• Non ci sono risultati.

Analisi Selfie 2019 (Scuola Primaria)

Rispetto al 2018 si è offerto un diverso range di risposte possibili:

Si noti che il livello 3 identifica risposte in cui si è abbastanza d’accordo e non un livello indifferente.

Tuttavia per uniformità di analisi si prenderanno in considerazione come interessanti le risposte con una

Leadership

La domanda A5 in particolare legata alla leadership mostra che a parere di studenti e docenti ci si confronta abbastanza sull’uso delle tecnologie, contrariamente a quanto pensano alcuni collaboratori della dirigenza (2,8). Si deve però considerare che il valore di questi ultimi è poco rappresentativo statisti-camente, in quanto non è raggiunto il minimo.

Tuttavia insegnanti e figure di supporto alla DS pensano che il tempo per confrontarsi sia poco, come mostra la domanda A7. Si tratta di un parere in linea con le opinioni dei docenti SS1G nel 2018.

Infrastrutture e attrezzature

Le domande legate alle infrastrutture non mostrano particolari divergenze tra i soggetti intervistati.

Tuttavia i livelli più bassi evidenziano che non esiste una politica del BYOD (domanda B7) come rilevato dal presente rapporto.

Suscita interesse il fatto che a parere degli intervistati manchino tecnologie assistive , spazi adeguati e biblioteca e archivi online.

didattica e apprendimento

Una domanda in cui gli studenti hanno una percezione diversa dai docenti e dai dirigenti è legata alla personalizzazione (D6): a parere dei primi la didattica viene personalizzata cosa invece non percepita dai secondi.

Altro caso simile è quello legato ai livelli di coinvolgimento degli studenti (D8) e collaborazione tra stu-denti (D9).

Competenze digitali degli studenti

Questo quadro mostra dati decisamente preoccupanti. Gli intervistati sono poco d’accordo o in di-saccordo con le affermazioni proposte. In altre parole occorre lavorare maggiormente sulle competenze degli studenti con particolare riferimento alla citazione delle fonti, creazione di contenuti digitali, imparare a comunicare, risolvere piccoli problemi tecnici. Il dato più negativo è quello sul coding e sulla program-mazione, competenze di base dell’ambito logico e matematico. Gli studenti mostrano decisamente un parere negativo, mentre i docenti esprimono un livello quasi soddisfacente. Questo dato forse

meritereb-Gli intervistati mostrano inoltre che l’attenzione prevalente alla scuola primaria è sul livello della sicu-rezza online e del navigare in modo prudente.

Altri fattori

L’immagine che emerge dall’indagine è quella di un corpo docente che attribuisce alla mancanza di tempo e alla scarsa competenza digitale i principali motivi del ritardo nel processo di digitalizzazione.

Si forma un quadro in cui la tecnologia digitale è usata per studiare a scuola o a casa per una sola ora alla settimana, mentre i ragazzi usano ampiamente le tecnologie digitali per diverse ore al giorno per lo svago e il divertimento.

didattica digitale: riflessioni sulla sperimentazione della flipped classroom

Nell’anno scolastico 2015/2016 alcuni docenti della SS1G di Borgo Valsugana, partendo dalla consi-derazione che l’informatizzazione sia un fondamentale strumento di supporto all’apprendimento e all’in-segnamento, hanno iniziato a ragionare insieme sulla necessità di aprirsi a queste nuove metodologie attraverso un’offerta che potesse promuovere la comprensione e l’utilizzo delle tecnologie elettroniche e digitali ed il potenziamento delle capacità espressive potenziali degli alunni. I docenti ne hanno par-lato con la dirigente scolastica ed insieme hanno deciso di iniziare ad applicare il modello della Flipped learning classroom. L’opportunità è stata offerta dalla formazione di una nuova classe prima, la 1E, una in più rispetto alle tre consuete sezioni. Inoltre il trend delle nascite, nel bacino di affluenza della scuola, indicava che l’anno successivo sarebbe stato necessario prevedere un’ulteriore nuova classe. Queste condizioni hanno favorito lo svilupparsi della sperimentazione ed il coinvolgimento all’interno del

con-La possibilità di sperimentare su 4 anni era condizione necessaria al fine di ottenere dati confrontabili e di evitare il problema della singolarità che normalmente le classi sperimentali rappresentano. Pertanto è stato essenziale permettere a due classi di compiere l’intero ciclo delle scuola secondaria di primo grado al fine di poterne valutare gli esiti.

Alla base della decisione di adottare la nuova metodologia didattica ci sono stati diversi fattori, tra cui:

– lo sviluppo di competenze digitali, la condivisione e la partecipazione alla conoscenza attraverso i nuovi canali comunicativi di internet;

– l’esperienza del “laboratorio in classe” in alternativa alla “classe in laboratorio”;

– la ricerca, produzione, rielaborazione e adattamento di risorse educative digitali;

– la gestione di attività didattiche con i nuovi media;

– l’introduzione degli studenti all’utilizzo delle piattaforme e-learning;

– l’adozione di strategie di active learning, come l’Inquiry Based Learning, il Problem Based Learning, il Cooperative Learning;

– la riduzione della produzione cartacea a scopo ecologico;

– la proposta di lavoro con compiti autentici, che prevedano la costruzione del sapere in modo attivo ed in contesti reali e complessi.

Come detto, durante l’anno scolastico 2016/2017, la scuola si è dotata, grazie alla partecipazione ad un bando per fondi europei, di un carrello contenente 26 notebook da portare ed utilizzare direttamente in clas-se, avente anche la funzione di router portatile per una costante presenza della connessione internet. Nono-stante l’istituto fosse dotato di un’aula informatica adeguata, il semplice fatto di dover spostare gli studenti in un ambiente dedicato poneva una frattura tra il mondo digitale e quello percepito come scolastico, talvol-ta sottintendendo che i sistemi digitalvol-tali siano una parte separatalvol-ta dal mondo dell’imparare, e quindi percepiti come ludici. I primi mesi di applicazione della nuova metodologia hanno consentito da un lato l’acquisizione da parte degli studenti di una maggiore sicurezza nell’utilizzo dei vari devices e nella fruizione dei contenuti multimediali, e dall’altro di iniziare a scalfire l’atteggiamento poco fiducioso che alcuni genitori avevano manifestato ad inizio anno scolastico. Si è man mano assistito anche ad un progressivo miglioramento del clima di collaborazione in classe a scapito di atteggiamenti più competitivi che invece contraddistinguono solitamente le altre classi. I docenti, grazie anche al contributo dell’IPRASE, sono stati coinvolti in corsi di aggiornamento specifici sulla gestione delle classi capovolte, per incrementare le proprie competenze in materia di piattaforme di condivisione (Google Classroom ed Edmodo), software per la realizzazione di vi-deolezioni, applicazione per la gestione di lavori di gruppo, gestione dei rapporti scuola-famiglia.

Il secondo anno la sperimentazione ha interessato due classi: la prima e la seconda della sezione E.

Il corpo docenti si è in buona parte rinnovato. Ciò ha richiesto ad inizio anno numerosi momenti di con-fronto al fine di condividere obiettivi e modalità di lavoro con i nuovi docenti, partendo dall’esperienza dell’anno precedente. I vantaggi derivanti dall’essere al secondo anno di sperimentazione sono stati diversi. Soprattutto i nuovi docenti, neo-immessi in ruolo o precari, hanno trovato a loro supporto i col-leghi che già l’anno precedente avevano affrontato e superato numerose difficoltà riguardanti l’aspetto didattico o informatico. Ciò fa riflettere sull’importanza di una sperimentazione di lungo periodo, che eviti l’interruzione di esperienze che invece possono migliorare con gli anni.

Quello in corso è il terzo anno di sperimentazione della classe capovolta. Purtroppo l’andamento delle nascite non ha permesso la formazione di una ulteriore classe prima, pertanto rimangono coinvolte le stesse classi dell’anno precedente, le attuali seconda e terza E. La cosa che balza subito agli occhi

nella gestione di tempi e spazi. Gli studenti di terza sono diventati molto pratici nell’utilizzo di diversi software, sia quelli, come le Google Apps, indispensabili per la gestione della flipped classroom, sia software molto più specifici utili ad esempio per le prestazioni, la creazioni di mappe concettuali, il dise-gno bidimensionale e tridimensionale ecc.

Il corpo docenti si è ulteriormente rinnovato rendendo nuovamente necessario un confronto prelimina-re per condivideprelimina-re metodi, strategie ed obiettivi. Come ogni anno è stata necessaria una notevole attività di mediazione per convincere anche quei docenti che almeno inizialmente non avevano confidato piena-mente nella potenzialità delle nuove metodologie didattiche, nè nel ruolo fondamentale che ormai hanno gli strumenti informatici nella didattica. Nell’anno in corso più che nei precedenti si fa sentire il carico di lavoro che grava sulle spalle dei docenti. Molti sottolineano come la produzione di video, presentazioni o altri supporti per gli studenti richieda molto tempo; che i materiali reperibili in rete, che all’inizio poteva-no soddisfare le esigenze dei docenti, si stanpoteva-no ormai rivelando poteva-non sempre adeguati e necessitapoteva-no di modifiche e aggiustamenti per poterli adattare al proprio personale stile di insegnamento o ai contenuti programmati a inizio anno.

Il rapporto con i genitori è invece molto migliorato rispetto al primo anno; i docenti che hanno par-tecipato dall’inizio della sperimentazione concordano nel dire che ciò è dovuto anche ad una maggiore sicurezza degli stessi insegnanti, che hanno ben chiari gli obiettivi che si possono raggiungere, nonché gli ostacoli e le difficoltà che possono rallentare i processi di apprendimento degli studenti.