dia

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la possibilità di inserire le spese che faccio all’istante piuttosto che un quadernino da annotare.

Vorrei comunque non rinunciare al cartaceo perché a fine mese (o magari anno) vorrei poter stampare, con tanto magari di grafico allegato, il report finale. Quindi bello il quadernino ma preferisco il Jakebo, ovviamente migliorato.”

Al termine dell’utilizzo del Kakebo è stato chiesto di utilizzare Jakebo e di fornire le proprie impressioni circa la user experience. Durante la compilazione si sono viste molte difficoltà dovute all’inserimento dei dati e alla confusione tra le voci (Hobby e Optional in particolare).

Come sopra, sotto è riportato integralmente il “report” sulla user experience.

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