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2.2. La proposta operativa dell’ODCEC di Milano

2.2.5 Analisi Economico-Finanziaria

L’analisi economico-finanziaria è un’attività di analisi storica e prospettica dei bilanci e delle situazioni contabili per riscostruire in modo puntuale la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa e del grado di capacità di produrre un adeguato flusso di cassa in modo da garantire la sostenibilità economico-finanziaria.

L’analisi delle informazioni economico-finanziarie deve essere strutturata in maniera organica, completa e deve sempre essere riscontrabile nelle scritture

contabili, elementari, cronologiche e sistematiche. La finalità è quella di mettere a disposizioni dei destinatari, lettori delle informazioni che siano omogenee e rilevanti al fine di poter procedere ad analisi storiche e prospettiche che risultino attendibili.

La fonte fondamentale per questa analisi risulta essere il bilancio di esercizio e consolidato, qualora previsto, inteso come stato patrimoniale, conto economico, rendiconto finanziario e nota integrativa.

A tal proposito occorre fare una precisazione sul rendiconto finanziario che, ai nostri fini è opportuno analizzare nelle sue voci contabili di autofinanziamento, flusso di cassa operativo, fonti di finanziamento, capitale proprio e di credito ed è da considerarsi lo strumento più importante per la corretta determinazione della dinamica dei flussi di cassa e di conseguenza per giungere in modo consapevole a capire quali sono le cause possibili di decadimento delle condizioni di continuità aziendale.

In aggiunta al bilancio, come fonti da analizzare, si aggiunge anche la relazione sulla gestione, la relazione del collegio sindacale e dei revisori, ove prevista dalla normativa civilistica.

Gli organi di controllo interno, ad integrazione del documento di comunicazione finanziaria, devono poter disporre in modo dettagliato delle situazioni contabili riepilogative dei saldi di libro mastro e di ogni altra scrittura elementare, cronologica o sistematica che sia necessaria ad una corretta, coerente e consapevole valutazione sulla probabilità di insolvenza.

L’obiettivo principale di questa fase di analisi è di verificare, sia ex post che ex ante, la capacità dell’azienda di gestire e generare un flusso di cassa che risulti adeguato a garantire la continuità aziendale, ovvero più specificatamente una crescita economica che sia coerente con gli obiettivi strategici prefissati e la sostenibilità finanziaria, quindi riuscire a mantenere un equilibrio economico e un equilibrio finanziario.

A tal fine gli organi di controllo interno dovranno periodicamente, almeno su base trimestrale, monitorare gli indici finanziari che costituiscono gli early warning contabili, i quali dovranno essere calcolati sulla base di situazioni

contabili infra-annuali, confrontandoli con la serie storica, che deve essere almeno triennale, che abbia la stessa periodicità.

A tal proposito noi seguiremo quanto dice questa fase, quindi il calcolo degli indici finanziari e il confronto tra loro per un arco temporale triennale, ma li determineremo su base annuale in virtù del fatto che siamo in possesso di bilanci di periodo e non di situazioni contabili infra-annuali.

La procedura di analisi economico-finanziaria deve rispettare, a prescindere dal fatto che sia effettuata su base storica o prospettica, i seguenti standard metodologici:

 differenziazione per tipologia di soggetto: forma giuridica, dimensione,

settore merceologico, area geografica, tipologia di bilancio prodotto

(ordinario, abbreviato, consolidato), di macro-attività economica38 e tipologia

di ciclo produttivo;

 calcolo dei principali indicatori economico-finanziari in maniera omogenea

per bilanci storici o prospettici, evitando cambiamenti nelle voci contabili da utilizzare tra un anno e l’altro, in modo da mantenere uniformità.

 ottica rivolta alla realizzazione di indicatori prudenziali in grado di misurare il

profilo di rischio economico-finanziario dell’impresa in modo coerente con quello che è il sistema economico di riferimento (settore e area geografica) attuale e prospettico.

Lo schema complessivo di analisi dovrebbe essere con dati il più aggiornati possibile e suddiviso in macro-aree, che consentono di analizzare, in modo sequenziale e coerente, questi aspetti della gestione aziendale:

a) la crescita economica con riferimento al settore di appartenenza dell’impresa; b) la volatilità dei flussi economici e finanziari, ovvero di reddito e di cassa.

Qualora fossero molto volatili, a parità delle altre condizioni, è sinonimo di alto rischio di impresa; infatti questo porta a ricorrere a maggior capitale di

rischio e, di conseguenza, un livello di capitalizzazione più elevato per far fronte a perdite inattese39;

c) la struttura operativa ed efficienza generale. Questo significa controllare la dinamica dei ricavi, che è una variabile esogena, e quella dei costi, da considerarsi una variabile endogena. È importante in questo caso evidenziare il valore della leva operativa40 e del margine di sicurezza41;

d) autofinanziamento, redditività e qualità degli utili. In questo caso è opportuno verificare quanto del MOL è composto da ricavi di vendita e in particolare rispetto agli oneri finanziari netti. Quindi verificare che nel medio-lungo periodo il grado di autofinanziamento garantisca una crescita economica coerente con gli obiettivi di sviluppo e i piani degli investimenti dell’impresa; e) sostenibilità del servizio del debito (oneri finanziari e rate di finanziamenti a

scadenza, quindi entro 12 mesi) e del carico fiscale (imposte, tasse e contributi). In particolare è opportuno calcolare il rapporto tra i flussi di cassa operativi generati dalla società e il servizio del debito complessivo, quindi formato da quota capitale e quota interessi. La soglia ritenuta di massima tolleranza per questo indicatore, chiamato Debt service coverage ratio, è di 1,1.

f) struttura finanziaria da intendersi come il livello effettivo di capitalizzazione e di composizione temporale del debito. Nello specifico va confortata la composizione del patrimonio netto rettificato con il totale del capitale investito e con la composizione del debito finanziario.

g) equilibrio finanziario e liquidità; ovvero è consigliabile analizzare la dinamica del fabbisogno del capitale circolante operativo nelle sue principali

39 tipico per quelle imprese con cicli produttivi medio-lunghi, es. settore delle costruzioni, cantieristica

navale.

40 La leva operativa è data dal rapporto del margine operativo lordo (MOL) e la variazione percentuale

del valore della produzione, fermo restante l’invarianza nella struttura dei costi. In particolare il grado di leva operativa indica la sensibilità del reddito operativo alla variazione dei ricavi e alla variazione della struttura dei costi operativi. In particolare un elevato valore di leva operativa, derivanti da alti costi fissi, è di per sé sintomatico di un elevato rischio di impresa.

41 il margine di sicurezza rappresenta, in valore assoluto o percentuale, di quanto può calare il fatturato

prima di conseguire una perdita operativa; cioè il margine dentro il quale dobbiamo restare per non avere un risultato negativo.

componenti cicliche (ciclo del magazzino, dei crediti commerciali e diversi, dei debiti commerciali e diversi).

Come abbiamo già detto in precedenza tale analisi può essere effettuata su base storica o prospettica.

Nell’ottica della valutazione prospettica occorre precisare che esiste la possibilità di utilizzare bilanci prospettici o piani aziendali, business plan, purché questi risultino completi e attenibili. Tali documenti devono essere valutati in maniera critica e originare lo stesso sistema di valutazione che viene utilizzato per i bilanci storici. Per questo motivo si ritiene che si debba avere a disposizione prospetti su base previsionale riferibili ad almeno un triennio e la possibilità di sottoporre a analisi di stress le ipotesi di previsione disponibili, determinando, oltre ai casi base, anche ipotesi pessimistiche, ovvero drastici cambiamenti previsionali macroeconomici e di settore.

In conclusione l’obiettivo finale di questa fase di analisi si può sintetizzare nella verifica ex-ante della capacità economico-finanziaria dell’impresa in rapporto agli investimenti previsti e alla struttura del debito della società, nell’arco temporale di 3/5 anni, anche attraverso lo studio di indici sintetici che analizzino la crescita aziendale.

Questa è la fase caratterizzante del nostro lavoro perché riprende le fasi precedenti e estende l’analisi creando un risultato andamentale, un trend dei valori dell’impresa che ci serve per determinare lo stato di crisi. E noi possiamo operare solo in tal senso per arrivare ad avere un set informativo che ci permetta di dare un giudizio sulla salute dell’impresa.

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