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Analisi risultati seconda parte del questionario

Ricordando come gli immigrati siano stati, nel presente studio, assunti quale target di un potenziale nuovo strumento di microcredito e considerando la domanda n. 4 “la sua banca

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ha clientela immigrata”, è possibile osservare che ben 25 BCC su 32 annoverano soggetti stranieri tra la propria clientela.

La maggiore concentrazione di essi è rinvenibile nell’area Nielsen 3 (con 11 risposte positive su 12, ovvero il 91,67% del totale di categoria ed il 34,38% del totale generale, cfr. tabella 6.5). Seguono, negli stessi termini, i risultati relativi alle aree 1 e 2. Bassa la proporzione di clientela immigrata sul totale nelle BCC meridionali, ciò a causa, indubbiamente, della minore presenza nel Sud del Paese di stranieri (per via delle scarse opportunità di inserimento professionale) ma anche dell’incapacità delle BCC di considerare i potenziali clienti. E’ stato osservato infatti, da una rapida ricognizione dei rispettivi siti internet, che le BCC dell’area 4 riservano un trascurabile spazio comunicativo a prodotti potenzialmente utilizzabili da parte degli immigrati (come, ad esempio, il money transfer). Si sottolinea inoltre che, se per il 78% circa delle BCC gli immigrati rappresentano una specifica categoria di clientela, il peso percentuale di essi sul totale è però decisamente ridotto114 e pari in media al 3,26% (valore di sintesi compreso tra il minimo dello 0,01% di una BCC emiliana ed il massimo del 10% di una BCC lombarda. A tal proposito si ricorda che nel terzo capitolo e, più specificatamente, dall’analisi di correlazione tra le variabili “presenza di immigrati” e “numero di BCC”, la Lombardia risulta la regione ove si addensa sia il maggior numero di immigrati che di BCC; stanti tali condizioni, in tale regione è verosimile prevedere il successo di una possibile azione di microcredito rivolta agli immigrati da parte delle BCC).

Per ciò che concerne i Paesi di origine (domanda cui era prevista una risposta multipla, con indicazione di diverse provenienze), spiccano gli stranieri provenienti dai Paesi dell’Est Europa (con ben 19 segnalazioni), seguono quelli provenienti dal continente africano (13 segnalazioni), dal sud-est asiatico (8 segnalazioni), dal Sud America (3 segnalazioni) e dal Medioriente (2 segnalazioni)115.

Tabella 6.19: Confronto aree territoriali vs. presenza di clientela immigrata

Area Nielsen Totale

Risposte positive domanda 4 Risp. Pos./ Totale d'area Risp. Pos./ Totale Area 1 7 6 85.71% 18.75% Area 2 7 6 85.71% 18.75% Area 3 12 11 91.67% 34.38% Area 4 6 2 33.33% 6.25% TOTALE 32 25 78.13% 78.13%

Fonte: Nostra elaborazione

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E’ da rilevare che, dei 25 soggetti che hanno risposto in senso positivo circa la presenza di immigrati nella propria clientela, 5 hanno preferito non specificare il peso % da essi ricoperto sul totale e che 2 non hanno specificato un valore ma si sono limitati ad inserire le parole “marginale” e “non significativo”, onde per cui le rielaborazioni riguardanti la risposta in esame è da riferire a 18 BCC.

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È possibile ritenere dunque che attualmente la clientela immigrata non rappresenta un segmento di riferimento per le BCC, non tanto a causa della sua ridotta consistenza numerica quanto, soprattutto, per la bassa propensione delle banche ad interagire con essa per via della necessità di interpretare specifiche e, spesso, inusuali esigenze.

Una conferma di quanto appena affermato deriva dalla domanda 5, con la quale è stato chiesto se la banca offre prodotti realizzati precipuamente per gli immigrati. Benché, dall’analisi del sito internet di Federasse (organo centrale di coordinamento del sistema di credito cooperativo nazionale), elevata appaia l’enfasi posta sui prodotti di money transfer (attività spesso esternalizzata dalle BCC e offerta attraverso partneship con istituti specializzati), solo 7 banche su 32 prevedono nella propria gamma tale prodotto, il quale caratterizza però il portafoglio di tutte le BCC che si sono espresse positivamente circa la specifica offerta di prodotti rivolti agli immigrati. Tra le altre risposte, si distinguono l’offerta di “un conto corrente ad hoc” e la concessione di “specifici prestiti per l’acquisto della prima casa”, mentre scarsa o nessuna importanza hanno assunto le altre possibili risposte, quali “polizze assicurative specifiche, una comunicazione ad hoc, un servizio di traduzione delle condizioni contrattuali di alcuni prodotti”.

Sembra necessario segnalare che la BCC lombarda, per la quale il peso percentuale di clientela immigrata è pari al 10%, prevede la maggior ampiezza di prodotti ad essi precipuamente indirizzati.

Le BCC che nonostante annoverino stranieri tra la propria clientela non indirizzano a costoro dei prodotti specifici hanno risposto:

- in 5 casi che ciò è frutto della scarsa domanda prodotta sul territorio116,

- in 20 casi che “i clienti immigrati acquistano regolarmente i prodotti predisposti per la clientela nazionale”.

A tal proposito, sarebbe interessante comprendere se quest’ultima risposta derivi da una reale utilità degli immigrati nell’utilizzo di prodotti creditizi originariamente predisposti per la clientela nazionale o, al contrario, se l’acquisto di tali prodotti sia un atto dovuto e conseguente alla mancanza di alternative tra cui optare. Nessuna BCC, comunque, sta pensando di arricchire la propria offerta con prodotti indirizzati agli immigrati.

La scarsa conoscenza, da parte delle BCC, del mercato degli immigrati quale potenziale bacino di utenza di servizi bancari è rinvenibile anche e soprattutto dalle risposte alla domanda 6, ossia “Quali tra i seguenti elementi caratterizzano i prodotti offerti agli

116 Ciò sarebbe da verificare in ragione delle specificità dei territori dai quali sono arrivate le risposte ed in funzione del fatto che, a livello regionale, i territori nei quali operano sono caratterizzati da elevata concentrazione di immigrati, quali Lombardia, Friuli, Emilia-Romagna ed Umbria

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immigrati”, cui hanno risposto solo 2 BCC su 32, indicando quali elementi caratterizzanti i prodotti creditizi rivolti esclusivamente agli immigrati la “remunerazione del conto rispettoso dei principi della Shari’a” e l’“utilizzo dei c.d. mediatori culturali nelle filiali presso le quali vi è la maggiore concentrazione di clientela immigrata”. In particolare, quest’ultima opzione potrebbe consentire alle BCC di superare il principale fattore di impedimento all’accesso all’accredito che, in altri studi, è emerso con decisione, quale la “condizione di straniero”117. Infine, due BCC hanno risposto che, a loro avviso, l’esistenza di elementi di differenziazione tra i contratti predisposti per gli immigrati e quelli approntati per la popolazione nazionale non ha ragione d’essere.

A questo punto del questionario è stata inserita una domanda con l’obiettivo di misurare la congruenza tra le risposte fornite. Sorprende che, in antitesi rispetto alle risposte fornite alla domanda precedente, alla richiesta “Quali sono, a Suo giudizio, le principali difficoltà che uno straniero incontra entrando in una banca italiana”, numerose BCC, sebbene non intravedano negli immigrati un proficuo bacino di utenza per i loro prodotti/servizi e, conseguentemente, si limitino ad offrire i medesimi prodotti offerti alla clientela abituale, abbiano riconosciuto nella richiesta di garanzie reali o personali (19 risposte), nella lingua (12 risposte), nella burocrazia (11 risposte) e, con minore interesse, nelle pregiudiziali culturali e nella scarsa attitudine da parte degli immigrati a collaborare con le banche gli elementi di difficoltà ad avviare ed intrattenere con essi delle relazioni.

Allo scopo di individuare statisticamente il grado di coerenza dell’ipotesi secondo cui il superamento delle difficoltà di accesso degli immigrati ai servizi bancari sia perseguibile tramite la creazione di strumenti bancari ideati sulla base delle loro specifiche esigenze, è stata costruita la tabella 6.6, in cui le singole frequenze (nij) sono il frutto di una ponderazione

delle diverse risposte offerte118.

Supponendo che non ci fosse connessione tra le variabili considerate, si è proceduto dapprima al calcolo delle frequenze assolute teoriche, pervenendo alla tabella di indipendenza; successivamente, al calcolo delle contingenze, ovvero delle differenze tra

117 “… Nelle opinioni degli intervistati la condizione di straniero rappresenta il principale fattore di impedimento alla concessione del credito da parte delle banche, mentre la seconda condizione percepita come ostativa è la mancanza di un contratto di lavoro regolare. Le garanzie che terzi dovrebbero prestare viene indicata dagli intervistati come la terza difficoltà per la concessione del credito, così come le garanzie immobiliari risultano il quarto fattore di impedimento…”. Libanora R., Immigrati e servizi bancari. Risultati di una riceca condotta a Roma e a Milano, in Anderloni L. (a cura di) (2003), Il social banking in Italia, un fenomeno da esplorare, Fondazione Giordano dell’Amore, Giuffrè editore, pag. 241.

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Più in particolare, si è ipotizzato che la risposta alla domanda riguardante le difficoltà incontrare avesse peso pari ad 1 (motivo per cui il totale generale è 32, coincidente con il numero dei questionari a cui è stata fornita una risposta) e che se un intervistato avesse utilizzato la facoltà di risposta multipla, ogni risposta sarebbe valsa la frazione tra 1 ed il numero di risposte, supponendo conseguentemente che ogni questionario abbia lo stesso peso (1/2 è il peso assegnato ad ogni risposta quando le risposte sono state 2, 1/3 quando le risposte sono state 3).

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frequenze osservate e frequenze teoriche. E’ conseguito il calcolo dell’indice di connessione assoluto, χ2, pari a 1,3048. L’ipotesi di indipendenza viene rifiutata, essendo χ2>0, e si deduce che il superamento delle difficoltà incontrate da parte degli immigrati non sono indipendenti dall’offerta di prodotti ad essi specificatamente indirizzati, ma, al fine di assicurarsi questa nuova tipologia di clienti, le BCC dovrebbero, come più volte affermato nel corso del presente capitolo, ascoltare le loro esigenze ed essere loro di ausilio nel superamento delle difficoltà.

Tabella 6.20: Confronto “offerta prodotti per immigrati vs. difficoltà incontrate”

Lingua Ambiente Burocrazia Garanzie Altro TOTALE

SI 7.00 1.17 6.17 9.33 1.33 25.00

No 1.50 0.50 1.00 4.00 0.00 7.00

TOTALE 8.50 1.67 7.17 13.33 1.33 32.00

Quali sono, a Suo giudizio, le principali difficoltà che uno straniero incontra entrando in una banca italiana

La Sua banca offre prodotti realizzati ad hoc per i soggetti immigrati

Fonte: Nostra elaborazione

Sono stati poi calcolati degli indici di connessione relativi, al fine di stabilire il grado di interdipendenza tra le variabili, pervenendo ai seguenti risultati:

- indice di contingenza quadratica media, φ2, pari a 0,040775; - indice medio di contingenza, ϕ2, pari a 0,040775;

- coefficiente di associazione di Tschuprow, T, pari a 0,020388119.

119 “…Data una distribuzione doppia, se tra le due variabili non esiste connessione nulla, si è interessati a conoscere il grado di connessione fra le due variabili, a tale scopo si utilizzano gli indici di connessione. Gli indici di connessione devono assumere valore minimo in caso di connessione nulla, in generale 0, devono assumere il massimo in caso di dipendenza perfetta…

∑∑

= = − = r i c j ij ij ij n n n 1 1 * 2 * 2 ( )

χ

, definito indice quadratico di contingenza, si annulla nel caso di connessione nulla, ossia quando le variabili sono perfettamente indipendenti, l’indice sarà positivo nel caso in cui vi è dipendenza tra le variabili, assumendo valori tanto più grandi quanto più le frequenze osservate si discostano da quelle teoriche. Rappresenta l’allontanamento dei dati dall’ipotesi di indipendenza ma non può costituire una misura di associazione in quanto dipende da n. Per ovviare l’influenza di n, Pearson ha proposto un indice di associazione o connessione:

n

2 2

χ

φ

= , definito indice di contingenza quadratica media, quest’ultima misura è nulla in caso di indipendenza ed il limite superiore è il minimo tra il numero di righe diminuito di 1 ed il numero di colonne diminuito di 1.

Un indice relativo di connessione è l’indice medio di contingenza ed è stato proposto da Cramer:

) 1 , 1 ( 2 2 − − = c r Min

φ

ϕ

, questo varia tra 0 ed 1, vale 0 in caso di connessione nulla e 1 solo in caso di perfetta dipendenza. Un’altra misura normalizzata è il coefficiente di associazione di Tschuprow dato da:

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Le misure evidenziano una debolissima connessione tra i due caratteri, ciò a causa probabilmente dell’incongruenza evidenziata tra le risposte ai quesiti.

Per una disamina completa dell’argomento si richiamano, all’uopo, le caratteristiche che le possibili iniziative di social banking dovrebbero contemplare per andare incontro alle esigenze della popolazione immigrata in Italia, emerse dall’analisi statistica condotta nelle città di Roma e Milano (Libanora, 2003):

- … gli operatori bancari dovrebbero tener presente che gli immigrati mostrano un’estrema sensibilità per il rispetto della loro diversità culturale…,

- … gli operatori bancari devono, inoltre, considerare che gli immigrati, anche quelli più giovani, posseggono un livello di istruzione medio-alto e sono generalmente ben informati…,

- ... una maggiore presenza nelle comunità degli immigrati, attraverso l’impiego di mediatori e la produzione di materiali informativi redatti nella lingua madre…, - … una politica chiara e condivisa da tutti i funzionari e impiegati della banca

rispetto ai requisiti necessari per l’apertura del conto corrente ordinario…, - … iniziative di informazione e formazione all’uso dei servizi bancari per la fascia

più giovane della popolazione immigrata…,

- … una politica di sostegno da parte delle banche nei confronti delle associazioni di stranieri più rappresentative…,

- … offerte di credito progressive in grado di seguire il percorso di integrazione dell’immigrato nelle sue diverse fasi….120

Passando all’esame dei rapporti di credito tra BCC ed imprese di immigrati, è possibile osservare che il grado di intervento del sistema di credito cooperativo a supporto dell’imprenditoria immigrata è debole, infatti 14 BCC su 32 (pari al 43,75%) non annoverano la tipologia di imprese suddetta nel proprio portafoglio small corporate; le restanti 18 (pari al 56,25%) hanno stabilito delle relazioni, ma il peso delle imprese di immigrati sul totale del portafoglio imprese-clienti è bassissimo121, più specificatamente pari all’1,58%.

) 1 )( 1 ( 2 − − = c r

T

φ

, l’indice T varia tra 0 ed 1, vale 0 in caso di connessione nulla e 1 solo in caso di perfetta dipendenza bilaterale…”.

D’ambra L., Spedaliere S. (2003), Statistica descrittiva, RCE edizioni, Napoli, pagg. 207 e segg.. 120

Libanora R., Immigrati e servizi bancari. Risultati di una riceca condotta a Roma e a Milano, in Anderloni L. (a cura di) (2003), Il social banking in Italia, un fenomeno da esplorare, Fondazione Giordano dell’Amore, Giuffrè editore, pagg. 249-252.

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6 BCC di questo sottoinsieme hanno preferito non rispondere o farlo in modo così vago da non riuscire a rendere il dato numericamente interpretabile.

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Il maggior numero di imprenditori immigrati proviene, al pari dei soggetti, dai Paesi ex-comunisti e dall’Africa; i settori nei quali operano sono, in ordine di importanza: commercializzazione all’ingrosso ed al dettaglio, costruzioni, attività manifatturiere, alberghi e ristoranti.

Considerato lo scarso peso delle imprese di immigrati è facile comprendere il motivo per cui nessuna BCC abbia sviluppato un interesse a strutturare dei prodotti creditizi ad esse indirizzati (alla domanda “la Sua banca offre prodotti pensati ad hoc per le imprese di immigrati” tutte le BCC hanno risposto di no).

Entrando nello specifico del “microcredito”, è necessario sottolineare il basso livello di conoscenza da parte delle BCC nazionali di tale tipologia di prodotto così come realizzato e distribuito nei PVS. Si rileva, infatti, un’evidente confusione con il classico credito chirografo, di piccoli importi, utilizzato in larga scala a supporto dei consumi (generalmente intesi e comprensivi anche degli affitti di alloggi). Le 7 BCC che hanno risposto di annoverare nel proprio portafoglio prodotti degli strumenti di microcredito, hanno infatti menzionato i seguenti prodotti:

1) credito al consumo "compra comodo",

2) credito al consumo, carte revolving con pagamento rateale,

3) finanziamenti di euro 1.200,00 con garanzia sussidiaria al 50% e tasso 5% di spese (in fase di ultimazione, trae origine da un accordo con la Società della Salute -emanazione dei comuni e della Asl-),

4) finanziamento, in corso di progettazione con gli Enti locali, a favore dell'alloggio, 5) prestiti finanziari di piccoli importi con durata massima di 12 mesi, garantiti da

cambiale firmata in proprio dal richiedente e, il più delle volte, da un avallante. Finanziamenti a breve e medio-lungo termine, assistiti da garanzia reale o personale da estinguere con rate fisse e/o variabili, in forza del tasso d'interesse scelto (fisso o variabile avendo come riferimento il TUR) con scadenze mensili, bimestrali, trimestrali, semestrali ed annuali o con durata fino ad un periodo massimo di 20 anni,

6) mutui chirografari per studenti e pensionati, 7) “tasso 0” o agevolato.

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