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4.4. L’esempio di Random di debbie tucker green

4.4.2 La sintesi dell’analisi dati del testo Random

Il testo Random rappresenta delle particolarità dovute al genere teatrale che implica un testo scritto al fine di essere rappresentato. Ciò comporta l’inclusione di molti elementi dell’oralità e un uso della lingua simbolico, soprattutto se si considera che il testo deve essere interpretato da un'unica attrice in uno spettacolo senza scenografia. Il testo scritto e l’uso dello spelling assumono nella scrittura quella funzione allegorica che nella rappresentazione è attribuita alla voce.

Il testo in creolo è composto da 5.091 tokens e 1.165 types e il loro rapporto è pari a 0,23, quindi abbastanza simile agli altri due corpora.

• Il numero delle parole creole che applicano uno spelling non-standard è di 658 tokens ossia il 12,9%. La distribuzione di queste parole tra le diverse categorie di respellings è la seguente: R1 468 tokens (71,1%), R2 16 tokens (2,4%), R3 62 tokens (9,4%) e R4 90

412 debbie tucker green, Random (London: Nick Hern Books, 2010), 22. 413 Patrick, ‘British Creole: Phonology’, 244.

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tokens (13,7%). In più è stata aggiunta una quinta classe (R) che include la forma su’un (something, 21 tokens) e nu’un (nothing, 11 tokens).

• Le parole R2 appartengono al lessico del creolo e sono circoscritte a pochi termini relativi alla fratellanza (bredrin, bruv, posse, peeps) e altre parole consuete del creolo (dred,

raas, nyma).

• La categoria R3 include 62 parole tutte tipiche di questa classe delle parole grammaticali specifici del creolo e usate da tutti e tre i testi: nah/noh (no, don’t), fe (preposizione to), haf’ee (have to), seh (say) e inna (into).

I respellings R4 (eye-dialect) sono 90 tokens e molti di loro differiscono dalla forma dell’inglese standard solo per la forma grafica come per esempio mi (me), thru (through), skool (school), gurl (girl) e fambly (family); altri sono invece più singolari come

iss (it’s), dawta (daughter) e smoddy (somebody).

• In merito alle caratteristiche fonologiche, sono applicate tutte quelle più salienti comprese il mutamento vocalico tipo lettER e la riduzione della /r/ all’interno di parola che non compaiono negli altri due testi. La distribuzione generale tra le diverse qualità è ben equilibrata.

Tra i respellings R1 la frequenza maggiore appartiene alla variabile (-ing) con 199 occorrenze e un tasso di applicazione più alto nell’intero corpus dei tre testi pari al 90,6%. Nonostante ciò l’impiego della variante [n] è poco originale e riguarda principalmente il participio presente o altre parole comuni come somtin e marnin.

• La caratteristica linguistica seguente in termini di grandezza è quella della riduzione della consonante finale con 119 tokens, ma con un tasso di applicazione alquanto basso pari a 29,7%. Si tratta di un tratto linguistico universale delle varietà anglofone, ma nelle lingue creole caraibiche la sua frequenza è molto alta, arrivando oltre il 90% nel creolo giamaicano. Il suo impiego dunque è inconsistente nei numeri, ma particolare nella rappresentazione della consonate mancante come dimostrano gli esempi thass, juss, truss.

I mutamenti vocalici compaiono nel 15,7% dei respellings R1 e i suoni tipici del creolo sono di quattro tipi: a) suono [e] in parole tipo FACE, b) suono [a] in parole tipo LOT, c) suono [o] nelle parole GOAT e d) riduzione della schwa in parole tipo lettER.

Lo spelling dell’espressione di negazione colloquiale ain’t è trasformata in una forma tipicamente creola (ent) applicando il contrasto vocalico tra il dittongo [ei] e il suono[e].

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Le semiconsonanti sono presenti solo in quattro parole: cyan, bway, gyal e gwa che però sono quelle più comuni a far uso delle glide.

• La riduzione della sillaba non accentuata è alquanto frequente con 36 tokens e con un tasso di applicazione alto pari al 66,6%. Si tratta di parole simili in tutti e tre i testi: bout,

pon e nuff.

• La perdita della fricativa sorda /h/ accade in solo 10 parole di cui due occorrenze di speaky-spoky style (h’evidently, h’ask) usate esplicitamente in contrasto con la forma standard. Altri esempi sono ar (her) e ear (hear).

• Le lingue creole sono considerate lingue rotiche al contrario delle varietà come

Cockney e London English. Tuttavia anche nel creolo giamaicano la /r/ si perde prima delle

consonanti come appunto in bu’n, bunning (burn/burning). È l’unica istanza di questo tratto nell’intero corpus.

L’unica caratteristica linguistica più saliente che non è applicata in Random è il mutamento delle parole tipo little-likkle che rappresenta il mutamento del suono [t, d] seguito da una laterale [l] in suoni occlusivi velari [k, g].

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V CAPITOLO: DISCUSSIONE DATI

L’analisi quantitativa dell’uso del creolo nei tre testi esaminati ha rivelato in parte risultati prevedibili, in parte invece esiti interessanti e sorprendenti. Nel capitolo precedente sono stati esaminati i tre testi separatamente e per ognuno di loro è stata descritta la rappresentazione della lingua creola mettendo in evidenzia lo spelling e le scelte ortografiche. Si è poi proceduto alla classificazione e l’esposizione dei respellings ovvero di tutte le parole creole che si distinguono dalla forma dell’inglese standard. Le varie tipologie di respellings hanno funzioni linguistiche diverse che sono state descritte riportando gli esempi dal testo in esame. Sono stati sottolineati più aspetti come ad esempio la funzione dell’eye-dialect nel contrastare la lingua standard a livello grafico e visivo e il ruolo dei segnali discorsivi (nah, cha). Inoltre, in relazione al lessico è stata creata una lista di tutti gli elementi lessicali per ogni testo per osservare i principali campi semantici.

Di per sé questi dati offrono solo una semplice descrizione linguistica del creolo per ogni singolo testo senza una valutazione generale e senza una riflessione approfondita del rapporto tra il creolo, il discorso letterario e il contesto socio-culturale. Per questa ragione l’analisi interpretativa si concentrerà sull’insieme dei risultati tentando di dedurre delle regolarità in merito all’uso del creolo, seppure evidenziando anche le particolarità di ogni testo.

Le due metodologie seguite nell’analisi qualitativa sono quella della letteratura e dell’analisi linguistica del testo letterario ossia la Literary Linguistics, e l’altra la metodologia dell’analisi del discorso e del rapporto tra il macro-livello delle ideologie e dei singoli usi linguistici. In realtà queste due prospettive sono in stretta connessione fra di loro in quanto i testi esaminati sono tutti letterari e dunque la dimensione della letteratura costituisce la struttura base dell’analisi. L’uso del creolo e l’impiego dello spelling sono stati analizzati in relazione alla loro funzione anche letteraria e, viceversa, i testi della fiction sono studiati da un punto di vista linguistico. Contemporaneamente, l’impiego del creolo e le singole scelte ortografiche sono singoli eventi discorsivi che secondo van Dijk appartengono ad un micro-livello di analisi, ma che sono anche rappresentativi di relazioni di potere del macro-livello sociale e dell’uso del linguaggio.414 Basandosi anche sulla teoria

414 Teun van Dijk, ‘Critical Discourse Analysis’, in Handbook of Discourse Analysis, ed. by Deborah Schiffrin, Deborah Tannen and Heidi E. Hamilton (Malden: Blackwell, 2001), 352–72.

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dell’ortografia non-standard di Sebba secondo cui la scrittura di lingue non standardizzate è una pratica sociale, si possono infatti esaminare i singoli respellings come per un lato elementi del literary creole e per l’altro lato come tipi di discorso carichi di significato simbolico.