1.4 Storia e finzione ne El país del diablo
1.4.2 Analisi narratologica
Per avere una narrazione è sufficiente che ci sia un narratore, una storia e qualcuno a cui raccontarla57.
Strumento a cui si ricorre per garantire la compartecipazione dell’esperienza dei singoli con una più ampia comunità, la narrazione assume diverse forme e modalità d’espressione. La forma narrativa oggi dominante è indubbiamente quella del romanzo.
El país del diablo è il romanzo che ho scelto di tradurre per il mio lavoro di
tesi. Avendone già esaminato le informazioni paratestuali nel paragrafo precedente, ritengo opportuno offrirne qui un’analisi narratologica dettagliata.
L’autore di un racconto può disporre il proprio materiale narrativo, la
storia, secondo diversi ordini o sequenze. Data quindi un’ossatura di base
del racconto, costituita dagli eventi disposti nella loro sequenza naturale di tipo logico e cronologico, ogni narratore è poi libero di ridisporre questa catena di eventi e descrizioni secondo le proprie esigenze retoriche ed estetiche58.
Il testo presenta tre grandi sequenze, Sofferenza, Morte e Resurrezione, che rappresentano rispettivamente le tre tappe del viaggio iniziatico che le giovani donne mapuche devono raggiungere e superare al fine di diventare delle machi. All’interno di questi macrocapitoli, l’ordine logico e cronologico assunto dalle vicende viene stravolto dall’inserimento di pagine che mostrano pensieri relativi al presente o ricordi legati al passato. Perla Suez decide quindi di
57 A. BERNARDELLI, La narrazione, Editori Laterza, Roma-Bari, 1999, p. 7. 58 Ivi, p. 24.
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invertire l’ordine temporale degli eventi narrati. Si prendano ad esempio le due pagine di diario di Deus che, sebbene scritte rispettivamente il 16 febbraio
1879 e il 26 maggio 1879, vengono cronologicamente invertite all’interno del
romanzo.
Come sappiamo, un romanzo può iniziare in diversi modi, ognuno dei quali mostra un ampio spettro di variazioni. Ad esempio, un romanzo può aprirsi sulla descrizione di un paesaggio o di una persona; può iniziare nel bel mezzo di una conversazione, può aprirsi con un narratore di prima persona o con una cornice che spiega l’origine del racconto. El país del diablo rientra tra i romanzi del primo tipo. Difatti, quest’opera si apre con la descrizione del deserto patagonico e dei soldati che si muovono al suo interno:
Una vasta compagnia di soldati è stata lanciata nel vuoto. Uomini bianchi e indigeni marciano, un esercito di pulci addestrate. Avanzano così rapidamente che le ruote delle carrette sembrano correre all’indietro. Le mule sono caricate di fucili. Si addentrano nel paese del diavolo. È un giorno cruciale e il deserto ne è testimone59.
All’interno del discorso narrativo è possibile fare una distinzione fra le parti dedicate al racconto e quelle riservate alla descrizione. Tale distinzione separa «le parti dinamiche della narrazione – il racconto di eventi – dalle parti statiche – la descrizione di paesaggi, oggetti e persone»60. In realtà però descrizione e narrazione sono così difficili da distinguere tanto che a volte è possibile parlare di narrazione di uno spazio e descrizione di un’azione. Ne El país del diablo questa correlazione, è evidente in una delle scene più crude dell’intero romanzo:
Il padre obbliga sua madre a mettersi in ginocchio davanti a lui. Lei lotta con le sue braccia e cerca di alzarsi. Lui la spinge di nuovo e lei cade sulle ginocchia. L’uomo ha la faccia distorta. Sfodera la sua sciabola, la afferra per i capelli e con un movimento abile le taglia la testa. Quando la molla, la testa cade e ruota a terra, come una palla di stracci fino a giungere sulla riva del fiume61.
Secondo quanto affermato poco sopra, ritengo che questo frammento possa costituire un esempio di descrizione di un’azione. Perla Suez si trova davanti
59 P. SUEZ, El país del diablo, La Pereza Ediciones, Estados Unidos, 2015, p.10. Traduzione
mia.
60 A. BERNARDELLI, op. cit., p. 59. 61 P. SUEZ, op. Cit., p.19. Traduzione mia.
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alla necessità di dover rendere un’azione così spregevole. A mio modesto parere, tale necessità riesce pienamente a essere soddisfatta attraverso la creazione di una scena che si svolge in pochi attimi ma che richiede però un tempo di lettura più dilatato.
A differenza della retorica classica in cui la descrizione era intesa come la parte del racconto in cui l’autore manifestava la propria tecnica formale, nel romanzo moderno la descrizione ha lo scopo di accrescere, sfumare o sostituire quelle parti del testo che hanno un carattere più narrativo62.
Per quanto concerne la cronologia del romanzo, si parla di tempo della storia e tempo del racconto. Il tempo della storia fissa la reale durata cronologica delle vicende narrate (anni, mesi, giorni, ore); il tempo del racconto riguarda invece la maniera in cui vengono rappresentate le vicende del tempo della storia e cioè attraverso tagli, ripetizioni, prolessi e analessi. Ne El país del diablo, il tempo della storia, occupando un arco di tempo che va dal 1852 al 1932, risulta essere maggiore del tempo del racconto.
Inoltre tra tempo della storia e tempo del racconto, si distinguono due diversi tipi di rapporto: quello relativo alla durata e quello riguardante l’ordine. In merito alla durata è possibile dire che nella scrittura di un romanzo un autore si ritrova a dover ricorrere all’ellissi e al sommario per sopprimere parti della storia che ritiene superflue ai fini della comprensione del proprio testo.
Un problema diverso è invece legato all’ordine e quindi alla possibilità di variare la sequenza degli eventi della storia anticipandoli (prolessi) o andando indietro nel tempo (analessi).
Un esempio di prolessi è dato da una delle pagine del diario di marcia del tenente Marcial Obligado, pagina in cui quest’ultimo anticipa l’epilogo dell’intera vicenda: «Creo que es posible afirmar con confianza que la campaña del desierto está ganada»63.
«Lum corre hasta que cae rendida, da arcadas y vomita. No tiene mucho en el estómago. Luego se gira sobre su espalda y llora. Cinco años atrás estaba en el
62 Cfr. in A. BERNARDELLI, op. cit, p. 63. 63 P. SUEZ, op. cit., p. 34.
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lecho del río cubierta de sangre»64 offre invece un esempio di analessi.
Al fine di condurre un’analisi narratologica completa, è necessario definire il modo in cui un autore gestisce il flusso delle informazioni sulla storia che intende fornire al lettore. La posizione da cui si osserva l’azione narrativa muta la quantità delle informazioni che il lettore può avere a disposizione65. Tra il narratore e i personaggi possono stabilirsi tre tipi di relazione, condensabili in tre semplici formule: narratore > personaggio, narratore = personaggio e narratore < personaggio. La relazione che predomina ne El país del diablo è quella di primo tipo. Difatti, Perla Suez ricorre a un narratore onnisciente che, come si vede dal frammento che segue, mostra di saperne riguardo alla vicenda più degli stessi personaggi:
Vencida, cae de rodillas con las manos en el suelo. La mirada perdida en la muerte. Se llena las manos de cenizas y se frota la cara para teñirse de gris. Es lo que hacen los chamanes para adquirir el resplandor de los espectros, para ser uno de ellos66.
Tuttavia, in diverse pagine del romanzo, la scrittrice sceglie di offrire al lettore la descrizione di uno stesso evento attraverso la prospettiva di personaggi diversi, ricorrendo dunque a una focalizzazione multipla. Attraverso le pagine dei loro diari e quindi attraverso una narrazione in prima persona, il tenente Obligado e Deus rivelano ciò che significa o ha significato per loro la conquista del deserto. «Creo que es posible afirmar con confianza que la campaña del desierto está ganada. […] La pampa fue conquistada. El general podrá dormir tranquilo»67 scrive il tenente. Sentimento diverso è quello a cui dà voce Deus: «La guerra prende fuego y devora a los muertos pero algo aún más tenebroso arde en el mundo subterráneo. […] Con leguas y palos no conquistaremos el país del diablo»68.
La figura del narratore può essere delineata secondo diverse alternative. Una di queste riguarda il rapporto tra il narratore e la storia. Dire che il narratore è eterodiegetico, equivale a dire che è un narratore estraneo ai fatti narrati,
64 Ivi, p.121.
65 A. BERNARDELLI, op. cit., p. 86. 66 P. SUEZ, op. cit., p. 33.
67 Ivi, p. 34. 68 Ivi, p. 114.
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assente dalla storia come personaggio. Questo è il caso del narratore de El país
del diablo. Infatti, tralasciando le pagine dei diari di alcuni personaggi e i
dialoghi, la narrazione è condotta da un narratore di terza persona che non coincide con nessuno dei personaggi della storia.
Nell’istante in cui il narratore deve «mettere in parole»69 la storia, si trova ad affrontare un’importante scelta formale. Egli infatti deve scegliere la distanza più o meno ravvicinata da porre fra sé e le vicende narrate. Ne El país del
diablo la distanza tra narratore e la storia è maggiore quando si ricorre al
discorso diretto. In questo caso l’autrice, nel riportare i discorsi dei personaggi, ottiene un effetto di drammatizzazione che suscita nel lettore la sensazione di una maggiore aderenza del racconto alla realtà delle vicende narrate. Cito a tal proposito uno dei dialoghi del romanzo:
“Y por qué apostamos?”, pregunta Deus. “Por plata, qué va a ser”, dice Rufino.
“En la pampa el dinero no vale nada. Quien desea fortuna debe conquistar territorio, eso es lo que dice el general, por eso estamos acá”, replica Deus70.
Ricorrendo al discorso diretto, Perla Suez lascia che siano i suoi personaggi a definire se stessi e il proprio ruolo all’interno della storia. «La storia racchiusa in ogni narrazione non deve essere considerata interamente frutto della creatività dell’autore: nel racconto non tutto è finzione, resta uno spazio per la
realtà»71. Questo è il caso de El país del diablo. Nonostante «Esta historia no es una ficción, y no alude a ninguna realidad en particular. Cualquier parecido con ésta es parte del azar», avvertenza che la Suez riporta nelle prime pagine del suo romanzo, la storia de El país del diablo rievoca la realtà storica della fine del XIX secolo.
Sebbene ricorra a personaggi di finzione, Perla Suez vuole richiamare l’attenzione dei contemporanei su una storia altra che, proprio perchè manca di una documentazione ufficiale, ha il diritto di essere narrata.
Concludo questo breve commento al testo affermando che El país del diablo rientra tra i romanzi che non hanno una conclusione definitiva poiché la Suez,
69 A. BERNARDELLI, op. cit., p. 103. 70 P. SUEZ, op. cit., p. 70.
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attraverso una struttura circolare, fa ritornare il lettore là da dove è partito. «Es un día crucial y el desierto es testigo»72 sono le parole con cui termina la prima pagina; «Unos puntos luminosos se mueven en la lejanía, no son luciérnagas, son los ojos del desierto que observa y todo es borroso para quienes lo mira» sono quelle con cui Perla Suez scrive la parola fine.
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