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La seconda fase della ricerca prevede un’analisi qualitativa dell’uso della lingua creola e consiste nell’interpretazione approfondita di questo fenomeno nei testi letterari scelti. In questa parte più interpretativa e soggettiva della ricerca, partendo dai risultati dell’analisi quantitativa, si cercherà di osservare l’impiego del creolo non solo in riferimento all’ortografia, ma nella sua totalità. Questo approccio qualitativo si avvale di diverse metodologie quali l’esame linguistico del testo letterario, l’analisi del discorso (CDA) e gli studi sull’ortografia non-standard.

La prospettiva letteraria diventa quella fondamentale, dato che l’intera ricerca si basa sull’analisi di opere letterarie e non è possibile prescindere dalla dimensione fittizia e creativa della letteratura. In quest’analisi è centrale l’uso del creolo da parte di vari personaggi che non parlano la lingua reale, ma una creazione dell’autore che può essere descritta come una lingua quasi autentica. Edgar Schneider nel suo lavoro sociolinguistico sull’uso del creolo nel romanzo The Harder They Come infatti afferma:

from a linguistic perspective, however, literary dialect has typically been regarded as problematic, as it does not record authentic data produced by real-life speakers but represents language constructed by an author of a literary work as quasi-authentic speech uttered by fictional characters.291

Nello stesso lavoro l’autore comunque conferma una crescita degli studi che si occupano della Literary Linguistics e nello specifico anche della rappresentazione letteraria del creolo. Definire questa recente disciplina è problematico in quanto manca un’identità teorica

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uniforme e in realtà la Literary Linguistics comprende diversi percorsi e vari argomenti accomunati dall’applicazione di teorie linguistiche alla letteratura.292 Tale approccio linguistico ha un’importante tradizione per esempio nella stilistica e nei vari settori interdisciplinari come Literary Criticism o Critical Linguistics293 e di grande rilevanza, come afferma anche Schneider, è la ricerca relativa al literary dialect ossia all’uso del dialetto e delle varietà non-standard a partire da lavori celebri come il testo di Norman Blake, Non-

standard Language in English Literature (1981) e il lavoro di Norman Page, Speech in the English Novel (1988).

Poiché il creolo è una varietà non-standard il suo impiego nelle opere letterarie può in effetti essere paragonato a quello dei dialetti o delle varietà vernacolari in generale. Il literary

dialect è tradizionalmente considerato una tecnica letteraria la cui funzione principale è di

identificare il personaggio fornendo informazioni riguardo la sua provenienza sociale e geografica.294 Partendo da questo presupposto si pone comunque il problema dell’autenticità ovvero della conformità della lingua letteraria (che sia un dialetto o una varietà non-standard) a quella reale, e solitamente una rappresentazione autentica è considerata più valida e meno stereotipata.295 Il concetto di autenticità appartiene anche alla sociolinguistica variazionista di William Labov che si riferisce al vernacolo spontaneo del parlante autentico (authentic speaker) e all’uso di strutture e di elementi linguistici associati a gruppi o categorie di parlanti ben precisi.296 Negli studi letterari l’autenticità come criterio di valutazione del dialetto letterario viene promossa da Sumner Ives che sottolinea l’importanza dell’analisi linguistica nella stima del grado di autenticità di questo tipo di scrittura.297 Da allora tale comparazione con varietà reali è stata il metodo principale nello studio del literary dialect, anche se si deve sempre tenere conto delle limitazioni e delle specificità del contesto letterario, tra cui anche quelle ortografiche.

La presente ricerca si occupa dell’autenticità in modo indiretto, poiché lo scopo principale non è quello di giudicare il creolo letterario in quanto più o meno autentico rispetto ad una varietà creola specifica, ma di fornirne una descrizione più ampia facendo riferimento

292 Anja Müller-Wood, ‘Instead of an Editorial: Mission Statements by Representatives of Both Fields’,

International Journal of Literary Linguistics 1, no. 1 (2012).

293 Per esempio Michael Toolan The Stylistics of Fiction: A Literary-linguistic Approach (1990); Geoffrey Leech e Mick Short Style in Fiction: A Linguistic Introduction to English Fictional Prose (II edizione, 2007); Roger Fowler The Languages of Literature: Some Linguistic Contributions to Criticism (1989).

294 Norman Page, Speech in the English Novel (Basingstoke: Palgrave Macmillan, 1988). 295 Hodson, Dialect in Film and Literature.

296 Si veda Penelope Eckert, ‘The Trouble with Authenticity’, in Indexing Authenticity: Sociolinguistic

Perspectives, ed. by Véronique Lacoste, Jakob Leimgruber and Thiemo Breyer (Berlin: Walter de Gruyter,

2014), 43–54.

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sia alle caratteristiche fonologiche sia ad aspetti più creativi come l’eye-dialect, ad aspetti paralinguistici e a quelli relativi al lessico. Dunque se da una parte è vero che le varie scelte ortografiche nei testi letterari sono confrontate con elementi della lingua ‘reale’, dall’altra non è limitato a stimare il grado di autenticità, ma serve per interpretare la scrittura creola all’interno di un discorso più ampio di ideologie linguistiche e di relazioni di potere. Infatti, per quello che concerne l’uso del creolo nella letteratura, in passato esso era impiegato principalmente come un elemento di verosimiglianza e la sua funzione era di rappresentare in maniera autentica, appunto, il contesto sociale dei parlanti.298 Mühleisen spiega questo tipo di rappresentazione con il concetto di ‘mimesi’, poiché si tratta di imitare il parlato vernacolare dei personaggi appartenenti ad una classe sociale inferiore. Infatti, riferendosi ai dialoghi di alcune donne lavandaie in un romanzo dello scrittore trinidadiano Alfred Mendes la studiosa evidenzia la funzione del creolo nel creare un’atmosfera verosimile e afferma che “the women’s language is meant to represent a mesolectal Creole – then definitley a marker of lower social class – and the novelist wanted to capture the nuances and the tone in an ‘authentic way’”.299

La prospettiva letteraria dell’analisi, oltre al literary dialect e alla questione dell’autenticità prevede anche una riflessione sul personaggio che nella presente ricerca si limita a individuare come il comportamento linguistico dei vari parlanti sia correlato alle loro caratteristiche sociali e all’aspetto dell’identità. Peraltro, i singoli usi del creolo e le singole caratteristiche sociali dei personaggi possono esprimere atteggiamenti linguistici collettivi e rispecchiare ideologie linguistiche. Al centro della discussione non è dunque il singolo personaggio e il suo sviluppo psicologico e identitario tramite l’uso della lingua, ma gli usi individuali rivelano dinamiche ideologiche. Come afferma la linguista Rosina Lippi- Green: “the novel is one of the most interesting points of access to current language ideology, in that the way that characters in novels use language and talk about language can be revealing”.300

Di conseguenza, l’analisi qualitativa si occupa solo dei personaggi parlanti del creolo e innanzitutto procede con una descrizione del loro status sociale classificandoli secondo categorie come genere sessuale, età, luogo di nascita e, probabilmente il parametro più importante, l’appartenenza all’ambiente urbano o rurale. In secondo luogo vengono

298 Barbara Lalla, ‘Creole and Respec’ in the Development of Jamaican Literary Discourse’, Journal of Pidgin

and Creole Languages 20, no. 1 (2005): 53–84.

299 Mühleisen, Creole Discourse, 204.

300 Rosina Lippi-Green, English with an Accent: Language, Ideology and Discrimination in the United States (London: Routledge, 2012), 193.

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esaminati i singoli usi del creolo basandosi sull’analisi quantitativa. Lo scopo è individuare anche delle correlazioni tra l’uso del creolo e le caratteristiche sociali dei personaggi riferendosi al creole continuum. Questo tipo di analisi evidenzierà molto probabilmente un’associazione tra condizioni sociali e un uso linguistico stereotipato, mettendo in evidenzia anche i rapporti di potere e di conflitto tra gruppi di parlanti e lingue.

La seconda metodologia adottata è la CDA che si focalizza sull’aspetto ideologico dell’uso della lingua creola e della sua rappresentazione linguistica. Benché le discipline che si occupano dell’analisi del discorso si concentrino sulla lingua reale ossia su “naturally occurring language use by real language users”301 e per la maggior parte hanno ignorato la letteratura, il metodo critico della CDA permette una investigazione delle scelte linguistiche degli autori letterari e degli effetti ideologici che questi possono avere, anche in quanto la letteratura costituisce una parte importante dei discorsi e dell’uso della lingua in una società. Il concetto stesso di discorso può avere tante definizioni quanti sono i diversi approcci, in questa sede si fa riferimento alla definizione principale adottata dalla CDA:

CDA sees discourse – language use in speech and writing – as a form of ‘social practice’. Describing discourse as social practice implies a dialectical relationship between a particular discursive event and the situation(s), institution(s) and social structure(s), which frame it: the discursive event is shaped by them, but it also shapes them. That is, discourse is socially constitutive as well as socially conditioned – it constitutes situations, objects of knowledge, and the social identities of and relationships between people and groups of people.302

Di conseguenza la nozione di discorso è la lingua in uso inserita in un contesto sociale con cui ha un duplice rapporto, ovvero il contesto stesso determina e influisce sui discorsi culturali e sociali, che sono parte della realtà sociale. Infatti i discorsi legati alle ideologie possono mantenere e riprodurre uno status quo sociale e hanno allo stesso tempo il potere di cambiarlo. Da questo si deduce una forte natura ideologica dei discorsi che costituiscono i rapporti di potere e le ineguaglianze sociali. Fairclough definisce la lingua come luogo principale dell’ideologia: “language as a (or indeed the) major locus of ideology.”303 La letteratura dunque, è uno tra i tanti discorsi, poiché rappresenta un contesto specifico dell’uso della lingua e riflette le ideologie tramandandole o cambiandole.

301 Wodak and Meyer, Methods for Critical Discourse Analysis, 2. 302 Ivi., 6.

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Nell’ambito della letteratura caraibica si parla di un distinto discorso letterario specifico e nel 2005 viene pubblicato il numero speciale della rivista Journal of Pidgin and Creole

Languages dedicato all’impiego delle lingue creole nelle loro letterature consolidando il

concetto di creole discourse.304 Nella presente ricerca, il creolo è impiegato in testi appartenenti a una cultura dominante in quanto pubblicati a Londra e scritti per un pubblico inglese, quindi in questi casi l’uso del creolo in opposizione alla lingua standard acquisisce ancora più rilevanza e costituisce un tipo specifico di discorso secondo il CDA. Il creolo usato nei testi infatti è una pratica sociale che da una parte è determinata da molteplici fattori contestuali come il luogo della pubblicazione, la dimensione socio-cognitiva dell’autore, gli atteggiamenti e lo status linguistico delle lingue creole in generale; dall’altra parte lo stesso uso del creolo stabilisce la conoscenza e le ideologie relative a queste lingue.

La terza prospettiva teorica concerne l’ortografia e secondo quanto sostenuto da Sebba l’ortografia non-standard costituisce una pratica sociale, definizione che corrisponde a quella più generica del discorso secondo la CDA.305 Anche Hinrichs e White-Sustaita affermano che la scrittura è una risorsa semiotica nella gestione e nella manifestazione dell’uguaglianza e della differenza ossia “spellings are semiotic resources in the process of managing sameness vs difference”.306 Nell’contesto letterario la rappresentazione delle varietà non- standard avviene spesso per mezzo di un numero ristretto di elementi linguistici percepiti come stereotipici307 e ciò corrisponde anche alla scrittura in British Creole in quanto Sebba parla di una rappresentazione ortografica circoscritta a forme simboliche definita come “tokenistic”.308 e dunque si instaura un rapporto tra l’uso del literary dialect, la rappresentazione ortografica e l’identificazione del personaggio.

304 Si veda Lalla, D’Costa, and Pollard, Caribbean Literary Discourse. 305 Sebba, Spelling and Society.

306 Hinrichs and White-Sustaíta, ‘Global Englishes and the Sociolinguistics of Spelling’, 50. 307 Hodson, Dialect in Film and Literature.

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IV CAPITOLO: ANALISI QUANTITATIVA DEI TESTI