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4.2 L’esempio di White Teeth di Zadie Smith

4.2.1 L’analisi linguistica

4.2.1.1 La distribuzione di respellings R1

Fino ad ora si è visto come la maggior parte delle parole che rappresentano lo spelling potenzialmente specifico della lingua creola, differiscano dalla forma dell’inglese standard a livello fonologico e come la loro proporzione equivalga a oltre il 90% con il numero assoluto di tokens pari a 787. Questo dato può essere interpretato in modo favorevole alla scrittura della lingua creola, dal momento che se ne rappresentano le qualità fonologiche e in tal modo la scrittura sostiene un’autonomia linguistica, ma anche politica e culturale del creolo.

Nella Tabella 8 viene presentata un’analisi più approfondita dei respellings R1 attraverso i dati rilevati. Nella prima colonna sono elencate le qualità fonologiche e nella seconda la loro frequenza assoluta ovvero il numero delle occorrenze. La terza colonna invece presenta anche tutte le non-occorrenze di un elemento fonologico nei contesti linguistici potenziali e il numero nella colonna è la somma delle occorrenze e delle non- occorrenze. Questa somma è poi ripresa per calcolare il tasso di applicazione (principle of

accountability) della regola fonologica secondo il seguente calcolo:

nr di occorrenze x 100 nr di occorrenze + nr non-occorrenze

374 Pollock et al., Phonological Features of African American Vernacular English. www.rehabmed.ualberta.ca/spa/phonology/features.htm, (consultato il 4 luglio 2017).

375 Rickford, African American Vernacular English.

376 Peter L. Patrick, ‘Jamaican Creole: Morphology and Syntax’, in Handbook of Varieties of English. Vol 2:

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Infine, nell’ultima colonna è indicata la frequenza relativa della proprietà fonologica rispetto al totale delle parole R1, cioè:

nr di occorrenze x 100 nr respellings R1 (787)

Tabella 8. Distribuzione di respellings R1 in White Teeth.377

Qualità fonologica Frequenza assoluta Tutte le occorrenze (nr occorrenze + nr non- occorrenze) Tasso di applicazione Frequenza relativa al totale di respellings R1 (787) TH-stopping Sordo SE /θ / - JamC /t/ 67 81 (67+14) 82,7% 8,5% TH-stopping Sonoro SE /ð/ - JamC /d/ 341 395(341+54) 86,3% 43,3% Variabile (-ing) 99 155 (99+56) 63,9% 12,6% Mutamento vocalico FACE

SE /eɪ/ - JamC /ie/, /e:/

- - - -

Mutamento vocalico GOAT

SE /əʊ/- JamC /uo/, /o:/

- - - - Vocali (LOT): SE /ɒ/ - JamC /a/ 73 (31 volte con lettera <u>) 156 (73+84) 46,8% 9,3% Riduzione consonante finale /t, d/ 139 422 (139+283) 32,9% 17,7% Semiconsonanti /j/, /w/ 36 (22 /w/, 14 /j/ 64 (36+28) 56,2% 4,6%

Riduzione sillaba atona 16 38 (16+22) 42% 2%

Riduzione /h/ 52 147 (52+95) 35,4% 6,6%

Mutamento /t, d/+/l/ 1 9 (1+8) 11,1% 0,1%

La tabella visualizza principalmente quali aspetti fonologici del creolo giamaicano sono rappresentati a livello dello spelling e anche la frequenza e la costanza o coerenza di questa rappresentazione. A tal proposito sono centrali due grandezze ovvero il tasso di applicazione e la frequenza relativa, la prima concerne la rappresentazione scritta del singolo aspetto fonologico, la seconda si calcola in rapporto al totale delle parole che contengono fonologia

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creola a livello dello spelling. Si osserva che la frequenza relativa più alta (43,3%) è quella della neutralizzazione delle fricative sonore inglesi, mentre in occasione delle fricative sorde la frequenza è notevolmente più bassa (8,5%). Pertanto, da questo dato si potrebbe facilmente concludere che l’autrice Zadie Smith applichi la regola con molta più continuità nelle parole che contengono fricative alveolari sonore, ma il tasso di applicazione fornisce invece un’interpretazione totalmente diversa conforme al principio dell’accountability e dimostra come per entrambe le fricative – indipendentemente dalla sonorità – la distribuzione nei contesi possibili è più dell’80%. Questo tasso è in assoluto il più alto di tutti gli elementi fonologici dimostrando una regolarità dell’autrice nell’applicare i suoni occlusivi nel creolo. La disparità tra le due frequenze relative è dovuta principalmente all’uso molto comune delle parole grammaticali che contengono fricative sonore, come per esempio

de (the, 137 volte), dat (that, 55 volte), wid (with, 30 volte) e dem (them, 27 volte), ma anche

sostantivi come mudder (mother, 11 volte), bodder/boddrin’ (bother, 3 volte) e farder (father, 2 volte). Le forme mudder e bodder, insieme alla parola udder (other, 3 volte) e

nuttin’ (nothing, 14 volte) per la varietà sorda, dimostrano come in posizione centrale

l’occlusiva si raddoppia378 e si sottolinea ancora di più il contrasto – anche visivo – con la forma convenzionale. Tuttavia, queste parole non sono incluse nella categoria di eye-dialect poiché in primis la differenza dello spelling riguarda la fonologia del creolo.

Le fricative sorde dell’inglese standard si trovano di solito in parole lessicali e compaiono nel testo con meno frequenza, eccetto per ting (thing) e gli avverbi composti

someting, everyting, anyting (in tutto 34 tokens). Altri esempi sono tink (think, 12 tokens), tree (three, 3 tokens), tanks (thanks), mout (mouth), Lambet (Lambeth), eart-quake (earth-

quake, 3 tokens) e le parole elencate già nella categoria di eye-dialect come turd (third), troot (truth), tru/trew (through). La sostituzione del suono avviene non solo in posizione iniziale, ma anche a fine parola e di questo si è tenuto conto nell’identificazione delle non-occorrenze della regola. Infatti parole come path, death e both sono mantenute nella forma standard, forse anche per una questione di ambiguità (soprattutto nel caso di pat e bot), e altre parole che di norma sono in creolo in casi isolati sono invariate (thinkin’ e something).

Se la sostituzione delle fricative sonore riguardava il 43,3% di respellings R1 la qualità fonologica con il valore di frequenza relativa seguente è quella della cancellazione della consonante finale, sebbene si tratta di una misura molto minore (17,7%). La semplificazione del gruppo consonantico avviene in quasi tutte le varietà dell’inglese e solo la frequenza può

378 Eccetto in farder che rappresenta una forma simile a tark (talk) e può essere un esempio di ipercorrezione del suono [r] e semplicemente una forma di spelling creativo.

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variare a seconda della lingua, e in quelle caraibiche la frequenza è 50-97% aumentando nelle varietà basilect. Il tasso di applicazione invece in White Teeth è pari al 32,9% e quindi solo meno di un terzo delle parole con un gruppo consonantico ne subiscono la semplificazione, un dato molto più basso rispetto alla frequenza che si dovrebbe avere nelle lingue creole. Si specifica che la semplificazione riguarda solo le occlusive dentali finali con singole eccezioni come hansum (handsom), lissen (listen) e exackly (exactly) e solo questo contesto di fine parola è stato preso in considerazione contando le non-occorrenze. I

respellings che rappresentano la riduzione della consonante sono suddivisi in parole

frequenti come an’ (and, 40 tokens), don’ (don’t, 24 tokens), wan’ (want, 21 tokens) e jus’ (just, 17 tokens) e altre parole meno frequenti come ad esempio ol’ (old), roun’ (round), col’ (cold), las’ (last), tol’ (told) e sof’ (soft). Si nota che per tutti i casi la lettera mancante viene sostituita con l’apostrofo evidenziando la assenza di un suono (o lettera) e in tal modo viene sottolineata la differenza dallo spelling ‘corretto’.

Nell’applicazione di questo aspetto fonologico del gruppo consonantico sono però riscontrabili delle incongruenze. L’uso dell’apostrofo non è universale e ci sono singoli casi – senza un evidente motivo – in cui la parola viene trascritta senza l’apostrofo (an, jus, tol). Ulteriormente, le parole frequenti sopramenzionate sono presenti anche nella forma standard, la parola and addirittura 75 volte e spesso le due forme coesistono nella stessa frase come nell’esempio seguente: “and I arks de doctor what it will look like half black an' half white an' all dat bizness”379. Inoltre, la scrittura wan’ non corrisponde alla pronuncia reale del creolo giamaicano che sarebbe [wa:n] o [wɑ̃:] con una vocale nasale lunga e senza la nasale stessa.380 Nel corpus CWBC sono presenti entrambe le forme wan’ e waan, e l’ultima rappresenta la forma dello spelling attestato nel Dictionary of Jamaican English. Inoltre, la forma don’ (don’t) non è presente nel corpus di Sebba e si tratta dunque di una particolarità dell’autrice Zadie Smith. Ciononostante questa forma dello spelling viene inclusa tra la riduzione della consonante, dato che anche visivamente la forma contratta di not (<t>) viene a mancare e si tratta di una semplificazione simile a kyan/caan (can’t). In conclusione, la riduzione del gruppo consonantico ha il tasso di applicazione più basso rispetto agli altri elementi fonologici, mentre nelle lingue creole caraibiche esso dovrebbe essere molto più

379 Smith, 67.

380 Hubert Devonish and Otelemate G. Harry, ‘Jamaican Creole and Jamaican English: Phonology’, in A

Handbook of Varieties of English, ed. by Bernd Kortmann and Edgar W. Schneider, vol. 1 (Berlin: Mouton de

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alto, soprattutto nelle parole basilect. Inoltre, la semplificazione riguarda quasi solo le consonanti alveolari finali e non viene utilizzata in modo uniforme.

Analogamente alla cancellazione delle consonanti, la variazione del suffisso (-ing) riguarda tutte le varietà dell’inglese, e nel romanzo la variante [n] si presenta in 99 parole pari al 12,6% del totale dei respellings R1. La maggior parte (71) sono la forma del participio presente come tryin’ (6 volte), waitin’ (3 volte) e comin’ (3 volte) e le altre 28 parole sono invece composte dai sostantivi marnin’ (morning, 8 volte), darlin (darling, 4 volte) e

teachins (teachings, 2 volte) e dall’avverbio nuttin’ (nothing, 14 volte). Il tasso di

applicazione della variante non-standard è abbastanza alto (63,9%), inferiore solo a quello del TH-stopping e per calcolarlo sono state individuate le non-occorrenze ovvero le istanze dove è presente la nasale velare. Tra queste sono stati inclusi tutti gli avverbi composti come

something, anyting, everything e nothing, mentre il sostantivo frequente thing insieme ad

altre parole monosillabiche come sing non sono state considerate come potenziali contesti per la riduzione dell’elemento velare di (-ing), sia perché in essi la variazione non è presente in nessuno dei testi, sia perché una riscrittura del tipo thin o sin potrebbe essere facilmente scambiata per altri significati. Per quello che concerne la forma ortografica, la variante [n] è scritta quasi sempre con l’apostrofo, anche se non si tratta di una perdita del suono [g] e dunque l’apostrofo ha una funzione visiva e serve per segnalare la forma non-standard; solamente le parole marnin e nuttin hanno anche una variante senza apostrofo, mentre per il participio dei verbi esso viene sempre utilizzato.

Per quanto riguarda le vocali, il mutamento della vocale posteriore tipo LOT è l’unico tipo di conversione vocalica in White Teeth che totalmente ignora i cambiamenti dei dittonghi tipo FACE e GOAT381 che sono una delle caratteristiche più conosciute delle varietà caraibiche. Infatti i verbi make e take nella loro forma ortografica mek e tek fanno parte delle parole rappresentative del Jamaican Creole. In White Teeth esse sono mantenute nello spelling inglese, peraltro nei dialoghi di personaggi parlanti varietà basilect. La non- rappresentazione di questo contrasto vocalico è una delle mancanze più importanti nel romanzo in relazione alla raffigurazione scritta della lingua creola specialmente dal momento che le altre qualità fonologiche salienti sono presenti. In quanto alla vocale posteriore [ɒ] (LOT) e alla sua realizzazione come una vocale centrale [a] nel creolo, ciò avviene in 73 parole di cui 31 hanno una lettera <u> invece del grafema <a>. Esempi più frequenti sono gwan (going, 11 tokens), marnin’ (8 tokens), gat (got, 7 tokens), nat (not, 5

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tokens) e darter (daughter, 4 tokens), e con la lettera <u> già menzionati nuttin’ (14 tokens),

mudder (mother, 12 tokens) e udder/udderwise/anudder (other, 4 tokens). In totale il

mutamento della vocale posteriore avviene nel 9,3% dei respellings e spesso viene applicato insieme ad altre proprietà linguistiche come ad esempio il TH-stopping oppure la variazione del suffisso (-ing).

Le semivocali o semiconsonanti fanno parte dello spelling di 36 parole e hanno un tasso di applicazione alta pari al 56,2%. La palatalizzazione con l’inserimento di una glide /j/ è rappresentata solo nella parola kyan (11 tokens) e nello spelling alternativo kyant (3 tokens) entrambe riscritture di can’t. Lo spelling di questa parola rappresenta più irregolarità come ad esempio l’uso di kyan nella forma affermativa nella frase “It say here 'im wan’ you go and see a Christian lady call Mrs Brenton. 'Im say you kyan stay wid her.”382 Inoltre, la forma

kyant con la consonante finale non rappresenta la pronuncia in creolo e anche il dizionario

di Jamaican Patwah attesta la parola cyaan (cannot/can’t), presente anche nel corpus CWBC con lo spelling variabile tra cyan, cyaan, caan e solo una volta con la ‘t’ finale cyant. L’autrice di White Teeth ha dunque scelto di enfatizzare l’identità creola della parola kyant rispetto allo spelling ‘corretto’ can’t sostituendo la lettera <c> con la lettera <k> che però non comporta nessuna particolarità nella pronuncia, ma risalta la differenza dall’inglese standard. Altre parole con un contesto possibile per la glide palatale sono cat e girl, l’ultima presente nella variante non-standard gal, ma non nello spelling creolo gyal che per esempio si trova nel corpus CWBC.

La semiconsonante velare /w/ si trova invece nelle parole bwoy (boy, 11 tokens) e gwan (going to, 11 tokens) entrambe comuni e simboliche del creolo giamaicano, e in effetti gli unici due esempi dove si applica la glide velare in tutti tre i testi. Anche le parole come point o poison con il dittongo [ai] potrebbero essere dei contesti per l’applicazione della semiconsonante, ma poiché non ci sono attestazioni né nel corpus CWBC né nel dizionario

Jamaican Patwah la ricerca si limita a contare per le non-occorrenze solo le forme standard

delle parole boy (non presente), going/goin’ e go-on.

Le rimanenti due qualità fonologiche sono simili in natura e riguardano l’omissione di elementi soprattutto iniziali di parola che sono la riduzione della sillaba atona e la perdita del suono fricativo velare [h]. I valori di queste due qualità analoghe differiscono in modo importante e il numero di respellings sono 16 tokens nel primo caso e 52 tokens nel secondo, mentre il tasso di applicazione e molto più elevato per la sillaba atona pari a 66,7%, il doppio

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del tasso della riduzione del suono velare (35,4%). L’elisione della sillaba atona viene dunque applicata con una frequenza simile alle caratteristiche del TH-stopping e la variabile (-ing) e interessa parole come ‘cos/’cas (because, 4 tokens), pon (upon, 5 tokens), ‘bout (about, 2 tokens), nuff (enough) e ‘spec (expect), oltre alle occorrenze della riduzione in posizione centrale di int’rested (interested) e gen’russity/gen’russ (generous). Peraltro, ben 11 tokens di about vengono mantenuti nella forma standard, mentre nelle altre viene usato l’apostrofo per segnalare l’elemento omesso, ma in ogni caso l’apostrofo viene usato in modo discontinuo applicandolo nelle parole ‘cos, ‘bout e ‘spec, ma omettendolo in pon e

nuff. Nel corpus CWBC ‘bout e ‘nuff sono sempre trascritti con un apostrofo e lo stesso vale

quasi per tutti i tokens di ‘pon. Da questi dati emerge dunque un’applicazione irregolare della riduzione della sillaba atona e dell’uso dell’apostrofo.

Nelle descrizioni delle caratteristiche fonologiche è stato precedentemente evidenziato come l’omissione della fricativa velare /h/ a inizio parola indichi uno scarso livello d’istruzione del personaggio rappresentato e come nelle lingue creole essa sia soggetto anche di ipercorrezione. La parola più frequente in assoluto è ‘im (him, 39 tokens) seguita da ‘ere (here, 4 tokens), ‘ave (have, 3 tokens) e singoli respellings come ‘as (has), ‘ed (head), ear (hear), ‘is (his), ‘er (here) e dunque il suono viene ridotto principalmente nelle parole funzionali e abbastanza comuni, mentre parole lessicali come ad esempio hall, hell, help,

home e heaven sono in forma standard e identificate tra le non-occorrenze. White Teeth si

distingue per la rappresentazione dell’ipercorrezione del suono [h] o detto anche speaky-

spoky style. Infatti 16 respellings usano la lettera <h> laddove non necessaria come hexplained, heducated, hevil, herased, heffort e hamen.