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L’indagine dei fondamenti teorici del microcredito e della microfinanza nell’ambito della teoria generale dell’intermediazione finanziaria ha fatto emergere l’importanza che, già oggi, questo segmento riveste per il mercato del credito. La sua rilevanza nello sviluppo socio-economico di un paese è tanto più ampia, quanto maggiore è lo stato di povertà in cui versa. Il parziale raggiungimento, al 2005, dell’obiettivo che la comunità mondiale si era prefissata è imputabile al rallentamento dei trend di crescita registrati negli anni che hanno preceduto questo appuntamento per ritornare vigorosi tra il 2006 ed il 2007. Per continuare ad anelare successi è necessario riflettere sulla natura dello strumento e sulla necessità di mantenere alto l’interesse verso l’innovazione di prodotto e di processo, le quali appaiono necessarie al fine di adeguare il modello di microfinanza ai diversi contesti socio-economici nei quali sono avviati i nuovi programmi. La rilevanza dell’innovazione come strumento di adeguamento del modello alla realtà nella quale l’iniziativa viene implementata è particolarmente elevata quando i paesi obiettivo sono quelli industrializzati; ciò per via dell’incremento della “nuova” povertà, dell’ampliamento della fascia di popolazione che vive ai margini della società e del crescente divario sociale ed economico tra ricchi e poveri. L’affermazione del microcredito dimostra che i poveri, in determinate condizioni, risultano affidabili e solvibili e il loro affidamento amplia la volontà di riscatto e di superamento dello stato di assistenzialismo in cui tipicamente versano i poveri dei paesi occidentali.

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TERZO CAPITOLO

IL MICROCREDITO IN ITALIA COME POTENZIALE

STRUMENTO DI INTEGRAZIONE E SVILUPPO

SOCIALE

3.1 Introduzione... 36 3.2 Obiettivi e metodologia ... 37 3.3 Microcredito in Italia: dal modello teorico alle potenzialità di applicazione ... 38 3.3.1 Ipotesi a base del modello Grameen ... 38 3.3.2 Verifica delle ipotesi del modello Grameen in Italia ... 339 3.4 Microcredito in Italia: verifica delle potenzialità applicative ... 45 3.4.1 Individuazione della “massa critica” ... 45 3.4.2 Il fenomeno immigrazione in Italia ... 46 3.4.3 Imprenditorialità ed immigrati: connubio in espansione ... 49 3.4.3.1 Analisi dei dati aggregati ... 49 3.4.3.2 Donne immigrate ed imprenditorialità femminile ... 54 3.5 Offerta potenziale e le Banche di Credito Cooperativo ... 55 3.5.1 Analisi della letteratura ... 55 3.5.2 Analisi quantitativa delle rispondenze di mercato ... 57 3.6 Conclusioni ... 58

3.1 Introduzione

Da quanto osservato nel precedente capitolo è possibile ritenere il microcredito un fenomeno finanziario in forte crescita nel mondo, esso è inoltre terreno di vivace confronto dell’accademia. In questo capitolo ci si è chiesti, conseguentemente, se ricorrono in Italia i presupposti teorici utili all’adozione del modello di microcredito Grameen (enucleati nel precedente capitolo), anche attraverso l’individuazione di una classe di potenziali fruitori -gli immigrati- e di una classe di potenziali offerenti36 - il sistema di credito cooperativo-, ciò poiché:

• gli immigrati sono in possesso di una conoscenza approfondita di pratiche vicine a questo strumento, considerato che nei propri paesi fanno spesso uso di finanziamenti informali vicino al modello di microcredito Grameen,

• le BCC hanno, come si vedrà nel proseguo dello studio, una predisposizione innata allo sviluppo del territorio in cui operano e la condivisione di ideali e di pratiche cooperative ed associative. Hanno inoltre maturato un’ottima esperienza sul campo in quanto operano da tempo per la diffusione del microcredito sia in

36 Sul valore del significato di “microfinanza” in Italia: “…quando si parla di microfinanza è noto rilevare la non esistenza di una definizione univoca, comune e condivisa, neppure a livello di chi è attivo sul tema. Tuttavia, se adottiamo la prospettiva di chi osserva l’insieme delle attività già realizzate, allora, possiamo ragionevolmente affermare che le banche italiane tendono a contemplare una definizione ampia di questo termine e cioè in esso fanno rientrare: i servizi finanziari di credito, quelli di risparmio e di pagamento, tipicamente connessi al trasferimento di fondi e alle rimesse…” , in Zappi (2005), Opportunità e possibilità di sviluppo nei Paesi dei Balcani e del Mashrek, intervento al Convegno Banche Commerciali: Microfinanza e Migrant banking. Indagini sul territorio italiano. Lavori in corso. Bari, 18 ottobre 2005.

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alcuni PVS che in Italia, dove le poche “vere” iniziative intraprese, sono spesso funzionali all’autonomo dinamismo di alcune BCC. Si è pensato di rivolgere, inoltre, l’attenzione in modo puntuale ed esclusivo alle BCC in quanto esse sono degli intermediari creditizi organizzati e, qualora se ne verificassero i presupposti, potrebbero potenzialmente offrire un prodotto in modo professionale e strutturato37.

Spunti di interesse e di originalità, riguardo queste specifiche categorie di soggetti ed operatori, emergono dall’analisi della letteratura nazionale (Omarini, 2006) ed internazionale (Sinclair, 2001), in materia di social e di migrant banking con riferimento in particolare ai seguenti due aspetti:

1) gli sforzi dell’accademia si sono concentrati finora intorno ai servizi minimi da offrire ai cittadini “esclusi finanziari”38 (immigrati compresi) per consentire loro di superare tale condizione. In particolare, gli unbanked sono stati considerati semplicemente come fonti da cui attingere risorse finanziarie ma non come destinatari delle stesse. Per tale ragione gli studi hanno avuto ad oggetto, principalmente, aspetti inerenti la raccolta di risparmio (puntando ad esempio sulla diversificazione di prodotto) e, per gli immigrati, il trasferimento di fondi all’estero; le operazioni di credito sono state trascurate a causa dei presunti elevati rischi di insolvenza degli unbanked, di insostenibili asimmetrie informative e della scarsa redditività delle operazioni;

2) la sottostima, dal punto di vista quantitativo, degli immigrati da parte degli operatori bancari italiani quale target cui destinare specifiche operazioni, le quali basino la propria concezione ed il proprio addivenire sul forte senso di appartenenza che contraddistingue le loro decisioni di consumo.

3.2 Obiettivi e metodologia

La principale domanda di ricerca alla quale si è cercato di fornire risposta in questo capitolo è: esistono in Italia i presupposti (teorici e quantitativi) di applicabilità concreta del modello di microcredito Grameen?

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Durante il convegno “Microcredito: esperienza, prospettive, proposte”, tenutosi a Milano il 4 maggio 2005, Philippe Guichandut, esponente di Adie, ha messo in luce la necessità che le esperienze crescano oltre che nel numero, nelle dimensioni e nei volumi intermediati affinché possano raggiungere l’auto-sufficienza economica e finanziaria.

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Sulla definizione di esclusione finanziaria sembra utile riportare quella proposta da Sinclair nel 2001: “the inability to access necessary financial serivices in an appropriate form. Exclusion can come about as a result of problems with access, conditions, prices, marketing or self-exclusion in response to negative experiences or perceptions”. Sinclair, S.P. (2001), Financial Exclusion: an introductory survey, Centre for Research into Socially Inclusive Services, Edinburgh College of Art/Heriot Watt University.

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Gli strumenti metodologici utilizzati per raggiungere tale scopo sono stati di due tipi: uno, di carattere deduttivo, che ha consentito di accertare quali siano le fondamenta teoriche a sostegno dell’accostamento tra una realtà industriale ed avanzata come quella italiana ed un modello di credito generato ed estesosi in ambienti come quelli dei PVS profondamente segnati dalla povertà e dalla marginalità; attraverso il secondo strumento, di carattere induttivo, si è cercato di capire se esistono delle rispondenze quantitative tali da avallare, dal punto di vista della redditività e dell’efficienza, l’investimento di risorse in un nuovo strumento di credito da parte degli intermediari finanziari organizzati. Si è pertanto proceduto preliminarmente all’esame approfondito della letteratura relativa al social e al migrant banking; si è proseguito poi, attraverso l’impiego di tecniche statistiche descrittive, con la rielaborazione di dati aggregati forniti da istituti nazionali pubblici o privati.

3.3 Microcredito in Italia: dal modello teorico alle potenzialità di